Benvenuto Ospite | Iscriviti

Forum Entomologi Italiani

www.entomologiitaliani.net/forum
 
Oggi è 28/04/2024, 6:28

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]

Predatori, parassitoidi e cleptoparassiti. Dove sta il confine?



nuovo argomento
rispondi
Pagina 1 di 1 [ 5 messaggi ]
Autore Messaggio
MessaggioInviato: 28/10/2020, 17:53 
Avatar utente

Iscritto il: 28/05/2009, 16:38
Messaggi: 4785
Nome: luigi lenzini
Spesso capita di discutere sul confine tra queste categorie di insetti, per lo più imenotteri, ma anche ditteri e altro.
Mi piacerebbe parlarne, anche se immagino che i confini siano elestici e opinabili.

Tra i predatori puri ci metterei senz'altro le vespe sociali (Vespa, Vespula, Polistes ...), che uccidono la preda (qualsiasi insetto o ragno di dimensioni adeguate) e la portano alle larve nel nido, generalmente dopo averla preparara con una sorta di processo di macellazione.

Subito dopo, tra i predatori quasi puri, ci metterei i Crabronidae (Philanthus, Bembix, Tachysphex ...), che somministrano alle larve prede morte, di norma riaccedendo più volte al nido. Questi, però, sono più specifici, perché solitamente predano un'unica specie o un'unica famiglia.

Ci sono poi i predatori che paralizzano la preda invece di ucciderla, ma comunque la rendono inabile alla vita e la trasportano in un nido appositamente costruito (Pompilidae, Sphecidae ...). Alcuni paralizzano un'unico soggetto (es.:Batozonellus lacerticida), mentre altri ne portano nel nido anche una decina (es.: Sceliphron curvatum).
Altri portano invece un numero di grosse prede inferiore al numero delle larve, che quindo dovranno condividere il pasto (Chilosphex algyrius).

Dopo di questi metterei i predatori che lasciano la preda dove si trova senza trasportarla in un proprio nido (Scoliidae, Larra anathema ...), ma comunque la uccidono o la paralizzano.

Si potrebbe passare poi alla maggior parte degli Ichneumonidae, che, a quanto ne so, possono uccidere la preda o comunque renderla inabile, oppure applicarci l'uovo lasciandola libera di continuare a vivere e a crescere (e magari anche di fare mute).

I Braconidae dovrebbero essere parassitoidi in senso stretto, perché lasciano la preda libera di muoversi e continuare a vivere, spesso anche dopo che le larve ne sono uscite.
Lo stesso vale per i ditteri Tachinidae come Trichopoda pennipes.

Ci sono poi i cleptoparassiti (ditteri e imenotteri) che predano i nidi pedotrofici, e, a seconda dei casi, ci possono trovare le provviste intatte con accanto un uovo o una larvetta neonata, oppure una larva completamente cresciuta o una pupa, e niente più provviste.

Non so se questa scala è corretta. Io l'ho compilata da osservatore curioso, non avendo conoscenze entomologiche approfondite.


Top
profilo
MessaggioInviato: 28/10/2020, 20:26 
Avatar utente

Iscritto il: 23/06/2010, 19:05
Messaggi: 2566
Località: Pescara
Nome: Alessio Morelli
Ciao Luigi,

Di norma tra gli organismi viventi è abbastanza facile stabilire questi ruoli... è con gli insetti che diventa difficile! :mrgreen:

La definizione di parassita è piuttosto ampia ("para" "sitos"). Nello specifico, se prendiamo in considerazione i gruppi da te citati, dobbiamo per forza distinguere i parassiti (s.l.) dai parassitoidi. I primi in genere non portano a morte l'ospite, se ne nutrono fino a quando possono senza ucciderlo, mentre i secondi lo uccidono dopo che se ne sono nutriti. Molti Braconidi e Tachinidi sono tipicamente parassitoidi (endoparassiti o endoparassitoidi a seconda del caso), ma anche alcuni coleotteri, come Meloidi, Ripiforidi, Ripiceridi, Micromaltidi (nelle larve maschili), Stafilinidi (Aleochara spp.), ecc.

