Oggi dopo pranzo ho pensato di andare in una delle mie località di raccolta preferite con l'intenzione di controllare velocemente se fosse cominciata la fioritura di una certa pianta, giusto una mezz'ora... ma si raccoglieva così tanto che ho finito per restare fino al tramonto. Almeno ne ho approfittato per fare qualche foto da mostrarvi.
La località in questione sono le sponde del Tevere e i campi negli immediati dintorni, precisamente nel tratto che percorre il confine tra Lazio e Umbria in mezzo ai comuni di Bomarzo (VT) ed Attigliano (TR). Località che conoscevo da sempre e in cui ero solito andare a pesca, ma che ho iniziato a indagare entomologicamente solo negli ultimi due o tre anni in quanto a prima vista mi sembrava tutt'altro che interessante. Devo dire che mi sbagliavo completamente: Eumeninae che non ho mai raccolto altrove, quasi 200 specie di api tra cui alcune estremamente interessanti e primi ritrovamenti per la penisola, Rhipiphoridae quasi comuni, ambienti umidi ben conservati...
Parcheggiata la macchina appena sotto il ponte che collega Attigliano e Bomarzo (
https://maps.app.goo.gl/4ADsunkWTgMnnPuL7) e iniziato il sentiero ci si ritrova subito in un ambiente che di fluviale ha molto poco. Se non fosse per i pioppi e salici che costeggiano il sentiero e il rumore del fiume in sottofondo, sembrerebbe una strada sterrata qualsiasi delle campagne della Tuscia.
Per circa 500 m si costeggiano campi coltivati principalmente a fave, erba medica e a volte altre Fabaceae. Apparentemente nulla di particolarmente interessante, ma fortunatamente molte api sono specializzate proprio nel raccogliere il polline da questa famiglia di piante. Inoltre lungo i bordi dei campi crescono anche molte piante selvatiche, ulteriori Fabaceae incluse, che garantiscono una varietà di impollinatori non indifferente:
Melitturga clavicornis,
Andrena croceiventris, numerosi Megachilidae,
Colletes di almeno 5 specie... La sorpresa più interessante di oggi è sicuramente stata però una femmina di
Camptopoeum, genere di Andrenidae specializzati su Asteraceae e che non avevo mai raccolto prima.
I maschi di
Eucera nigrifacies erano estremamente abbondanti su questa Fabacea dai fiori bianchi, sebbene in realtà fossero onnipresenti su quasi ogni essenza presente.
Prima di procedere lungo la strada ed arrivare al fiume decido di deviare attraverso i campi e raggiungere una piccola area secca a cui dedico sempre la maggior parte del tempo. A circa 500 m in linea d'aria si trova un impianto di estrazione di sabbia che fa defluire le acque derivate dalla lavorazione in alcuni canali e vasche artificiali che puntualmente si riempiono per via dei sedimenti: tutto questo fango misto a sabbia ogni anno viene rimosso e depositato lungo le sponde, formando con il tempo delle scarpate che si riempiono di vegetazione spontanea e che fungono da perfetto sito di nidificazione per molti Imenotteri (e relativi parassiti). In primavera questa zona si ricopre di Brassicaceae, soprattutto senape, che attirano una grande varietà di
Andrena. Sulle piante di senape ho infatti raccolto la rara e bellissima
Andrena nigroviridula e anche la recentemente descritta
Andrena sesmae, il cui olotipo viene proprio da qua!
E per non stare a parlare sempre e solo di Imenotteri, qua abbondano anche i Coleotteri, soprattutto se floricoli. In particolare risultano estremamente comuni i
Macrosiagon ferrugineum, che infestano le piante di menta, e in estate più avanzata sono relativamente comuni anche i
Rhipiphorus subdipterus, le cui femmine si trovano facilmente mentre depongono nei boccioli di
Cephalaria.
[CONTINUA]