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Eurythyrea micans (Fabricius, 1792) Dettagli della specie

23.VIII.2013 - ITALIA - Umbria - PG, Bevagna 206 m


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MessaggioInviato: 08/10/2013, 18:43 
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Nome: Alessandro Pinna
Magari Maurizio, la E. quercus sarebbe un sogno!!
Purtroppo qui vecchie querce malandate non ce ne sono quasi, ne ho giusto identificate un paio due anni fa e ci ho fatto la posta per il cerdo, che recentemente sono finalmente riuscito a beccare (un unico es!)
Una di queste querce potrebbe a mio modesto parere, andare bene anche per E. quercus, ma finora non ho visto ne' adulti ne' segni di attacco.
Purtroppo, come scrivevo nel post dove segnalavo il cerdo, qui le grosse querce sono rarissime, mentre sono enormemente più comuni, a quel che ho visto personalmente, nelle aree di pianura ed alle pendici degli Appennini in Emilia Romagna! Frequenti sono invece le roverelle più o meno giovani, adatte ad altre specie.
In ogni caso tengo sempre gli occhi aperti ed esploro.
Vale la pena dare un occhio anche ai castagni o alle roverelle morte da un po', o attacca solo roba viva e malmessa?
:hi:

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AleP


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MessaggioInviato: 08/10/2013, 19:45 
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Nome: Maurizio Gigli
AleP ha scritto:
Vale la pena dare un occhio anche ai castagni o alle roverelle morte da un po', o attacca solo roba viva e malmessa?
:hi:

Attacca, come dicevo, le parti morte e decorticate dei tronchi di piante vive*, ma visto che la larva ha sviluppo almeno biennale, e che questa specie ha la tendenza a continuare ad attaccare la stessa pianta per molte generazioni, probabilmente si possono trovare per qualche anno anche dopo la morte della pianta. Castagni e roverelle vanno benissimo, a condizione che non siano troppo giovani e sane. La sezione non deve essere enorme. Ho trovato fori d'uscita al 90% di questa specie in una roverella morta di circa 40 cm. Il difficile comunque è trovare gli adulti. Di attacchi ne ho trovati diversi, oltre che sulla suddetta roverella, su almeno tre grandi roveri ed un leccio, in due località diverse. Ma di adulti manco l'ombra. Solo una volta ho trovato le elitre di un esemplare in un tronco cavo di castagno in Spagna.
E poi c'è quel xxxxxxxxx che abita qui vicino, che ne trova 4 in una trappola per Osmoderma! :x

* - Probabilmente, come altre specie acrodendriche, trova un habitat adatto per le larve nelle cime secche alla sommità dei grandi alberi, praticamente sopra la volta forestale, in posizione irraggiungibile con mezzi normali, ma noi dobbiamo accontentarci di quelli che depongono in basso. Ovviamente in basso lo fanno solo sulle piante isolate o al margine del bosco, altrimenti sono troppo in ombra.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 08/10/2013, 21:14 
 

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Nome: MARIO LUNA
Grazie a tutti per i preziosissimi consigli, li prenderò tutti in considerazione. Ora che Maurizio ha lanciato anche l'idea per la ricerca dell'E. quercus, l'entusiasmo sale alle stelle :lol1: .
Per me salgono anche i dubbi. Non sono in grado di riconoscere eventuali fori di uscita dell'E. quercus riconosco i fori dei buprestidi che hanno la forma di una D e suppongo che varia solo la sezione del foro in base alla grandezza della specie. A volte però ho incontrato fori aventi una forma ovale molto schiacciata e altri totalmente cilindrici sembrano fatti da una punta da trapano. :roll: Chiedo se esista qualche lavoro o discussione che riguardi questo argomento.
Certamente la mia ignoranza in merito farà ridere, in anni di ricerca non ho mai praticato tecniche di allevamento programmate per la cattura di una specifica specie, se qualche volta ho raccolto dei legni per tale scopo, era perchè si notavano dei fori di uscita o ne usciva addirittura della segatura, in ogni modo ho avuto anche schiuse inaspettate ed interessanti, sia per i buprestidi che per i cerambicidi. Prima o poi imparerò.

:hi: :hi:
Mario


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MessaggioInviato: 08/10/2013, 21:38 
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Nome: Maurizio Gigli
Ciao Mario, i fori d'uscita a forma di D sono una caratteristica del genere Agrilus. Gli altri Buprestidi fanno fori ellittici, più o meno schiacciati (ad esempio, le Anthaxia e le Latipalpis li fanno molto schiacciati, così pure i Chrysobothris o le Chalcophora. Altri, come Buprestis o Eurythyrea, li fanno meno schiacciati). Ci sono anche Buprestidi che li fanno perfettamente tondi, come buchi di pallini da caccia, praticamente uguali a quelli dei Clytini. Tra questi, le Acmaeoderella e le Ptosima.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 08/10/2013, 23:46 
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Iscritto il: 23/09/2009, 15:14
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Nome: Alessandro Pinna
Julodis ha scritto:
AleP ha scritto:
Vale la pena dare un occhio anche ai castagni o alle roverelle morte da un po', o attacca solo roba viva e malmessa?
:hi:

Attacca, come dicevo, le parti morte e decorticate dei tronchi di piante vive*, ma visto che la larva ha sviluppo almeno biennale, e che questa specie ha la tendenza a continuare ad attaccare la stessa pianta per molte generazioni, probabilmente si possono trovare per qualche anno anche dopo la morte della pianta. Castagni e roverelle vanno benissimo, a condizione che non siano troppo giovani e sane. La sezione non deve essere enorme. Ho trovato fori d'uscita al 90% di questa specie in una roverella morta di circa 40 cm. Il difficile comunque è trovare gli adulti. Di attacchi ne ho trovati diversi, oltre che sulla suddetta roverella, su almeno tre grandi roveri ed un leccio,f in due località diverse. Ma di adulti manco l'ombra. Solo una volta ho trovato le elitre di un esemplare in un tronco cavo di castagno in Spagna.
E poi c'è quel xxxxxxxxx che abita qui vicino, che ne trova 4 in una trappola per Osmoderma! :x

* - Probabilmente, come altre specie acrodendriche, trova un habitat adatto per le larve nelle cime secche alla sommità dei grandi alberi, praticamente sopra la volta forestale, in posizione irraggiungibile con mezzi normali, ma noi dobbiamo accontentarci di quelli che depongono in basso. Ovviamente in basso lo fanno solo sulle piante isolate o al margine del bosco, altrimenti sono troppo in ombra.


Chi è questo pieno di c...oleotteri? Come è andata?

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AleP


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MessaggioInviato: 09/10/2013, 8:07 
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AleP ha scritto:
Chi è questo pieno di c...oleotteri? Come è andata?

Se vorrà, ve lo farà sapere direttamente l'interessato. Anche se ... le voci girano.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 09/10/2013, 22:06 
 

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Nome: MARIO LUNA
Grazie Maurizio, inizierò a far pratica per riconoscere i fori di uscita, dalle eventuali schiuse. Per ora credo di aver capito come potrebbe essere un foro, sezionando un ex. dopo il protorace, all'incirca in corrispondenza della parte più larga delle elitre, il corrispettivo foro di uscita dovrà avere più o meno quella forma e quella dimensione. :roll:

:hi: :hi:
Mario


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MessaggioInviato: 09/10/2013, 22:08 
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Nome: Francesco Izzillo
MARIO LUNA ha scritto:
Grazie Maurizio, inizierò a far pratica per riconoscere i fori di uscita, dalle eventuali schiuse. Per ora credo di aver capito come potrebbe essere un foro, sezionando un ex. dopo il protorace, all'incirca in corrispondenza della parte più larga delle elitre, il corrispettivo foro di uscita dovrà avere più o meno quella forma e quella dimensione. :roll:

:hi: :hi:
Mario

:ok: (m/f) :hi:

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Francesco Izzillo


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MessaggioInviato: 10/10/2013, 19:21 
 

Iscritto il: 23/07/2011, 16:51
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Grazie Francesco

:hi: :hi:
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In cosa consiste una trappola per Osmoderma :? :?

Se funzione anche con l' Eurythyrea quercus sarebbe da provare; dalle mie parti le vecchie querce ed i grossi castagni abbondano :mrgreen:

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Carlo Arrigo

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Le Eurythyrea ci sono andate per caso.

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Per caso è sempre meglio di niente :mrgreen: :mrgreen:

poi magari un caso tira l'altro :D :D

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Rispolvero questo post perché oggi mi è capitato di tornare nel posto dove ad agosto trovai le Eurythyrea micans e scortecciando due pioppi neri completamente secchi ne ho trovate molte morte in celletta :o .
Purtroppo la maggior parte si sono polverizzate nel tentativo di estrarle, :x comunque sono riuscito a recuperare un maschio "quasi" sano :mrgreen:
Pur avendo letto in altri post della possibilità di trovare Buprestidi morti ancora in celletta non mi aspettavo di trovarne un numero così elevato; ne ho contati più di venti esemplari, molti a "cavallo del buco", ma altri ancora completamente all'interno e con il foro di uscita appena accennato. Inoltre ho notato che alcune cellette erano orizzontali e secanti rispetto alla circonferenza del tronco e, in un paio di casi, gli esemplari si erano impupati nello spessore della corteccia e non nel tronco.
Non so se si trattasse di esemplari dell'ultima generazione o di più annate, comunque i tronchi sono pieni di fori di uscita, il che mi fa pensare ad una popolazione piuttosto abbondante.

Certo che se lo avessi immaginato mi sarei messo a scortecciare a settembre, sicuramente molti di quelli esemplari sarebbero stati in condizioni migliori :dead: :dead:

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Eurythyrea micans riesce a svilupparsi per più generazioni nello stesso tronco. Ed a volte la densità di attacco può essere notevole.
Il fatto di averne trovate così tante morte in celletta o nel momento di uscire mi fa pensare che ci sia stata una improvvisa variazione di temperatura proprio nel momento in cui stavano per uscire. Comunque è molto probabile che dentro ci siano ancora delle larve, che stando nello spessore del legno sono meno soggette agli effetti di una gelata o di una botta di caldo.

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Maurizio Gigli
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Grazie Maurizio.
Terrò monitorata la zona la prossima estate.
In realtà su quelle piante in agosto non avevo trovato niente di vivo anche perché i tronchi sono mantenuti costantemente in ombra dagli altri pioppi (tutte piante attorno ai 20 metri di altezza e distanti tra loro non più di 10 metri). Ricordo comunque che un paio di volte sono dovuto scappare dal posto per l'arrivo di violenti temporali di acqua e grandine; potrebbe essere questa la causa di una tale moria.

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Carlo Arrigo

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