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Domanda di genetica



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Domanda di genetica
MessaggioInviato: 05/02/2011, 15:24 
 

Iscritto il: 06/05/2010, 16:28
Messaggi: 349
Nome: Stefano Mammola
Salve a tutti,

stavo leggendo un articolo in cui, sulla base di una sequenza di 228 pb della regione di controllo del DNA mitocondriale, viene smentita una precedente suddivisione di una specie in 2 sottospecie definite mediante caratteri morfologici (taglia corporea e livrea). Però gli autori affermano genericamente (sulla base dei valori di divergenza genetica ottenuti) che "la diversità genetica tra la 2 presunte sottospecie non è sufficiente da permettere appunto questa suddivisione."

La domanda che mi sorge è la seguente: in termini biologici, cosa vuol dire "non è sufficiente"? Esiste una valore soglia (per esempio un certo numero di sostituzioni nei nucleotidi) deciso e standardizzato a livello internazionale che permetta di definire due sottospecie?
Oppure la decisione è puramente arbitraria e cambia da scienziato a scienziato, da autore ad autore?

Spero di essermi spiegato, perché io e la genetica non andiamo molto daccordo...

P.s.

L'articolo era riferito all'avvoltoio Gypaetus barbatus, e le due sottospecie erano G. b. barbatus (euroasiatico) e G. b. meriodionalis (Etiope). Credo però che, nonostante il caso in questione sia prettamente ornitologico, il discorso si applichi a qualsiasi altro taxa animale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domanda di genetica
MessaggioInviato: 05/02/2011, 18:10 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Capisco i tuoi dubbi e li condivido. Secondo me "la differenza non è sufficiente" non vuol dire assolutamente nulla. Chi stabilisce quante differenze siano necessarie per considerare due popolazioni separate a livello sottospecifico? E a livello specifico? E a qualsiasi altro livello? Considerando poi che stiamo parlando di DNA mitocondriale, la cosa mi sembra ancora più strana.
L'unica cosa per cui potremmo utilizzarlo, dato per certo (ma io non ci giurerei) che il tasso di mutazione sia costante nel tempo e nelle varie specie) è per avere un'idea del tempo passato da quando le popolazioni si sono separate (in caso di specie diverse) e dell'entità dello scambio genico (nel caso di popolazioni della stessa specie), ma da qui a determinare con certezza se siano o meno sottospecie ....

_________________
Maurizio Gigli
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