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Smicromyrme sicana (De Stefani, 1887), ♂ - Mutillidae Mutillinae Smicromyrmini

10.VII.2011 - ITALIA - Toscana - SI, Asciano, loc. Lecceto m 350, A. Petrioli leg.


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Smicromyrme sicana (De Stefani, 1887), ♂


Smicromyrme-sicana_habitus-e-genitali_web_small.jpg



Dimensioni: 9 mm (lunghezza); 12 mm (apertura alare).
Nota: La capsula genitale è fotografata, da sinistra a destra, rispettivamente in visione dorsale, laterale e ventrale. Dimensioni: 1,3 mm

Clicca qui per vedere l'immagine in formato 2000x1390





Malgrado il suo nome specifico possa trarre in inganno, questa bella Smicromyrme non è endemica di Sicilia, ma presenta al contrario una diffusione assai vasta, che comprende Francia, Italia, Serbia-Montenegro, Croazia, Albania, Grecia, Ungheria, Austria, Ucraina, Repubblica Ceca , Slovacchia, Romania, Turchia, Russia meridionale, Turchia e Siria (cfr. Lelej & Standfuss, 2003).
La Sicilia è la sua "terra tipica", in quanto il taxon fu descritto proprio della mia isola dal grande entomologo e imenotterologo siciliano Teodosio De Stefani Perez.


deStefani.jpg


Teodosio De Stefani Perez (1853-1935)


Inutile dire che del materiale tipico di questa specie come di tutta l'importante collezione imenotterologica De Stefani, ricca di materiali tipici, c'è rimasta solo...la polvere :cry:
Fortunatamente, in questo caso, il De Stefani, che intratteneva corrispondenza e scambi con altri imenotterologi di tutta Europa, inviò alcuni esemplari ad Ernest André, imenotterologo francese di fama internazionale, autore fra l'altro, insieme al fratello Edmond, della monumentale opera "Species des hyménoptères d'Europe & d'Algérie".
Su questi esemplari sintipici, Petersen (1988) ha potuto stabilire la reale identità del taxon e il suo stato di buona specie e ha potuto designarne il lectotipo.
Il colore del torace, nei maschi di S. sicana varia secondo un cline che va da nord a sud : in Europa centrale il torace è nero, con il pronoto, le tegule, la parte superiore delle mesopleure, lo scutello e il metanoto rossi. Il mesoscuto nero è perciò caratteristicamente circondato da parti rosse. Più a sud diviene rosso prima il mesoscuto, e infine tutto il torace, come originariamente descritto nei maschi di S. sicana di Sicilia dal De Stefani.
La forma di colore settentrionale, si spinge al sud fino in Toscana, come si può vedere osservando l'esemplare fotografato, generosamente donatomi, insieme ad altri Mutillidi, dall'amico Andrea Petrioli, che ringrazio di cuore :lov2:

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Come sempre foto stupende!!
Ma in cosa hai incluso la capsula genitale per poterla fotografare in tutte le direzioni???

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Maw89 ha scritto:
Come sempre foto stupende!!
Ma in cosa hai incluso la capsula genitale per poterla fotografare in tutte le direzioni???


Grazie Nicola :)
La capsula genitale è semplicemente immersa in glicerolo: per tenerla in posizione, mentre la fotografo nelle tre visioni utili per l'identificazione, è tenuta ferma da una "minutien" (microspillo), inserito nel retro della capsula genitale.
Nell'elaborazione finale dell'immagine la punta del microspillo è stata "eliminata" ;)

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Maw89 ha scritto:
Come sempre foto stupende!!


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cosmln ha scritto:
Maw89 ha scritto:
Come sempre foto stupende!!


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Velvet Ant ha scritto:
Maw89 ha scritto:
Come sempre foto stupende!!
Ma in cosa hai incluso la capsula genitale per poterla fotografare in tutte le direzioni???


Grazie Nicola :)
La capsula genitale è semplicemente immersa in glicerolo: per tenerla in posizione, mentre la fotografo nelle tre visioni utili per l'identificazione, è tenuta ferma da una "minutien" (microspillo), inserito nel retro della capsula genitale.
Nell'elaborazione finale dell'immagine la punta del microspillo è stata "eliminata" ;)

Ecco il trucco! :D
E dopo le foto come la conservi?

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Nicola Dal Zotto


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Che dirti Marcello, in foto è più bello che dal vivo :o :shock: :o

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Maw89 ha scritto:
Ma in cosa hai incluso la capsula genitale per poterla fotografare in tutte le direzioni???...e dopo le foto come la conservi?


Dipende...
Quelle che ancora devo esaminare le lascio in glicerolo, all'interno di microprovette che spillo sotto l'esemplare.
Quando ho davanti serie più o meno lunghe, mi limito a far sporgere all'esterno dell'addome la capsula genitale, senza staccarla completamente, in modo comunque che sia ben visibile.
Oppure la stacco e la incollo alla base sullo stesso cartellino dell'esemplare o su un altro più piccolo che spillo insieme: in questo caso, in qualunque momento volessi riesaminare il pezzo, facilmente posso scollarlo, eventualmente schiarirlo e poi osservarlo allo stereo immerso in glicerolo.
In ogni caso non "fisso" mai il preparato, in quanto le capsule genitali dei mutillidi, per la loro struttura tridimensionale accentuata, hanno bisogno di essere osservate da tutte le angolazioni possibili, girandole nel liquido in cui sono immerse e talvolta aprendole in due metà simmetriche: la presenza e disposizione della pubescenza al lato interno della volsella riveste spesso carattere diagnostico e, per osservarla, è indispensabile "tagliare" ;)

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