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Limitazioni nelle raccolte sul campo



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Limitazioni nelle raccolte sul campo
MessaggioInviato: 22/04/2010, 23:41 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Più volte in varie discussioni su questo Forum è stato toccato il tema di come in molti stati stia diventando difficile ogni tipo di raccolta sul campo a causa di leggi sempre più restrittive e di una spesso rigida interpretazione delle stesse. Evidentemente non solo noi ce ne preoccupiamo.
Ieri mi è arrivato un messaggio da un amico entomologo austriaco con un link a questo articolo con un intervento di David Attenborough.

http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1261477/Let-children-collect-bugs-boost-science-says-Sir-David-Attenborough.html#

Che ne pensate?

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 22/04/2010, 23:54 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7074
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Il punto centrale dell'intervento di David Attenborough, che condivido pienamente, è, a mio avviso, questo:

"There is a considerably longer list of species whose habitat is threatened critically and the law should be used to protect their habitat"

Ho avuto modo di raccontare, una volta, su FNM, in una delle famose discussioni sulle (e contro) le raccolte entomologiche, questo episodio, realmente accaduto a mio padre.

Immaginate la scena:

Mio padre sta raccogliendo col retino un lepidottero a Piano Battaglia, sulle Madonie, negli anni 70 (quando ancora il Parco non era stato costituito e poco si sapeva delle ricchezze entomologiche di quei luoghi).
Improvvisamente un grido squarcia il silenzio naturale di quei luoghi: "assassino, assassino..."
A pronunciare queste parole è una signora, molto curata, che sorseggia un aperitivo, standosene affacciata sull'ampia terrazza della propria villa, abusiva, costruita sbancando un ampio tratto dove, fino a qualche anno prima, si poteva ammirare uno splendido boschetto di faggi secolari!

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 0:13 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 0:21 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Atteggiamento emblematico e tipico di alcuni "animalisti".

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 23/04/2010, 1:21 
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Iscritto il: 14/01/2010, 0:10
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Località: Liguria, Genova
Nome: Giovanni Ratto
Purtroppo la limitazione o divieto di raccolta entomologica in tanti paesi, sta divenendo sempre più una spina nel fianco. :x
Il fatto è che non si riesce a capire che senso abbia: si vogliono tutelare alcune (pochissime) specie minacciate? (Sopratutto in vista di un numero sempre crescente di raccoglitori "per mestiere"?). Allora fai un elenco delle specie protette e per il resto vivi e lascia vivere!
In fondo anche per la caccia (agli uccelli) bisogna addirittura frequentare un corso in cui si imparano le specie cacciabili e quelle no, qualche nozione sulle armi lunghe da sparo e le varie leggi in materia venatoria. Alla fine del corso si deve sostenere un piccolo esame per poter ottenere il rilascio della licenza di caccia!
E, come splendidamente illustrato "in piccolo" dall'episodio occorso al papà di Marcello, fa veramente schifo constatare che tanti governi compiano delitti terribili contro l'ambiente (forse perché c'è qualche interesse sotto) e poi abbiano la faccia marcia di prendersela con chi, senza devastare, rovinare e distruggere, raccoglie solo qualche bacarozzo!

:hi:

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ImmagineGiovanni
Pactolinus gigas (Paykull, 1811)


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 11:27 
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Iscritto il: 22/05/2009, 21:00
Messaggi: 2645
Località: Pergine Valsugana (TN)
Nome: Andrea Carlin
:hi: Secondo me l'unica strada percorribile è proteggere o cercare di salvare i vari habitat!
Ovviamente questo è economicamente e quindi politicamente controproducente!
Se dobbiamo sensibilizzare l'opinione pubblica (quella che normalmente odia e vorrebbe schiacciare ogni "cosa" che gli vola attorno al naso o che gli si presenta a tiro ma poi grida "assassino" al naturalista) utilizzando gli animali, insetti compresi, si prenda in considerazione una o più "specie simbolo" di bella presenza e che facciano appunto colpo sulla gente (dette anche bandiera) tipiche di ogni habitat da proteggere. Questa specie non deve essere, a mio avviso, la più rara anzi visto che per la maggioranza della popolazione (politici e amministratori pubblici compresi), un Carabus granulatus è raro quanto un Carabus clathratus (tanto per dire...), tanto vale far passare l'idea di proteggere il granulatus! (quale specie bandiera). Inoltre concentrandosi sulle popolazioni del granulatus o di altra specie relativamente comune si avrà poi modo di sondare in qualsiasi momento con una ricerca ad-hoc la salute di quel habitat: se lo stato di salute di un "biotopo" lo si dovesse alla cattura o meno di una Osmoderma lo chiamerei più un terno al lotto che una reale analisi! :mrgreen:

Poi, a riguardo di quegli elenchi di specie "rare" da dover assolutamente vietare: dovremmo girare (noi e chi sarà preposto al controllo, ammesso che questi siano veramente competenti) sempre con il microscopio e tutta la biblioteca in tasca? :gh: :gh:

Per concludere mi riallaccio a quanto scritto da A.Ballerio (che condivido in assoluto) sul fatto che non si può proteggere una specie della quale non se ne conosce ancora niente!


