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plumipes
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Inviato: 17/10/2022, 11:05 |
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Iscritto il: 20/07/2021, 19:33 Messaggi: 911 Località: Fano (PU)
Nome: Giovanna Olivieri
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Mi sono chiesta spesso se Vanessa atalanta, Aglais urticae, Inachis io e altre farfalle le cui larve si nutrono prevalentemente o in alcuni casi di foglie di Urtica ne assumano il veleno diventando esse stesse tossiche. In particolare Vanessa atalanta ha una livrea aposematica con contrasto di bianco arancio-rosso e marrone-nero, colori che potrebbero indicare tossicità. Qualcuno ha letto studi al riguardo e sa rispondermi? Grazie
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Mauro
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Inviato: 17/10/2022, 11:33 |
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Iscritto il: 20/07/2009, 16:32 Messaggi: 5812 Località: Sassari (SS)
Nome: Mauro Doneddu
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L'ortica non è tossica, può essere usata per uso alimentare. Ottima per frittate, risotti, ma anche cruda in insalate; in quest'ultimo caso va ben lavata per eliminare i peli urticanti. Una cosa è essere urticante, tutt'altra essere tossica. Altri organismi parecchio urticanti sono le attinie, che dal punto di vista alimentare sono una prelibatezza: io ne vado matto. Nel caso specifico non credo proprio che Aglais e Vanessa siano tossiche.
_________________ Mauro
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Glaphyrus
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Inviato: 17/10/2022, 17:31 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28 Messaggi: 3223
Nome: Marco Uliana
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Rimane tuttavia il problema di spiegare il pattern di Vanessa atalanta. Non so quale sia la spiegazione, nè se sia nota o almeno ipotizzata, ma la domanda è stimolante e faccio qualche riflessione. Ammesso che non sia tossica (il che potrebbe essere indipendente dalle piante alimentari: vi sono insetti tossici che sintetizzano le molecole tossiche in proprio), il pattern potrebbe essere una forma di mimetismo batesiano. Sulle sponde del Mediterraneo meridionale V. atalanta convive con Danaus chrysippus. La somiglianza non è certo perfetta come i certi spettacolari mimi-fotocopia che siamo abituati a vedere, ma non è detto che modello e mimo debbano essere indistinguibili per essere legati da questo rapporto. Probabilmente gli "elementi base" di pattern/colore sono sufficienti.
Inoltre, dovremmo considerare anche le altre specie simili che convivono: magari il "funzionamento" di questo ipotetico rapporto di somiglianza si basa sull'esistenza di un attore con pattern intermedio. Penso a Vanessa cardui, che convive con Danaus chrysippus e altri danaidi in un'area molto vasta. Magari è la sua esistenza che "traghetta" a V. atalanta una percezione di impalatabilità fondata sulle Danaus.
Inoltre, gli elementi base del pattern di V. atalanta e V cardui sono comuni a molte altre specie di Vanessa, diffuse in tutti i continenti. Quindi la radice di questo schema di colore è probabilmente antica. Magari quello che vediamo oggi è ciò che rimane di un antico rapporto modello-imitatore. O magari, più semplicemente, alcune delle altre Vanessa sono tossiche.
Infine: un pattern molto vistoso in un animale veloce suggerisce possa trattarsi anche di mimetismo evasivo, una forma meno conosciuta di mimetismo (e più difficile da dimostrare) in cui un animale molto veloce nella fuga si rende ben visibile e riconoscibile, pur non essendo tossico né imitando alcun modello. Il messaggio sarebbe "bada bede a chi sono, sai che non mi prendi. Evita di inseguirmi, così risparmiamo fatica in due".
Nulla vieta che più di una spiegazione contribuisca, o abbia contribuito nel corso della storia, a promuovere questo pattern e la sua ipotetica funzionalità.
Purtroppo rispondere a queste domande in maniera sperimentale e non speculativa è enormemente più difficile che farsele venire in mente...
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plumipes
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Inviato: 17/10/2022, 17:37 |
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Iscritto il: 20/07/2021, 19:33 Messaggi: 911 Località: Fano (PU)
Nome: Giovanna Olivieri
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Hai ragione, anche io consumo l'ortica per fare il risotto, ripieno dei ravioli, ecc. Mi sono espressa male, in effetti è urticante, non velenosa. Mma la sostanza che per noi e per altri mammiferi è urticante, evidentemente non lo è per le larve di lepidottero. E allora mi chiedevo se il potere urticante di tali sostanze, che comunque viene dalle larve assimilato nutrendosi delle loro foglie, si mantenesse o venisse neutralizzato. E quindi mi chiedevo altresì: gli uccelli, per esempio, predano le larve di vanessa? e gli adulti? oppure le lasciano perdere perchè scure e pelose (le larve) e con livrea aposematica (gli adulti)?
