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Tarsonemidae sp.

1.II.2015 - ITALIA - Liguria - SV, Livelli archeologici sito costiero Riviera di Ponente (quota 90 m s.l.m)


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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Tarsonemidae sp.
MessaggioInviato: 02/03/2015, 18:27 
 

Iscritto il: 28/02/2015, 17:15
Messaggi: 23
Nome: Daniele Arobba
Carissimi,
ho rinvenuto questo organismo, di cui allego una fotografia ripresa in microscopia ottica a luce trasmessa (400x), all'interno di un coprolite (escremento fossile) molto probabilmente di iena delle caverne (Crocuta crocuta spelaea) che è rimasto incluso nel residuo di materiale organico estratto, ottenuto dopo svariati trattamenti chimico-fisici per effettuarne l'analisi palinologica (polline/spore). Si tratta a mio avviso di un acaro frammentato, salvo smentite di voi esperti (abbiate pietà... confesso la mia totale inesperienza in questo campo!), di cui forse si dovrebbero riconoscere il gnatostoma con cheliceri, le coxe residuali e l'idiosoma. Le dimensioni sono le seguenti: larghezza 57 micron, altezza circa 118 micron. Sembrerebbe una visione ventrale. Il livello archeologico da cui proviene il coprolite di iena delle caverne è datato al Paleolitico superiore (circa 30mila anni a.C.) e l'abbondante flora pollinica rinvenuta al suo interno denota un paesaggio aperto (steppa erbacea con molti taxa di ambiente arido e radi pini di tipo silvestre), connotato da un clima asciutto ed alquanto più rigido rispetto al presente. L'acaro, se di tale "bestiola" si tratta, potrebbe derivare dal pelo stesso della iena, da eventuali prede o carcasse di animali di cui si è cibata, dall'acqua contenuta in pozze dove si è abbeverata, dall'ambiente di vita del carnivoro stesso. Mi date una mano per una determinazione attendibile? Grazie e un caro saluto a tutti, Daniele


Acaro v5 bar br.jpg

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 Oggetto del messaggio: Re: acaro?
MessaggioInviato: 02/03/2015, 22:15 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Poteva anche essere un acaro che viveva nell'escremento in una qualche fase del suo processo di essiccazione.

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: acaro?
MessaggioInviato: 02/03/2015, 23:58 
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48
Messaggi: 529
Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
:) :) Caro Daniele, si tratta quasi sicuramente di una specie della famiglia Tarsonemidae che comprende acari associati in vario modo ad insetti (Acarapis woodi è il famoso parassita delle api che vive nelle loro trachee), nidicoli, alghivori, fungivori, ma soprattutto molti parassiti di piante. Nel web puoi trovare molto materiale, di seguito un piccolo esempio:

http://ziraat.uludag.edu.tr/akumral/tra ... manual.pdf

Risulta difficile ipotizzare per quale motivo questo esemplare è stato rinvenuto nel campione di cui parli, senza un riconoscimento almeno del genere. Tuttavia, penso che sia anche molto difficile concludere qualche cosa di più da una simile foto e con quella preparazione. Se comunque sei interessato ad approfondire posso metterti in contatto con uno specialista del gruppo.

:hi:

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 Oggetto del messaggio: Re: acaro?
MessaggioInviato: 04/03/2015, 17:45 
 

Iscritto il: 28/02/2015, 17:15
Messaggi: 23
Nome: Daniele Arobba
Ringrazio per le vostre acute osservazioni.
Un particolare apprezzamento per la risposta di Massimo a cui ora mi rivolgo. Già sapere che si tratta con buona probabilità di un Tarsionemidae mi sembra una gran cosa (rispetto alle mie povere conoscenze iniziali!), tanto più che attualmente in Italia del Nord credo siano segnalati "solo" 7 generi. Ho seguito il tuo link, grazie al quale sono riuscito a documentarmi sulla famiglia. Tieni conto, caro Massimo, che non credo sia possibile fare una fotografia migliore e che la preparazione del coprolite era indirizzata ad isolare polline e spore, non per cercare artropodi al suo interno. Del resto gli stessi trattamenti di laboratorio (HCl, HF, KOH, ecc.) potrebbero avere compromesso l'individuo. Il rinvenimento dell'acaro nei vetrini in esame è stato, infatti, del tutto occasionale ed inaspettato. Ho comunque brevi video in mpeg4 che potrebbero servire in quanto in essi è possibile vedere l'esemplare come appare in microscopia ottica a diversi fuochi. Se fosse possibile avere un contatto con uno specialista di tale famiglia potrebbe servire per approfondire di più la determinazione. Resta al momento da spiegare la presenza di questo acaro nel coprolite, anche se nello stomaco di una iena penso possa accumularsi materiale di varia provenienza. Attendo tue notizie e ancora tanti ringraziamenti per il prezioso aiuto, Daniele posting.php?mode=reply&f=11&t=59964#


