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Caccia al Palo ! - Sasso Marconi (BO)



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MessaggioInviato: 14/01/2011, 20:58 
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Nome: maurizio pavesi
aug ha scritto:
Mi domando :roll: a quale raccolta si riferisca gomphus... :D :ok: ...

... anche (ma non solo) a quella :mrgreen:

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MessaggioInviato: 14/01/2011, 22:12 
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Nome: Augusto Franzini
Se siete disposti a leggere due paginette, quella :mrgreen: , ve la posso :oops: raccontare...

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Augusto (aug)
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MessaggioInviato: 15/01/2011, 15:57 
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Nome: Riccardo Poloni
Dopo il racconto del ritrovamento di DECINE di Typhloreicheia (o erano altri generi simili?) sulle alpi, direi che si potrebbe scrivere un libro tipo matto per gli insetti dedicato a due carabidari, il titolo potrebbe essere:

Augusto, Gomphus, e i Carabidi :lol1: :lol1: oppure Le Tiphloreicheia sotto le pietre e altre storie :lol1: :lol1:

P.s. il racconto ovviamente ci interessa assai :mrgreen: :mrgreen: :gh: :gh:

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 15/01/2011, 17:14 
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Nome: Augusto Franzini
No Typhloreicheia: erano Alpiodytes penninus, per la precisione. Comunque, per la privacy :lol1: :lol1: , ci vuole almeno l'assenso di Gomphus :mrgreen: e poi dovrete insistere un po' per leggerla... L'idea di raccogliere una serie di storielle di cacce più o meno mirabolanti ci può stare...bisognerebbe esserne capaci, però.

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Augusto (aug)
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MessaggioInviato: 15/01/2011, 20:07 
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Nome: maurizio pavesi
aug ha scritto:
... Comunque, per la privacy :lol1: :lol1: , ci vuole almeno l'assenso di Gomphus :mrgreen: e poi dovrete insistere un po' per leggerla...

beh, proprio perché siete voi :D ... se proprio insistete :mrgreen: ... per questa volta :lol1: ...

ecco a voi :hp: :hp: :hp: la vera storia dell'Alpiodytes penninus :hj:

si suggerisce di non fermarsi al primo intervento :to: ...

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MessaggioInviato: 15/01/2011, 21:11 
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Nome: Riccardo Poloni
Ma non vale, quella l'avevo già letta :mrgreen: :mrgreen: :gh: :gh:

