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Importazione dai Paesi Terzi: aggiornamento



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MessaggioInviato: 24/03/2011, 0:06 
 

Iscritto il: 29/05/2009, 21:52
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Località: Provincia di Varese
Nome: Umberto Coerezza
Ho voluto riprendere questo thread in quanto vi sono delle “novità”.
Il 04/03/2011 è entrato in vigore il Reg. CE 1069/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale (SOA) e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e, contestualmente, il Reg.CE 142/2011 della Commissione che riporta le disposizioni di applicazione del Reg. Ce 1069 stesso.
In sostanza, rispetto al Reg. CE 1774, non è che cambi molto ma, all’interno del vasto articolato delle norme tra “i materiali di origine animale non soggetti a preventiva autorizzazione o nullaosta ministeriale vi sono “gli insetti morti ed essiccati destinati a pratiche di collezionismo o fini didattici” .
Attenzione non significa via libera a tutte le importazioni dai Paesi Terzi in quanto vi è un requisito per l’importazione “certificazione veterinaria rilasciata dall’Autorità competente del Paese Terzo di provenienza che attesti quanto segue: il prodotto ottenuto in condizioni igieniche non veicola agenti patogeni e non è pericoloso”.
La deroga alla certificazione veterinaria è ammessa per scambi tra Università o Centri di ricerca pubblici autorizzati di materiali di o.a non soggetti a preventiva autorizzazione o nullaosta ministeriale.
In questo caso il requisito d’importazione è il seguente: "dichiarazione rilasciata dall’Istituto o centro di provenienza nella quale siano chiaramente indicati la natura del prodotto e la sua destinazione d’uso."
Posso allegarvi solo il Reg.1069 in quanto il Reg. 142 supera il limite massimo di 4 MiB.
La materia è in evoluzione e siamo in attesa delle Linee guida ed i vari chiarimenti Ministeriali e regionali.
Vi terrò aggiornati.
:hi: :hi:


REG-1069_2009_Abroga_1774_2002_Sottoprodotti.pdf [1.51 MiB]
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MessaggioInviato: 24/03/2011, 23:56 
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Iscritto il: 14/01/2010, 0:10
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Nome: Giovanni Ratto
manchur ha scritto:
Posso allegarvi solo il Reg.1069 in quanto il Reg. 142 supera il limite massimo di 4 MiB.
Mi sono fatto spedire il file da Umberto ed eccolo qua: ;)

Reg 142.2011.pdf [8.09 MiB]
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:hi:

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ImmagineGiovanni
Pactolinus gigas (Paykull, 1811)


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MessaggioInviato: 25/03/2011, 8:25 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
manchur ha scritto:
In sostanza, rispetto al Reg. CE 1774, non è che cambi molto ma, all’interno del vasto articolato delle norme tra “i materiali di origine animale non soggetti a preventiva autorizzazione o nullaosta ministeriale vi sono “gli insetti morti ed essiccati destinati a pratiche di collezionismo o fini didattici” .
Attenzione non significa via libera a tutte le importazioni dai Paesi Terzi in quanto vi è un requisito per l’importazione “certificazione veterinaria rilasciata dall’Autorità competente del Paese Terzo di provenienza che attesti quanto segue: il prodotto ottenuto in condizioni igieniche non veicola agenti patogeni e non è pericoloso”.
La deroga alla certificazione veterinaria è ammessa per scambi tra Università o Centri di ricerca pubblici autorizzati di materiali di o.a non soggetti a preventiva autorizzazione o nullaosta ministeriale.
In questo caso il requisito d’importazione è il seguente: "dichiarazione rilasciata dall’Istituto o centro di provenienza nella quale siano chiaramente indicati la natura del prodotto e la sua destinazione d’uso."

Nella pratica, per non noi cambia nulla, visto che quando i pacchi arrivavano in "certe dogane presso Milano" subivano comunque una visita veterinaria che doveva essere pagata dal destinatario. Proprio in questi giorni ho un pacco fermo a Linate, e mi è stato chiesto di presentare la stessa documentazione che mi chiedevano in passato. L'unica differenza è che stavolta non posso mandarla per email, ma solo per fax o per posta.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 25/03/2011, 23:01 
 

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Nome: Umberto Coerezza
Scusa Maurizio, potresti spiegarmi nel dettaglio le caratteristiche della tua spedizione.
Ti è stata inviata da un privato? Da un Museo? E' arrivata con il certificato di scorta veterinario?
Quali documenti ti sono stati richiesti?
Hanno considerato la posta certificata per le email; l'hai proposta?
Parli di spese veterinarie o doganali?
:roll:


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MessaggioInviato: 26/03/2011, 0:04 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
manchur ha scritto:
Scusa Maurizio, potresti spiegarmi nel dettaglio le caratteristiche della tua spedizione.
Ti è stata inviata da un privato? Da un Museo? E' arrivata con il certificato di scorta veterinario?
Quali documenti ti sono stati richiesti?
Hanno considerato la posta certificata per le email; l'hai proposta?
Parli di spese veterinarie o doganali?
:roll:

Inviata da un privato (Lumawig)
Dubito che ci sia un certificato veterinario. Almeno, le altre volte che ho ricevuto pacchi dallo stesso mittente non c'era nulla del genere
Mi sono stati richiesti:
il solito modulo con la dichiarazione del contenuto
copia della fattura
copia di un mio documento
copia del mio codice fiscale
Per l'invio di questi è previsto (per Linate, perchè per altre dogane si può anche per email) solo o via Fax o via posta. Ho telefonato per chiedere se potevo inviare il tutto per email, ma mi hanno risposto che per il loro ufficio non è previsto
In quanto alle spese, che non erano specificate, saranno come al solito l'IVA su prezzo pagato (spedizione compresa, non ho mai capito perchè), più 6-7 Euro di diritti doganali, più una cifra analoga per il controllo veterinario, nel caso dovessero farlo (spero di no, perchè spesso questo vuol dire trovarsi vari esemplari danneggiati, ed in acuni casi mancanti)

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 26/03/2011, 0:42 
 

Iscritto il: 29/05/2009, 21:52
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Nome: Umberto Coerezza
Rilevo delle anomalie. :roll:
Linate non è un posto di ispezione frontaliero (PIF) per Paesi Terzi. Avrebbero dovuto arrivare a Malpensa o Torino Caselle.
Secondo la normativa da un privato non possono arrivare ad un altro privato e comunque è necessario il certificato veterinario trattandosi appunto di SOA di categoria 3.
La visita veterinaria è obbligatoria (apertura della scatola).
Con quale dicitura sono arrivati?


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MessaggioInviato: 26/03/2011, 8:06 
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Nome: Maurizio Gigli
manchur ha scritto:
Rilevo delle anomalie. :roll:
Linate non è un posto di ispezione frontaliero (PIF) per Paesi Terzi. Avrebbero dovuto arrivare a Malpensa o Torino Caselle.
Secondo la normativa da un privato non possono arrivare ad un altro privato e comunque è necessario il certificato veterinario trattandosi appunto di SOA di categoria 3.
La visita veterinaria è obbligatoria (apertura della scatola).
Con quale dicitura sono arrivati?

La dicitura dovrebbe essere "Dried insects for scientific studies" o qualcosa di simile. Sul modulo che mi è stato inviato mi pare ci fosse scritto "insetti secchi", ma potrei anche sbagliarmi, perchè non l'ho con me.

Comunque, in genere quando mi arrivano comunicazioni di pacchi bloccati in dogana, si tratta sempre di Roserio o Lonate Pozzolo, questa è la prima volta che mi arriva un avviso da Linate. Assolutamente mai avuto contatti con Torino Caselle.
Alla visita veterinaria sono ormai rassegnato da tempo. L'importante è che venga effettuata senza distruggere il materiale contenuto, come a volte mi capita.

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MessaggioInviato: 26/03/2011, 17:13 
 

Iscritto il: 29/05/2009, 21:52
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Julodis ha scritto:
Alla visita veterinaria sono ormai rassegnato da tempo. L'importante è che venga effettuata senza distruggere il materiale contenuto, come a volte mi capita.

In questo caso qualcosa si potrebbe fare, per esempio utilizzando contenitori in plastica trasparente dove è visibile l'interno e con un leggero strato di nastro adesivo facilmente spostabile per aprire una finestra. Con opportune istruzioni eviterebbero di aprire la scatola stessa......... ;)
A questo punto si potrebbe cercare qualche contatto e spiegare il tutto.
Se non si spiega a chi controlla è difficile pretendere che capisca cosa significa Holotipus , Reitter, 1895 ecc. ecc :?
Diventa un pò complicato mezzo forum farti capire quello che si potrebbe fare. E' necessario comprendere inoltre a quanti potrebbe interessare quanto ci stiamo dicendo.
A me non interessa più di tanto in quanto mi occupo solo di fauna italiana e non importo nulla, ma conosco il "sistema". Capisci che se il problema è solo tuo......
Se vi è invece un certo interesse, ci possiamo sentire per telefono. Se le importazioni invece sono sporadiche ed ognuno preferisce il fai da te utilizzando qualunque altro metodo/mezzo ( e lo posso anche capire) , è meglio non muoversi .
La strada non è corta, ma è comunque percorribile.
:hi:


