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Ocydromus eques ed altri Carabidi nel fiume Marecchia



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MessaggioInviato: 22/06/2017, 20:46 
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Nome: Marco Villani
Il Marecchia è un fiume romagnolo caratterizzato da un letto molto ampio per via del suo regime torrentizio. Tende infatti ad avere grandi piene invernali mentre in estate rimangono solo piccoli rigagnoli intrecciati. Queste condizioni hanno modellato in modo peculiare il suo greto, creando ambienti d'acqua corrente e ferma. Il fiume sfocia presso la città di Rimini.
Pochi giorni fa, insieme ad altri entomologi (Giorgio e Nicola), sono stato lungo questo fiume per dedicarmi alla ricerca dei Bembidiini e di qualche cicindela (speravo nella Cylindera arenaria, ma non si è vista). Ci fermiamo in due diverse stazioni, una a valle nei pressi di Secchiano ed una a monte in località Campaccio. In entrambi i casi la fauna di Carabidi risultava molto ricca, con diverse specie e numerosissimi individui.
Questo l'ambiente presso Secchiano, dove scorreva uno dei torrentelli.
foto di maggio e giugno 2017 024.JPG



Lungo le sponde si erano seccati degli ammassi di alghe sotto ai quali c'era un via vai di carabidi e stafilinidi di ogni sorta.
Altrove, dove il torrente aveva cambiato corso o semplicemente si era seccato rimanevano delle fasce longitudinali a fondo sabbioso che in alcuni casi ospitavano delle pozze d'acqua ferma.
foto di maggio e giugno 2017 025.JPG



Qui abbondano Dyschiriodes (nitidus e agnatus soprattutto), Omophron limbatum, vari Bembidiini di acque ferme e moltissime Cicindela majalis.
Cicindela majalis in accoppiamento.
foto di maggio e giugno 2017 028.JPG



Le ricerche vengono poi concentrate sotto al ponte, dove l'ombra concede una tregua dal sole cocente sia ai coleotteri che agli entomologi che li cercano. E' qui che avviene l'incontro con le specie di maggior valore: Ocydromus eques e Ocydromus monticola. Di monticola solo uno (chissà cosa ci faceva lì :? Io la consideravo una specie di zone fresche montane), mentre di eques ne trovo 6 esemplari, per la maggior parte sotto l'ombra del ponte. Però me li sono dovuti sudare! Ho rivoltato tutti i sassi nel raggio di mezzo metro dalla sponda per raccoglierli.
Presso la località di Campaccio (dintorni Sant'Agata Feltria) il fiume ha caratteristiche simili ma ha sponde più ciottolose.
foto di maggio e giugno 2017 030.JPG



E qui invece, anche in pieno sole, gli Ocydromus eques sono più abbondanti (ne prendo 10) :hp: . In particolare, secondo le mie osservazioni, la specie vive tra i sassi vicinissima all'acqua, anzi, in alcuni casi l'ho presa in piccole isole effimere nel mezzo del torrente, formate da sassi sotto ai quali scorre l'acqua. Qui vivevano esemplari maturi e non. Probabilmente il periodo migliore per trovarlo è luglio-agosto, anche mediante trappole luminose.
Eccolo in tutto il suo splendore.
foto di maggio e giugno 2017 048.JPG



Una curiosità: è anche, insieme all'affine nobile, il più grande Bembidiino italiano. I più grossi che ho preso superano il centimetro.

Marco :hi:

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MessaggioInviato: 22/06/2017, 20:59 
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Nome: Gabriele Franzini
Ciao,
sul Marecchia in Agosto ci sono stato qualche anno fa, dalle parti di Pennabilli; O. eques non ne ho visto proprio, solo il suo fratellino minore O. scapularis .

:hi: :hi: G.


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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:00 
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Nome: Marco Villani
Lista completa dei Bembidiina raccolti in tale occasione.
Asaphidion nebulosum;
Bembidion (Bembidion) quadripustulatum;
Bembidion (Emphanes) latiplaga;
Bembidion (Emphanes) azurescens;
Bembidion (Philochthus) lunulatum;
Metallina (Metallina) properans;
Princidium (Princidium) punctulatum;
Ocydromus (Nepha) genei illigeri;
Ocydromus (Bembidionetolitzkya) pseudascendens;
Ocydromus (Ocydromus) decorus;
Ocydromus (Peryphanes) latinus;
Ocydromus (Peryphiolus) monticola;
Ocydromus (Peryphus) bualei;
Ocydromus (Peryphus) andreae;
Ocydromus (Euperyphus) scapularis;
Ocydromus (Euperyphus) eques.