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 16/01/2011, 0:10 
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Località: Garbagnate Milanese
Nome: Augusto Franzini
Allora, ecco la "Versione di aug" di quella caccia...
La faccenda incominciò, diciamo …anni fa con due incalliti cercatori di Carabidi che partono da Milano (diciamo alle otto di mattina) di un Sabato inizio Febbraio, alquanto infreddoliti ancora prima di salire in auto. Dato il gelo, non c’è nebbia e si capisce già che sarà una bella giornata.
Un viaggetto di un’ora e mezza, Autostrada del Sole, Piacenza sud, poi in giro attorno alla città e via verso le colline.
Ed eccoci, l’amico Maurizio ed io, alle dieci di mattina con ancora la brina sull’erbetta, poco oltre un paesino sulle prime pendici dell’Appennino piacentino. La prospettiva è di una giornata di scavi alla ricerca di Coleotterini, ancora più infreddoliti di noi ma ben sistemati nelle loro microscopiche tane nelle accoglienti argille grigie. Maurizio si abbandona a estatiche considerazioni sul Pliocene :?: , i banchi di argilla :?: ed i fossili :devil: che si possono rinvenire sui calanchi che orlano il corso del torrente. Più prosaicamente io ricordo una gita di una quindicina di anni prima, alla ricerca di quei fossili, che a me non fregava assolutamente nulla :x , in cui presi tanto freddo e rischiai pure di accopparmi :sick: proprio sotto uno scaglione di quelle argille che tanto esaltano il mio socio.
Purtroppo è ora di scendere dall’auto, che lasciamo parcheggiata di fronte ad una osteria in cui (è noto) girano dei panini al salame :p innaffiati lambrusco che già di per sé stessi sono un formidabile dis-incentivo a qualunque cosa non sia mettere le zampe sotto il tavolo.
Riflettendo sulla stupidità del genere umano (nostra, in particolare) ci avviamo verso il torrente. Quante volte ci siamo detti che se qualcuno ci obbligasse a fare quello che stiamo per fare :no1: :no1: :no1: , lo stesso entrerebbe a fare parte dei nemici del popolo! E che nessuno stipendio giustificherebbe le fatiche (spesso infruttuose) ed i disagi di certe cacce…eppure siamo qui sulla riva del torrente a constatare che il ponte non c’è, e che la costa argillosa soleggiata che ci attira sta sull’altra riva. Non so se vi è mai successo, ma a me capita sempre che qualsiasi cosa ci sia di interessante in prossimità di un fiume, o torrente, o ruscello stia sempre sull’altra riva. Pazienza, non ci sono alternative serie e si entra in acqua a guado. Maurizio del guado lo sapeva, io no, quindi lui ha gli stivali di gomma mentre io sono con semplici, permeabilissimi, scarponi. Che bella frescura! Grazie al Cielo l’acqua è abbastanza alta da traboccare anche negli stivali del Vate entomologo e così siamo in due a stare bagnati, dalle dieci della mattina a Febbraio, per tutto il giorno. C’è una Giustizia a questo mondo :twisted: , anche se dura!
Sull’altra sponda dello Scamandro (allusione dotta all’Iliade che tutti voi avrete sicuramente colto) la campagna si innalza abbastanza ripida, con campi coltivati a cereali in cui, vista la stagione precoce, si manifesta l’inizio della vegetazione. Camminando sui bordi, cercando di non dare troppo nell’occhio dell’agrario :gun: che inopinatamente sia già in giro di Sabato mattina quasi presto (ma gli agrari si alzano prestissimo) ci innalziamo nella valle sino al punto dove batte già il sole del mattino, più che altro per cercare un po’ di calduccio, non tanto perché le nostre prede lo preferiscano.
Già, le prede :lov3: :lov3: . La ricerca dei Carabidi nei quartieri invernali è frutto per l’uno per cento di :roll: ispirazione e per il rimanente novantanove per cento di traspirazione :no1: come diceva Edison. Per gli Harpalini e fauna associata, tocca trovare un terreno favorevole (argilloso è l’ideale) e possibilmente ricco di grani e/o semini. In effetti la costa davanti a noi presentava tutte queste caratteristiche, quindi prometteva bene. Dopo di che si scava, e si controlla lo scavo, perbacco, e si tira su quello che ne vale la pena (se si conosce bene quello che si trova, vedasi Maurizio) oppure, più modestamente, tutto quello che si muove (nel mio caso).
Il nostro obiettivo dichiarato era di tirare su un bel fritto misto di Ophonus, Harpalus e Pterostichus con magari qualche Stomis bucciarellii (allora da poco scoperto) e poi imprevisti vari della fauna delle argille: Chlaenius decipiens, Zuphium olens, Apotomus e così via
Per rendere più efficace lo scavo (attività fossoria eseguita utilizzando mezzi arcaici ma insostituibili, cioè una zappetta) di solito si approfitta delle scarpatine più o meno verticali, che permettono un progresso più veloce a pari traspirazione. I più gettonati sono i bordi rialzati dei campi (ecco dove di solito l’agrario trova qualcosa da ridire) o dei fossatelli o dei viottoli. Nel caso particolare non c’era in vista nulla del genere, quindi lo scavo è partito, di lena non troppo buona :no: :P , nella risorsa alternativa, cioè al piede degli alberelli (pochi e magrissimi) in vista e FORTUNATAMENTE alla base di un palo della rete elettrica, di cemento scabroso e soprattutto affossato in un banco di argilla, che stava lì, apposta per noi. Lì per lì, di robetta varia ce ne era, nulla di spettacolare ma meglio di niente. La cosa più attraente erano gli Apotomus rufus, con quella loro faccia da formichine ed i riflessi lenti, ma lenti. Si trovavano anche parecchi Parophonus, Diachromus e Gynandromorphus, che si somigliano tutti con le varie parti del corpo rossastre. Brachini come se piovesse, ovviamente. Un po’ più sotto, dopo uno strato infruttuoso, uno :) Zuphium olens, nel suo elegante completo bruno nero a macchie arancioni e l’andatura improvvisamente fulminea: almeno questo non era una bestia ovvia e ci ha incoraggiato, anche perché ne uscirono diversi esemplari. Lo scavo aveva raggiunto profondità sul 30-40 cm e già bisognava tirare fuori l’argilla per vederci qualcosa esaminando all’esterno. Improvvisamente ecco un sederino :shock: giallo alutaceo, piatto e in fuga fra due grumetti di argilla, una cosa che avevo già visto l’anno prima in un’altra località e che NON ;) è confondibile: il Parazuphium chevrolati! Questo era decisamente una bestia mitica e ripagava il viaggio, il freddo, l’acqua di guado e tutto il resto. Lì ci siamo organizzati, con un lavoro :no1: :no1: :no1: a catena di smontaggio del banchetto di argilla: di Maurizio, dopo un’oretta, solo le gambe spuntavano :lol1: fuori dalla galleria sub-verticale. Anzi spuntavano anche borbottii volta per volta di entusiasmo, di fatica, di disapprovazione e chi più ne ha…Io lavoravo la ganga minerale, scavando un po’ sui lati ad allargare il foro (avevo una certa paura che il Maurizio dentro, o meglio sotto, ci facesse la fine del sorcio) e nello stesso tempo esaminando con cura e mano fermissima :ok: ogni scaglietta estratta dal Minatore: gli amici di monsieur Chevrolat abbondavano e poi li abbiamo fraternamente divisi, una quindicina a testa, e scusate se è poco. Come ovvio, si trattava di una ricerca molto faticosa e poi la preoccupazione era anche rivolta a non esagerare col pozzo, prima di restarci dentro o di scalzare il palo, quindi dopo un paio di ore abbiamo piantato lì la cosa, spalettando nel buco tutta la argilla, estratta prima, che siamo riusciti a farci stare per limitare i danni. Al venerdì successivo, in Museo, abbiamo illustrato ad alcuni colleghi il risultato della caccia miracolosa, fra molte risatine di incredulità (loro, e gli sono passate in fretta) e qualche reticenza a proposito del posto esatto (nostra). Fra l’altro, su alcuni esemplari di quei Parazuphium fu reperito un fungo Laboulbeniale poi risultato una nuova specie, Eucantharomyces franzinii W. Rossi 1992!

