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Sphenoptera (Tropeopeltis) tappesi Marseul, 1865 Dettagli della specie

12.VI.1964 - TURCHIA - EE, Maraş


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MessaggioInviato: 26/02/2018, 14:13 
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Sphenoptera (Tropeopeltis) tappesi Marseul, 1865

Di questa specie, un po' insolita tra quelle europee, poiché la larva vive nei rami di piante arboree ed arbustive, e non nelle radici di erbe e cespugli, come le altre, c'è già una bella foto di Antonio Verdugo, ma ne metto comunque una (poi capirete perché).

Turkey, Maraş (attuale Kahramanmaraş), 12.VI.1964, Hampel legit
8,5 mm
Sphenoptera_tappesi_Turchia_Maraş_12-VI-1964_Hampel_8,5mm_grey.jpg


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MessaggioInviato: 26/02/2018, 14:43 
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Bella e velocissima bestiola questa, io l'ho incontrata solo in Libano (un po' di anni fa... :lol1: )

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Bella non tanto. Piccolina, tutta nera. Certamente poco appariscente. E considerando la sua velocità di fuga, le piante ospiti ed il suo comportamento, sicuramente non facile da vedere. A meno che non ce ne siano tante.

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MessaggioInviato: 26/02/2018, 16:52 
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Julodis ha scritto:
Bella non tanto. Piccolina, tutta nera. Certamente poco appariscente. E considerando la sua velocità di fuga, le piante ospiti ed il suo comportamento, sicuramente non facile da vedere. A meno che non ce ne siano tante.

A me le Sphenoptera con questa "forma" un po' da Phaenops mi piacciono.

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MessaggioInviato: 26/02/2018, 17:36 
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Decisamente strana come Sphenoptera :o . Suppongo sia una specie piuttosto primitiva all'interno del genere.
Marco.

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MessaggioInviato: 26/02/2018, 17:38 
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Non dispiacciono neanche a me, ma le mie preferite sono quelle del sottogenere Chrysoblemma, che purtroppo in Italia non ci sono (sempre che, prima o poi, qualcuno non ne trovi in Sardegna o a Lampedusa).

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MessaggioInviato: 26/02/2018, 18:27 
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marco villa ha scritto:
Decisamente strana come Sphenoptera :o . Suppongo sia una specie piuttosto primitiva all'interno del genere.
Marco.

Non credo che qualcuno abbia affrontato il problema della filogenesi delle Sphenoptera. Il fatto che le larve si sviluppino nei rami/fusti vivi di piante legnose e non nelle radici di piante erbacee e legnose potrebbe essere un carattere derivato o arcaico, visto che non sappiamo cosa facessero le forme ancestrali (che neanche penso si conoscano, ma potrei sbagliarmi). L'apice tridentato tipico del sottogenere Tropeopeltis mi sembra invece un carattere innovativo, che dovrebbe indicare che questo sottogenere non sia il più "primitivo" del gruppo.

Purtroppo tra i Buprestidi gli studi filogenetici sono scarsi, come pure le testimonianze fossili, che ci sono, ma limitate a relativamente pochi gruppi.

Quello che mi sentirei di dire è che l'intero genere Sphenoptera, con le sue circa 1000 specie e 15 sottogeneri, è confinato nelle aree temperate e calde delle regioni paleartica e afrotropicale, con poche specie nella regione orientale (ed una in Nord America, ma importata). Presenta, secondo me, tre centri principali di dispersione: uno in Asia, tra le coste del Mediterraneo orientale e le steppe dell'Asia centrale, uno in Nord Africa ed area sahariana, ed uno nell'Africa subsahariana, in cui prevalgono sottogeneri diversi. Le specie nordafricane sono prevalentemente imparentate con quelle asiatiche, ed hanno probabilmente colonizzato il Nord Africa da Est, durante l'espansione del deserto, dando poi luogo a vari casi di speciazione in aree di rifugio. Le specie subsahariane sono invece in gran parte molto diverse dalle altre, e appartengono soprattutto al sottogenere Hoplistura. Inoltre dobbiamo considerare che sempre in Africa abbiamo tutti gli altri generi di Sphenopterini, Armenosoma, Genestia e Westcottia, con una quindicina di specie in tutto. Per cui, l'origine dovrebbe essere cercata nelle zone aride e semiaride in Africa o in Asia centro-occidentale, ed in tempi non troppo antichi (successivi alla frammentazione della Laurasia e del Gondwana, altrimenti troveremmo qualche parente anche in Nord America o in Sud America e Australia. Ed anche dopo il distacco del Madagascar, dove mi pare non se ne conoscano).
Il sottogenere Tropeopeltis vive in Medio Oriente, metà orientale del Mediterraneo, e si estende un po' verso l'Asia centrale e l'Africa orientale.