P.S: non so se ho espresso bene quello che intendevo.... :roll: ma è un problema che mi tocca direttamente in questo periodo e quindi ho scritto queste righe un po' tutto d'un fiato.... :x

:hi: :hi: :hi:

_________________
Andrea Carlin, Pergine Valsugana (TN) carlin.andrea(AT)gmail.com

Nota: tutti gli esemplari inseriti nelle discussioni aperte da me sono da ritenere "Andrea Carlin legit" se non diversamente specificato.


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 12:05 
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Iscritto il: 08/02/2010, 23:01
Messaggi: 6132
Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
L'episodio del papà di Marcello mi ha immediatamente richiamato un fatto estremamente simile che Ernst Junger racconta nel libro di cui ho trattato qui.
Si trova in Egitto; un giorno rinuncia ad un'escursione, speranzoso di fare un buon bottino entomologico nel meraviglioso giardino dell'hotel. Invece quasi nessun insetto. Mentre cattura un banale scarabeide viene avvicinato da un'anziana turista americana che, appena capisce cosa sta facendo, lo apostrofa con totale disapprovazione: "Sarebbe meglio che non facesse di queste cose". Dimostra invece amicizia nei confronti del giardiniere nero che sta innaffiando le piante. Junger scopre poi che l'assenza quasi totale di insetti in un ambiente così promettente è dovuta al fatto che proprio lo zelante giardiniere irrora la vegetazione con acqua mescolata a grandi quantità di un potente insetticida, che non lascia superstiti. Ma come - si chiede - io vengo rimproverato e disprezzato per qualche esemplare che aggiungo alla mia collezione, al contrario di chi compie continue stragi indifferenziate ?
:hi:

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Silvano


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 12:21 
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Iscritto il: 04/04/2010, 22:20
Messaggi: 1041
Località: S.Pelagio (TS)
Nome: Alessandro Drago
Il fatto è che proteggendo l'habitat, gli insetti continueranno ad essere presenti...per quanto siano cacciati. Protegendo l'insetto come tale ma non l'habitat, non è detto che l'insetto sia protetto al 100%...poichè perso l'habitat, l'insetto sparisce.....



poi mi ricordo di una grigliata sul fiume con barbecue a legna (presa dal bosco, piena di larve di xylofagi). Beh, finchè si bruciava la legna nessun problema, nonostante cercavo di mostrare "quelle schifezze bianche". Anzi, bisognava buttarle nel fuoco....Poi è arrivata in volo una femmina di Stictoleptura rubra, che era "bella"...che non l'avessi mai presa....

...poi ho fatto una battuta dicendo "guardate che stiamo bruciando i cuccioli dell'insetto che ho appena preso...non vi fanno tenerezza?"...

...ancora peggio, perchè quello che dicevo "non poteva essere vero, i vermi sono vermi, gli insetti sono insetti" :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :gh: :gh: :gh: :gh: :gh: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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- SoNo un PoMpIeRe -


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 12:23 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:44
Messaggi: 2607
Località: Garbagnate Milanese
Nome: Augusto Franzini
E' la solita storia: raccogliere un (1) Osmoderma (ammesso che se ne trovi in giro uno) o anche tirarne su il cadaverino trovato sotto un lampione o avercene uno in scatola, magari del secolo scorso, è reato, mentre distruggere TUTTI i vecchi alberi ai bordi dei campi che ne rappresentano l'habitat insostituibile è progresso, oppure salvaguardia dei posti di lavoro, o alleviamento delle fatiche degli agricoltori o qualsiasi altra str.nzata che venga in mente ad Amministratori Pubblici, politicanti o cazzari di qualichesia genere.
Lo stesso discorso vale per chi ha fabbricato piste e trampolini da sci, per le Olimpiadi Invernali 2006 (oggi tutto abbandonato, tanto il magna-magna è finito) nell'areale (microscopico) del Carabus cychroides e via di questo passo, solo per stare ai Coleotteri di cui un po' mi intendo!

