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Cyphogastra (Cyphogastra) farinosa venerea (Thomson, 1857) - Buprestidae

1.IV.1998 - PAPUA NUOVA GUINEA - EE, Morobe, Manyamya


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 20/12/2015, 0:18 
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Nome: Carlo Arrigo Casadio
Julodis ha scritto:
missorp ha scritto:
:hp: Vedo che Maurizio sostanzialmente concorda su grandi linee con me per valutare l'ipotesi di una ssp: 1) molti esemplari, 2) anni diversi, 3) località distinte e nettamente separate, 4) caratteri morfologici oggettivamente distinguibili e costanti.
Non conosco vecchie collezioni con molti esemplari di Cyphogastra. Io penso che Maurizio in realtà abbia la più grande collezione al mondo di questa specie, almeno per quanto riguarda le diverse località (e sicuramente con qualche ssp nuova)!

Magari fosse così!
Certamente nei musei di Londra, Parigi e Praga e qualche altro ci sarà chissà quanta roba, senza contare alcune grosse collezioni private sui Buprestidi mondiali, anche contemporanee, come quelle di Lander, Nylander, Gianasso, Mühle, un paio di giapponesi, ecc. Un po' di roba ce l'ho anche io, ma non poi molto, di questo genere.


In realtà è più probabile che siano le collezioni private ad essere quelle con il maggior numero di esemplari; ad esempio ho più Rosenbergia in collezione io (sia come numero di specie, che come numero di esemplari) dei musei di Londra e Parigi messi assieme (ho avuto modo di visitare entrambe le collezioni). Sicuramente altre collezioni private supereranno la mia di gran lunga, ma non i musei. :to:
Molte specie sono state descritte su uno o pochi esemplari, raramente su serie di molti esemplari e difficilmente provenienti da località diverse; è anche per questo motivo che alcune specie hanno tanti sinonimi.

Tornando al discorso delle Cyphogastra penso che difficilmente si potrà arrivare ad un chiarimento della situazione; io non ho le capacità e le conoscenze necessarie per dibattere su questioni tassonomiche, però penso si tratti di un genere in piena fase di speciazione il cui areale comprende diverse aree biogeografiche che sono venute in contatto in tempi relativamente recenti e che sono tuttora in continua e rapida evoluzione.
Bisogna anche tener presente che l'arcipelago indonesiano, pur estendendosi in una fascia climatica omogenea, é soggetto all'influenza climatica degli oceani e del continente Australiano per cui il clima di isole simili e piuttosto vicine può essere anche molto diverso (non tanto per variazioni di temperatura, quanto di precipitazioni).
L'isola di Timor ne è un esempio; infatti, pur essendo abbastanza piccola ed avendo temperature costanti, presenta una zona a clima più umido perché soggetto a correnti oceaniche, ed una zona decisamente più secca perché influenzata da correnti che attraversano i deserti australiani e quindi sono molto più asciutte.
Anche i rilievi montuosi incidono non poco sul clima, presentando differenze di precipitazioni da un versante all'altro, come d'altronde capita anche sulle nostre montagne.
In pratica ci troviamo di fronte ad un sistema molto complesso, formato da isole di origine diversa, di dimensioni diverse, con rilievi importanti, a volte separate da bracci di mare molto profondi e con un clima abbastanza variabile; un vero paradiso di biodiversità ma che mette a dura prova chiunque voglia cimentarsi in un approfondimento della tassonomia delle specie che ci vivono.

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Carlo Arrigo

"Solo un entomologo può capire il piacere da me provato nel cacciare per ore in qua e in là, sotto il sole cocente, tra i rami e i ramoscelli e la corteccia degli alberi caduti"
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MessaggioInviato: 20/12/2015, 7:52 
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Nome: Maurizio Gigli
Carlo A. ha scritto:
In realtà è più probabile che siano le collezioni private ad essere quelle con il maggior numero di esemplari

Dipende dai gruppi. Quando i musei ospitano le collezioni di grandi specialisti del passato, il discorso cambia. Per esempio, Praga ha una enorme collezione di Buprestidi, e quella di Parigi non credo sia da meno, anche se non ho mai potuto andare a vederla.

Per il resto, sul tuo discorso sulle Cyphogastra e più in generale sulle caratteristiche dell'area posta tra le coste asiatiche e l'Australia, sono perfettamente d'accordo con te. Per le sue caratteristiche è probabilmente l'area di cui le forze dell'evoluzione si stanno esprimendo con la massima intensità, velocità e variabilità di forme. Ma questo già l'aveva capito bene un certo Wallace.
Mi piacerebbe riuscire ad andarci, prima o poi.

