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QUALI INSETTI CONSIGLIATE DI STUDIARE



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: QUALI INSETTI CONSIGLIATE DI STUDIARE
MessaggioInviato: 17/02/2019, 0:28 
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Iscritto il: 08/11/2018, 0:02
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Nome: Tommaso Lisa
Buonasera.
Ciò che ha motivato il mio ritorno all'entomologia sono tutte quelle famiglie di Coleotteri meno conosciute.
Premetto che a livello teorico le energie saranno dedicate a comprendere la tassonomia, poiché mi sento motivato a comprendere metodi e codici che portano a dare i nomi, e la maniera in cui questi nomi vengono ordinati secondo criteri di prossimità o lontananza.
Tuttavia non vorrei che il mio interesse fosse del tutto astratto. Sono particolarmente restio a riprendere la raccolta, eppure è ciò di cui sento maggiore nostalgia.
Secondo voi, quali tra le famiglie meno note merita di essere indagata?
Stento a trovare una motivazione forte che mi indirizzi. Trattandosi di una scelta pratica, di ricerca "sul campo" mi sto domandando innanzi tutto dove preferirei tornare a mettere il naso: sotto terra, nel legno, sui fiori, nell'acqua, per aria.
E quali motivazioni porre a corollario: se studiassi gli xilofagi, arricchirei la mia conoscenza delle piante; se studiassi gli endogei, dei terreni.
Consigliate una ricerca trasversale su tutti gli insetti per tema (il legno), per luoghi (le zone umide) o per specifica famiglia?
C'è qualche famiglia che è rimasta negletta e merita approfondimento, nell'entomofauna italiana, più di altre?
Tra le meno note, mi attraggono molto queste:
Scydmaenidae; Ptiliidae; Pselaphidae; Scirtidae; Heteroceridae; Trogossitidae; Cucujidae; Nitidulidae; Cryptophagidae; Colydiidae; Anobidae; Scaphididae; Bostrichidae; Cisidae; Bruchidae; Scolitidae.
Mentre tendono a non appassionarmi gli insetti idrofili e ipogei. E neppure i floricoli. Sono attratto dagli endogei e xilofagi. Per cui non in superficie, non troppo sotto terra. Mi piacerebbe scavare nella materia, magari marcescente.
Confesso di avere una particolare predilezione per Scolitidi, Bostrichidi e Cucuidi...
Ma ho anche il timore che, rivolgendomi a insetti tanto piccoli e talvolta insignificanti, la ricerca diventi noiosa.
Ogni consiglio sarà utile. Grazie
Tommaso

_________________
Tommaso Lisa

"La realtà non è direttamente sé stessa, essa si presenta attraverso la sua incompleta o fallita simbolizzazione."
Slavoj Žižek


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MessaggioInviato: 17/02/2019, 2:11 
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Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
Domanda a cui è impossibile rispondere, temo...
È un argomento interessante su cui fare una "riflessione di gruppo", ma darti un vero e proprio consiglio indirizzandoti in una direzione precisa, credo sarebbe sbagliato.
È una decisione che devi prendere tu col tempo... Per quanto sia "solo" un hobby (almeno per la maggiorparte di noi), è una attività che prende molte risorse della nostra vita, in termini di tempo, di soldi, e non solo... Quindi è una scelta che è e deve essere strettamente personale.