_________________
Augusto (aug)
Prediction is very difficult, especially about the future (Niels Bohr, fisico)


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 14:26 
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Iscritto il: 15/04/2010, 20:20
Messaggi: 275
Località: Villafranca Tirrena (ME)
Nome: Fabio Camino
Questo è il risultato di un "ambientalismo talebano" non fondato su basi scientifiche.
Le specie meglio proteggerle sulla carta, è più comodo.
"No Habitat, no party" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Speriamo che gli "addetti ai lavori" capiscano presto questa necessità.

_________________
“Allorquando si ha la facilità di determinare esattamente una specie animale, vegetale o minerale, si prova un godimento morale che non può comprendere chi non è addentro a questi studii......"

Fabio Camino
Sicilia


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 15:36 
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Iscritto il: 14/01/2010, 0:10
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Località: Liguria, Genova
Nome: Giovanni Ratto
hpl ha scritto:
Il fatto è che proteggendo l'habitat, gli insetti continueranno ad essere presenti...per quanto siano cacciati. Protegendo l'insetto come tale ma non l'habitat, non è detto che l'insetto sia protetto al 100%...poichè perso l'habitat, l'insetto sparisce.....
Falconyere ha scritto:
Questo è il risultato di un "ambientalismo talebano" non fondato su basi scientifiche. Le specie meglio proteggerle sulla carta, è più comodo.
aug ha scritto:
E' la solita storia: raccogliere un (1) Osmoderma (ammesso che se ne trovi in giro uno) o anche tirarne su il cadaverino trovato sotto un lampione o avercene uno in scatola, magari del secolo scorso, è reato, mentre distruggere TUTTI i vecchi alberi ai bordi dei campi che ne rappresentano l'habitat insostituibile è progresso, oppure salvaguardia dei posti di lavoro, o alleviamento delle fatiche degli agricoltori o qualsiasi altra str.nzata che venga in mente ad Amministratori Pubblici, politicanti o cazzari di qualichesia genere.
Ma cosa vuoi che ne sappia (e che glie ne freghi) ad un politico di tutto questo?
Se fa campagna di protezione per qualche specie (che non conosce nemmeno) si guadagnerà la stima di qualche ambientalista o presunto tale e farà bella figura sulla stampa locale.
Nel frattempo, come dice aug, le sue ruspe distruggeranno l'escosistema di quelle bestiole in nome del progresso e della grande comodità che sarà per tutti il nuovo ipermercato o roba del genere, ottenendo l'approvazione di quella massa di gente che alla domenica non ha niente di meglio da fare che piazzarsi tutto il giorno in un centro commerciale!
Quindi non c'è nemmeno da sperare in una ipotetica collaborazione tra entomologi e amministrazioni locali, in quanto questo consentirebbe la salvaguardia di ciò che veramente è da proteggere ma logicamente romperebbe loro le uova nel paniere!
Poi forse ci sono anche delle realtà che lasciano ben sperare ma credo che siano l'eccezione e non la regola.

:hi:

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MessaggioInviato: 23/04/2010, 16:34 
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Iscritto il: 31/08/2009, 8:42
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Località: Milano
Nome: Giampaolo Bosi
Va bene, mi avete provocato ed esco dal mio lungo silenzio (così non rischio di finire nella lista dei "cattivi" che poco partecipano attivamente alle discussioni).
Sono d'accordo con tutti voi che considerate la contrapposizione tra l'ambientalista (politico, modaiolo, spesso ingenuamente sincero) e il naturalista/entomologo (collezionista, studioso e affettivamente legato agli oggetti del suo interesse - anche se questo per la gente può essere di difficile comprensione). Ma dopo tutti questi discorsi, è possibile e come si può uscire da questa situazione? Ogni volta che esco "a caccia", mi stresso nel tentativo di defilarmi il più possibile, nel tentare di non dare nell'occhio e guardarmi intorno ogni volta che scavo per attivare una pitfall o mettere in posizione le cromotrappole! E non mi preoccupo di curiosi estemporanei che senz'altro considerano bizzarro battere un cespuglio e che, al più, si fermano per scambiare due parole e subito ci spostano dalla categoria dei paranoici a quella degli schizzati completi! Penso, invece, soprattutto a quelli che Falconyere/Fabio indica come "ambientalisti talebani" o peggio alle GGEV!
Allora vi chiederei di discutere su questo punto: Non si potrebbe pensare ad una vera e propria "licenza per motivi di studio" rilasciata da un ente superiore come la SEI ai suoi associati (che ne facciano richiesta), oppure, dove presente sul territorio, da un Museo di Storia Naturale ai suoi collaboratori? Magari potrebbe anche costare una cifra simbolica (sento già i cori di disapprovazione!) così che si accontenterebbe anche qualche amministratore!!

