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Cystomutilla ruficeps (Smith, 1855) (Mutillidae), Sardegna

3.IX.1994 - ITALIA - Sardegna - SS, Torralba


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 17/02/2009, 15:10 
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Torralba, Sardegna settentrionale, vigneto, 3 settembre 1994, legit A. Pirisi, 4 mm circa.

Mutillide.jpg




Roberto :to:

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verum stabile cetera fumus


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 Oggetto del messaggio: Re: Imenotterio Mutillide
MessaggioInviato: 17/02/2009, 15:38 
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ciao roberto

bellissima :sma: ... giusto per divertirci, vediamo se ci prendo

Cystomutilla ruficeps (Smith, 1855)

e ora vediamo che succede ;) :D ...

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 Oggetto del messaggio: Re: Imenotterio Mutillide
MessaggioInviato: 17/02/2009, 16:50 
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Nome: Marcello Romano
gomphus ha scritto:
ciao roberto

bellissima :sma: ... giusto per divertirci, vediamo se ci prendo

Cystomutilla ruficeps (Smith, 1855)

e ora vediamo che succede ;) :D ...


:ok:

Specie inconfondibile, con i suoi occhi emisferici e la tipica colorazione rosso ferruginosa di testa e torace.
Unica rappresentante italiana del Genere Cystomutilla, che a sua volta è l'unico genere, a livello paleartico, della sottofamiglia cui appartiene: Sphaeropthalminae.

La colorazione rossa del capo aveva suggerito al suo primo descrittore (Lucas, 1849) il nome di Mutilla erythrocephala.
Non sapeva, Lucas, che tale binomio era già stato utilizzato ben 57 anni prima da Latreille per descrivere un altro mutillide dalla testa rossa (oggi Myrmilla erythrocephala (Latreille, 1792)).
Così Smith, nel 1855, redigendo il suo Catalogo degli Imenotteri presenti nelle collezioni del British Museum, le assegnò il nuovo nome di ruficeps, forse per mantenere un collegamento con quello che il descrittore gli aveva assegnato.
Qui però mi pongo e vi pongo una domanda.
Non è questo un limite del sistema che normalmente adottiamo?
Mi spiego meglio.
Per chi non conosce queste vicissitudini nomenclatoriali, leggere, accanto al binomio Cystomutilla ruficeps il nome di Smith e l'anno, 1855, gli fornisce due informazioni entrambe non corrette. Infatti si è portati a ritenere Smith il descrittore (cosa che non è: lui si limitò solo a cambiare il nome) e il 1855 l'anno della scoperta di questa specie (mentre invece è "più vecchia" di 57 anni).
Mi rendo conto che non è facile trovare soluzioni alternative e che, chi vuole approfondire, trova nella sinonimia riportata di solito sotto il nome della specie tutti i riferimenti.
La perdità però della paternità del descrittore, dimenticato nel lungo elenco delle sinonimie e il cui solo torto è quello di avere utilizzato, in un'epoca in cui lo scambio di informazioni non era certo facile, un nome preoccupato e non quello, certamente più pesante, di avere descritto una specie già nota, mi dispiace lo stesso. :(

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 18/02/2009, 13:09 
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Nome: maurizio pavesi
ciao marcello

in effetti, il sistema adottato dal codice di nomenclatura zoologica, ossia autore e data del "taxon nominale del livello specie", il tutto fra parentesi se il taxon era originariamente incluso in un genere differente, come chiunque dovrebbe ricordarsi :oops: :oops: :oops: ... dicevo, questo sistema non è certo il massimo come "contenuto di informazioni"

esempi:

1) quello citato da marcello, che non è un caso isolato; io stesso qualche anno fa avrei potuto diventare autore :twisted: di un bembidiino, quando avevo scoperto che il nostro Ocydromus (Nepha) schmidti jeanneli (Dewailly), descritto come Peryphus jeanneli, era omonimo anche primario di Ocydromus jeanneli (Alluaud) dell'africa orientale, ugualmente descritto come Peryphus; in quell'occasione mi era sembrato ridicolo appropriarmi in quel modo della paternità del nome, e avevo preferito comunicarlo ad altri due specialisti (con il suggerimento di mantenere la dedica, rinominandolo jeannelianus, nome attualmente valido), che se non altro lo hanno inserito in un grosso lavoro sui carabidi del piemonte, invece che farlo come semplice nota nomenclatoriale...

2) c'è un altro caso in cui il merito viene sottratto a colui al quale spetterebbe, per essere conferito a chi in realtà non lo merita: quante volte una specie, riconosciuta come valida in seguito a un approfondito studio di revisione, riceve un nome istituito decenni prima per quella che era stata ritenuta una semplice varietà di qualcos'altro (magari qualcosa che non c'entrava niente), semplicemente perché quello è il più antico nome disponibile?

3) quando trovate nome dell'autore e data fra parentesi, sapete solo che in origine la specie era stata assegnata a un genere differente, ma non avete modo di sapere chi e quando l'ha trasferita al genere attuale, né su quali basi lo ha fatto; preciso che questa manchevolezza è solo del codice di nomenclatura zoologica, perché quello di nomenclatura botanica prevede che di seguito all'autore (e data) del nome, messo fra parentesi, venga citato anche l'autore della combinazione

in realtà, anche il punto 2) è proprio del solo codice di nomenclatura zoologica, ma la soluzione adottata da quello botanico la trovo un tantino radicale: in pratica in botanica ogni nome ha la priorità solamente entro il rango in cui è stato istituito, cosicché se ad esempio (rendiamo onore alle "velvet ants" :to: ), l'attuale Dasylabris atrata (sinonimo D. arenaria) fosse stata descritta dapprima come Mutilla atrata, successivamente come Mutilla maura arenaria, e infine trattata come Mutilla maura atrata, per chi la considerasse una sottospecie il nome arenaria avrebbe la priorità, in quanto la descrizione della sottospecie M. maura arenaria sarebbe precedente all'istituzione della combinazione sottospecifica M. maura atrata :x ... personalmente lo trovo un po' eccessivo, mentre non sarebbe male che accanto al nome di chi ha istituito il taxon comparisse anche quello di chi, poniamo, lo ha elevato al rango di specie

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