Se sei ancora tanto indeciso, penso sia giusto iniziare raccogliendo un po' di tutto, facendo tutti i tipi di caccia... Ci vorranno come minimo dei mesi, per trovare il gruppo che ti appassiona di più. A me sono serviti anni, "girando" per non so più quante famiglie, prima di arrivare a quelle che davvero mi soddisfano e mi appassionano.
Ti piace poco perché non ti va di uccidere insetti a caso, senza uno scopo preciso? Una buona idea può essere questa: se dove vivi c'è qualche ambiente (un bosco, una spiaggia, la golena di un fiume, un prato incolto, ...) che ti piace e a cui sei affezionato, concentrati su quello. Raccogli tutto quello che ti capita in quel particolare ambiente, e nel tempo saranno tutti dati buoni per una ricerca di tipo faunistico, che volendo potrai proseguire per anni.
Col tempo potresti scoprire che nessuna famiglia ti attira più delle altre, ma ti piace un particolare tipo di caccia... E allora ti dedicherai a un determinato gruppo ecologico, anziché tassonomico (gli xilofagi, i necrofagi, gli insetti da lettiera, i corticicoli, o altro ancora). Oppure che non hai nemmeno un tipo di caccia preferito, e a quel punto potresti appassionarti alla faunistica, scegliendo determinati habitat e cercando di compilare una checklist più completa possibile dell'entomofauna che vi vive.
O, infine, come al momento sei intenzionato a fare, pian piano ti innamorerai di una certa famiglia e deciderai dedicarti specificamente ad essa. Ma sarà un vero e proprio "innamoramento", non una scelta razionale. Ragionandoci su potresti anche individuare la "famiglia perfetta", snobbata, facile da studiare, piena di novità da scoprire... Ma per quanto sia perfetta, se non ne rimani veramente affascinato non ce la farai mai a dedicarci tutta la vita! Meglio una famiglia iper-studiata, ma che ti appassiona sul serio, secondo me.
Nel senso, se effettivamente è poco studiata, tanto meglio! Ma non credo debba essere il fattore decisivo nella scelta!

Ultima riflessione un po' scontata... Più una famiglia è studiata, e più troverai letteratura recente e aggiornata, e specialisti capaci di aiutarti; ma per contro sarà estremamente difficile trovare novità da descrivere.
Meno una famiglia è studiata, più sarà facile che ci siano novità da scoprire, ma senza specialisti e letteratura decente a cui affidarti... Conviene trovare un compromesso fra le due situazioni estreme!

:hi:

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MessaggioInviato: 17/02/2019, 13:53 
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Località: Calabria
Nome: Ferdinando Giovine
Secondo me la tassonomia è la parte più interessante dello studio.
In qualunque gruppo si trovano strafalcioni da correggere, ma è un lavoro che si fa soprattutto sui libri.
Tanti autori, pur di pubblicare, se incontrano un problema quasi irrisolvibile, lo saltano a piè pari, non lo citano nemmeno e fanno nuove specie che poi risultano meri sinonimi di specie già descritte, ma di cui è difficile reperire i tipi o le diagnosi originali e magari lo avrebbero potuto risolvere raccogliendo materiale topotipico e ridescrivendo la specie attraverso dei neotipi

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Fai attenzione a chi calpesti per salire, potresti incontrarlo mentre scendi. Marcela Jalife


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MessaggioInviato: 17/02/2019, 22:03 
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Iscritto il: 14/03/2009, 12:59
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Località: Milano
Nome: Gabriele Franzini
Dando per scontato che la regola "Gli Staphylinidae NO" sia sempre valida :D :D , io raccomanderei gli Anobiidae, che si trovano frequentemente, sono abbastanza differenziati, e mi sembra che nessuno se li fili da decenni. Oppure i Melandryidae, o entrambi, tanto li puoi trovare insieme. Se vuoi preparare poco, i Tetratomidae: ne ho visto uno in vita mia.

:hi: :hi: G.


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MessaggioInviato: 17/02/2019, 22:36 
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57
Messaggi: 4281
Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
Aggiungo un'ultima osservazione.
Se decidi di dedicarti a una sola famiglia, valutane anche la "numerosità". Alcune famiglie sono poco numerose, e non ha senso dedicarcisi solo a livello italiano (a meno che si scelgano più famiglie e non una sola); in questo caso bisognerà occuparsene in un ambito più ampio, e quindi viaggiare molto se si può, cercare di scambiare e anche acquistare, per poter avere materiale su cui lavorare...
Famiglie numerose invece danno un bel da fare anche rimanendo in Italia.

