Ciao Loris
La determinazione di uno Smicromirmino, tribù alla quale appartiene il maschio di Mutillide da te fotografato, non è cosa semplice nemmeno allo stereo, figuriamoci su una foto.
Però forse in questo caso possiamo riuscirci, o quanto meno, provare a restringere il campo.
Intanto una premessa, riguardo alla preparazione (e qui finalmente rispondo a Pippo (
eopteryx) che me lo chiedeva in altra discussione.
Nella mia raccolta, che raduno ormai da quasi trent’anni, ho maschi provenienti dalle più svariate collezioni preparati in tutti i modi possibili (spillati, su cartellini, su cartelloni…)
Francamente non mi scandalizzo più di tanto anche quando sono incollati in cartellino (l’importante che la goccia sia nella quantità minima indispensabile, sotto il torace e che l’insetto non ci nuoti dentro), avendo io stesso utilizzato questo metodo, anche se, in qualche caso, preferisco il cartellino triangolare che lascia visibili maggiori aree ventrali.
Diciamo che nel 90% dei casi i caratteri diagnostici sono visibili nella parte dorsale e dunque anche il soggetto incollato è determinabile (eventualmente lo scollo facilmente e lo esamino per il tempo necessario).
Fondamentale è invece, per la determinazione:
- rendere ben visibile la superficie alare (almeno da un lato), in modo da permetterne la “lettura” delle venature, specialmente dell’ala anteriore.
- aprire bene le mandibole, in modo che sia visibile la loro forma complessiva e, soprattutto, in modo che lascino scoperto e ben visibile il clipeo, spesso fondamentale per la diagnosi.
- estrarre sempre l’armatura genitale (o completamente, incollandola sul cartellino in posizione verticale, o con altre metodiche) o lasciarla fuoriuscire dall’addome quasi completamente. La sua osservazione è necessaria nel 100% dei casi, per la conferma della diagnosi.
Veniamo ora al tuo maschio.
Con buona probabilità, in questo caso, posso dirti, da quello che vedo, che si tratta di
Smicromyrme ausonia Invrea, 1950.
Per confermarlo, ovviamente, è necessario esaminare l’esemplare, ma mi convincono già in tal senso una serie di caratteri visibili e, soprattutto, se vedo bene, la forma caratteristica della seconda nervatura trasverso cubitale che non raggiunge la cubitale, ed è ingrossata e piegata all'apice in modo da formare una specie di
T irregolare rovescita. Meglio di qualunque descrizione, vale l'immagine dell'ala di S. ausonia che ti metto per confronto.
Se riuscissi ad estrarre la capsula genitale, questo ci permetterebbe di determinare con certezza il tuo esemplare.
Ecco come si presenta in visione ventrale (allego anche l'ottimo disegno di Cadamuro, pubblicato sulla Fauna d'Italia del 1964 di Invrea.)