f.izzillo ha scritto:
Federico scusami se te lo chiedo, ma tu i Buprestidi floricoli li hai mai visti nel loro ambiente?! Il mio consiglio spassionato è di farti un po' di esperienza sul campo in modo da incominciare a capire come si comportano gli insetti nel loro habitat, che tipo di esigenze ecologiche hanno, etc...e poi eventualmente, se ancora lo riterrai praticabile, ripensare ad un allevamento del tipo che proponi.
Mi associo.
Per inciso, i Buprestidi non sono insetti tra i più facili da osservare (e spesso neanche da trovare), ed ancor più difficile è capire come allevarli. Tra l'altro, in certi posti, con un certo clima, possono essere molto frequenti, in altre situazioni no.
Come dicevo al telefono con Francesco oggi pomeriggio, l'allevamento dei Buprestidi viene normamente effettuato per ottenere gli adulti di specie che, per il loro modo di vita, la loro fenologia o altri motivi, non si riesce a trovare, da adulti, in vita attiva in natura. Diverse specie sono state descritte solo su esemplari sfarfallati da campioni di legna prelevata e conservata per un certo tempo.
L'allevamento "per diletto", tipo quello che si fa per i Cetonidi o per insetti di altri ordini, non credo sia mai stato fatto da nessuno. Anche il solo allevamento degli adulti per ottenere deposizione di uova e una nuova generazione credo sia stato tentato raramente (uno di quelli che ci hanno provato sono io, ma nel mio caso, soprattutto con gli Julodis, che sono Buprestidi "anomali").
Credo che sia una buona idea imparare a conoscerli prima sistematicamente, poi studiandone la biologia, sia con osservazioni sul campo che leggendo almeno parte delle innumerevoli pubblicazioni che li riguardano, fare degli allevamenti "classici" e poi, se ancora sarai della stessa idea, provare eventualmente ad allevarli nel modo che intendi.
Una cosa che mi ricordava oggi Francesco, e di cui avevamo già parlato in passato tra noi, è che, se proprio vuoi provare ad allevare Buprestidi senza eccessive difficoltà, potresti già da adesso prendere nei campi delle piantine di Malvaceae selvatiche (Malva sylvestris è la più adatta, ma anche altre specie di Malva, Althaea o Lavatera possono andar bene) con la radice, piantarle in vaso e farle crescere. In primavera, qui già a marzo, da te probabilmente da aprile, potresti andare a cercare gli adulti di Trachys troglodytiformis, un piccolo Buprestidae molto colorato che scappa poco e che si fa osservare anche da vicino (qui è comunissimo ovunque ci sia Malva sylvestris). Metti la pianta al sole, in casa, sul davanzale di una finestra, e metti gli insetti sulle foglie. Sarebbe meglio meglio usare una specie di terrario con tre lati e coperchio in reticella, ed un lato in vetro per l'osservazione, ma è probabile che anche senza gli adulti restino sulla pianta, sulle foglie al sole. Si accoppiano facilmente e le larve si sviluppano nello spessore delle foglie, per cui si vedono in trasparenza. Inoltre lo sviluppo è veloce, e la nuova generazione sfarfalla dopo alcune settimane (fanno due o tre generazioni all'anno, e gli adulti dell'ultima svernano nel detrito alla base della pianta, ma chissà che in casa non restino attivi?).
La biologia dei Trachys, e di qualche altro genere simile, è molto diversa da quella degli altri Buprestidi, e si adatta meglio ad un allevamento come inteso da te.