:hi:

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MessaggioInviato: 17/02/2019, 23:54 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:03
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Località: Bubano di Mordano (Bologna)
Nome: Augusto Degiovanni
Daniele Maccapani ha scritto:
Domanda a cui è impossibile rispondere, temo...
È un argomento interessante su cui fare una "riflessione di gruppo", ma darti un vero e proprio consiglio indirizzandoti in una direzione precisa, credo sarebbe sbagliato.
È una decisione che devi prendere tu col tempo... Per quanto sia "solo" un hobby (almeno per la maggiorparte di noi), è una attività che prende molte risorse della nostra vita, in termini di tempo, di soldi, e non solo... Quindi è una scelta che è e deve essere strettamente personale.

Se sei ancora tanto indeciso, penso sia giusto iniziare raccogliendo un po' di tutto, facendo tutti i tipi di caccia... Ci vorranno come minimo dei mesi, per trovare il gruppo che ti appassiona di più. A me sono serviti anni, "girando" per non so più quante famiglie, prima di arrivare a quelle che davvero mi soddisfano e mi appassionano.
Ti piace poco perché non ti va di uccidere insetti a caso, senza uno scopo preciso? Una buona idea può essere questa: se dove vivi c'è qualche ambiente (un bosco, una spiaggia, la golena di un fiume, un prato incolto, ...) che ti piace e a cui sei affezionato, concentrati su quello. Raccogli tutto quello che ti capita in quel particolare ambiente, e nel tempo saranno tutti dati buoni per una ricerca di tipo faunistico, che volendo potrai proseguire per anni.
Col tempo potresti scoprire che nessuna famiglia ti attira più delle altre, ma ti piace un particolare tipo di caccia... E allora ti dedicherai a un determinato gruppo ecologico, anziché tassonomico (gli xilofagi, i necrofagi, gli insetti da lettiera, i corticicoli, o altro ancora). Oppure che non hai nemmeno un tipo di caccia preferito, e a quel punto potresti appassionarti alla faunistica, scegliendo determinati habitat e cercando di compilare una checklist più completa possibile dell'entomofauna che vi vive.
O, infine, come al momento sei intenzionato a fare, pian piano ti innamorerai di una certa famiglia e deciderai dedicarti specificamente ad essa. Ma sarà un vero e proprio "innamoramento", non una scelta razionale. Ragionandoci su potresti anche individuare la "famiglia perfetta", snobbata, facile da studiare, piena di novità da scoprire... Ma per quanto sia perfetta, se non ne rimani veramente affascinato non ce la farai mai a dedicarci tutta la vita! Meglio una famiglia iper-studiata, ma che ti appassiona sul serio, secondo me.
Nel senso, se effettivamente è poco studiata, tanto meglio! Ma non credo debba essere il fattore decisivo nella scelta!

Ultima riflessione un po' scontata... Più una famiglia è studiata, e più troverai letteratura recente e aggiornata, e specialisti capaci di aiutarti; ma per contro sarà estremamente difficile trovare novità da descrivere.
Meno una famiglia è studiata, più sarà facile che ci siano novità da scoprire, ma senza specialisti e letteratura decente a cui affidarti... Conviene trovare un compromesso fra le due situazioni estreme!

:hi:


Concordo su quasi tutto quello che ti ha detto Daniele, eccetto l'ultima parte.

Mi spiego, se una famiglia, prendo ad esempio i Carabidae di cui mi occupo, formata da circa 40000 specie è iper studiata e ricca di pubblicazioni, non vuol dire che sia più difficile trovare nuove specie da descrivere, sarà difficile trovarle per l'Italia o per il Paleartico (ne dubito viste le continue nuove che si succedono), ma nel resto del mondo asssolutamente no. Basti pensare al bacino Amazzonico (prendo esempio da questo perchè mi sta sempre più appassionando) ci sono generi con solo alcune specie descritte, che usando tecniche nuove di ricerca, hanno aumentato esponenzialmente il loro numero. Ultimamente sto studiando un genere sempre del Sud America i Mizotrechus, questo genere è stato per 108 anni monospecifico, tramite una ricerca in alcune zone con trappole ad intercettazione questo genere è aumentato a 18 specie, ripeto la ricerca è stata condotta solo in alcune zone di alcune nazioni.
Poi basti pensare ai Tachyini sempre del Sud America, Erwin cita che nel solo Smithsonian stima ce ne siano più di 150 ancora da descrivere, ed è così per molti altri generi: Apenes, Diploharpus, Notiobia, Calleida, Lebia, Pachiteles ecc. Pensate che del genere Agra sono state documentate fino ad ora 651 specie e sempre dati di Erwin se ne stimano altre 1000 o 1500. Questo per far capire in primo luogo quante siano le specie da studiare, e in secondo luogo quelle ancora da scoprire, naturalmente riferito a tutte le famiglie.