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MessaggioInviato: 20/12/2015, 16:06 
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Wallace intuì il potenziale dell'Arcipelago Malese quando decise di ripartire dopo la sua sfortunata spedizione in Sud America, forse però neanche lui si aspettava tanto.
Non dobbiamo dimenticare che Wallace si manteneva vendendo il materiale che raccoglieva nelle sue spedizioni e quindi era particolarmente attento a quello che raccoglieva ed è così che ha potuto studiare serie numerose di esemplari della stessa specie; questo però non capitava a tutti gli studiosi dell'epoca, i quali non sempre raccoglievano direttamente gli esemplari studiati e spesso ne avevano a disposizione solo uno o pochi per specie.
Personalmente credo che tendiamo a sopravvalutare il lavoro di molti entomologi nostri predecessori, i quali spesso commettevano errori grossolani che ancora ci trasciniamo dietro e che fatichiamo a correggere; a volte bisognerebbe poter riscrivere tutto da capo....

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Carlo Arrigo

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MessaggioInviato: 20/12/2015, 16:52 
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Nel campo dei Cerambycidae non so dirti, ma per quanto riguarda i Buprestidae, ti dirò che siamo stati fortunati, perché i principali specialisti del passato sapevano, per la maggior parte, il fatto loro, e con il materiale ed i mezzi che avevano a disposizione credo che sarebbe stato molto difficile poter fare di meglio. Ovviamente, col passare del tempo le conoscenze si sono affinate, e non poteva essere diversamente, visto che ogni generazione di entomologi può contare su gran parte del lavoro e del materiale raccolto dalle precedenti (eccetto quello andato perso). Gli unici "stravolgimenti" recenti in questa famiglia riguardano più che altro le categorie tassonomiche più elevate, ovvero la divisione in sottofamiglie, tribù e gruppi di generi, perchè in alcuni casi sono stati presi in considerazione caratteri diversi da quelli del passato. Per il resto, sinonimie, declassamento di specie a sottospecie e il contrario, divisione di taxa in più specie, e cambiamenti nomenclaturali, sono cose normali che non modificano più di tanto l'assetto generale della famiglia.

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MessaggioInviato: 20/12/2015, 21:55 
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Nome: Carlo Arrigo Casadio
In effetti ho generalizzato un po' troppo, molto dipende anche dall'area geografica di interesse; sicuramente ci sono posti molto più "battuti" anche in passato e che hanno prodotto serie cospicue di insetti da studiare.
Nel caso però delle Cyphogastra credo che la situazione non sia molto diversa dai Cerambycidae Batocerini dato che l'areale di diffusione è molto simile e che molte isole indonesiane sono ancora, entomologicamente parlando, praticamente inesplorate.
Comunque, come ho già detto altrove, un viaggio in Indonesia merita sicuramente, si spende poco ad andarci, si spende poco a viverci e la gente è molto ospitale.....ci vuole solo un po' di tempo. Se poi decidessi di andare in Papua potrei anche trovarti dei validi contatti sul posto, farti avere i permessi ecc.
Non mi dispiacerebbe organizzare un gruppo di spedizione in Papua tutto italiano, magari sulle orme di Beccari, Doria e d'Albertis!
Magari un giorno......

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Carlo Arrigo

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MessaggioInviato: 21/12/2015, 10:04 
 

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Nome: Paolo Missori
Mi inserisco anch'io sull'argomento di passato-presente. Chi ci ha preceduto ha avuto una forza formidabile nell'esprimere concetti su pochi esemplari talvolta raccolti personalmente ed in qualche caso ricevuti da altri raccoglitori. La ricchezza di materiale che invece oggi abbiamo a disposizione con i "raccoglitori locali", l'invio di immagini e la spedizione a casa è una condizione storica nuova. Carlo ha sicuramente la più grande collezione di Rosenbergia al mondo (come Maurizio per i buprestidi). Questo vale soprattutto se ognuno di noi si dedica per 20 anni ed oltre sempre alle stesse specie. Se da oltre 20 anni mi dedico ad una specie (quasi esclusivamente), il mio occhio è in grado di distinguere quasi immediatamente differenze che chi ci ha preceduto non poteva notare.
Se un esperto divide in specie, mette in sinonimia, classifica ssp, non è detto che abbia la ragione assoluta. Scrivendo egli esprime un punto di vista, che nel mondo scientifico può essere accettato o non accettato. L'esempio è nell'esemplare che Maurizio ha mostrato: Cyphogastra (Cyphogastra) pistor vulnerata: sicuramente specie a se stante se oggi si potessero raccogliere altri 3-5 esemplari dallo stesso areale.
Aggiungo che una spedizione nell'area, come giustamente scrive Carlo, non è detto che dia il risultato sperato, nel senso che gli esemplari potrebbero non essere ritrovati. Mi collego a quanto già scritto per il viaggio a Yapen di Carlo e mia analoga esperienza: in zone di foresta rigogliosa è possibile che il numero e la varietà di coleotteri sia molto ridotta per motivi stagionali, per restringimento o spostamento dell'areale di sviluppo delle specie desiderate. Invece è molto meno costoso (ma molto meno gratificante) aspettare a casa che fortuitamente qualche raccoglitore locale possa inviarti materiale prezioso. Comunque io sono per la spedizione e per la pubblicazione dei dati sia di Maurizio che di Carlo.


