Forum Entomologi Italiani

Veramente uno spettacolo! oltre alla particolarità delle ghiandole velenifere sulle estremità delle antenne, come il pungiglione (si dice telson?) di uno scorpione, è anche molto bello questo Cerambicide!

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"La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali, è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono."
Charles Darwin

Molto simili a quelli attuali!

Nel Paleozoico invece c'erano cose tipo questa Arthropleura armata!

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Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/

Ma chi ha conciato così un povero gatto? Che ora, grazie al Paglialunga, è diventato pure la miniatura di questa discussione sui Cerambycidae velenosi!

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Maurizio Gigli
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Photoshop, penso io .

Ciao G.

In effetti non sembra una discussione molto seria con quel "coso" come miniatura!!!

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Saluti Mimmo

Ma chi l'ha messa come miniatura??
Io ho solo risposto a Loris...
Levamolo

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O voi ch'avete li 'ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani
(InfeRRno - canto IX - vv. 61-63)

C'è finita in automatico, essendo la prima immagine inserita in questa discussione.

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Maurizio Gigli
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Non so nulla di ciò che riguarda gli insetti paleozoici, ma com'è possibile che con una tale struttura fisica riuscisse a reggere la pressione atmosferica senza collassare? e come riusciva a dare attacco a tutti i muscoli con una dimensione tale?

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Luca Manelli

Questa del Cerambicide scorpionato proprio mi stupisce. Se ne impara ogni giorno una nuova. Avrei detto che si trattava di un bovide africano femmina (=bufala ) ma è troppo ben documentato

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Augusto (aug)
Prediction is very difficult, especially about the future (Niels Bohr, fisico)

Non necessariamente africano, c'è anche in Campania: bovide campano di sesso femminile famoso per la mozzarella che si ricava dal suo latte

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Michele

La pressione atmosferica non è un problema, visto che è bilanciata da una pressochè uguale pressione interna, come del resto in tutti gli animali terrestri. Del resto, considera che questi artropodi derivavano, con modificazioni, nel complesso, non eccessive, da gruppi acquatici, in cui la pressione è molto più alta.
Probabilmente ti riferivi a come facesse a sopportare il peso, senza schiacciarsi.
In questo caso faccio un'ipotesi: l'esoscheletro presentava delle lamine, espansioni, ecc., verso l'interno, che formavano una struttura di sostegno supplementare, quasi una sorta di endoscheletro prodotto come espansione dell'esoscheletro. Del resto ci sono strutture simili anche nell'esoscheletro di insetti attuali, molto più piccoli di questi mostri, che servono proprio da attacco per i muscoli.
Gli artropodi terrestri paleozoici hanno potuto, soprattutto fino al Carbonifero, sviluppare forme giganti (anche se ne esistevano molti di dimensioni normali) per due/tre motivi, a quanto credo di aver letto molti anni fa da qualche parte (quei ricordi lontani che non sai più se derivanti da cose lette o sentite, o semplicemente dedotte per conto proprio - purtroppo, con l'età che avanza, capita pure questo!):
1 - l'atmosfera era più ricca di ossigeno, e consentiva di assorbire più facilmente questo gas indispensabile per la respirazione cellulare, riducendo l'importanza, come fattore limitante le dimensioni, del sistema di respirazione tramite trachee e della mancanza di un sistema circolatorio chiuso che caratterizzano gli Insetti, i Miriapodi, e parenti (questo tipo di sistema respiratorio funziona bene per piccole dimensioni, ma diviene rapidamente inadeguato con l'aumentare della massa corporea).
2 - I Vertebrati terrestri erano ancora assenti o, in seguito, poco diffusi e sviluppati, e non costituivano competitori validi.
3 - mi pare di ricordare che all'inizio del Paleozoico, a causa di uno strato di ozono meno sviluppato, ci fosse un maggiore bombardamento della superficie da parte di raggi ultravioletti, che danneggiavano eventuali vertebrati (se non corazzati) che si avventurassero sulla terraferma, ma molto meno gli artropodi, nella loro corazza.

A cominciare dal Devoniano, ma soprattutto nel Carbonifero, i Vertebrati prendono progressivamente piede (anche quasi in senso letterale ) ed aumentano di dimensioni.
Ora, in un caso di competizione diretta, generalmente l'animale più grande presenta dei vantaggi. Per un po' gli artropodi terrestri hanno tenuto testa ai loro avversari vertebrati, poi però, un po' perchè l'esoscheletro, con la diminuzione delle radiazioni, era diventato meno utile, anzi, ingombrante e pesante, un po' perchè stava diminuendo l'ossigeno, gli artropodi sono rimasti progressivamente indietro nella corsa all'aumento di dimensioni. A questo punto l'evoluzione, spinta dalla selezione naturale, se una strada non è praticabile, ne sceglie un'altra. In altre parole, le specie molto grandi non reggevano il confronto con i vertebrati, che in questo senso avevano maggiori potenzialità, e si estinguevano, mentre le specie piccole sopravvivevano e proliferavano. Di fatto, così, la vita animale terrestre si è così divisa in due parti: da una certa dimensione in su, dominio dei Vertebrati, da una certa dimensione in giù, dominio degli Artropodi (ovviamente con un certo campo di intersezione e con terzi incomodi di altri gruppi)

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Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/

Nooooo! Povera bestia, che gli hanno fatto!!!

Qui mi pare vi siate tutti bevuto il cervello!

Comunque al più tardi lunedì ne parlo con Enzo Moretto (che conosco da quando aveva 16 anni) e poi vi dico.
Ciao
Gianfranco

Qui ce n'è una versione lievemente diversa

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Giovanni
Pactolinus gigas (Paykull, 1811)

Ovvio che è bello: è una Cerambix cerdo con aggiunte fatte (malamente!) a Photoshop.
Mettiamoci una pietra sopra!
Ciao
Gianfranco