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:hi: Giampaolo


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 16:42 
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Ero sicuro che su questo tema si sarebbe scatenato un putiferio.
Vorrei far notare che ciò da cui questa discussione è partita, ossia le normative che limitano o vietano la raccolta di insetti e la loro applicazione, non sono un caso isolato. Ripercorriamo cosa è accaduto in Italia. Le prime limitazioni, del resto necessarie, anzi tardive, hanno riguardato le specie animali di interesse venatorio. Poi è toccato alla pesca in acqua dolce, quindi a piante e funghi, infine stiamo arrivando agli invertebrati. La cosa preoccupante è che (faccio solo qualche esempio) quando era consentita la pesca del gambero d'acqua dolce, si trovava (mi ricordo che sull'Aniene, poco a valle di Subiaco, era pieno), poi lo hanno giustamente protetto, ed è praticamente scomparso (ovviamente, al suo habitat chi ci ha pensato?). Quando la raccolta funghi era totalmente libera, qui in centro Italia, si trovava di tutto, Ora che ci vuole un patentino, giorni limitati e quantità massime stabilite, si trova molto meno di prima. E via così. Le uniche specie che hanno mostrato un aumento sono molti uccelli (forse favoriti dall'aumento delle aree incolte, dalla crescita dei boschi, da un cambiamento del comportamento e dall'effettiva forte diminuzione della pressione venatoria) e tutte le specie infestanti, a partire dai cinghiali.

Comunque, tornando al punto iniziale, c'è il rischio, se dovesse perdurare questa coscienza ambientalista deviata, o almeno questa visione parziale della protezione della vita selvatica, che prima o poi ci troveremo a dover nascondere le nostre attività di ricerca, per non parlare delle collezioni, per non incorrere in ammende e sequestri, se non l'arresto, a meno di non essere in qualche modo associati ad enti di ricerca ufficialmente riconosciuti.

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Maurizio Gigli
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Nome: Giovanni Ratto
Hydropaulus ha scritto:
Non si potrebbe pensare ad una vera e propria "licenza per motivi di studio" rilasciata da un ente superiore come la SEI ai suoi associati (che ne facciano richiesta), oppure, dove presente sul territorio, da un Museo di Storia Naturale ai suoi collaboratori? Magari potrebbe anche costare una cifra simbolica (sento già i cori di disapprovazione!) così che si accontenterebbe anche qualche amministratore!!

Domani vedrò Roberto Poggi: vediamo cosa sa e le eventuali ipotesi/soluzioni in proposito.
Credo che comunque qualcosa del genere esista già (limitatamente a determinate aree particolari), mentre quello che proponi tu, vorrebbe essere una specie di "licenza" valida per tutto il terrritorio nazionale o addirittura internazionale, giusto?
Considerando che il problema è più che altro rivolto alle restrizioni/divieti vigenti in altri paesi, la vedo dura... :sick:

:hi:

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MessaggioInviato: 23/04/2010, 16:55 
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Nome: Maurizio Gigli
Hydropaulus ha scritto:
Allora vi chiederei di discutere su questo punto: Non si potrebbe pensare ad una vera e propria "licenza per motivi di studio" rilasciata da un ente superiore come la SEI ai suoi associati (che ne facciano richiesta), oppure, dove presente sul territorio, da un Museo di Storia Naturale ai suoi collaboratori? Magari potrebbe anche costare una cifra simbolica (sento già i cori di disapprovazione!) così che si accontenterebbe anche qualche amministratore!!

Mentre scrivevo è arrivato l'intervento di Giampaolo. Questo è proprio ciò che temo avverrà. Dico temo perchè non risolverà il problema ma, come già accaduto per i funghi, servirà solo a far incassare soldi allo stato (la licenza andrà pagata appunto allo stato, perchè gli insetti, in quanto "prodotti della natura" dovrebbero essere proprietà demaniale, proprio come i funghi). Senza contare che, proprio come per i funghi, in barba ad ogni diritto qualche amministrazione locale potrebbe inventarsi un permesso a pagamento per cercare insetti sul suo territorio (ad esempio: volete cercare l'Anthaxia midas ad Accettura? Pagate un permesso giornaliero!)
Inoltre si verificherebbe proprio ciò che teme Attenborough, ovvero la fine per molti giovani che si stanno appassionando alla natura proprio con l'osservazione degli insetti, della possibilità di farlo senza dover cercare un museo o altra istituzione a cui chiedere il permesso (per cui verrebbe magari previsto un esame, ovviamente a pagamento).

Per favore, no! :ses

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