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MessaggioInviato: 21/12/2015, 19:11 
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Nome: Maurizio Gigli
missorp ha scritto:
(come Maurizio per i buprestidi)

:no:
Forse una delle prime due in Italia, insieme a quella di Gianasso, per le specie extrapaleartiche (esclusi gli Agrilus, che da soli sono circa 1/5 di tutti i Buprestidi, e di cui non ne ho molti), ma all'estero ce ne sono diverse più grandi, e soprattutto con specie più interessanti. Ora una in meno, visto che l'amico Thierry Neef de Sainval sta vendendo la sua, che era veramente una delle più grandi al mondo.

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MessaggioInviato: 22/12/2015, 0:07 
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missorp ha scritto:
Carlo ha sicuramente la più grande collezione di Rosenbergia al mondo.


Magari!!
La mia è sicuramente una collezione "interessante" ma non ci vado neanche vicino.

Certamente è più comodo aspettare a casa che qualcuno raccolga e ti spedisca il materiale, ma non è la stessa cosa.....poi in molti posti non raccoglie nessuno o quasi, a volte i raccoglitori locali si concentrano più sui lepidotteri e la raccolta dei coleotteri è secondaria e casuale (specialmente in Papua).
Poi, per me, non c'è niente come andare a caccia d'insetti in foresta, anche se i risultati sono deludenti.

Un'altra osservazione che si può fare sulle raccolte distanziate nel tempo è che a spesso le aree che un tempo offrivano buone possibilità di raccolta nel tempo hanno subito delle profonde trasformazioni o addirittura non esistono più, mentre riceviamo materiale da zone un tempo irraggiungibili. In altri casi può essere che semplicemente certe zone hanno perso di interesse "economico" e quindi sono state dimenticate anche dai cacciatori d'insetti.
Questo può rendere difficile confrontare gli esemplari delle vecchie collezioni con il materiale più recente presente nelle nostre collezioni.
Per esempio una delle Rosenbergia più comune nelle collezioni dei musei (e quindi si parla di esemplari di circa un secolo fa) è la Rosenbergia bismarckiana che, come dice il nome, proviene dalle isole Bismarck (New Britain) in Nuova Guinea; un tempo queste isole sono state prima colonia tedesca, poi inglese, poi protettorato australiano ed ora parte di Papua Nuova Guinea. La maggior parte degli esemplari che si trovano nei musei risalgono al periodo coloniale, poi le isole Bismarck hanno perso di interesse economico, nessuno l'ha più raccolta ed ora è considerata molto rara, praticamente introvabile.
Ma questo non perché sia stato distrutto l'habitat in cui vivono, solo perché quelle isole sono difficili da raggiungere, sono carissime ed anche non troppo sicure, quindi poco turismo e quasi nessun tipo di sviluppo economico.
Una cosa simile è successa anche con la Rosenbergia lactiflua delle isole Salomone, solo che in questo caso c'è stata una ripresa della raccolta tra la fine degli anni ottanta ed i primi anni duemila (dal 2003 il governo delle Solomon ha bloccato tutte le esportazioni di insetti) dovuta anche al fatto che queste isole hanno avuto un maggior impulso turistico (soprattutto dall'Australia), sono molto economiche e le popolazioni locali sono estremamente cordiali ed ospitali.
Questo fa riflettere su come dei fattori completamente estranei all'entomologia possano intralciare o favorire il lavoro degli specialisti che si arrovellano per trovare il bandolo della matassa :gh:

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Carlo Arrigo

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