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Apollo11
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Inviato: 17/11/2010, 3:32 |
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Iscritto il: 11/11/2009, 16:30 Messaggi: 117
Nome: Corrado Cancemi
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Ciao a tutti, domanda strana e immagino anche banale. Spesso, riguardo alle specie più svariate di insetti senza discriminazioni di ordini, mi capita di sentire che in natura è più facile trovare maschi rispetto alle femmine, come se queste ultime siano in numero minore. Sapreste dirmi se è una coincidenza o se è vero? E, se sì, accade in tutte le specie di insetti? Grazie in anticipo 
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Hemerobius
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Inviato: 17/11/2010, 7:55 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Negli insetti anfigonici il rapporto tra sessi è tendenzialmente 1 a 1. Spesso però le femmine hanno maggiori capacità di sopravvivenza e, in laboratorio, si registra frequentemente una leggera preponderanza di femmine (55 a 45 ad esempio). Tra l'altro le femmine hanno quasi sempre anche una maggiore lunghezza della vita ed in alcune specie, al termine del ciclo degli adulti, la popolazione è rappresentata solo da femmine. Le tue osservazioni possono essere legate al fatto che i maschi normalmente hanno maggiori capacità di dispersione e quindi sono più facilmente "catturabili". O a fenomeni come quello che avviene nel Crisopide Hypochrysa elegans. Questa specie, legata ai boschi di faggio, allo sfarfallamento si raggruppa sulle fioriture presenti nelle radure per nutrirsi di polline. Su queste fioriture però le femmine rimangono giusto il tempo di accoppiarsi, poi si disperdono sugli alberi ad ovideporre. I maschi rimangono invece tutta la vita lì. Così se vai a raccoglierle trovi una sex ratio si 50 a 1 a favore dei maschi. Ma se le allevi da larve trovi la classica 1 a 1. Spero di essere stato chiaro. Roberto 
_________________ verum stabile cetera fumus
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Julodis
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Inviato: 17/11/2010, 7:56 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Per quanto ne so, in alcune specie i maschi sono effettivamente più numerosi delle femmine. Mi vengono in mente varie specie di Melolonthini e di Lucanidi. In genere in questi casi la selezione naturale agisce molto più intensamente sui maschi, favorendone in particolare le capacità di rintracciare le femmine e ogni altra caratteristica che dia loro un qualsiasi vantaggio nel fecondarle, non esclusi, almeno in certi casi, caratteri che diano loro la possibilità di prevalere su altri maschi anche in "scontri diretti". Questo è alla base dell'accentuato dimorfismo sessuale che si riscontra in varie specie. In pratica, in queste specie, i maschi sono, in un certo senso, "più evoluti" mentre le femmine sono il sesso più conservativo. Casi analoghi si osservano anche in altri gruppi di animali, compresi i vertebrati. Basta l'esempio dei cosiddetti uccelli del Paradiso, con maschi spettacolari e molto più numerosi delle rare e poco appariscenti femmine. In moltissimi altri casi, però, i due sessi sono approssimativamente in pari numero, ad esempio tra i Buprestidi, di cui mi occupo, non si osserva una significativa prevalenza numerica di un sesso sull'altro. Così pure in tantissimi altri gruppi. Del resto, è normale che questa sia la situazione più diffusa. In specie che si riproducono solo una volta la massima efficacia riproduttiva si ha con sessi in pari numero, se invece il maschio può accoppiarsi con più femmine, come in genere nei vertebrati, è più vantaggioso, spesso, che ci siano più femmine che maschi, ma non è il caso degli insetti. Comunque, tra gli insetti non mancano specie in cui le femmine sono molto più numerose dei maschi, ad esempio negli insetti sociali. Qui si può arrivare a rapporti di un maschio ogni molte migliaia di femmine, anche se molte di queste sono sterili, ma è un caso molto diverso.
Ci sono anche specie in cui l'intera popolazione è costituita da femmine che si riproducono partenogeneticamente, come ad esempio accade, se non sbaglio, in alcuni Curculionidae che vivono isolati sulle montagne oltre una certa quota, o negli afidi, in cui i maschi compaiono solo in determinati momenti.