Ma il problema vero è uno solo, la mancanza di Tassonomia e di Tassonomi, oggi tutti vogliono far ricerche, ma non capiscono che alla fine, di tutto il materiale trovato, molto di esso giacerà indeterminato o nelle collezioni private o nei Musei, sperando poi nella venuta di un qualche Tassonomo :| .

Poi riguardo la domanda che faceva Tommaso, si i consigli vanno bene, ma vedrai che col tempo giungerai tu ad una o più preferenze, purtroppo ci siamo passati tutti. :gh:

_________________
CIAO :hi: Augusto Degiovanni

http://anthicidaeecarabidae.altervista.org


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MessaggioInviato: 18/02/2019, 0:32 
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57
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Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
Altra considerazione, in questo caso molto scherzosa ;)

Se scegli una famiglia che non si fila nessuno, ma proprio nessuno, ma che a tutti capita facilmente di incontrare (tipo i nitidulidi, tanto per dirne una, o gli anobiidi, o altri ancora), chi ti conosce piuttosto che buttarli te li tiene volentieri da parte, e spesso te li regala :to:
Se invece scegli famiglie iperstudiate, per ottenere esemplari da altri di solito devi sudarteli ricambiando a caro prezzo :dead: :mrgreen:

(Il caso peggiore sono le famiglie che non si fila nessuno ma che sono anche difficili da trovare... Ne troverai poche specie tu, e sarà molto difficile riceverne da altri che non le cercano apposta. Purtroppo è il mio caso, almeno per alcune delle mie famiglie... :gh: )

:hi:

_________________
"Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell)
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MessaggioInviato: 18/02/2019, 0:55 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
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Nome: Andrea Liberto
Cita:
C'è qualche famiglia che è rimasta negletta e merita approfondimento, nell'entomofauna italiana, più di altre?
Tra le meno note, mi attraggono molto queste:
Scydmaenidae; Ptiliidae; Pselaphidae; Scirtidae; Heteroceridae; Trogossitidae; Cucujidae; Nitidulidae; Cryptophagidae; Colydiidae; Anobidae; Scaphididae; Bostrichidae; Cisidae; Bruchidae; Scolitidae.


Scydmaenidae ecc: Vari autori; Pselaphidae; Robero Poggi ed altri;

Nitidulidae e Kateretidae: mai sentito parlare di Paolo Audisio ? Ha scritto il volume della Fauna d'Italia delle due famiglie, provate a leggerlo e ne ricaverete vari suggerimenti per l'esercizio della tassonomia (in genere).

Anobiidae, Bostrichidae: Gianluca Nardi, molte pubblicazioni.

Bruchidae: Marcello Zampetti, da sempre. Di che stiamo parlando ? Non saprei, trovo alcuni di voi francamente impreparati.

L'Entomologia ha la sua storia. Impararla, poi eventualmente parlare.

Un gruppo veramente negletto (tra i tanti ?) . Gli Alleculini, in particolare gli "Omophlus". Fuori dall'Italia e dal Mediterraneo (spostandosi appena verso il Vicino oriente), c'è di tutto. Una quantità di specie descritte (vere?)
che è meglio non calcolare, tutte ben "irriconoscibili". Probabilmente vere.

Ecco, se c'è da esercitare tassonomia, comincerei da lì.

Ciao, A.


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MessaggioInviato: 18/02/2019, 7:29 
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Località: Castel Mella (Brescia)
Nome: Livio Mola
Poi, magari, scopri che il tuo cuore ha iniziato a battere per famiglie di altri ordini ...
:mrgreen:

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L'oca è ritenuto l'animale simbolo della stupidità, a causa delle sciocchezze che gli uomini hanno scritto con le sue penne.


