Cerco di rispondere prendendo le mosse da lontano e chiedo scusa se scriverò banalità (o inesattezze, anche se spero di no). E' merito dell'inglese Kirby, per quel che ne so, l'avere adottato stabilmente in tassonomia entomologica nel secondo decennio dell'Ottocento la desinenza -idae per indicare il livello classificatorio di famiglia, che ad es. Linneo non aveva considerato, limitandosi in zoologia a regno, classe, ordine, genere e specie (se non erro; si veda la X edizione del Systema naturae, 1758). Kirby scelse la desinenza latina -idae, da intendersi come un maschile plurale della prima declinazione, ispirandosi al mondo classico, in particolare a patronimici (come Atridi, Achemenidi) usati per indicare i figli, la stirpe, la famiglia, la discendenza del nome a cui gli stessi patronimici alludevano: ad esempio, gli Atridi (Agamennone e Menelao) erano i figli di Atreo o, più estensivamente, i famigliari, la stirpe, i discendenti di Atreo. All'epoca di Kirby era ancora costume diffuso trarre ispirazione dalla classicità e dal mito per creare nomi in zoologia. La scelta di Kirby, che mi sembra molto apprezzabile per connotare le famiglie in zoologia, ebbe seguito e si affermò stabilmente.
Pertanto i nomi latinizzati delle famiglie in sistematica zoologica si formano aggiungendo la desinenza -idae alla radice (o 'radicale', o 'tema') del nome del genere tassonomico da cui il nome della famiglia da creare deve derivare, sulla scia di Kirby. Ma come si individua il tema di un sostantivo latino o latinizzato? Tutti sanno che in latino i sostantivi (e non solo loro) si declinano. Il tema lo si individua in base non al caso nominativo, ma al caso genitivo di quel sostantivo, privandolo della desinenza. Ad esempio: da Scarabaeus (seconda declinazione), genitivo Scarabaei, il tema è Scarabae- (la desinenza del genitivo è in questo caso -i) e la famiglia è pertanto Scarabae-idae; da Cerambyx (terza declinazione), genitivo Cerambycis, il tema è Cerambyc-, la desinenza è -is, e la famiglia è pertanto Cerambyc-idae; e così via.
Venendo al quesito posto da Chalybion, un qualsiasi dizionario di latino ci dice che apis (= ape), vocabolo genuinamente latino, terza declinazione, al genitivo fa apis: tema ap-, desinenza -is, perciò il nome che ne deriva per la famiglia è indiscutibilmente Apidae. Non tutti i sostantivi della terza declinazione hanno però il genitivo uguale al nominativo: al momento mi vengono in mente, come esempi adatti per questa risposta, due nomi propri, Paris (= Paride) e Isis (= Iside) che al genitivo fanno rispettivamente Paridis e Isidis: i temi sono Parid-, Isid-, e se volessimo creare nomi di famiglie partendo da questi e aggiungendo -idae avremmo Parididae, Isididae. Nel caso concreto di Chrysididae, bisogna quindi ipotizzare che il nome, latinizzato, del genere Chrysis, che ne è alla base, abbia come genitivo Chrysidis e non Chrysis, altrimenti sarebbe Chrysidae. Analogamente avviene in tanti altri casi in cui il nome di una famiglia termina con ididae e non con idae.
Credo che la Commissione Internazionale di Nomenclatura Zoologica possa decidere diversamente, sul modo in cui un nome latinizzato di famiglia deve essere formulato, ferma restando la desinenza -idae, quando con una fedele adesione a certe regole vengono a crearsi casi di omonimia tra famiglie zoologicamente differenti, perché i nomi derivano da nomi di generi non identici ma simili. Credo anche molto opportuno, su questi temi, che chi è interessato consulti l'edizione più recente del Codice di Nomenclatura Zoologica. Vorrei infine dire, per lo meno come opinione personale, che un certo numero dei nomi di generi da cui sono derivati nomi di famiglie non sono vocaboli genuinamente latini perché in molti casi sono stati latinizzati traendoli dal greco antico o costruendoli con radici tratte dal greco antico o dal latino. In alcuni di questi casi può essere un po' arbitrario, soprattutto se non ben costruiti, stabilire quale dovrebbe essere il loro genitivo. A parte quello, colgo l'occasione per dire che certi nomi di famiglie e, prima ancora, dei generi da cui essi sono derivati, contengono errori di ortografia latina che però le regole del Codice sopra citato non permettono di correggere.
Spero di avere risposto, almeno in parte. Un cordiale saluto,
Nicarinus
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