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Julodis
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Inviato: 17/11/2010, 8:02 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Vedo che io e Roberto ti abbiamo mandato due risposte apparentemente molto diverse in contemporanea. In realtà affrontano due aspetti diversi del problema, ma non sono in contrasto tra loro. L'effetto descritto da Roberto è sicuramente importantissimo nel determinare la nostra percezione del rapporto tra sessi, che non sempre corrisponde però alla realtà. Come pure la diversa durata di vita (generalmente a vantaggio del sesso femminile) fa la sua parte nel determinare la consistenza numerica dei due sessi nelle popolazioni.
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Hemerobius
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Inviato: 17/11/2010, 8:09 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Caro Maurizio, credo tu confonda la visibilità col numero ! Non esistono motivazioni genetiche per un maggior numero di maschi. A volte capita che la popolazione sia in condizioni di sofferenza e quindi sopravvivano solo gli esemplari più piccoli cioé i maschi (che è la norma). Infatti una sex ratio di adulti spostata verso i maschi è indice di cattive condizioni di popolazione. Tra l'altro anche in questi casi si prende in considerazione la sex ratio allo sfarfallamento, non quella alla nascita che è approssimativamente 1 a 1. Molto spesso siamo antropocentrici e prendiamo in considerazione solo quello che percepiamo più facilmente (adulti anziché larve, per non parlare delle uova; esemplari che catturiamo o vediamo e non quelli effettivamente presenti; &c &c). Roberto 
_________________ verum stabile cetera fumus
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cosmln
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Inviato: 17/11/2010, 8:17 |
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Iscritto il: 26/03/2010, 14:55 Messaggi: 5932 Località: Romania
Nome: Cosmin-Ovidiu Manci
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Scriverò questo in inglese, più facile...
For example in Odonata (in a large number of species), depending on the moment, will be a bigger number of males, later the number will be more or less equal, and later will be more female (or even only females). males are the first that appear in a population, folowing the females (the number start to become equal) and later males dies and females continue to lay eggs. So depending on the moment you see the population, you may think that there are more males of females or...
But in general I think the females are more dispose to hide so will be seen less and males will be more active searching for females so will appear to be in a larger number.
cosmln
_________________ Cosmin-Ovidiu Manci ********************** cosmln's place - my blogjust insectsDragonflies of Romania
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Julodis
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Inviato: 17/11/2010, 8:41 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Hemerobius ha scritto: Molto spesso siamo antropocentrici e prendiamo in considerazione solo quello che percepiamo più facilmente (adulti anziché larve, per non parlare delle uova; esemplari che catturiamo o vediamo e non quelli effettivamente presenti; &c &c). Roberto  Parlavo solo degli adulti. Ovviamente nella maggior parte delle specie di insetti il rapporto dei sessi allo stadio di uovo dovrebbe essere di 1:1, salvo casi particolari, visto che dipende solo dal caso.
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Hemerobius
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Inviato: 17/11/2010, 9:39 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Julodis ha scritto: Vedo che io e Roberto ti abbiamo mandato due risposte apparentemente molto diverse in contemporanea. In realtà affrontano due aspetti diversi del problema, ma non sono in contrasto tra loro. L'effetto descritto da Roberto è sicuramente importantissimo nel determinare la nostra percezione del rapporto tra sessi, che non sempre corrisponde però alla realtà. Come pure la diversa durata di vita (generalmente a vantaggio del sesso femminile) fa la sua parte nel determinare la consistenza numerica dei due sessi nelle popolazioni. Non avevo visto questo messaggio  ! Il mio secondo risulta quindi rindondante, scusatemi. Roberto 
_________________ verum stabile cetera fumus
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Apollo11
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Inviato: 18/11/2010, 2:34 |
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Iscritto il: 11/11/2009, 16:30 Messaggi: 117
Nome: Corrado Cancemi
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Cita: Molto spesso siamo antropocentrici e prendiamo in considerazione solo quello che percepiamo più facilmente (adulti anziché larve, per non parlare delle uova; esemplari che catturiamo o vediamo e non quelli effettivamente presenti; &c &c). Ciao a tutti, inannzitutto grazie mille per le risposte esaurienti  Che dire, mi sono reso conto che comunque la mia domanda trova una spiegazione anche nella semplice affermazione di Hemerobius. Dico così perché, in effetti, le volte in cui ho sentito parlare di "femmine in numero minore dei maschi" si è trattato di email che scambiavo con persone che lavorano alla raccolta degli insetti, e trattandosi di un'attività in cui si fa uso dell'osservazione diretta, "a vista", è possibile arrivare a dire di aver visto più maschi che femmine.. Esempio pratico: molte coppie di Lepidotteri diurni che ho acquistato avevano la femmina di poco più costosa. Nel caso di una coppia di Papilio machaon inglesi, a parità di condizioni degli esemplari il maschio costava 3 euro e la femmina 5, e la spiegazione fornitami da chi me l'ha venduta è che è più facile incontrare maschi..