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Augusto (aug)
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MessaggioInviato: 16/01/2011, 11:46 
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Iscritto il: 21/05/2009, 14:59
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
WOW Augusto :p :p :hp: :hp: :birra: :birra: :birra: :birra: . Grazie di avercela raccontata. Devo dire che i Carabidi mi affascinano sempre più proprio perchè sono tantissimi e perchè i modi per cercarli sono varissimi e imprevedibilissimi :hp: :hp: :hp: :hp: . Bella storiella, ma voglio proprio vedere cosa dirà l'amico Gomphus :mrgreen: :mrgreen: :gh: :gh:

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 18/01/2011, 9:40 
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Nome: Loris Colacurcio
:lol1: Aggiornamenti :mrgreen:

"Riscaldato" dalle esortazioni di Gomphus e dai racconti di Aug, domenica scorsa ho voluto ritentare la "via del palo". Sono andato a Tizzano (dell'ambiente ho già parlato in altre occasioni) e ho saggiato due pali della luce in cemento: Brachynus come se piovesse, Gynandromorphus, staphylinidi vari, alcuni Latridiidi e due Pselaphus heisei (da bestia per me mitica, si sta rivelando quasi ubiquitaria). Ho però errato clamorosamente e mi sono limitato ad una buca di 10 cm. o poco più ...ritenterò.

Nel cuore della zona alberata, esiste poi una recinzione piuttosto vecchia che racchiude un'ormai dimenticata area militare; tale recinzione consta di un robusto basamento in cemento. ho cominciato a scavare, evitando (questa volta) di guardare nello strato superficiale, ma limitandomi alle zone più profonde dove la terra "grassa" e nerastra cede il posto a delle argille (o almeno credo) grigio azzurrine....ed ho portato tutto a casa. Ovviamente non c'è un gran pullulare di vita, ma per ora ho già raccolto due Langelandia (confermando le loro abitudini endogee)....e speriamo sempre in qualche altro reperto.

:hi:

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Loris


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MessaggioInviato: 18/01/2011, 15:46 
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
State facendo venir voglia anche a me di darmi agli scavi!
Purtroppo le zone argillose non abbondano da queste parti, ma qualcuna c'è pure qua. Alla prima occasione vedrò che ci si trova, senza fermarmi allo strato superficiale.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 18/01/2011, 20:27 
 

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Località: Padova
Nome: Gianfranco Salvato
Loriscola ha scritto:
:lol1: Aggiornamenti :mrgreen:

per ora ho già raccolto due Langelandia (confermando le loro abitudini endogee)....e speriamo sempre in qualche altro reperto.

