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Foresia, o trasporto passivo http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=52&t=715 |
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Autore: | clido [ 20/04/2009, 12:38 ] |
Oggetto del messaggio: | Foresia, o trasporto passivo |
Riporto qui le definizioni date al termine "Foresia", se n'è parlato qui ![]() Da Tremblay, E. Entomologia applicata Vol 1, La foresia è inserita da Tremblay nella categoria Dispersione passiva delle diffusioi delle specie: La foresia, o trasporto passivo da parte di altri animali, può avvenire in modo del tutto accidentale oppure può rientrare negli adattamenti al parassitismo. In questo secondo caso, l'adattamento di una specie parassitica può essere tale da assicurare la persecuzione della vittima anche nel corso di un suo lungo spostamento di carattere migratorio o dispersivo. [...] In molti acari compaiono nel ciclo delle specie le cosiddette "forme da viaggio", particolarmente conformate per essere trasportate da altri animali. [...] Di involontaria foresia godono inoltre i parassiti interni (endofagi) degli Afidi in fase migrante. Essi infatti sono trasportati dalle loro vittime a distanze notevoli ed utilizzano le stesse possibilità di diffusione. Da Encarta: "Con il termine di foresia si intende il fenomeno per cui un organismo, che prende il nome di foronte, si fa trasportare da un altro, senza portare danno a quest’ultimo. Può verificarsi il trasporto di uova o anche di animali adulti. Il beneficio che il foronte ricava è quello di diffondersi più rapidamente in un determinato ambiente o raggiungere una zona più favorevole." Ringrazio Roberto (Hemerobius), Livio (Liangi) e Francesco (Bud the Bug) per i loro contributi ![]() |
Autore: | Velvet Ant [ 20/04/2009, 15:30 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Foresia, o trasporto passivo |
Alla bella scheda di Claudio, aggiungo solo altre due informazioni. Etimologia del termine: dal greco phérein = trasportare Il nome di "foresia" fu coniato da LESNE nel 1896 per il Dittero Ceroptera rufitarsis (Meigen, 1830) (Sphaeroceridae), che si fa trasportare dai coleotteri coprofagi del gen. Scarabaeus (fonte: Grandi G., 1951. Introduzione allo studio dell'Entomologia). Grandi continua osservando come, in questo caso, il comportamento del dittero esuli dalla semplice foresia per rientrare in una forma più intima di simbiosi, sottolineando come qualunque schematizzazione non ha, nè può avere, limiti precisi o rigide caratteristiche e che, nel complesso rapporto che si instaura fra gli insetti che vivono a spese di altri artropodi, il comportamento di alcuni simbionti può essere compreso in più di uno dei gruppi stabiliti spesso per sola comodità di esposizione. Mi sembra particolarmente interessante ed esplicativo, in tal senso, un ottimo poster, trovato in rete, che riguarda appunto i complessi rapporti che intercorrono fra due specie di Scarabaeus (S. sacer e S. cicatricosus) che trasportano simultaneamente un acaro e una mosca (la già citata Ceroptera rufitarsis). Lo trovate qui: Host selection under predation pressure: case of mites and flies both phoretic on the same dung beetle |
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