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La lenta e inesorabile scomparsa degli insetti



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 14/03/2020, 22:04 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Jessem ha scritto:
Il fenomeno è di sicuro multifattoriale, in una meta-analisi uscita di recente si è evidenziato come le popolazioni di lepidotteri in Scandinavia siano cambiate a seconda del numero di piante ospiti: le specie che diminuivano o sparivano erano quasi sempre mono- o oligofaghe, mentre le specie più polifaghe addirittura tendevano ad aumentare.
Lo stesso studio evidenza un simile trend un po' in tutti gli Ordini: tante specie specialiste in diminuzione o sparizione, poche specie generaliste in aumento.

Non so chi abbia fatto questa sensazionale scoperta ma è da quando andavo all'Università come studente, e sono passati 40 anni e passa, che questa è cosa ben nota. Il motivo direi che è ovvio. (quantunque, ci possono anche essere delle notevoli eccezioni)

Jessem ha scritto:
Un'altra correlazione era legata alla fase svernante: le specie che svernano da immature (larva o pupa) sono diminuite molto più di quelle con fase svernante adulta. Questo pare suggerire che il cambiamento climatico, che sta rendendo gli inverni sempre meno freddi, possa essere una causa preponderante insieme alla semplificazione degli habitat.

Questo, almeno per quanto riguarda i Coleotteri xilofagi, che conosco meglio, è spiegabile con un "segnale" che dà il via al passaggio da larva matura a pupa (forse anche da pupa ad adulto), costituito da uno sbalzo termico. Senza questo, alcune specie completano ugualmente lo sviluppo, magari in ritardo, prolungando a volte anche di un anno, mentre altre apparentemente non lo completano proprio, andando incontro ad un periodo di deperimento fino alla morte.

Jessem ha scritto:
A questo punto chiedo agli entomologi "senior" (ahimè io sono solo un ragazzino): quali sono delle specie di insetti che invece avete visto aumentare nel corso dei decenni?

Nel mio gruppo di studio, ovvero i Buprestidae, apparentemente sono più le specie in aumento numerico che quelle in diminuzione, a parte quelle legate a piante in forte rarefazione (ad esempio, ai pioppi), o che presentano fluttuazioni pluriennali (ad esempio, le specie legate agli olmi). Per il resto, pare che il cambiamento climatico e le condizioni di stress a cui molte piante sono sottoposte, favoriscano l'attacco e lo sviluppo di questi insetti xilofagi particolarmente ben adattati ad ambienti xerici. In particolare, la deficienza idrica a cui molte piante devono far fronte sembra porle in condizione di essere attaccate più facilmente.

_________________
Maurizio Gigli
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