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plumipes
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Inviato: 17/10/2022, 17:40 |
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Iscritto il: 20/07/2021, 19:33 Messaggi: 911 Località: Fano (PU)
Nome: Giovanna Olivieri
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Scusate, si sono sovrapposti due messaggi. Le riflessioni sul pattern più o meno batesiano di V. atalanta è molto interessante. Reitero la domanda: ma gli uccelli (penso per esempio ai gruccioni, che amano insetti volanti) e altri predatori le mangiano abitualmente le Vanesse atalanta o no? Io ho notato che Vanessa atalanta è una tipetta piuttosto territoriale, pattuglia le sue zone e sarà anche veloce, però si sofferma spesso in luoghi molto aperti, esposti, dove sarebbe facile per chiunque acchiapparla. Quindi, insomma, se la mangiano o no? Perchè se non la mangiano, allora è davvero disgustosa (nel senso di poco appetibile)
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Nicarinus
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Inviato: 17/10/2022, 19:46 |
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Iscritto il: 14/04/2011, 12:21 Messaggi: 875
Nome: Rinaldo Nicoli Aldini
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Provo ad avanzare un'altra ipotesi: non vi è dubbio, direi, che le nostre vanesse quando sono posate ad ali chiuse manifestino un certo mimetismo criptico. La pagina inferiore delle ali posteriori e per lo meno della parte superiore delle anteriori ha evidenti colorazioni criptiche, che le cela alla vista di predatori quando la farfalla è posata ad ali ben chiuse su tronchi d'albero, su certe rocce, su rami con foglie secche ecc. Forse le nostre più criptiche sono le Polygonia con il contorno alare molto frastagliato, ma anche Inachis io con il suo colore molto scuro di tutta la superficie alare ventrale non scherza. Quando alle vanesse si avvicina un potenziale predatore (compreso l'entomologo con il retino) queste o volano via o certe volte aprono e chiudono le ali come quando ad esempio stanno nutrendosi su infiorescenze come Buddleja, lillà ecc. (Vanessa atalanta però ama soprattutto la frutta sovramatura, sulla quale mentre è in attività trofica pure per lo più muove un po' e mostra le vivaci ali vistosamente colorate sulla pagina superiore). Nel caso di Inachis io, al mimetismo criptico mi sembra possa associarsi chiaramente foberismo nel senso che, quando improvvisamente la farfalla, posata e in riposo, sentendosi minacciata apre le ali con i falsi occhi (e vola via), e probabilmente anche quando tiene semplicemente le ali aperte standosene posata, certi vertebrati predatori sono forse scoraggiati nel tentativo di predarla. La colorazione vistosa della pagina superiore delle ali di Vanessa atalanta, anche se meno significativa come possibile effetto, per l'assenza dei falsi occhi, non potrebbe anch'essa in qualche modo ricondursi a questo genere di comportamenti tesi a 'sconcertare' il potenziale predatore, al di fuori quindi delle colorazioni 'di avvertimento'? Criptismo e foberismo direi che sono fenomeni talora o spesso associati, nei lepidotteri.
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plumipes
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Inviato: 18/10/2022, 8:00 |
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Iscritto il: 20/07/2021, 19:33 Messaggi: 911 Località: Fano (PU)
Nome: Giovanna Olivieri
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Tutte queste riflessioni le trovo interessantissime. Grazie a tutti! Proprio ieri sera leggevo, sulle Memorie entomologiche di Fabre, che anche a lui le discussioni sui particolari morfologici degli insetti dicevano poco. Non ho qui il testo, quindi cito solo a memoria, ma il senso era questo : inutile leggere che una Sfecide ha tot di articoli nelle antenne, per me sarebbe più interessante sapere come si nutre, cosa fa per campare. Questo Fabre lo scrive al termine di una lunga descrizione in cui spiega come ha fatto a capire in che modo le Sfecidi immobilizzano gli ortotteri, dove esattamente inoculano il liquido paralizzante, in che punto preciso depongono le uova e come fanno le larve a consumare le prede vive ma paralizzate. Davvero molto affascinante. Scusate errori di battitura ma sto scrivendo dal telefonino
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Glaphyrus
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Inviato: 18/10/2022, 8:44 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28 Messaggi: 3223
Nome: Marco Uliana