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MessaggioInviato: 26/03/2011, 20:34 
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Nome: Maurizio Gigli
Il sistema della scatola trasparente, ecc., sarebbe sicuramente valido. Il problema è che spesso questi pacchi arrivano da gente che raccoglie insetti per raggranellare quakche soldo per campare, e che magari vive in quanche villaggio sperduto nel sahel o in qualche foresta tropicale, dove è grasso che cola se trovano qualcosa in cui metterli. In particolare dall'Africa (escluso il Sud Africa) ci si può aspettare qualsiasi tipo di imballaggio. Spesso arrivano insetti messi, se va bene, appoggiati secchi tra due strati di cotone chiusi in una scatola di cartone, che sono già difficili per me da estrarre senza distruggerli, figuriamoci da chi deve controllare decine di pacchi al giorno. Anche se spesso cerco di spiegare come imballarli, non sempre seguono le istruzioni (quasi mai, eccetto gli asiatici che di solito sono molto precisi). Perfino dalle università arrivano sorprese. Poco tempo fa mi è arrivato un pacco dall'Iran (tutti Julodis da determinare), in cui, benchè non fosse stato aperto, era tutto distrutto a causa del modo in cui gli esemplari erano stati messi nel pacco.

Non credo che riguardi solo me, ma ritengo di essere uno dei più colpiti per due motivi:
1 - studio i Buprestidi a livello mondiale, quindi non ho altro modo per avere specie provenienti da ogni angolo del pianeta (esclusa l'Antartide)
2 - sono un "entomologo dilettante", quindi oltre a dover far tutto a spese mie, non posso appoggiarmi a enti di ricerca e istituti universitari (potrei anche farmi mandare il materiale a qualche sede istituzionale qui a Roma e andarmelo a prendere lì, ma mi pare una presa per il ... in giro del sistema).

Dal momento che gli insetti così conservati non pongono problemi sanitari, bisognerebbe studiare un sistema per semplificare le procedure, come una specie di autorizzazione permanente nominativa che gli entomologi come me (che importano spesso insetti ma non a scopo commerciale, ed in genere in quantità ogni volta limitate) potrebbero richiedere agli uffici competenti una volta per tutte, eventualmente con un rinnovo ogni tanto, per evitare il controllo sanitario o almeno renderlo più semplice. Magari se si riuscisse a parlare direttamente con un responsabile e spiegare bene le cose, si potrebbe arrivare a qualcosa di positivo.

Un'altro problema che ho cercato di spiegare ai funzionari, ma senza risposta, è il pagamento dell'IVA. E' giusto pagarla su materiale acquistato, ma quando si tratta di cambi, o materiale spedito per determinazione o per poterlo confrontare con altro, e che magari poi va restituito al mittente, perchè far pagare una tassa su qualcosa che non è stato comprato e che poi va restituito? Mi è successo più di una volta, soprattutto con insetti ricevuti (non acquistati!) dal Giappone o dagli USA, e mi è toccato inventarmi un "valore della merce", che "non può essere 0", come chiaramente specificato nel modulo da compilare.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 27/03/2011, 9:59 
 
ancora....
si cercano scappatoie, l'unica cosa è che la legge è fatta male ma male per non dire peggio, a me girerebbero moolto se rompessero gli esemplari.
sicuramente se mi rompessero un solo esemplare li offenderei ma per 15 minuti buoni per telefono mail etcc. e poi scommetto se gli fai presente le cose, incominciano subito a sentirsi grandi ... va beh lasciamo stare
Fabrizio


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MessaggioInviato: 27/03/2011, 11:59 
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Nome: Giuseppe Platia
:hi: :hi: A me è capitato un mese fa, mi hanno bloccato a Linate un pacco proveniente dalla Svizzera, elateridi da determinare e restituire. Non mi hanno chiesto il certificato veterinario ma solo i soldi (la classica fattura)! Ho inviato una lettera di spiegazioni (le solite e cioè che non era materiale che avevo acquistato ma che dovevo solo studiare ecc.) e tutti i miei dati fiscali e alla richiesta di dare un valore, dato che non può essere 0 ho dato il valore simbolico di un euro. Risultato: silenzio assoluto per oltre due mesi e mezzo, infine recapito del pacco con pagamento di 6 euro! (penso spese doganali). Quasi tre mesi per un pacchetto dalla Svizzera, secondo me andrebbero denunciati per interruzione di servizio pubblico!