:hi:


Caro Loris

Se puoi, portami le Langelandia a Entomodena (assieme ai Latrididi).
Ciao
Gianfranco


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MessaggioInviato: 18/01/2011, 21:02 
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Località: Hradec Kralove,Czech republik
Nome: Jan Matějíček
Loris: Altro ignoto stafilino, in questo caso, non posso nemmeno ipotizzare il genere.....Lunghezza: 3 mm.

O x y t e l i n a e - Oxytelini - Platystethus cf.cornutus (Gravenhorst, 1802)

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Research Fields
Taxonomy, ecology, biomonitoring , faunistic of Staphylinidae


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MessaggioInviato: 19/01/2011, 11:35 
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Località: milano
Nome: maurizio pavesi
Plagionotus ha scritto:
WOW Augusto :p :p :hp: :hp: :birra: :birra: :birra: :birra: ... Bella storiella, ma voglio proprio vedere cosa dirà l'amico Gomphus :mrgreen: :mrgreen: :gh: :gh:

sostanzialmente fedele alla realtà :ok: , salvo qualche dettaglio :mrgreen:

aug ha scritto:
... Come ovvio, si trattava di una ricerca molto faticosa e poi la preoccupazione era anche rivolta a non esagerare col pozzo, prima di restarci dentro o di scalzare il palo, quindi dopo un paio di ore abbiamo piantato lì la cosa, spalettando nel buco tutta la argilla, estratta prima, che siamo riusciti a farci stare per limitare i danni...

in realtà :twisted: , quando dopo... un paio di paia :D d'ore abbiamo piantato lì, il punto non era tanto la preoccupazione per le sorti del palo :P ... era che per quanto mi riguardava, dopo qualche ora di scavo sul sempre più basso pavimento della buca, mi sentivo la schiena come una fisarmonica, tutta a pieghettine :sick: , per non parlare di braccia spalle etc. etc., praticamente come se mi avessero fatto passare sotto un rullo :dead: ... e il fatto è che queste ricerche, come ha illustrato aug :lov1: , vanno fatte con cura scrupolosa, individuando le spaccature e seguendole con lo scavo, scendendo sempre più in profondità, etc. etc. ... quindi, quando non siete più in grado di farle come vanno fatte, è inutile continuare a tutti i costi, scavicchiando alla meno peggio tanto per farlo; non prendete niente, o quasi, e rovinate un ambiente che può rendere alla stragrande la prossima volta

p.s. a questo proposito, quando avete finito, soprattutto nei posti che hanno reso bene, rincalzate accuratamente la terra alla base dell'albero, del palo, del muretto, magari mettendocene anche un po' di più di prima, cmq in modo che aderente al tronco al palo al muretto rimanga se possibile un piccolo rialzo, non un avvallamento... l'inverno prossimo, l'ambiente sarà ancora lì ad aspettarvi per il bis :hp: :hp: :hp: ...

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MessaggioInviato: 19/01/2011, 12:04 
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Iscritto il: 08/02/2010, 23:01
Messaggi: 6123
Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
Grazie Augusto ( e Maurizio) per il godibilissimo racconto. Sono convinto che questo genere di resoconti di cacce entomologiche sia tra le cose che sul forum leggiamo con più piacere. Un modesto suggerimento: perchè non corredarli con qualche foto deglle specie in questione, se non in natura almeno di esemplari preparati?
Altra cosa che mi viene in mente (ma forse c'è già?): una sezione apposita per questi racconti, del tipo "Come trovai la specie xy". Avrei un paio di idee per contributi "curculionidologici".

:hi:

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Silvano


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MessaggioInviato: 19/01/2011, 12:20 
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Iscritto il: 22/12/2009, 13:31
Messaggi: 9646
Località: Napoli
Nome: Francesco Izzillo
PER MAURIZIO E AUGUSTO

Molto spassoso e mi sta tutto bene ma una cosa ve la devo dire: premesso che la caccia è "comunque" sofferenza mi chiedo: perchè aggiungere anche una buona dose di masochismo? Mi spiego meglio; non sarebbe stato opportuno, dopo aver constatato la mancanza di un ponte di "attraversamento fiume", togliersi calzature e pedalini, scorciare i pantaloni e attraversare il fiume per poi asciugarsi e riassemblare il tutto? :hi:

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Francesco Izzillo


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