Max10 ha scritto:
guardando l'esemplare mi sarei fatto trarre in inganno (ed avrei quindi sbagliato) dall'angolo formato dalla vena cubitale e da quella anale dell'ala posteriore che qui è abbastanza retto (si vede bene nell'ala destra) mentre in
Sphecodes albilabris dovrebbe essere più acuto (sempre se non erro) e quindi mi sarei orientato più su uno
Sphecodes rubicundus che però non ha mesoscuto e T1 così fortemente punteggiati e la forma delle antenne è diversa, entrambi fattori che fanno pendere l'ago della bilancia a favore di
Sphecodes albilabris... mi aiuteresti a capire dove ho sbagliato, per favore?
Il carattere dell'ala posteriore non è discriminante oppure l'ho letto male? Oppure rientra in quel concetto di "variabilità non indifferente" che citi te?
Ciao Massimiliano, il tuo dubbio è comprensibile.
Sphecodes albilabris normalmente ha l'angolo tra le due venature acuto, ma anche là c'è una certa variabilità. In questo esemplare di Giorgio effettivamente sembra più retto del solito, ma considerando l'esemplare nel complesso e tutti i singoli caratteri, non darei troppo peso alla venatura (che io sinceramente non guardo molto).
Grandi dimensioni, punteggiatura densissima sul mesoscuto e sui tergiti, metasoma interamente rosso, flagellomeri divisi in un'area anteriore e una posteriore e con anelli pubescenti che si estendono lungo il bordo tra le due aree... tutto conduce ad
albilabris. In
rubicundus la punteggiatura del mesoscuto è densa ma non così tanto e si riconoscono bene gli interspazi, i tergiti hanno punteggiatura nettamente più sparsa, il metasoma è nero all'apice, i flagellomeri non sono divisi in due aree e gli anelli pubescenti non si estendono molto, inoltre le dimensioni sono
mediamente minori.
Sulle dimensioni ci sarebbe in realtà da aprire un capitolo a parte, visto che nei cleptoparassiti possono variare molto in base all'ospite utilizzato e quindi alle scorte di polline. Normalmente
Sphecodes albilabris è appunto particolarmente grande, probabilmente lo
Sphecodes più grande in Europa, avendo come ospiti noti tutte api di dimensioni importanti, come
Colletes cunicularius,
Halictus quadricinctus e
Melitturga clavicornis, oltre a
Dasypoda hirtipes come possibile ospite non confermato, tuttavia ho in collezione dei maschi veramente piccoli. D'altro canto,
S. rubicundus ha come unico ospite confermato
Andrena labialis (piccola specie), più
A. agilissima e
A. nigroaenea come possibili ospiti non confermati (entrambe grandi), infatti a volte può raggiungere anch'esso i 12 mm. Personalmente ho raccolto
S. rubicundus in località dove
A. labialis manca ma ci sono una o entrambe le grandi e gli esemplari sono comunque piccoli. Ma sappiamo così poco dei rapporti cleptoparassita-ospite che entrambe le specie potrebbero avere ulteriori ospiti non segnalati in base alla zona.
In ogni caso, gli
Sphecodes sono uno di quei gruppi in cui non ci si può mai basare su un singolo carattere e bisogna mettere sulla bilancia tutti i caratteri dell'esemplare, perché appunto sono molto variabili e gli esemplari anomali non sono rari. Ad esempio il punto 2 della chiave per i maschi pubblicata da Bogusch & Straka distingue le specie che hanno o meno spine rosse sulle tibie posteriori, tuttavia a volte si trovano queste spine in esemplari chiaramente appartenenti a specie che non dovrebbero averle. Mi è capitato di parlare con Straka ad una cena e mi diceva che lui stesso trova gli
Sphecodes frustranti e per identificarli deve comunque seguire la chiave ha scritto.