Sono convinto che estendendo le ricerche lungo altri tratti del corso del fiume ed altri periodi dell'anno potrebbero saltare fiori molte altre specie interessanti. Del resto si tratta di un ambiente unico in Romagna, che si ripresenta solo nell'Emilia centrale e occidentale e nel Triveneto (ma con caratteristiche leggermente diverse).
Per esempio spero di trovarci Ocydromus fluviatilis, Ocydromus bruxellensis e magari anche Ocydromus distinguendus.

:hi:

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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:03 
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Nome: Marco Villani
gabrif ha scritto:
Ciao,
sul Marecchia in Agosto ci sono stato qualche anno fa, dalle parti di Pennabilli; O. eques non ne ho visto proprio, solo il suo fratellino minore O. scapularis .

:hi: :hi: G.


Infatti lo scapularis l'ho trovato davvero abbondantissimo, mentre l'eques in confronto era davvero introvabile. Se ci torni, concentrati in zone ad ombra dei ponti e magari spingiti più a monte di Pennabilli, sollevando i sassi dove questi sono lambiti dall'acqua. Alcuni li ho stanati anche lanciando l'acqua sulla sponda a mano ma sembrano particolarmente tenaci e ci è voluto un po'.

:hi:

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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:27 
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Nome: Violi Michele
Di Ocydromus con quest'habitus ne trovo spesso in ambienti simili, come si distinguono O. eques e O. scapularis, a parte per le dimensioni? Ci sono altre specie con lo stesso habitus con cui si possono confondere?
Appena finirò gli esami spero che qualche uscita a carabidi "fluviali" riesca a concedermela :p

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Michele :D


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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:30 
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Nome: Gabriele Franzini
Cita:
Per esempio spero di trovarci Ocydromus fluviatilis

Eh, magari.
Non ho notizia di nessun ritrovamento sicuro in Italia, nonostante sia inconfondibile, e dubito molto che ci sia da noi, o ci sia ancora. Fra l'altro secondo Jeannel dovrebbe stare piuttosto sui grandi fiumi, quindi forse sul Po, sul Ticino, sull'Adda, però non mi risultano catture.

La sottospecie siciliana (O. fluviatilis acragas) chissà se appartiene davvero a questa specie.

:hi: :hi: G.


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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:34 
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Nome: Gabriele Franzini
Cita:
come si distinguono O. eques e O. scapularis, a parte per le dimensioni?


Per le dimensioni! La differenza è davvero macroscopica.

Ciao G.


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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:47 
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Nome: Marco Villani
Ciao Michele.
Da te potresti trovare alcune specie simili all'eques, oltre all'eques stesso :) . Lo scapularis, oltre ad essere grande da 1/3 a 1/2 dell'eques, ha le elitre con un disegno cruciforme che genera sul disco elitrale 4 macchie poco distinte di colore rossastro. Tuttavia circa il 10-20% degli esemplari ha una particolare colorazione che ricorda quella dell'eques, con le due macchie apicali completamente scomparse e quelle omerali che si fondono. in tal modo il disco elitrale ha la parte superiore chiara e quella inferiore scura, ma persiste il carattere delle dimensioni. Se poi hai dei dubbi, controlla i pori sub-omerali: se sono 4 è scapularis, se sono più di 4 è l'eques. Un'altra specie simile è Ocydromus (Bembidionetolitzkya) varicolor, anche questa potenzialmente convivente con l'eques: assomiglia alle forme anomale di scapularis, ma si riconosce sempre per la taglia inferiore, per i pori sub-omerali di numero 4 e per la forma generale più piatta, con la doccia laterale del protorace ben visibile in vista dorsale. A contrario, in tutti gli Euperyphus (eques, scapularis, testaceus, fluviatilis, eccetera) il protorace è molto convesso, il ché rende la doccia laterale poco visibile all'apice, anche se di per sé è molto stretta.
Lungo l'Enza, a quote discrete (300-400 metri), potresti trovare tutte e tre le specie che cito. Buona ricerca :D

Marco :hi:

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MessaggioInviato: 22/06/2017, 21:58 
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Ciao Gabriele.
Del fluviatilis fluviatilis non ho notizie nemmeno io di esemplari italiani. Però nel lavoro di Neri et alii sui Bembidiina italo-corsi viene citato di nord Italia, Emilia-Romagna e Lazio se non sbaglio, e di solito Neri non scrive dati se prima non ha visionato esemplari delle regioni che cita.
Vista la sua gravitazione settentrionale (eccetto la sua sottospecie acragas ed amplus che sono circum-mediterranei) mi verrebbe da pensare che viva lungo grandi fiumi ma in quote piuttosto elevate, diciamo dai 500 metri in su. In Romagna, sopra i 500 metri, i fiumi sono tutti piuttosto contenuti. Al massimo potrebbe esserci qualcosa di buona nella zona Emiliana. Il Reno potrebbe andare? :roll: Altrimenti sarebbe da ricercare nei fiumi che citi.
Hai qualche osservazione da fare riguardo alle condizioni di rinvenimento del fluviatilis acragas in Sicilia? Potrebbe essere un punto di partenza.

Marco :hi:

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MessaggioInviato: 23/06/2017, 19:57 
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Nome: Gabriele Franzini
Per l'esperienza col fluviatilis acragas devi chiedere ad Augusto / Notoxus:
http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=143&t=21117,
ma io continuo ad essere convinto che siano parenti solo alla lontana.

Ciao G.


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MessaggioInviato: 23/06/2017, 20:29 
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gabrif ha scritto:
Per l'esperienza col fluviatilis acragas devi chiedere ad Augusto / Notoxus:
http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=143&t=21117,
ma io continuo ad essere convinto che siano parenti solo alla lontana.

Ciao G.


:ok: Chiederò a lui.
Invece per il distinguendum ed il bruxellense? Quelli potrei trovarli?

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MessaggioInviato: 23/06/2017, 21:23 
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Nome: Gabriele Franzini
Cita:
Invece per il distinguendum ed il bruxellense? Quelli potrei trovarli?


Sono entrambe specie settentrionali, il distinguendus forse troppo. Per il bruxellensis (ex rupestris) esiste una vecchia citazione di Ligonchio, sicuramente in ambiente molto più montano del f. Marecchia. Per intenderci, potrei sperare di trovarlo in un habitat da Elaphrus uliginosus o da Loricera pilicornis, non di meno.

:hi: :hi: G.


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MessaggioInviato: 23/06/2017, 22:27 
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:cry: Il bruxellensis allora temo proprio non ci sia. Non credevo che fosse così di quota. Però mi piacerebbe scoprire se è di acque correnti come altri Peryphus o se vive negli stagni montani. Nel secondo caso potrebbe trovarsi anche al lago di Pratignano (circa 1300 metri) o nei piccoli stagni verso la cima del Monte Cimone (1600 metri), altrimenti se gli vanno bene anche i torrenti di montagna, ho in mente diverse stazioni, ma, ad esempio, non è mai stato preso nell'alto Appennino forlivese dove sono state condotte delle ricerche sui Carabidi e dove i torrentelli freschi abbondano. Mi viene da pensare che si tratti anche in questo caso di una specie che necessita di fiumi di una certa portata ma sempre in contesti montani (come l'Ozola che scorre proprio a Ligonchio).
Grazie mille per le informazioni Gabriele :birra:

A quanto pare, se non inizio a spostarmi (cosa che potrei fare solo a partire dal prossimo anno, quando avrò la patente :hp: ), mi dovrò rassegnare ad avere in collezione le solite 5 specie di Peryphus romagnole più comuni (bualei, femoratus, andreae, tetracolus, subcostatus).

Continuerò ad informarmi a riguardo.

:hi:

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MessaggioInviato: 24/06/2017, 8:46 
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Località: Garbagnate Milanese
Nome: Augusto Franzini
Inserisco nella discussione una foto di Ocydromus fluviatile proveniente da "Boh. or. - Stěnkov".
fluviatile typ..jpg


:hi:

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Augusto (aug)
Prediction is very difficult, especially about the future (Niels Bohr, fisico)


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MessaggioInviato: 24/06/2017, 10:18 
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Iscritto il: 25/05/2011, 22:20
Messaggi: 548
Località: MILANO
Nome: FABIO SERENI
Certo che i disegni elitrali "a croce" di alcune specie di Ocydromus sono molto simili (andreae, bulaei, subcostatus, ecc.). Per un non esperto districarsi è veramente difficile, come prova del nove immagino vi sia solo l'estrazione. Ci sono pubblicazioni riportanti disegni dei vari edeagi ?
:hi:
Fabio

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Fabio Sereni


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