:hi: :hi:


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MessaggioInviato: 27/03/2011, 16:17 
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Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
A proposito di tempi che stanno tornando ad essere biblici, in questo momento sto aspettando tre pacchi da paesi diversi, spediti a gennaio e di cui non so più nulla. :x

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 27/03/2011, 16:51 
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Iscritto il: 01/11/2010, 21:21
Messaggi: 2105
Località: Brescia
Nome: Mario Grottolo
A me, qualche mese fa, è capitata la stessa cosa di Anostirus con un pacchetto proveniente dal Giappone: richiesta di indicare il valore. Ho telefonato dicendo che il materiale era per studio e quindi non aveva valore economico: nulla da fare :devil: dovevo per forza indicare un valore anche di un euro, cosa che ho fatto.
Dopo un mese ho ritelefonato per sapere qualche cosa: risultato tutto fermo per le analisi fitosanitarie. A questo punto ho telefonato al Servizio veterinario della dogana è ho parlato direttamente con un veterinario addetto al controllo spiegandogli il contenuto e pregandolo di non aprire il pacchetto per non rompere i delicatissimi e "preziosissimi" trechini giapponesi.
Gli ho detto che ero un collega dell'ASL , gli ho comunicato il nominativo del mio collega (responsabile del Servizio veterinario dell'ASL di Brescia) che gentilmente si era prestato ad aiutarmi. Nulla da fare :devil: : il pacchetto è stato aperto (per fortuna senza conseguenze).
Quello che non ho capito è che non mi hanno fatto pagato nulla, ma non c'era nessun certificato fitosanitario allegato.
Conclusione: purtroppo problemi li avremo sempre e i pacchetti verranno aperti, l'unica cosa da fare è comunque tempestare :no1: di telefonate sia l'Ufficio dogana, sia il Servizio veterinario per snellire i tempi di attesa, che per me sono stati comunque di circa due mesi.
:hi:


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MessaggioInviato: 27/03/2011, 21:35 
 

Iscritto il: 29/05/2009, 21:52
Messaggi: 140
Località: Provincia di Varese
Nome: Umberto Coerezza
Se qualcuno ha altre esperienze in merito, citando anche dogane di altri Paesi CE dove magari le pratiche sono "più snelle", sarebbe opportuno riportarle.
Solo un breve resoconto tralasciando i commenti personali ;)
:hi:


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MessaggioInviato: 27/03/2011, 22:13 
 

Iscritto il: 29/05/2009, 21:52
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Località: Provincia di Varese
Nome: Umberto Coerezza
hutia ha scritto:
ancora....
si cercano scappatoie, l'unica cosa è che la legge è fatta male ma male per non dire peggio, a me girerebbero moolto se rompessero gli esemplari.
sicuramente se mi rompessero un solo esemplare li offenderei ma per 15 minuti buoni per telefono mail etcc. e poi scommetto se gli fai presente le cose, incominciano subito a sentirsi grandi ... va beh lasciamo stare
Fabrizio

Fabrizio,non sono d'accordo.
E' ovvio che ad ognuno di noi girerebbero se ci rompessero gli esemplari, ma loro sono autorizzati ad aprire le confezioni degli esemplari e a controllarli uno ad uno. La legge è un Regolamento comunitario e come tale applicabile in tutti gli Stati membri. Il problema è che si tratta di sottoprodotti e come tali, dopo l'esperienza BSE, particolarmente controllati (Orotrechus potrà confermare). E' evidente che i nostri "Dried insects for scientific studies" non rappresentano che un remoto nonchè trascurabile potenziale rischio per la salute. Ma questo va spiegato. Qualcuno di voi conosce articoli che possono sostenere questa tesi? Cosa abbiamo a nostro favore? Il rischio zero lo sappiamo,non esiste.
L'uscita di questi Regolamenti potrebbe creare problemi anche presso altre dogane comunitarie dove fino ad ora vi era un certo permissivismo/tolleranza.
Le scappatoie è probabile che non funzioni più ed è per quello che ritengo sia necessario cercare di avere un approccio diretto con chi di dovere.


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