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Chalcophorella (Rossiella) fabricii (P. Rossi, 1794) Dettagli della specie

3.I.2013 - ITALIA - Lazio - RM, Tolfa


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 05/01/2013, 17:05 
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Nome: luigi lenzini
La pianta dovrebbe essere un perastro e il diametro maggiore era oltre 10mm.
Capnodis sp.?
:hi: luigi


fori capnodes 2.JPG

fori capnodes.JPG

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 Oggetto del messaggio: Re: Fori di Buprestidae
MessaggioInviato: 05/01/2013, 17:19 
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Nome: Maurizio Gigli
Chalcophorella fabricii.

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 Oggetto del messaggio: Re: Fori di Buprestidae
MessaggioInviato: 05/01/2013, 17:24 
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Nome: Mattia Bianchini
Per quello che ne so io, il Capnodis (credo tenebrionis) attacca solo la parte del tronco interrata e le radici di maggior diametro. Gli adulti invece erodono il picciolo delle foglie provocando delle defogliazioni, possono anche nutrirsi di gemme e compiere decorticazioni sui rametti ancora teneri o debolmente lignificati.

:hi:


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MessaggioInviato: 05/01/2013, 21:10 
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Nome: luigi lenzini
Interessante! Non sapevo neppure che esistesse. Vedo che è un bel bestione; più o meno come la Calcophora massiliensis.
In effetti, ero andato per esclusione, ma quei fori non mi convincevano. Troppo piatti "a mandorla" per essere di Capnodis.
Magari, prima o poi becco l'adulto ..... :p
:hi: luigi


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MessaggioInviato: 05/01/2013, 21:55 
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Nome: Francesco Izzillo
elleelle ha scritto:
Interessante! Non sapevo neppure che esistesse. Vedo che è un bel bestione; più o meno come la Calcophora massiliensis.
In effetti, ero andato per esclusione, ma quei fori non mi convincevano. Troppo piatti "a mandorla" per essere di Capnodis.
Magari, prima o poi becco l'adulto ..... :p
:hi: luigi

La C. fabricii è nota di Tolfa (Gobbi). Devi cercarla a fine giugno (a Tolfa) sul tronco delle piante ospiti (esclusivamente peri e perastri superiori ai 30 anni di età) nelle ore più calde e nel primo pomeriggio.

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Francesco Izzillo


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MessaggioInviato: 05/01/2013, 23:27 
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Nome: Maurizio Gigli
f.izzillo ha scritto:
La C. fabricii è nota di Tolfa (Gobbi). Devi cercarla a fine giugno (a Tolfa) sul tronco delle piante ospiti (esclusivamente peri e perastri superiori ai 30 anni di età) nelle ore più calde e nel primo pomeriggio.

Tutti i peri selvatici di Tolfa, prima o poi, devono fare i conti con questa bestia. Se ci fai caso ci sono zone in cui tutti i vecchi peri hanno i tronchi sforacchiati.
Benchè lì sia così comune, non è per niente facile trovare gli adulti in attività. Bisogna capitare proprio all'ora giusta, in cui stanno sul tronco o sui grossi rami, perchè una volta sulla chioma, è difficile vederle. In realtà io a Tolfa ho trovato questa specie solo spaccando il legno in questo periodo (svernano da adulte in celletta), e l'unico adulto in attività l'ho preso mentre volava attraverso la strada a fine luglio di tanti anni fa a Serrone.

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MessaggioInviato: 05/01/2013, 23:58 
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Nome: Francesco Izzillo
Julodis ha scritto:
f.izzillo ha scritto:
La C. fabricii è nota di Tolfa (Gobbi). Devi cercarla a fine giugno (a Tolfa) sul tronco delle piante ospiti (esclusivamente peri e perastri superiori ai 30 anni di età) nelle ore più calde e nel primo pomeriggio.

Tutti i peri selvatici di Tolfa, prima o poi, devono fare i conti con questa bestia. Se ci fai caso ci sono zone in cui tutti i vecchi peri hanno i tronchi sforacchiati.
Benchè lì sia così comune, non è per niente facile trovare gli adulti in attività. Bisogna capitare proprio all'ora giusta, in cui stanno sul tronco o sui grossi rami, perchè una volta sulla chioma, è difficile vederle. In realtà io a Tolfa ho trovato questa specie solo spaccando il legno in questo periodo (svernano da adulte in celletta), e l'unico adulto in attività l'ho preso mentre volava attraverso la strada a fine luglio di tanti anni fa a Serrone.


Io invece, posso dire di essermi tolto lo "sfizio" con questa specie. Ne ho poco meno di una cinquantina di esemplari presi (tutti a vista) sia in Grecia che in Italia, certamente più in Italia fra Campania e Basilicata.

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MessaggioInviato: 06/01/2013, 12:31 
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Mi piacerebbe aprire una discussione sull'area di Tolfa (compresa l'area a bassa quota che da S. Severa sale verso le colline). La mia sensazione è che ci siano molte specie quasi assenti altrove, e presenti in gran numero.

Eventualmente, si potrebbe spostare il discorso in un'altra sezione.