A proposito, gli Sphenopterini sono considerati vicini ai Dicercini, quindi dovrebbero essere imparentati con generi come Lampetis, Dicerca, Latipalpis, Perotis, Capnodis, Cyphosoma, tra quelli che vivono nel Vecchio Mondo (i Dicercini sono molto rappresentati anche in Nord e Sud America, ed in Asia Sud Orientale, e mancano solo in Oceania, per cui sono probabilmente più antichi). Da notare che Perotis, Capnodis e Cyphosoma sono radicicoli come molte Sphenoptera.

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MessaggioInviato: 26/02/2018, 19:36 
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Grazie mille per la spiegazione Maurizio.
Julodis ha scritto:
A proposito, gli Sphenopterini sono considerati vicini ai Dicercini, quindi dovrebbero essere imparentati con generi come Lampetis, Dicerca, Latipalpis, Perotis, Capnodis, Cyphosoma, tra quelli che vivono nel Vecchio Mondo (i Dicercini sono molto rappresentati anche in Nord e Sud America, ed in Asia Sud Orientale, e mancano solo in Oceania, per cui sono probabilmente più antichi). Da notare che Perotis, Capnodis e Cyphosoma sono radicicoli come molte Sphenoptera.

A questo punto sembra più probabile che lo sviluppo radicicolo sia una caratteristica ancestrale e che successivamente alcuni singoli gruppi di specie si siano adattati a svilupparsi sulla parte aerea delle piante.

Marco.

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Bella spiegazione, Maurizio :hp:
Sempre belle le Sphenoptera :birra:

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MessaggioInviato: 27/02/2018, 0:59 
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marco villa ha scritto:
A questo punto sembra più probabile che lo sviluppo radicicolo sia una caratteristica ancestrale e che successivamente alcuni singoli gruppi di specie si siano adattati a svilupparsi sulla parte aerea delle piante.

Marco.

Difficile esserne certi. Non sappiamo come vivessero i primi Buprestidi. Anzi, non sappiamo quasi niente.
Per esempio, tradizionalmente gli Julodinae vengono considerati tra i più antichi, tanto che sono sempre trattati per primi, seguiti dai Polycestinae. I secondi probabilmente lo sono, o almeno, alcuni di essi, come le Polycesta e affini (altri, come le Acmaeoderella, mi sembrano piuttosto evoluti). Io invece sono convinto, per gli Julodinae, che si tratti di un ramo recente, visto che:
- sono solo in Africa, Paleartico temperato caldo e Asia meridionale (stessa distribuzione degli Sphenopterini, per cui valgono le stesse considerazioni)
- sono rappresentati da solo 5 generi
- le specie non sono numerosissime, sono spesso molto somiglianti ma con una variabilità intraspecifica elevata, segno di una differenziazione in corso
- Le larve, pur essendo endogee e mostrando adattamenti al movimento nel terreno (setole rivolte indietro come nelle larve dei Cetoniidae, costruzione di un bozzolo di terra indurita simile sempre a quello dei Cetoniidae), hanno la stessa forma gnerale del corpo, benché più tozza e meno appiattita, di quelle xilofaghe, col classico pronoto largo dotato di piastra per la deambulazione, chiaro adattamento per la locomozione in una galleria piatta nel legno o tra legno e corteccia. Cosa che non avrebbe ragione di esistere se non derivassero da larve xilofaghe.

Per cui, i Buprestidi ancestrali non sappiamo come vivessero allo stato larvale, se in rami e tronchi, o nelle radici, o entrambe le cose. Ma probabilmente erano xilofagi. Abbiamo comunque gallerie e fori d'uscita in tronchi di gimnosperme del Mesozoico del Nord America, non diversi da quelli fatti ora da Buprestis e generi simili.
Non sappiamo neanche dove si siano originati. Considerando però che nel Nord America Sud-Occidentale (tra la California, l'Arizona ed il Messico del NW) vivono gli unici altri Buprestoidea, gli Schizopodidae, ed alcune trubù endemiche di Buprestidi, nonché vari Polycestinae (che ritengo essere il gruppo più antico), è possibile che il luogo d'origine della famiglia sia quello. Che non vuole comunque dire molto, visto che l'origine dei Buprestidi è molto antica, e le prime tracce sono del Triassico, periodo in cui la Terra era molto diversa e quella zona del Nord America, che in parte già esisteva, era così posizionata:

triassic.jpg



Notare come la posizione delle terre emerse in quel periodo si accordi bene con la presenza dei Polycestini in tutti i continenti (ora mancano solo in Antartide, per un motivo ovvio).

Per tornare agli Sphenopterini, la mia idea è che si siano originati in qualche momento del Cenozoico, probabilmente tra l'Eocene e il Miocene, quando c'era possibilità di passaggio tra Eurasia ed Africa, ma le Americhe, l'Australia ed il Madagascar erano ormai difficilmente raggiungibili (l'India è un discorso a parte, perché si è poi riunita con l'Asia e la sua fauna originale è stata in gran parte sostituita da quella asiatica). Probabilmente lo stesso vale per gli Julodini.

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