Oggi è stata una giornata terribile, ma visto che ora c'è un momento di calma, qualcosa devo pur mandare!
Ho notato che sul forum ci sono dei Coraebus di interessanti specie esotiche, ma nessuno ha pensato di mandare questa specie appartenente alla nostra fauna, anche se decisamente sporadica.
Coraebus undatus (Fabricius, 1787)Delle quattro specie del genere presenti in Italia questa è l'unica considerata rara, mentre le altre tre (
fasciatus, rubi ed
elatus) sono tutte molto comuni.
Specie legata alle Fagaceae, soprattutto al genere Quercus, diffusa un po' in tutta Europa, eccetto l'estremo Nord, fino in Ucraina, in Marocco e in Turchia. Per l'Italia è nota di poche località sparse in Italia Centrale, Trentino, Piemonte, Liguria e Sicilia, ma probabilmente è presente in tutta la Penisola e la sua apparente rarità è dovuta alle difficoltà di individuare la specie. A differenza di
C. fasciatus, con cui divide almeno parte delle piante ospiti, la larva ha costumi molto diversi, infatti attacca i grossi tronchi, mentre
fasciatusattacca i rami di sezione medio-piccola, anellandoli e causandone la morte (e rendendo quindi evidente la propria presenza anche a distanza).
L'esemplare in foto è il primo trovato nel Lazio dopo decenni (mi pare il secondo in assoluto per la regione, se si escludono alcuni esemplari sfarfallati dal legno ad un amico romano ed usciti dal contenitore, non chiuso, in cui erano, lasciando solo i fori d'uscita come traccia del loro passaggio

)
La "casualità" di questo ritrovamento rientra nelle "botte di c....." di cui parlava Riccardo "dadopimpi" in altro messaggio. Tornando da una breve passeggiata coi miei sui monti sopra Supino (Frosinone), mi sono fermato su un tratto di strada che passava su un versante roccioso e scosceso della montagna, perchè avevo visto un albero di
Ostrya carpinifolia (Carpino nero) ed era il periodo in cui cercavo ovunque Dicerca berolinensis (che avevo da poco allevato da
Carpinus orientalis di altra zona del Lazio) e volevo vedere se c'erano fori di questa specie. Infatti, mentre cercavo di tenermi in equilibrio e non franare giù per il dirupo accompagnato da mezza pietraia, vedevo che qualche foro diquesta specie (quasi certamente) c'era. Mentre risalivo i pochi metri che mi separavano dalla macchina, lungo una stretta cresta rocciosa con cespuglietti di leccio di meno di 1 metro, vedo passarmi accanto in volo un misterioso buprestide, che affannosamente cerco di inseguire correndo tra le rocce e gli arbusti, rischiando seriamente di sfracellarmi una cinquantina di metri più in basso. Quando ormai ero disperatamente convinto di non farcela, perchè volava più velocemente di quanto io riuscissi a correre in salita in quelle condizioni, ha centrato in pieno una ragnatela di non più di 20 cm di diametro su un piccolo leccio. Non è rimasto invischiato, ed è subito ripartito in volo, ma ormai ero lì, e in questi casi, anche senza retino (come mi capita quasi sempre) difficilmente perdono. Allora ci vedevo ancora benino da vicino, e mi sono reso subito conto di cosa fosse (ora senza occhiali da vicino non distinguo un tubo!), ma non avevo tempo di restare a cercarne altri, quindi mi sono limitato a una veloce perlustrazione della zona.
Il giorno dopo ci sono tornato apposta e in 6 ore di ricerche continue non ne ho visto manco uno (però ci ho trovato gli
Agrilus curtulus, che sono forse ancora più rari)
Lazio, Frosinone, Supino, 900 m, 1.VIII.2004
12 mm