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Maurizio Bollino
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Inviato: 20/03/2011, 19:31 |
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31 Messaggi: 8155 Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
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Dati: GABON – MAKOKOU (OGOOUE) - IVINDO N.P. – IPASSA NAT. RES. - ~ 0°30’43’’ N 12° 48’ 12’’ E - 19.II-11.III.2011 – m. 500 Dimensioni: 7 mm Diabolici da preparare (sono come una lama di coltello, ed evitare che si corichino richiede non pochi funambolismi), affascinanti da osservare a forte ingrandimento.
_________________ Maurizio Bollino
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cosmln
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Inviato: 20/03/2011, 19:35 |
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Iscritto il: 26/03/2010, 14:55 Messaggi: 5900 Località: Romania
Nome: Cosmin-Ovidiu Manci
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Honza
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Inviato: 20/03/2011, 19:38 |
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Iscritto il: 09/11/2009, 14:12 Messaggi: 5069 Località: Hradec Kralove,Czech republik
Nome: Jan Matějíček
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Cerobates (s.str.) sp.
_________________ Research Fields Taxonomy, ecology, biomonitoring , faunistic of Staphylinidae
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Maurizio Bollino
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Inviato: 20/03/2011, 19:59 |
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31 Messaggi: 8155 Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
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cosmln ha scritto: wow, belloooooooooooooooo !!! a crop on elitrae is possible? Honza ha scritto: Cerobates (s.str.) sp. Thank you, Jan.
_________________ Maurizio Bollino
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Maurizio Bollino
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Inviato: 20/03/2011, 20:15 |
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31 Messaggi: 8155 Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
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Qui si può scaricare il PDF della revisione del genere Cerobates. Seguendo le chiavi, dovrebbe essere Cerobates ( Cerobates) hybridus Senna, 1898 oppure Cerobates ( Cerobates) sennae Calabresi, 1920.
_________________ Maurizio Bollino
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hypotyphlus
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Inviato: 20/03/2011, 20:54 |
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Iscritto il: 10/05/2010, 22:31 Messaggi: 4351 Località: Gavorrano (GR)
Nome: marco bastianini
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_________________ Marco"Le foreste a precedere le civiltà, i deserti a seguire."François-René de Chateaubriand
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Julodis
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Inviato: 20/03/2011, 22:21 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Finalmente un Brenthidae diverso dai soliti!
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elleelle
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Inviato: 21/03/2011, 0:02 |
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Iscritto il: 28/05/2009, 16:38 Messaggi: 4788
Nome: luigi lenzini
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Bellissimo! Sembra fatto di ambra! Una curiosità: mi sembra che spesso i coleotteri africani presentino un adattamento somatico alle loro abitudini di vita più spinto di quelli italiani. Può darsi che in quei paesi ci sia stata una maggiore variabilità genetica, o una selezione più dura? O, magari, che il numero di generazioni passate nello stesso periodo sia maggiore? (magari, si riproducono più volte in un anno senza l'interruzione invernale ...). luigi
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Julodis
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Inviato: 21/03/2011, 0:19 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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elleelle ha scritto: Bellissimo! Sembra fatto di ambra! Una curiosità: mi sembra che spesso i coleotteri africani presentino un adattamento somatico alle loro abitudini di vita più spinto di quelli italiani. Può darsi che in quei paesi ci sia stata una maggiore variabilità genetica, o una selezione più dura? O, magari, che il numero di generazioni passate nello stesso periodo sia maggiore? (magari, si riproducono più volte in un anno senza l'interruzione invernale ...). luigi Considera due fattori, che riguardano non solo le specie africane, ma quelle di buona parte della fascia intertropicale: 1 - le foreste tropicali/equatoriali sono ambienti generalmente antichi, quindi le specie hanno avuto il tempo di specializzarsi maggiormente 2 - il numero di specie molto più elevato di quelle presenti nelle zone temperate porta al restringimento della nicchia ecologica delle singole specie, quindi ad una maggiore specializzazione Consideriamo poi un'altra importante differenza tra le specie italiane e quelle africane (anche se il confronto sarebbe meglio farlo tra territori di estensione simile). Durante e fluttuazioni climatiche che si sono succedute negli ultimi milioni di anni, con alternanza di periodi glaciali e interglaciali, di volta in volta la fauna italiana veniva completamente stravolta ed impoverita, e probabilmente sopravvivevano soprattutto le specie a maggiore valenza ecologica, più adattabili perchè meno specializzate, mentre invece in caso di variazioni climatiche in Africa le specie non fanno altro che spostarsi un po' più a Nord o a Sud, o un po' più a Est o Ovest, visto che tra il Sahara e la regione del Capo non vi sono barriere geografiche degne di questo nome, a differenza dell'Italia, chiusa tra le Alpi e il Mediterraneo. Questo giustifica anche una certa uniformotà nel popolamento entomologico tra le varie regioni africane, in cui gli insetti possono avere un areale molto ampio (ad esempio dal Senegal al Sud Africa) a patto che vi siano gli ambienti adatti.
