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Sternocera hildebrandti Harold, 1878 - Buprestidae

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MessaggioInviato: 20/01/2016, 11:46 
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Nome: Gianfranco Curletti
A proposito di secrezioni negli exx vivi e appena sfarfallati.

Sternocera hildebrandti


Sternocera hildebrandti14II03.JPG

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MessaggioInviato: 20/01/2016, 12:51 
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Non mi dirai che da vive sono ricoperte di tutta quella roba bianca! Io di Sternocera ho visto in natura solo la castanea boucardii (sempre che non sia una specie separata), ma era praticamente uguale a come sono gli esemplari conservati.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 20/01/2016, 14:08 
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Nome: Gianfranco Curletti
Proprio così! Gli esemplari freschi appaiono completamente ricoperti da questa lanugine bianca che con il tempo scompare. Sarebbe interessante scoprirne la funzione e la composizione. In collezione ho exx. che ne conservano ancora tracce sulle elitre, ma la quasi totalità la perde facilmente alla prima manipolazione.


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MessaggioInviato: 20/01/2016, 17:33 
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Nome: Maurizio Gigli
Autarcontes ha scritto:
Proprio così! Gli esemplari freschi appaiono completamente ricoperti da questa lanugine bianca che con il tempo scompare. Sarebbe interessante scoprirne la funzione e la composizione. In collezione ho exx. che ne conservano ancora tracce sulle elitre, ma la quasi totalità la perde facilmente alla prima manipolazione.

I miei sono tutti perfettamente lisci e lucidi, senza traccia di pruina. Ma chissà quante ne hanno passate prima di arrivare a me!

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MessaggioInviato: 20/01/2016, 18:48 
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E' sufficiente passarli in un flacone con segatura per trovarli come i tuoi


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MessaggioInviato: 20/01/2016, 22:02 
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Opinione da profano: forse servono a controllare l'umidità durante le fasi di distensione e asciugatura delle elitre? :roll:

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Michael :hi:


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MessaggioInviato: 20/01/2016, 22:39 
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Michael ha scritto:
Opinione da profano: forse servono a controllare l'umidità durante le fasi di distensione e asciugatura delle elitre? :roll:

Improbabile. Lo sfarfallamento avviene all'interno di un bozzolo formato da particelle di terra impastate e compattate, simile a quello che fanno i Cetonidae, ma più resistente e più allungato. L'adulto resta nel bozzolo finchè la cuticola non è completamente indurita poi, quando è il momento, si scava un passaggio attraverso il bozzolo e lo strato di terreno (solitamente duro) che lo separa dalla superficie. Dubito che la pruina resisterebbe. Direi invece che la produce dopo, durante la vita da adulto (come fanno anche i suoi parenti Julodis, come ho constatato tenedoli vivi per mesi a casa).

La possibile funzione va ricercata probabilmente tra queste tre:
1 - rendere l'insetto meno visibile sulle piante su cui si nutre e si accoppia
2 - dare un aspetto che lo faccia riconoscere dal partner
3 - ripararlo dall'eccessiva insolazione

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MessaggioInviato: 21/01/2016, 11:34 
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Nome: Gianfranco Curletti
Potrebbe anche essere una essudazione per smaltire le tossine. Si sa che le Acacia quando si sentono mangiate ne producono in quantità tale da uccidere anche mammiferi.


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MessaggioInviato: 21/01/2016, 14:54 
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Autarcontes ha scritto:
Potrebbe anche essere una essudazione per smaltire le tossine. Si sa che le Acacia quando si sentono mangiate ne producono in quantità tale da uccidere anche mammiferi.

Se così fosse, potrebbe anche assumere valore difensivo.

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MessaggioInviato: 22/01/2016, 10:34 
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Effettivamente sì, alla stregua del comportamento di altre specie di invertebrati che si nutrono di piante tossiche o velenose. però il tutto andrebbe verificato da analisi tossicologiche delle secrezioni.


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MessaggioInviato: 22/01/2016, 12:15 
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Autarcontes ha scritto:
Effettivamente sì, alla stregua del comportamento di altre specie di invertebrati che si nutrono di piante tossiche o velenose. però il tutto andrebbe verificato da analisi tossicologiche delle secrezioni.

Del resto, non sarebbe il primo caso di difesa chimica sviluppata dai Buprestidi. Ormai hanno fatto parecchi studi sulle buprestine, sostanze tossiche prodotte dagli Stigmoderini australiani, e non si sa se anche da altri.

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MessaggioInviato: 22/01/2016, 12:29 
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In realtà, riguardando il lavoro di Moore & Brown del 1985, si capisce che queste sostanze sono molto diffuse (ce l'hanno pure nel genere Julodis (*), quindi probabilmente pure in Sternocera). Tra i Buprestidi testati, sarebbe risultato privo di buprestine il genere Habroloma, quindi è possibile che i Trachini abbiano perso questa caratteristica (anche perchè così piccoli che probabilmente un vertebrato non si sprecherebbe neanche a cacciarli, ma al massimo li ingoierebbe insieme alla vegetazione, ed anche in questo caso, il principio attivo sarebbe probabilmente così poco da non danneggiarlo in modo significativo).



(*) - Questo però contrasta col fatto che Julodis adulti vengono frequentemente mangiati dagli uccelli, forse anche da piccoli mammiferi.

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MessaggioInviato: 22/01/2016, 16:05 
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So per certo da esperienze personali che gli addomi delle Sternocera e forse anche quelli delle Steraspis vengono consumati dalle tribù locali.


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MessaggioInviato: 22/01/2016, 16:41 
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Autarcontes ha scritto:
So per certo da esperienze personali che gli addomi delle Sternocera e forse anche quelli delle Steraspis vengono consumati dalle tribù locali.

Anche le Sternocera asiatiche credo facciano la stessa fine.
E con quel che rimane ....

http://www.ebay.it/itm/500-pronotum-Green-jewel-beetle-Sternocera-design-art-craft-decor-/221939451096?hash=item33ac9f44d8:g:oR8AAOSwMTZWRLK-

http://www.ebay.it/itm/1000-Elytra-wings-Green-jewel-beetle-Sternocera-design-art-craft-decor-material-/281856301207?hash=item419ff1d897:g:h0EAAOSwMTZWRglc

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MessaggioInviato: 22/01/2016, 17:09 
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E con quel che rimane collane e orecchini ecologici. Questa arriva dall'Etiopia


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