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MessaggioInviato: 18/02/2019, 7:45 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Per quanto riguarda il processo che porta alla scelta del proprio gruppo prediletto è già stato detto tutto.
Volevo soltanto accennare una breve lista di quei gruppi dove c'è più bisogno di studiosi, ovvero dove il rapporto tra numero di specie e numero di persone che studia determinato gruppo è più alto (mi riferisco sempre alla sola Italia).
Per il momento mi vengono in mente queste:
-Histeridae (circa 160 specie);
-Hydrophylidae (circa 50 specie);
-Ptilidae (circa 80 specie);
-Staphylinidae (circa 2700 specie);
-Lampyridae (circa 210 specie);
-Bostrichidae (circa 30 specie);
-Anobiidae (circa 120 specie);
-Ptinidae (circa 70 specie);
-Nitidulidae (circa 180 specie);
-Coccinellidae (circa 130 specie);
-Mordellidae (circa 80 specie);
-Chrysomelidae (circa 810 specie);
-Curculionoidea (circa 2200 specie).
E mi sono fermato ai coleotteri.
Gruppi come i Curculionoidei, i Chrysomelidae e gli Staphylinidae sono eccezionalmente numerosi ma contano sul nostro territorio un numero relativamente basso di studiosi, pertanto mi auguro che qualcuno perda la testa per uno di essi!
Marco :hi:

_________________
La natura non conosce pause nel progresso e nello sviluppo, ed attacca la sua maledizione su tutta l'inattività.” [GOETHE]


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MessaggioInviato: 18/02/2019, 12:11 
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57
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Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
Clickie ha scritto:
Cita:
C'è qualche famiglia che è rimasta negletta e merita approfondimento, nell'entomofauna italiana, più di altre?
Tra le meno note, mi attraggono molto queste:
Scydmaenidae; Ptiliidae; Pselaphidae; Scirtidae; Heteroceridae; Trogossitidae; Cucujidae; Nitidulidae; Cryptophagidae; Colydiidae; Anobidae; Scaphididae; Bostrichidae; Cisidae; Bruchidae; Scolitidae.


Scydmaenidae ecc: Vari autori; Pselaphidae; Robero Poggi ed altri;

Nitidulidae e Kateretidae: mai sentito parlare di Paolo Audisio ? Ha scritto il volume della Fauna d'Italia delle due famiglie, provate a leggerlo e ne ricaverete vari suggerimenti per l'esercizio della tassonomia (in genere).

Anobiidae, Bostrichidae: Gianluca Nardi, molte pubblicazioni.

Bruchidae: Marcello Zampetti, da sempre. Di che stiamo parlando ? Non saprei, trovo alcuni di voi francamente impreparati.

L'Entomologia ha la sua storia. Impararla, poi eventualmente parlare.

Un gruppo veramente negletto (tra i tanti ?) . Gli Alleculini, in particolare gli "Omophlus". Fuori dall'Italia e dal Mediterraneo (spostandosi appena verso il Vicino oriente), c'è di tutto. Una quantità di specie descritte (vere?)
che è meglio non calcolare, tutte ben "irriconoscibili". Probabilmente vere.

Ecco, se c'è da esercitare tassonomia, comincerei da lì.

Ciao, A.


In "difesa" dei miei messaggi precedenti, quando scrivevo di gruppi che "non si fila proprio nessuno", lo facevo in tono un po' ironico e comunque in senso relativo... È chiaro che almeno uno specialista lo si trova per quasi tutte le famiglie, ma c'è una bella differenza di copertura fra gruppi come i classici Carabidi, Scarabeoidei, Cerambycidi, ecc..., e i vari "pallinidi" suddetti.
Ben sapendo che, ad esempio, i Nitidulidi sono studiati da Audisio, sinceramente non mi sento di dire una fesseria dicendo che è un gruppo "snobbato" e che "non se lo fila nessuno".
Sul fatto di essere "francamente impreparato", non posso negarlo. Mi dedico all'entomologia solo per passione in modo molto amatoriale, e certamente è molto più quello che non conosco rispetto a quello che conosco. :)

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MessaggioInviato: 19/02/2019, 1:46 
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Nome: Andrea Liberto
Poco da fare, sono stato maleducato.