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Nicarinus ha scritto: (Vanessa atalanta però ama soprattutto la frutta sovramatura, sulla quale mentre è in attività trofica pure per lo più muove un po' e mostra le vivaci ali vistosamente colorate sulla pagina superiore) È stato soprattutto pensando a questo comportamento che ho divagato sull'ipotesi di un segnale aposematico. Sono d'accordo che il foberismo sia plausibile, così come quel fenomeno (ha un nome? ora non ricordo...) per cui il predatore focalizza l'attenzione su un segnale molto vistoso che scompare quando la farfalla chiude le ali, facendo "sparire" la portenziale preda. plumipes ha scritto: Nel caso di Inachis io, al mimetismo criptico mi sembra possa associarsi chiaramente foberismo nel senso che, quando improvvisamente la farfalla, posata e in riposo, sentendosi minacciata apre le ali con i falsi occhi (e vola via), e probabilmente anche quando tiene semplicemente le ali aperte standosene posata, certi vertebrati predatori sono forse scoraggiati nel tentativo di predarla. I meccanismi di difesa di Inachis io (ora Aglais) sono stati studiati sperimentalmente, dimostrando che sia il disegno degli occhi sia il rumore che la farfalla produce quando apre le ali (tramite lo strofinio di una nervatura in rilievo) concorrono a dissuadere i predatori. Il primo meccanismo è efficace contro gli uccelli, il secondo contro i roditori che possono predare gli adulti in svernamento. doi:10.1098/rspb.2004.3034 DOI 10.1007/s00265-011-1268-1
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Mauro
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Inviato: 18/10/2022, 10:18 |
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Iscritto il: 20/07/2009, 16:32 Messaggi: 5812 Località: Sassari (SS)
Nome: Mauro Doneddu
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Come modestissimo contributo all’argomento predazione su Aglais/Vanessa/Inachis posso condividere il ricordo di un pigliamosche (Muscicapa striata) che catturava e consumava, senza scomporsi e apparentemente con buona soddisfazione, un paio di esemplari di Vanessa atalanta. Per quanto riguarda i vertebrati non ho nient’altro. Numerose invece le predazioni osservate da parte di artropodi, specialmente ragni e mantidi. Ma quelli si sa, non schifano niente. Condivido l’interesse di Fabre per i meccanismi comportamentali degli insetti, campo che mi ha sempre affascinato. Ho il vecchio volume edito da Einaudi nel 1972 della traduzione italiana di “Souvenirs entomologique”, che lessi con interesse. La traduzione era di Giorgio Celli, quindi uno che sapeva di cosa si stesse parlando; purtroppo l’edizione italiana si fermava ai soli primi due volumi. Ho visto che recentemente è stata edita una nuova traduzione (questa volta da Adelphi), ma a quanto ho capito anche questa non va oltre ai primi 2 volumi, altrimenti l’avrei acquistata. Malgrado il mio apprezzamento per Fabre, non condivido alcuni dei suoi atteggiamenti “talebani”, come il rifiuto (direi quasi il disprezzo) delle branche della zoologia che non interessavano a lui. Tutti i campi di studio contribuiscono alla comprensione di un argomento, compresa “l’arida” morfologia. Sappiamo che a volte il numero di articoli delle antenne sono un elemento utile per distinguere tra due specie diverse, e il fatto che si tratta di due specie diverse potrebbe ad esempio spiegare una differenza comportamentale, e quindi portare un contributo anche allo studio etologico. Della conoscenza, come del maiale, non si butta via niente. Altro atteggiamento troppo intransigente del buon Jean-Henri era il rifiuto a priori delle teorie evoluzionistiche Darwiniane allora agli albori, e la cocciutaggine con la quale rimase sempre ancorato ad una visione rigidamente creazionistica. Quindi, ho considerato una buona lettura le opere di Fabre, ma anche lui va preso cum grano salis.
_________________ Mauro
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plumipes
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Inviato: 18/10/2022, 13:31 |
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Iscritto il: 20/07/2021, 19:33 Messaggi: 911 Località: Fano (PU)
Nome: Giovanna Olivieri
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Si, si, concordo. Però proprio in quello che leggevo ieri sera, con le palpebre mezzo abbassate, lo ammetto, era interessante e anche divertente. Fabre confutava una osservazione di Darwin su una presunta Sphex che eliminava ali e non ricordo cos'altro da una mosca prima di caricarsela e portarla via in volo, dicendo due cose giuste: (1) che se la mosca veniva prima dissezionata dalla presunta Sphex, come poteva restare viva per la prole? e (2) che le sfecidi non predano mosche. Le sfecidi forse no, ma Bembix sì. Comunque Fabre sosteneva che probabilmente quella che aveva osservato Darwin era una vespa, probabilmente Polistes... va be', tutto confutabile e riconfutabile, comunque divertente
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Chalybion
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Inviato: 19/10/2022, 21:37 |
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Iscritto il: 08/12/2013, 1:52 Messaggi: 7367 Località: Bagnacavallo (RA)
Nome: Giorgio Pezzi
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Io ho visto nel parco vicino casa un picchio verde portare al nido una vanessa ma non ho potuto capire se era atalanta o io, ma stante che sono strettissime parenti (e mangiano ortiche) dubito siano tossiche; certo se annusate emettono un odore particolare, non del tutto piacevole, ma ... de gustibus... 
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