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 Oggetto del messaggio: Re: acaro?
MessaggioInviato: 05/03/2015, 0:45 
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48
Messaggi: 529
Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
:D :D

Daniele Arobba ha scritto:
Già sapere che si tratta con buona probabilità di un Tarsionemidae mi sembra una gran cosa (rispetto alle mie povere conoscenze iniziali!), tanto più che attualmente in Italia del Nord credo siano segnalati "solo" 7 generi. Ho seguito il tuo link, grazie al quale sono riuscito a documentarmi sulla famiglia.

Mi fa molto piacere che hai deciso di approfondire l'argomento :birra: , ma non penso che le conoscenze faunistiche riguardanti le specie della fauna italiana siano tanto aggiornate .....come per la maggior parte dei gruppi di acari.

Daniele Arobba ha scritto:
Tieni conto, caro Massimo, che non credo sia possibile fare una fotografia migliore e che la preparazione del coprolite era indirizzata ad isolare polline e spore, non per cercare artropodi al suo interno. Del resto gli stessi trattamenti di laboratorio (HCl, HF, KOH, ecc.) potrebbero avere compromesso l'individuo. Il rinvenimento dell'acaro nei vetrini in esame è stato, infatti, del tutto occasionale ed inaspettato.

L'esemplare che vedo mi sembra in buone condizioni, come dimostrato dal fatto che diverse setole, tra le quali quelle più lunghe sono ancora attaccate :D . In natura il distacco delle setole avviene generalmente in seguito al disseccamento dell'esoscheletro che segue la morte. Si potrebbe ipotizzare..... che l'esemplare si è così ben conservato perché probabilmente protetto all'interno del coprolite. Anche se sono stati effettuati i trattamenti che dici, penso che ci siano ancora le condizioni per ottenere una migliore preparazione (tieni conto che la chiarificazione con acido lattico puro è un passaggio obbligato per lo studio di moltissimi gruppi di acari e con quelli più "ostici" si usano anche metodi più drastici come soluzioni di KOH).

Daniele Arobba ha scritto:
Ho comunque brevi video in mpeg4 che potrebbero servire in quanto in essi è possibile vedere l'esemplare come appare in microscopia ottica a diversi fuochi.

I video non servono (e generalmente neanche le foto) soprattutto con questi acari di piccole dimensioni per i quali l'osservazione di alcuni dettagli ad alti ingrandimenti (quindi bassissima profondità di campo) implica una continua regolazione della messa a fuoco (con un video verrebbe il mal di mare...)

Daniele Arobba ha scritto:
Se fosse possibile avere un contatto con uno specialista di tale famiglia potrebbe servire per approfondire di più la determinazione.

Lo specialista a cui stavo pensando è questo:

http://www.canacoll.org/Arach/Staff/Lin ... dquist.htm

Mandami un MP se hai bisogno che cominci ad accennargli la cosa, ogni tanto ci sentiamo. A quel punto la ripreparazione dell'esemplare è meglio che la faccia lui.

Daniele Arobba ha scritto:
Resta al momento da spiegare la presenza di questo acaro nel coprolite, anche se nello stomaco di una iena penso possa accumularsi materiale di varia provenienza.

Finchè non sappiamo qualcosa di più sulla sua identità non possiamo dire se proviene dal pasto della iena o dalle sue feci (come ha giustamente ipotizzato Julodis). Inoltre, possiamo escludere a priori una contaminazione del materiale del coprolite avvenuta durante una qualsiasi delle fasi di studio?

:hi:

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