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Il vecchio pioppo e la Saperda maggiore [Saperda carcharias (Linnaeus, 1758)]



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 22/03/2010, 15:39 
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Iscritto il: 08/02/2010, 23:01
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Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
La questione della colorazione degli esemplari di Saperda carcharias mi ha richiamato qualcosa: sono andato a pescare nella mia ristretta e occasionale collezione di cerambicidi ed in effetti ho trovato quanto ricordavo. Ci sono solo tre esemplari di questa specie, raccolti nella notte dei tempi: uno a Padova città, in un giardino sotto dei pioppi, nel 1975 :rey , il secondo ed il terzo a Jesolo Lido in un pioppeto immediatamente dietro la spiaggia, uno nel 1974 e uno nel 1980. Da allora credo di non averne visti più. Il primo è grigio, identico a quello fotografato da Julodis, gli altri due bruno chiaro.
Detto questo, è un po' che ho voglia di aprire una discussione sulla variabilità, cromatica ma non solo, all'interno delle specie. Non voglio sparare :gun: giudizi su gruppi che conosco pochissimo, ma mi pare che spesso si tenda a creare categorie tassonomiche del tutto incosistenti sulla base di caratteri di questo tipo. Credevo che la tendenza a descrivere varietà, aberrazioni e quant'altro fosse un retaggio del passato, ma vedo che non è così. Un breve esempio nella famiglia che conosco meglio. Lasiorhynchites praeustus è un Rhynchitidae diffuso quasi in tutta Italia; al nord la sua colorazione è abbastanmza costante, al sud molto meno. La lista delle varietà cromatiche che sono state descritte nel passato, ciascuna col suo bravo nome, richiederebbe qualche pagina. Qualche anno fa, in Sicilia, dint. di Castelbuono, mi è capitato di battere le fronde di una quercia: ne sono caduti una dozzina di esemplari tutti diversi uno dall'altro: dal tutto nero al tutto bruno, con infinite variazioni tra i due estremi. Varrebbe la pena, credo, riflettere su questi temi.
:hi:

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Silvano


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MessaggioInviato: 22/03/2010, 16:11 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
Messaggi: 3445
Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
Caro Silvano,
nessuno si sogna di descrivere varietà o di dare importanza a cose che non hanno (pensa che la var. grisescens (menzionata da Maurizio) fu descritta, di Francia, da Mulsant nel lontaaaano 1839.
Le varietà sono invece molto di moda fra i Dorcadion russi solo che là, adesso, le descrivono come sottospecie.
Come ho scritto in precedenza, per quanto riguarda la Saperda carcharias è solo una questione, per il momento, di curiosità statistica. Da notare, tuttavia, che la colorazione grigia sembra non essere del tutto casuale se è vero, come è vero, che non è una prerogativa di S. carcharias, ma si ritrova, in maniera del tutto analoga, e forse per qualche causa analoga, anche in S. similis, un'altra specie dello stesso genere, affine a carcharias.

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Gianfranco Sama

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MessaggioInviato: 22/03/2010, 16:46 
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31
Messaggi: 8156
Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
Apoderus ha scritto:
Detto questo, è un po' che ho voglia di aprire una discussione sulla variabilità, cromatica ma non solo, all'interno delle specie. Non voglio sparare :gun: giudizi su gruppi che conosco pochissimo, ma mi pare che spesso si tenda a creare categorie tassonomiche del tutto incosistenti sulla base di caratteri di questo tipo. Credevo che la tendenza a descrivere varietà, aberrazioni e quant'altro fosse un retaggio del passato, ma vedo che non è così.


Il problema di fondo, affrontando questo argomento, è che non si può fare un discorso generalizzato, ma riferibile ai singoli gruppi sistematici. Infatti, se è vero come dite che le variazioni cromatiche ricorrono spesso all'interno delle singole popolazioni di Coleotteri, tanto da non giustificare assolutamente la introduzione di nuovi nomi nella loro sistematica, è anche vero che, in altri ordini (e mi riferisco ai Lepidotteri diurni, che sono gli unici che conosco accettabilmente), la variazione cromatica (io parlerei di variazione di pattern, visto che non è necessariamente una variazione di croma) é quasi sempre espressione di una, seppur minima, distanza genetica tra popolazioni. E' raro infatti ritrovare popolazioni di Lepidotteri in cui gli esemplari mostrino una significativa variabilità all'interno della singola popolazione. Se ciò accade, questo si verifica, ad esempio, nelle aree di successivo contatto tra popolazioni della stessa specie che, per qualche motivo, siano state per diverso tempo separate tanto da sviluppare pattern tanto divergenti da giustificarne l'assegnazione a sottospecie differenti. Il successivo contatto tra queste due sottospecie, ancora interfeconde, determina la comparsa, nelle aree di contatto, di individui con pattern intermedio. Se ciò avviene, il fenomeno è limitato spazialmente a fascie di territorio tanto più ristrette quanto minore è la mobilità degli individui della specie coinvolta.
Che poi .... la mamma degli splitter sia sempre incinta, questo è indubbio :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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Maurizio Bollino


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