Se la mia determinazione è corretta, e a questo giro ne ho buone speranze
, si tratta di
Chrysis calimorpha siziliana Linsenmaier, 1959; una bestiola niente male e che ancora non possedevo
La
Chrysis calimorpha e la
Chrysis pulchella risultano molto simili tra loro e nella morfologia esterna la principale differenza si ritrova nella punteggiatura più o meno fitta dell'addome che rende la seconda specie più lucida. Un carattere abbastanza chiaro ma, a mio avviso, apprezzabile solo se uno possiede una serie di esemplari per confronto (cosa non semplice visto che si tratta di due specie piuttosto sporadiche).
Con la morfologia interna è sicuramente più semplice almeno nei maschi poiché hanno una capsula genitale ben differenziata. Anche per le femmine, almeno da un punto di vista teorico, la struttura dei tergiti introflessi vengono utilizzati come discriminanti per identificare le specie (dove sono presenti riferimenti bibliografici
) ma l'idea di dover "prendere" l'ovopositore telescopico e doverlo "aprire" per verificare i "disegni" dei vari tergiti, un po' mi spaventava
In realtà nulla di particolarmente complesso, con un minimo di pazienza è un'operazione abbastanza semplice anche nel caso di esemplari da riammorbidire
Ne è testimonianza l'esemplare femmina fotografato che, dopo un primo sguardo alla morfologia esterna, avevo pensato si trattasse di
Chrysis pulchella (tra i due taxon quello più comune) ma non del tutto convinto sono andato ad estrarre l’ovopositore e, confrontando quanto ottenuto con i disegni riportati su Rosa P., 2005 - I Crisidi (Hymenoptera, Chrysididae) del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, ho potuto verificare che si tratta di
Chrysis calimorpha . Vista la provenienza dell’esemplare dovrebbe trattarsi di
Chrysis calimorpha siziliana Linsenmaier, 1959
Si può confermare questa determinazione?
Lunghezza dell'esemplare: poco meno di 8 mm
Struttura dei tergiti introflessi