Me ne scuso con tutti gli interessati, quelli investiti dalla mia irritabilità di questi tempi. Che tento di tenere a freno, ma a volte non mi riesce. Ancora, scusate.

Insisto con gli Alleculini, neglettissimi. Ciao, A. :hi:


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MessaggioInviato: 19/02/2019, 2:16 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
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Nome: Andrea Liberto
Aggiungo, a mia parziale discolpa:

Dire, scrivere che un certo gruppo tassonomico non riceve attenzioni (quando magari da anni c'è già il volume della "Fauna d'Italia" che se ne occupa), può portare lontano dal vero. Andrebbe considerata la "base", per poi dire che non si fanno grandi progressi. Anche se non è vero nemmeno questo,

Audisio continua a pubblicare a ritmo sostenuto aggiornamenti e rimaneggiamenti sulla tassonomia del gruppo.

Dire, scrivere che un certo gruppo non riceve attenzione è materia difficile. Si può dirlo liberamente ed autorevolmente solo dopo aver radunato la bibliografia relativa. Un sacco di lavori passano impercepiti, perché non riguardano i gruppi più popolari. Io stesso ho pubblicato lavoretti su Agyrtidae, Bostrichidae, ecc.

Lavorucchi passati impercepiti, ignorati. Ma esistono, e dovrebbero essere considerati nelle "statistiche" su quali siano i gruppi più studiati.

Nessun dubbio sul "differenziale" di interesse trai gruppi. Proprio per questo risulta più difficile quantificare i lavori dedicati ai gruppi "minori", o meno intensamente studiati che dir si voglia.

Ciao, A.


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MessaggioInviato: 19/02/2019, 3:01 
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Nome: Daniele Maccapani
Ho poco da dire, hai oggettivamente ragione.
Ma continuo a non vederlo in contrasto con quello che volevo dire io. Che poi mi sia espresso male, non lo nego.

Nello specifico, la parte in cui ho scritto che certe famiglie non se le fila "nessuno, ma proprio nessuno" (fra l'altro dopo aver sottolineato che quanto stavo per scrivere avrebbe avuto un tono scherzoso), era riferita alla facilità di ricevere materiale da amici/colleghi quando si è agli inizi, e ci si approccia fra amatori, senza ancora aver a che fare coi maggiori specialisti.
Io mi ritengo ancora un giovane appassionato, e col tempo sto costruendo una rete abbastanza ampia di rapporti con altre persone che, alla mia pari, stanno iniziando o hanno iniziato da poco. E vedo che la grande maggioranza si dedica alle "solite" famiglie (senza sminuire nulla e nessuno!), e una piccola minoranza si dedica ad "altro". Nel mio caso, spesso ricevo in regalo Zoferidi, Erotylidi, Endomychidi, ecc., perchè chi li incontra non ha interesse nel tenerli e non saprebbe neanche a chi altro darli... In tono ironico, le definisco famiglie che "non si fila nessuno" (con un certo gruppo di amici, per riferirsi ad esse è nato il termine "Inutilidae"); ma è chiaramente un'esagerazione: mi ci dedico io, così come esisteranno altri appassionati alla mia pari, ed esistono anche alcuni specialisti affermati che se ne occupano da tempo. Altri gruppi, come Carabidi e altri, difficilmente li ricevo in regalo, perchè gli appassionati ad essi sono tanti, e gli esemplari raccolti in eccesso sono subito "contesi" a suon di scambi.
Mi riferivo semplicemente a questo aspetto, in questo ristretto ambito.

Se poi guardiamo agli specialisti attivi, che hanno pubblicato e continuano a pubblicare, sicuramente troveremo "coperta" la maggior parte delle famiglie, e prima di dire che una famiglia non la studia nessuno, o che la studiano in pochi, bisogna avere bene sott'occhio la letteratura :ok:

Per chiudere, mi scuso anche io, per la prolissità di certi miei messaggi :no1: , e per la superficialità con cui a volte scrivo certe cose, generando possibili fraintendimenti.