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Tc70
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Inviato: 21/03/2011, 0:22 |
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Iscritto il: 09/11/2010, 19:52 Messaggi: 4509 Località: Brescia
Nome: Luca Bodei
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Maurizio Bollino
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Inviato: 21/03/2011, 0:27 |
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31 Messaggi: 8155 Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
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elleelle ha scritto: Bellissimo! Sembra fatto di ambra! Una curiosità: mi sembra che spesso i coleotteri africani presentino un adattamento somatico alle loro abitudini di vita più spinto di quelli italiani. Può darsi che in quei paesi ci sia stata una maggiore variabilità genetica, o una selezione più dura? O, magari, che il numero di generazioni passate nello stesso periodo sia maggiore? (magari, si riproducono più volte in un anno senza l'interruzione invernale ...). luigi Certamente, nelle aree tropicali, molti fattori giocano un ruolo determinante per una maggiore biodiversità. Il numero maggiore di generazioni annuali accellera il processo di speciazione, ma ciò che credo influisca più di tutto è l'enorme numero di nicchie ecologiche e microambienti. Considera che nella foresta tropicale ciò che trovi a 1 metro di altezza può essere totalmente differente da ciò che vive pochi metri più sopra, e la fauna della volta arborea è assolutamente diverso, e spesso molto più variato, da ciò che vive nel sottobosco. Giusto per fare un esempio numerico: in tutta Europa ( 4 milioni di km2) esistono circa 450 specie di lepidotteri diurni (Hesperiidae esclusi), mentre in 2 km2 di foresta sudamericana ne sono state censite oltre 1500 specie.
_________________ Maurizio Bollino
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ruzzpa
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Inviato: 21/03/2011, 0:36 |
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Iscritto il: 23/06/2010, 11:11 Messaggi: 2784 Località: Cagliari
Nome: Gianpaolo Ruzzante
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Maurizio Bollino ha scritto: Certamente, nelle aree tropicali, molti fattori giocano un ruolo determinante per una maggiore biodiversità. Il numero maggiore di generazioni annuali accellera il processo di speciazione, ma ciò che credo influisca più di tutto è l'enorme numero di nicchie ecologiche e microambienti. Considera che nella foresta tropicale ciò che trovi a 1 metro di altezza può essere totalmente differente da ciò che vive pochi metri più sopra, e la fauna della volta arborea è assolutamente diverso, e spesso molto più variato, da ciò che vive nel sottobosco. Giusto per fare un esempio numerico: in tutta Europa (4 milioni di km2) esistono circa 450 specie di lepidotteri diurni (Hesperiidae esclusi), mentre in 2 km2 di foresta sudamericana ne sono state censite oltre 1500 specie. Questa la uso
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Maurizio Bollino
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Inviato: 21/03/2011, 0:39 |
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31 Messaggi: 8155 Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