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Eopteryx
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Inviato: 18/11/2010, 19:36 |
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:02 Messaggi: 1428 Località: Verona - Roma - Foggia e sporadicamente Padova
Nome: Filippo Di Giovanni
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Hemerobius ha scritto: Tra l'altro anche in questi casi si prende in considerazione la sex ratio allo sfarfallamento, non quella alla nascita che è approssimativamente 1 a 1. Roberto  Andando a memoria e sperando di non dire scemenze, il rapporto alla nascita deve essere 1:1 (salvo casi "evolutivamente" particolari = leggasi gli insetti sociali o curculioni partenogenetici di cui sopra) perchè se in una popolazione di fossero 100 femmine e 2 maschi, sarebbe vantaggioso, in termini di fitness, produrre maschi; lo stesso vale per in caso opposto. Sempre se non dico scemenze, il ragionamento fa capo a Fisher (prendetevela con lui)  . Hemerobius ha scritto: O a fenomeni come quello che avviene nel Crisopide Hypochrysa elegans. Questa specie, legata ai boschi di faggio, allo sfarfallamento si raggruppa sulle fioriture presenti nelle radure per nutrirsi di polline. Su queste fioriture però le femmine rimangono giusto il tempo di accoppiarsi, poi si disperdono sugli alberi ad ovideporre. I maschi rimangono invece tutta la vita lì. Così se vai a raccoglierle trovi una sex ratio si 50 a 1 a favore dei maschi. Roberto  Esempio, nello studio che sto conducendo sugli Icneumonidi, in alcune specie è assolutamente chiaro come maschi e femmine si distribuiscano in maniera differente sia a livello temporale (tempi diversi di sfarfallamento) sia spaziale (sottobosco vs canopy). Il che può portare a forti distorsioni della nostra percezione delle cose. Pippo
_________________ "Non posso separare il piacere estetico che provo nel vedere una farfalla dal piacere scientifico di sapere che cosa è" (V.Nabokov)
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Julodis
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Inviato: 18/11/2010, 21:08 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Eopteryx ha scritto: Andando a memoria e sperando di non dire scemenze, il rapporto alla nascita deve essere 1:1 (salvo casi "evolutivamente" particolari = leggasi gli insetti sociali o curculioni partenogenetici di cui sopra) perchè se in una popolazione di fossero 100 femmine e 2 maschi, sarebbe vantaggioso, in termini di fitness, produrre maschi; lo stesso vale per in caso opposto. Sempre se non dico scemenze, il ragionamento fa capo a Fisher (prendetevela con lui)  . Nelle specie in cui il sesso è determinato geneticamente dalla presenza di eterosomi la possibilità che la fecondazione dia origine a zigoti maschi o femmine è ovviamente identica, quindi il rapporto al momento della fecondazione deve essere 1:1 (eccetto le specie che "possono scegliere" il sesso della prole), anche senza ricorrere al concetto di fitness. Non sempre però gli embrioni maschi e femmine hanno la stessa vitalità, per cui in certe specie può già esserci una differenza in percentuale al momento della schiusa delle uova. Le capacità di sopravvivenza dei due sessi nelle varie fasi di vita possono poi essere diverse, sia per maggiore o minore vitalità, sia per diversa pressione dei predatori, parassiti, resistenza alle malattie, diversa etologia, ecc. Quindi è normale che in alcune specie la popolazione adulta sia costituita in numero approssimativamente uguale da maschi e femmine (qui rientrano probabilmente tutte o quasi le specie di Buprestidi, con cui ho esperienza diretta), mentre in altre prevale uno dei due sessi. Ovviamente, nelle specie che si riproducono una sola volta, come gli insetti, la condizione migliore dovrebbe essere quelli di parità numerica tra sessi ma: 1 - a volte una maggiore mortalità pre-riproduttiva di un sesso (generalmente quello maschile, spesso più esposto alla predazione per morfologia e/o etologia) potrebbe essere compensata dal raggiungimento dell'età adulta da parte di un maggior numero di individui del sesso più selezionato una volta adulto 2 - non è detto che ogni specie ed ogni popolazione abbia raggiunto un adattamento ottimale, anzi normalmente non lo raggiunge nessuna. Temo di essere stato un po' oscuro nell'esporre almeno parte del mio pensiero. Nel caso, scusate. 