:birra:

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MessaggioInviato: 19/02/2019, 15:52 
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Località: Firenze
Nome: Tommaso Lisa
Grazie, ho forse le idee più confuse di prima.
Per ora le mie cacce sono bibliografiche (cerco pubblicazioni) e iconologiche (cerco le immagini delle specie minori che non conosco, confidando che la determinazione a monte sia corretta).
Alcune precisazioni:
Ho praticato per anni assieme a mio padre l'entomologia sul campo, togliendomi quasi tutte le soddisfazioni di ricerca e cattura degli insetti "mainstream". Resta qualche specie (olimpiae, gigas ... ci crederete ma non ho mai trovato di persona una sycophanta o un fullo) ma in genere "vivo di ricordi" e non sono così motivato a ricominciare da lì.
Dovrei forse andare a Rionero a importunare la Acanthobrahmaea, specie protetta, per soddisfare la mia "passione"? O mettermi a scavare per trovare altri Ceratophyus rossii ad esempio? No. Non ci riesco, sento di commettere quasi un crimine. Ho "già dato" come si suol dire.
Quindi.
Gioco a carte scoperte: il mio obiettivo è SCRIVERE di entomologia. Dei racconti. O un diario. Magari proprio raccontando delle passate esperienze, un po' come fa Ettore Contarini in 60 Storie. Ma, e subentra la mia distorsione umanistica, quindi assai poco scientifica, l'insetto mi deve "provocare" riflessioni extraentomologiche, pormi davanti a problemi "altri" non spiegabili tautologicamente. Come nel caso delle strisce nere e arancioni dell'altro mio post.
Mentirei dicendo che mi interessano tutti i Tenebrionidi, ma provo una passione viscerale per il Diaperis, per la domanda che quella specie mi pone. Specie in relazione allo Scaphydium quadrimaculatum, altro insetto che adoro. Ma non sono interessato a tutti gli Scafidi, che comunque devo conoscere, e vorrei saper riconoscere.
Il gesto predatorio dell'impossessarsi dell'insetto e del conservarlo fisicamente mi infastidisce non tanto per l'uccisione della bestiola in sé, ma perché implica un possesso, una tesaurizzazione dell'insetto fatto cosa, merce di scambio. Io non voglio possedere degli insetti, voglio esserne posseduto!
Un poco come la differenza assicurativa, perdonate la deformazione professionale, tra infortunio e malattia.
E dirò di più: ho un lato antispecista. Non sono motivato dai nomina nuda, dal battezzare una nuova specie. E tendo ad essere insofferente verso le gerarchie. Però ho una passione nel comprendere come si sono originate e quali siano le motivazioni della tassonomia.
Non formulo la domanda "quale famiglia consigliate di studiare" perché ho il desiderio di trovare la specie nuova. In teoria va bene tutto, anche la Cetonia aurata, se solleva domande interessanti, se va oltre la semplice catalogazione: ancora non ho compreso se è stata data una spiegazione alla variabilità cromatica, da cosa sia causata...
Ad esempio, mi domando se c'è una parentela tra Stafilini e Pselafidi e in cosa differiscono a livello di strutture. Poi, sarei curioso di sapere perché gli Stafilini sono così tanti rispetto alle altre famiglie.
Dovrei trovare un metodo per regimentare questa messe di domande disparate. Qualcuno sul territorio disposto a farmi lezione, a essere il mio Virgilio, a indirizzare in modo costruttivo questa curiosità.
Sono ammaliato dagli Scolitidi, da sempre, e mi chiedo se esista un libro che li classifichi in base alle relative gallerie. E poi, lo Scolitide, scava la galleria con una data geometria in base alla forma sua propria, o al contrario, è la durezza del legno, il contesto, a mutare la forma dello Scolitide e a determinarne il tipo di scavo?
A presto

_________________
Tommaso Lisa

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