Gentile Ayakuccia,
non frequento il Forum ogni giorno ma, interpellato, desidero rispondere personalmente, anche se con ritardo. Ho preferito trovare il tempo per una risposta un po' articolata (spero non troppo) piuttosto che replicare in modo veloce e stringato.
La tarma "alimentare" di gran lunga più comune nelle nostre case (ma molto comune anche in industrie alimentari, magazzini, ecc.) è il Piralide Ficitino Plodia interpunctella o 'tignola fasciata'. Un esemplare vivo o morto ben conservato è secondo me inconfondibile a causa delle ali anteriori bicolori, come evidenziato anche dalla foto in questa discussione. Esemplari logori, desquamati ecc. potrebbero essere un po' meno facilmente riconoscibili ma capitano di rado. Le larve di questa specie non si costruiscono astucci o foderi di seta e altri materiali a mo' di 'cappottino'. Solo prima di impuparsi si filano un rado bozzolo di seta; talvolta anche in fasi precedenti della vita larvale si riparano temporaneamente con trame di seta. Altre tarme "alimentari" sono, nelle nostre case, molto meno frequenti. Si possono citare i Piralidi Ficitini Ephestia kuehniella e Cadra cautella, importanti anch'essi in certe industrie alimentari ecc. Hanno ali anteriori di colore grigiastro piuttosto uniforme. la prima specie è leggermente più grande della Plodia, la seconda è circa uguale per dimensioni. Le larve non si fanno astucci. Ancor meno frequente è il Piralide Amyelois transitella, trovato talvolta anche nelle case in conseguenza dell'introduzione di noci e mandorle d'importazione. Somiglia notevolmente a E. kuehniella ed è lievemente più grande di essa. Di maggiore interesse nelle case, sempre per le derrate alimentari, può talora essere il Tineide Nemapogon granellus, specie con larve molto polifaghe che troviamo tanto sulla frutta secca e sui funghi secchi ecc., quanto su formaggi e salumi (salami, culatelli ecc.) in stagionatura talora anche nelle cantine (tipicamente invece la si trova in locali industriali di stagionatura). Dimensioni un po' inferiori alla Plodia, ali anteriori marmorizzate di bruno scuro e di cremeo chiaro. Le sue larve non si fanno il 'cappottino' cilindrico o un po' schiacciato, a differenza di altri Tineidi, ma vivono comunque riparate sotto la propria seta. Raro ma talora da me osservato in abitazioni è il piccolo Tineide Monopis crocicapitella, polifago anch'esso, con 'eleganti' ali anteriori scure bordate di color avorio.
Passando invece alle tarme dei vestiti, lana e tappeti, restiamo nella famiglia dei Tineidi (alcune specie di Tineidi possono sconfinare da tali sostanze organiche conservate alle nostre derrate, ma sono casi non frequenti: in genere si tratta di regimi alimentari specificamente distinti). La più diffusa sembra senz'altro Tineola bisselliella, talora una vera 'peste'. E' più piccola della Plodia, ha ali anteriori strette lanceolate e, concordo, un po' iridescenti, lucenti, quasi argentee anche se il colore è uniformemente ocraceo giallastro o nocciola chiaro. Le larve si costruiscono temporanei astucci talora semitrasparenti, quasi più una 'sottoveste' che un vero cappottino, ma tra capi d'abbigliamento in lana infestati le possiamo trovare anche vaganti prive di copertura, mentre sui capi in lana danneggiati troviamo, oltre ai danni, loro tracce rappresentate da brevi gallerie di seta. Quindi non somiglia affatto alla Plodia. Può somigliare se mai a una tignola delle derrate che però difficilmente ci troviamo in casa, il Gelechiide Sitotroga cerealella detto anche 'vera tignola del grano' (le larve vivono all'interno dei chicchi di grano, mais ecc., ma anche nelle castagne secche: ecco perché ad esempio in paesi di montagna dove si usi far provvista di castagne raccolte nei castagneti la si può trovare anche nelle case). Le larve non si fanno 'astucci' e soprattutto non si fanno vedere perché vivono scavando nel loro alimento compatto. Gli adulti hanno ali anteriori strette e di colore simile a quelle della Tineola; talora sono un po' più grandi. Altra tarma dei vestiti, direi meno frequente, è il Tineide Tinea pellionella, un po' più grande della Tineola e con ali anteriori chiare ma con due o tre punti più scuri su ciascuna ala anteriore. La larva generalmente si fa un bel cappottino.
Per quanto riguarda le trappole, le trappoline attrattive e adesive per tarme "alimentari", se il richiamo è dato da un feromone, mi risulta che siano innescate con la componente di feromone sessuale femminile, prodotta industrialmente, comune a Plodia, Ephestia e Cadra. Quindi attirano e catturano i maschi di questi generi (si noti che ogni specie di questi generi in realtà in natura ha una propria miscela specifica di molecole attrattive, che impediscono incontri con partners impropri). Le femmine, solo casualmente restano incollate. L'efficacia può consistere nel fatto che i maschi in genere compaiono un po' prima delle femmine, quindi catturandoli si inibiscono gli accoppiamenti. E comunque le catture possono servire per monitorare la situazione.
Esistono anche trappoline a feromone per la Tineola, come pure si trovano in commercio dispositivi con sostanze e profumi repellenti da collocare contro questa specie in armadi, cassetti, ecc. La molecola feromonica attrattiva per i maschi di questo Tineide è diversa da quella per i Piralidi Ficitini sopracitati.
Sarebbe opportuno cercare di contrastare queste presenze in ogni casa, con senso di responsabilità, anche se non è detto che si arrivi a una vittoria definitiva. Queste specie fatalmente altrimenti tenderanno a colonizzare anche appartamenti o case vicine indenni, diffondendo il disagio, e mi riferisco soprattutto alle tarme della lana.
La discussione è poi sconfinata anche oltre e mi permetto di aggiungere qualcosa. Nella letteratura scientifica esistono lavori che documentano la potenziale allergenicità di Plodia interpunctella. Può darsi che si tratti solo di ricerche sperimentali, sicuramente non c'è da allarmarsi. E' noto che soprattutto in paesi in via di sviluppo, dove talora si vive in condizioni igieniche estremamente scadenti, sono dimostrate nella popolazione sensibilizzazioni allergiche specifiche verso componenti molecolari di infestanti ubiquitari come blatte e mosche: allergie dovute a lunghe, protratte esposizioni ad elevate concentrazioni di sostanze allergizzanti ad esempio per inalazione, in presenza di protratte infestazioni. Da noi il rischio di tali allergie è più facile che riguardi professionalmente il personale addetto ad allevamenti sperimentali di questi insetti nei laboratori, per scopi scientifici, o gli addetti alla gestione di derrate in industrie almentari.
Infine, a proposito delle allergie a Betilidi, per quanto riguarda per lo meno Sclerodermus domesticus posso confermare per esperienza diretta che le punture sono trafitture lancinanti 'a tradimento' molto dolorose, percepite all'istante. Non si direbbe che un animaletto così piccolo possa arrecare tanto dolore. Al contrario, e sempre per esperienza, posso dire che quelle dell'Acaro Pyemotes ventricosus non si percepiscono all'istante ma sono molto fastidiose per il prurito forte o fortissimo e prolungato che in breve tempo causano (sugli arti, sul tronco, sul collo, sul viso), con reazioni di grattamento. Inoltre generalmente sono punture multiple anche molto numerose, con evidenti segni di arrossamento sulla cute.
Ultima modifica di Nicarinus il 26/06/2020, 20:47, modificato 6 volte in totale.
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