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Hemerobius
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Inviato: 18/11/2010, 21:21 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Questa discussione ha portato alla luce, come poteva essere prevedibile, come un concetto possa essere esaminato da innumerevoli punti di vista. Provo (un po' presuntuosamente  ) a riassumere: A) geneticamente le specie anfigoniche producono una prole tendente ad un rapporto 1 a 1 tra i sessi; B) in qualsiasi stadio vitale (dall'embrione in poi), grazie ad una mortalità differenziale, può alterarsi il rapporto 1 a 1 a favore dell'uno o dell'altro sesso (normalmente in condizioni di stress sopravvivono più maschi che sono più piccoli); C) anche dal punto di vista temporale una popolazione può vedere modificato il rapporto tra sessi (Cosmin l'ha spiegato molto bene); D) ancora maggiori possono essere le differenze legate all'habitat o all'etologia, così nell'ambiente X può essere presente quasi esclusivamente un sesso mentre l'altro si trova nell'ambiente Y; E) a tutto questo possono aggiungersi fattori antropici per i quali vengono visti/contati/catturati più esemplari di un sesso rispetto all'altro. Roberto 
_________________ verum stabile cetera fumus
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Julodis
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Inviato: 18/11/2010, 21:29 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Hemerobius ha scritto: Questa discussione ha portato alla luce, come poteva essere prevedibile, come un concetto possa essere esaminato da innumerevoli punti di vista. Provo a riassumere:.........  Concordo in pieno.
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Eopteryx
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Inviato: 18/11/2010, 22:54 |
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:02 Messaggi: 1428 Località: Verona - Roma - Foggia e sporadicamente Padova
Nome: Filippo Di Giovanni
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Julodis ha scritto: Nelle specie in cui il sesso è determinato geneticamente dalla presenza di eterosomi la possibilità che la fecondazione dia origine a zigoti maschi o femmine è ovviamente identica, quindi il rapporto al momento della fecondazione deve essere 1:1 (eccetto le specie che "possono scegliere" il sesso della prole), anche senza ricorrere al concetto di fitness. E' vero che se ho 100 palline, 50 rosse e 50 gialle, la probabilità di avere giallo è uguale a quella di avere rosso, ma se ne prendo 10 posso non avere necessariamente 5 gialle e 5 rosse. Quello che credo Fisher volesse dire è che ciò che in questa situazione il caso può spingere da una parte o dall'altra, la selezione (la fitness) tende a mantenere in equilibrio. Julodis ha scritto: 2 - non è detto che ogni specie ed ogni popolazione abbia raggiunto un adattamento ottimale, anzi normalmente non lo raggiunge nessuna. Qui si rischia di entrare in un discorso epistemologico Meno male che Roberto ha sintetizzato tutto A presto, Pippo
_________________ "Non posso separare il piacere estetico che provo nel vedere una farfalla dal piacere scientifico di sapere che cosa è" (V.Nabokov)
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Julodis
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Inviato: 18/11/2010, 23:04 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Eopteryx ha scritto: E' vero che se ho 100 palline, 50 rosse e 50 gialle, la probabilità di avere giallo è uguale a quella di avere rosso, ma se ne prendo 10 posso non avere necessariamente 5 gialle e 5 rosse. Quello che credo Fisher volesse dire è che ciò che in questa situazione il caso può spingere da una parte o dall'altra, la selezione (la fitness) tende a mantenere in equilibrio. Questo effetto di devianza casuale dalle percentuali previste dal calcolo delle probabilità diventa sensibile solo in popolazioni costituite da un esiguo numero di individui, quando gli effetti dovuti al caso possono superare quelli indotti dalla selezione naturale (deriva genetica, effetto fondatore e roba simile). Applicando il concetto al rapporto tra sessi, è vero che se una coppia ha 4 figli non necessariamente devono essere 2 maschi e 2 femmine (ad esempio, noi siamo tre fratelli, tutti maschi), ma se esaminiamo tutti i figli di una popolazione consistente, eccettuati i casi di mortalità differenziata di cui sopra, dovremmo essere sempre intorno al rapporto 1:1.
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