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Julodis ha scritto: Durante e fluttuazioni climatiche che si sono succedute negli ultimi milioni di anni, con alternanza di periodi glaciali e interglaciali, di volta in volta la fauna italiana veniva completamente stravolta ed impoverita, e probabilmente sopravvivevano soprattutto le specie a maggiore valenza ecologica, più adattabili perchè meno specializzate, mentre invece in caso di variazioni climatiche in Africa le specie non fanno altro che spostarsi un po' più a Nord o a Sud, o un po' più a Est o Ovest, visto che tra il Sahara e la regione del Capo non vi sono barriere geografiche degne di questo nome, a differenza dell'Italia, chiusa tra le Alpi e il Mediterraneo. Questo giustifica anche una certa uniformotà nel popolamento entomologico tra le varie regioni africane, in cui gli insetti possono avere un areale molto ampio (ad esempio dal Senegal al Sud Africa) a patto che vi siano gli ambienti adatti. Questo è vero solo in parte, Maurizio. Le barriere non sono solo quelle fisiche (catene montuose, fiumi, grandi laghi o il mare), ma anche quelle climatiche ed ecologiche, che, soprattutto per taxa con esigenze estremamente specializzate come quelle tropicali, possono essere anche più difficili da superare.
_________________ Maurizio Bollino
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Maurizio Bollino
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Inviato: 21/03/2011, 0:42 |
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31 Messaggi: 8155 Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
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ruzzpa ha scritto: Maurizio Bollino ha scritto: Certamente, nelle aree tropicali, molti fattori giocano un ruolo determinante per una maggiore biodiversità. Il numero maggiore di generazioni annuali accellera il processo di speciazione, ma ciò che credo influisca più di tutto è l'enorme numero di nicchie ecologiche e microambienti. Considera che nella foresta tropicale ciò che trovi a 1 metro di altezza può essere totalmente differente da ciò che vive pochi metri più sopra, e la fauna della volta arborea è assolutamente diverso, e spesso molto più variato, da ciò che vive nel sottobosco. Giusto per fare un esempio numerico: in tutta Europa (4 milioni di km2) esistono circa 450 specie di lepidotteri diurni (Hesperiidae esclusi), mentre in 2 km2 di foresta sudamericana ne sono state censite oltre 1500 specie. Questa la uso Se devi usarla, falla completa ... I dati si riferiscono alla Riserva di Tambopata (Perù, Madre de Dios), e sono stati recentemente rivisti al rialzo di almeno altre 200 specie. Poichè però è un "rumor" che non ho documentato, ho riportato i dati pubblicati.
_________________ Maurizio Bollino
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Julodis
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Inviato: 21/03/2011, 0:57 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Maurizio Bollino ha scritto: Questo è vero solo in parte, Maurizio. Le barriere non sono solo quelle fisiche (catene montuose, fiumi, grandi laghi o il mare), ma anche quelle climatiche ed ecologiche, che, soprattutto per taxa con esigenze estremamente specializzate come quelle tropicali, possono essere anche più difficili da superare.
Non ci siamo capiti. Intendevo dire che in Africa le specie di foresta si sono spostate di volta in volta verso Nord o verso Sud seguendo gli spostamenti della vegetazione in conseguenza delle variazioni climatiche. Il loro areale si è ristretto, limitandosi alla fascia equatoriale sul lato Atlantico, o si è esteso verso Est, ecc. Allo stesso modo le specie di savana hanno seguito le alterne espansioni e contrazioni del loro habitat, e così via. Ovviamente, se esaminiamo un territorio in un determinato momento, le barriere ecologiche e climatiche (queste ultime, in Africa, meno importanti), sono difficili da superare quanto le barriere geografiche (senza contare che queste ultime sono anche barriere ecologiche), ma bisogna avere una visione che si estenda nel tempo, altrimenti si percepisce solo un aspetto della biogeografia e certi popolamenti risultano inspiegabili.
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