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per i buprestidari e non



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: per i buprestidari e non
MessaggioInviato: 25/05/2012, 8:36 
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Iscritto il: 19/04/2012, 7:52
Messaggi: 1082
Nome: Gianfranco Curletti
f.izzillo ha scritto:
Gianfranco, concordo con quanto dici. Cercando di fare un discorso minimamente serio (mi riferisco alle facezie che scrivo spesso), ho l'impressione che in via generale la suddivisione nei sottogeneri di cui trattiamo sia stata fatta più per una, pur rilevata, opportunità/necessità che con vera cognizione di causa riguardo a caratteri distintivi sempre riscontrabili. Questo almeno per buona parte delle specie che meglio conosco.
Immagino che tu avrai sicuramente una visione molto più ampia sulla Famiglia per cui chi meglio di te può dare una valutazione puntuale?! :hi:


Vabbè Franco,
se non prendessi per il deretano qualcuno che razza di napoletano saresti?
Ma torno sulla mia domanda iniziale con la mia opinione personale. Premetto che non conosco la fauna orientale (mi dedico “solo” a quella WPaleartica, Etiopica, Australiana, Neotropicale) quindi non posso pronunciarmi sui sottogeneri proposti per quella fauna.
Sul problema della divisione in sottogeneri della fauna WPaleartica si sono espressi tutti quelli che hanno scritto su questa fauna, a cominciare da Théry, per passare da Schaefer, Obenberger e finire con Cobos. Alexeev ha mancato nel non ricordare le loro opinioni, magari confutandole o ribadendole, non ha importanza. Non poteva permettersi di ignorare la proposizione di sottogeneri già fatta da Théry (Robertius) e da Cobos (Anambus). In particolare Schaefer (mi vanto essere stato il suo allievo) per primo è riuscito a mettere ordine in questo genere e che come autore per me è ancora insuperato dato i tempi in cui lavorava, si è sempre rifiutato di riconoscere dei sottogeneri, pur individuando perfettamente la divisione in due grandi gruppi sulla base degli organi genitali femminili e facendo un capolavoro nelle chiavi per dividere le specie sulla base della conformazione delle unghie (pag. 349) affermando per primo che tali caratteri sono costanti, dimostrando cheRey e Abeille avevano torto. Ebbene, dopo tutto ciò arrivò alla conclusione che era impossibile trovare dei caratteri sufficienti per suddividere la fauna francese in sottogeneri. Théry, che conosceva la fauna afrotropicale, riconobbe nell’ A. pratensis un gruppo meglio definito proponendo il solo subgen. Robertius. Non parliamo poi di Obenberger, uno splitter per eccellenza, che pure si occupava della fauna mondiale descrivendo penso un migliaio di specie; non ricordo una sua menzione sui sottogeneri, a parte quella doverosa di riassunto sullo Junk. Infine Cobos, nella fauna Iberica, ha semplicemente ripreso le affermazioni di Schaefer sui caratteri genitali femminili per riproporre la sua idea sul subgen. Anambus. Quindi prima di Alexeev erano riconosciuti 4 sottogeneri per l’Europa, tutti identificabili per dei caratteri definiti: semplificando, Robertius per la forma del capo, Uragrilus per il mucrone sul pigidio, Agrilus per l’ovopositore breve e subquadrato, Anambus per l’ovopositore stretto e allungato. Nel mio catalogo, ormai datato, riconoscevo tre sottogeneri, ma se guardate l’elenco a pag. 22, basta tirare una riga sotto il marozzinii per dividere agevolmente gli Anambus (che stanno sopra) dagli Agrilus s. str. (che stanno sotto).
Torniamo ad Alexeev: che caratteri supplementari ha portato in più per proporre tutti questi sottogeneri e controbattere le opinioni dei suoi predecessori? Nessuno. Dopo l’opinione di autorevoli specialisti (naturalmente io sono escluso) come minimo ci si aspettano delle argomentazioni valide per suffragare le proprie ipotesi. Non solo, ma molti dei caratteri che elenca per un singolo sottogenere si potrebbero adattare perfettamente a specie che lui pone in altri sottogeneri. Ho letto nel nostro dibattito che uno dei difetti del suo lavoro è che non fornisce delle chiavi. Giusta e acuta osservazione. Ma perchè non l’ha fatto? Semplicemente perchè non può essere in grado di farlo. Aggiungo ancora che i caratteri citati sono comunque insignificanti per chiunque abbia una visione mondiale del genere. Usando lo stesso metro, praticamente tutte le specie tropicali sono dei sottogeneri e gli attuali sottogeneri potrebbero tranquillamente diventare addirittura delle tribù. Comprendo benissimo i colleghi americani e europei che hanno recentemente preferito ignorare il problema.
In conclusione, non so se avrò l’occasione di occuparmi ancora della fauna italiana, ma se dovessi farlo, opinione personale, proporrei il ritorno ai quattro sottogeneri di cui sopra, ignorando quelli proposti da Alexeev. E se non dovessi farlo io, mi auguro che lo faccia qualcun altro.
Scusate le imprecisioni, ma ho scritto di getto e mi scuso per la lungaggine.


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 Oggetto del messaggio: Re: per i buprestidari e non
MessaggioInviato: 25/05/2012, 12:41 
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Iscritto il: 22/03/2010, 10:17
Messaggi: 1155
Località: Cluj-Napoca, Romania
Nome: Adrian Ruicanescu
It is very interesting observation and I agree. The work of Alexeev looks like a draft or a schema of an idea. But some species appear to be grouped well, even he didn't see the common characters.
For example most of the species grouped in the subgenus Quercagrilus are recognized by a specific sub-trapezoidal shape of the pronotum (I exclude from this subgenus A. grandiceps and A. curtulus, using this character). Alexeev didn't see the common shape of the pronotum in this group of species, different from all other Agrilus subspecies in his examples.
My drawing is a little exaggerated, I just wanted to exemplify this.


Untitled-1.jpg


_________________
Ciao :hi:
Adrian
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 Oggetto del messaggio: Re: per i buprestidari e non
MessaggioInviato: 26/05/2012, 9:21 
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Iscritto il: 19/04/2012, 7:52
Messaggi: 1082
Nome: Gianfranco Curletti
AdYRuicanescu ha scritto:
It is very interesting observation and I agree. The work of Alexeev looks like a draft or a schema of an idea. But some species appear to be grouped well, even he didn't see the common characters.
For example most of the species grouped in the subgenus Quercagrilus are recognized by a specific sub-trapezoidal shape of the pronotum (I exclude from this subgenus A. grandiceps and A. curtulus, using this character). Alexeev didn't see the common shape of the pronotum in this group of species, different from all other Agrilus subspecies in his examples.
My drawing is a little exaggerated, I just wanted to exemplify this.


Dear Adrian,
many thanks for your contribution in the discussion. Your draw at the right is surely attributable to subgen. Robertius, already described by Théry and ignored by Alexeev. As you write, there are various exceptions to attribute many named species to subgenus Quercagrilus. Exactly as the conclusions of Schaefer, Kerremans, Obenberger. If you take the shape of pronotum, all species will be a different subgenus, as the characters in the antennae, prosternal plate, last sternum, sexual dimorphism, etc.


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