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Euphorbiacee - Euphorbia palustris L.



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 11/08/2016, 22:25 
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Acquarius ha scritto:
grazie per le sollecite risposte
Paramena non l'ho trovata in questo forum, ma suppongo sia un altro Cerambicidae
marco villa ha scritto:
Errore di battitura: intendevo Parmena.

Ferdinando, qui nel Lazio non c'è quasi Euphorbia perenne senza qualche Parmena pubescens.
Per loro il lattice non è un problema, perché la larva si sviluppa nei fusti già morti (se li apri al momento giusto, trovi l'adulto dentro in attesa di uscire). Immagino che da te non sia molto diverso.

marco villa ha scritto:
Credo che il lattice sia più che altro una difesa dai brucatori. Infatti dove c'è pascolo è una delle poche specie che sopravvivono (insieme al vincetossico). Per gli insetti invece non sembra un problema. Oberea e Chamaesphecia vivono nei fusti, Hyles invece mangiano le foglie.

Il lattice è un problema anche per le larve che si sviluppano nella pianta viva. Però hanno degli accorgimenti per cavarsela. In Nord Africa ci vive perfino una Anthaxia.

marco villa ha scritto:
Più che altro la euphorbiae quando c'è la vedi a metri di distanza (è sui 20-25 mm), la erytrhocephala invece si prende sfalciando, e la morfologia delle piante di Euphorbia non si presta più di tanto allo sfalcio, facendo cadere gli esemplari aggrappati ai fusti se colpita con il retino.
Io le ho sempre prese a vista, esattamente, credo, come voi prendete l'euphorbiae.

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MessaggioInviato: 11/08/2016, 22:49 
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Julodis ha scritto:
Io le ho sempre prese a vista, esattamente, credo, come voi prendete l'euphorbiae.


Certo che ci vuole occhio! Un insetto lungo meno di un centimetro non deve essere facile da vedere sulla pianta nutrice, almeno nel caso di Euphorbia cyparissias. Mi viene da pensare che da te sia talmente comune che si prende anche senza sfalcio. Qui bisogna sfalciare metri e metri per alcuni giorni per prenderne una.
Un diverso discorso si può fare per Oberea taygetana, poco più grande della erythrocephala ma che è monofaga su E. characias, una pianta alta e poco ramificata, dove deve essere facile individuare gli esemplari.

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La natura non conosce pause nel progresso e nello sviluppo, ed attacca la sua maledizione su tutta l'inattività.” [GOETHE]


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MessaggioInviato: 12/08/2016, 7:45 
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Nome: Maurizio Gigli
marco villa ha scritto:
Certo che ci vuole occhio! Un insetto lungo meno di un centimetro non deve essere facile da vedere sulla pianta nutrice, almeno nel caso di Euphorbia cyparissias. Mi viene da pensare che da te sia talmente comune che si prende anche senza sfalcio. Qui bisogna sfalciare metri e metri per alcuni giorni per prenderne una.
Un diverso discorso si può fare per Oberea taygetana, poco più grande della erythrocephala ma che è monofaga su E. characias, una pianta alta e poco ramificata, dove deve essere facile individuare gli esemplari.


Veramente quelle che ho trovato sono tutte tra 1 e 1,5 cm, più vicine alla seconda misura, a memoria (non sono a Roma), ed in pianta si vedevano abbastanza bene. L'Euphorbia su cui normalmente le trovavo è una specie (ora non ricordo quale) cespitosa con diversi fusti, ma piuttosto alti (sui 100-120 cm) e distanziati tra loro, per cui non è un problema vederle. Ti assicuro che qui così comune non è. Non la cerco da alcuni anni, ma ricordo di averla trovata in discreto numero solo in una ristretta zona nel complesso della Tolfa, che ora è molto cambiata per la ricrescita della vegetazione arbustiva dove prima c'era una notevole popolazione di queste Euphorbia

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MessaggioInviato: 12/08/2016, 21:53 
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Julodis ha scritto:
marco villa ha scritto:
Certo che ci vuole occhio! Un insetto lungo meno di un centimetro non deve essere facile da vedere sulla pianta nutrice, almeno nel caso di Euphorbia cyparissias. Mi viene da pensare che da te sia talmente comune che si prende anche senza sfalcio. Qui bisogna sfalciare metri e metri per alcuni giorni per prenderne una.
Un diverso discorso si può fare per Oberea taygetana, poco più grande della erythrocephala ma che è monofaga su E. characias, una pianta alta e poco ramificata, dove deve essere facile individuare gli esemplari.


Veramente quelle che ho trovato sono tutte tra 1 e 1,5 cm, più vicine alla seconda misura, a memoria (non sono a Roma), ed in pianta si vedevano abbastanza bene. L'Euphorbia su cui normalmente le trovavo è una specie (ora non ricordo quale) cespitosa con diversi fusti, ma piuttosto alti (sui 100-120 cm) e distanziati tra loro, per cui non è un problema vederle. Ti assicuro che qui così comune non è. Non la cerco da alcuni anni, ma ricordo di averla trovata in discreto numero solo in una ristretta zona nel complesso della Tolfa, che ora è molto cambiata per la ricrescita della vegetazione arbustiva dove prima c'era una notevole popolazione di queste Euphorbia


Interessante. Penso possa trattarsi di E. esula (meno probabilmente platyphillos). Qui in zona invece l'avevo cercata solo sulla cyparissias (quella più piccola, comune ovunque, con le foglie molto sottili).

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MessaggioInviato: 13/08/2016, 7:48 
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marco villa ha scritto:
Penso possa trattarsi di E. esula

Ci sei andato vicino. Dovrebbe essere Euphorbia characias.

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MessaggioInviato: 13/08/2016, 10:03 
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Julodis ha scritto:
marco villa ha scritto:
Penso possa trattarsi di E. esula

Ci sei andato vicino. Dovrebbe essere Euphorbia characias.


Non pensavo ci fosse anche in Lazio, o almeno credevo potesse esserci solo vicino al mare. Comunque un ottimo dato.

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MessaggioInviato: 13/08/2016, 18:25 
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marco villa ha scritto:
Julodis ha scritto:
marco villa ha scritto:
Penso possa trattarsi di E. esula

Ci sei andato vicino. Dovrebbe essere Euphorbia characias.


Non pensavo ci fosse anche in Lazio, o almeno credevo potesse esserci solo vicino al mare. Comunque un ottimo dato.

Infatti le prendevo (le Oberea) nella Valle di Rio Fiume, che dai Monti della Tolfa (antico complesso vulcanico a morfologia prevalentemente collinare) finisce sul Tirreno presso Santa Severa.

Comunque, la pianta si trova anche più all'interno, per esempio, sui Monti Lepini (versante verso mare), ed anche sui versanti più xerici di alcuni rilievi collinari più interni.

Sui versanti rocciosi quasi a picco sul mare degli Aurunci c'è pure Euphorbia dendroides, su cui mi ripropongo da anni di andare a fare qualche ricerca, perché ho il sospetto che possa riservare qualche sorpresa. Ma è un bel pezzo di strada ad andare e tornare in giornata, e ancora non ho trovato l'occasione.

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