I motivi per cui si è creata o mantenuta questa situazione potrebbero essere vari; provo a buttarne giù qualcuno.
Il clima è mite; in inverno le cime delle colline sono fredde, ma le valli sono riparate dai venti del nord e raramente il terreno gela.
C'è abbondanza di acqua. Il terreno argilloso non l'assorbe, ma la convoglia in tanti ruscelletti che scendono a valle creando una fitta rete che varia il paesaggio.
Non ci sono molte colture agricole, ma soprattutto boschi e pascoli, quindi, presumibilmente si spargono poche sostanze chimiche.
L'area non è un parco naturale e ci viene praticata regolarmente la caccia al cinghiale; questo tiene basso il numero dei cinghiali, e infatti il terreno è integro, poco smosso, così che rettili e insetti hanno buone probabilità di cavarsela.
Gran parte dei terreni sono comunali e di libero accesso; quindi, a parità di presenze, è più facile ispezionare il territorio e trovare i soggetti, se ci sono.
Possono essere motivazioni condivisibili?
Ce ne sono altre?
:hi: luigi


mucche.JPG

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MessaggioInviato: 06/01/2013, 12:51 
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Be' si nel senso che l'ambiente a Tolfa è rimasto sostanzialmente integro. Questa situazione è comprensiva del fatto che a Tolfa si è preservato un'ambiente ricco di una grande varietà di essenze vegetali. Molti degli alberi di Tolfa (penso ad alcune roverelle) hanno età non inferiore a 300/350 anni e forse più. Comunque su Tolfa è stato scritto praticamente tutto (vedi i lavori di Tassi e Gobbi in particolare). In ogni caso "i romani" ti possono dire sicuramente di più.

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MessaggioInviato: 06/01/2013, 13:58 
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Le cose essenziali le avete già dette. Aggiungiamo che presenta un gran numero di microclimi diversi, che a brevissima distanza si trovano la macchia mediterranea e la faggeta (e tutti gli ambienti intermedi), che probabilmente è da sempre poco abitata, che geologicamente è l'area vulcanica la cui attività è cessata più anticamente nel Lazio (quindi ha subito meno sconvolgimenti per cause naturali degli altri complessi vulcanici in tempi recenti).

Non a caso è stata molto studiata, come già accennato da Francesco.

C'è però da dire una cosa: ha una diversità biologica molto alta, ma molte delle specie di insetti che vi vivono non sono affatto facili da trovare! Ad esempio, è citata anche l'Anthaxia midas oberthuri, ma in questa località non sono mai riuscito a trovarne una. Come pure Dicerca berolinensis, Perotis unicolor unicolor lugubris lugubris e altre specie che trovo abbastanza regolarmente in altre zone, sono presenti anche qui, ma non le ho mai viste (della berolinensis solo dei pezzi estratti dal legno).

Insomma, è un ambiente molto bello, vario e ricco di specie, ma dove la ricerca spesso non è facile (però c'è di buono che altrettanto spesso trovi roba che non ti aspettavi).

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Julodis ha scritto:
Le cose essenziali le avete già dette. Aggiungiamo che presenta un gran numero di microclimi diversi, che a brevissima distanza si trovano la macchia mediterranea e la faggeta (e tutti gli ambienti intermedi), che probabilmente è da sempre poco abitata, che geologicamente è l'area vulcanica la cui attività è cessata più anticamente nel Lazio (quindi ha subito meno sconvolgimenti per cause naturali degli altri complessi vulcanici in tempi recenti).

Non a caso è stata molto studiata, come già accennato da Francesco.

C'è però da dire una cosa: ha una diversità biologica molto alta, ma molte delle specie di insetti che vi vivono non sono affatto facili da trovare! Ad esempio, è citata anche l'Anthaxia midas oberthuri, ma in questa località non sono mai riuscito a trovarne una. Come pure Dicerca berolinensis, Perotis unicolor unicolor e altre specie che trovo abbastanza regolarmente in altre zone, sono presenti anche qui, ma non le ho mai viste (della berolinensis solo dei pezzi estratti dal legno).

Insomma, è un ambiente molto bello, vario e ricco di specie, ma dove la ricerca spesso non è facile (però c'è di buono che altrettanto spesso trovi roba che non ti aspettavi).

Lapsus: lugubris lugubris... e aggiungerei tra le specie mitiche di Tolfa, la A. degener quattuor... e la E. quercus

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E' vero, intendevo lugubris lugubris. Magari ci fosse anche la unicolor a Tolfa! Correggo il mio intervento precedente. La A. degener e la E. quercus c'è da dire che sono quasi introvabili ovunque in Italia, anche se probabilmente più diffuse di quanto si pensi.

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Devo dire che ho preso alcuni esemplari di C. fabricii vicino casa mia ad Assisi (PG) seguendo le "dritte" che mi aveva dato Mr. Anthaxia (alias D. Baiocchi): avendo visto dei bei buchi in alcuni peri, ho controllato i tronchi nel tardo pomeriggio ed ho trovato gli adulti prima dell'accoppiamento.
Ne ho presi solo 5 o 6, poi li ho lasciati perdere.
Ciao, Zerun.


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zerun59 ha scritto:
Devo dire che ho preso alcuni esemplari di C. fabricii vicino casa mia ad Assisi (PG) seguendo le "dritte" che mi aveva dato Mr. Anthaxia (alias D. Baiocchi): avendo visto dei bei buchi in alcuni peri, ho controllato i tronchi nel tardo pomeriggio ed ho trovato gli adulti prima dell'accoppiamento.
Ne ho presi solo 5 o 6, poi li ho lasciati perdere.
Ciao, Zerun.

Bene, verso nord (principalmente ma non solo) è sempre più difficile incontrare questo bell'insetto perchè stanno via via scomparendo i vecchi peri.

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