Oltre ai parassiti e ai parassitoidi, abbiamo gli iperparassiti, che parassitano a loro volta altri parassiti. Molti Calcidoidei se non erro sono iperparassiti.

I parassiti s.l. si dividono in tantissime altre sottocategorie, se escludiamo quei gruppi di insetti fitofagi, xilofagi e detritivori (legati alle derrate alimentari), ecc., che l'uomo ha definito ingiustamente "parassiti" solo perché recano danno alla sua economia, restano i parassiti in senso stretto, come gli: ectoparassiti, endoparassiti, cleptoparassiti, p. ematofagi, p. galligeni, p. fitomizi ecc., però ammetto che i confini di quest'ultima categoria sono più difficili da definire :oops: .

Anche i commensali potrebbero essere definiti in un certo qual modo dei parassiti.

I predatori e i cleptoparassiti invece li hai già ben individuati tu :ok: .

Altri comunque sapranno spiegare meglio il concetto :D .

:hi:


Top
profilo
MessaggioInviato: 29/10/2020, 1:46 
Avatar utente

Iscritto il: 28/05/2009, 16:38
Messaggi: 4785
Nome: luigi lenzini
Ho un esempio di iperparassitoidi.
Un bruco di Arctiidae era stato parassitato da un dittero e c'erano alcuni pupari oltre ai resti del bruco.
Li ho raccolti per vedere cosa ne usciva e sono rimasto sorpreso vedendo uscire dei piccoli imenotteri (Pteromalidae?) che avevano parassitato le larve parassitoidi o i pupari.


pupari bruco Arctiidae.JPG

pupari.JPG

imenotterino iperparassita.JPG

Top
profilo
MessaggioInviato: 29/10/2020, 20:44 
Avatar utente

Iscritto il: 23/06/2010, 19:05
Messaggi: 2566
Località: Pescara
Nome: Alessio Morelli
Bella documentazione!
In effetti quando penso agli iperparassiti mi vengono in mente proprio queste "vespine" :D , molto belle se viste al microscopio, e che purtroppo conosco molto poco.

Anche qui, chissà se esiste una distinzione (ufficiale) fra iperparassita e iperparassitoide (ma è molto probabile).
I ceratopogonidi che succhiano i fluidi corporei di culicidi e meloidi, potrebbero essere definiti degli iperparassiti propriamente detti, mentre i calcidoidei degli iperparassitoidi :roll: .

Ho provato a consultare il Grandi (1951) e il Temblay per vedere se esiste una definizione più precisa di "predatore" e "parassita", però essendo questi testi riferiti al settore agrario, si soffermano maggiormente sulle comunità degli insetti, e usano termini come "dannosi", "antagonisti", "nemici", "limitatori", ecc. per definire i rispettivi ruoli.

Nel Grandi ci sono due paginette ricche di curiosità di questo tipo, raggruppate sotto "Insetti che vivono a spese di vertebrati, Insetti che vivono a spese di artropodi, Insetti che vivono a spese di altri insetti, ecc., però anche qui i ruoli nella catena alimentare non sono meglio definiti (evidentemente li si da per scontati :oooner: :mrgreen: ).

Occorrerebbe un manuale di entomologia o di zoologia approfondito, o più semplicemente un testo con un'altra impostazione.

Peccato che ultimamente il Forum sia poco frequentato, perché è un argomento interessante che andrebbe meglio discusso ;) .

:hi:

P.s. La stessa difficoltà di separazione la troviamo nel distinguere i "fitofagi parassiti" dai semplici "erbivori", ma riflettendoci sono definizioni che, all'interno della catena alimentare, hanno un significato equivalente.


Top
profilo
MessaggioInviato: 30/10/2020, 0:16 
Avatar utente

Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
Messaggi: 9527
Località: milano
Nome: maurizio pavesi
cominciamo con gli imenotteri :) che sono gli unici, insieme ai coleotteri, che ho la pretesa di conoscere un pochino :oops: (di ditteri ammetto di non capire niente :oooner: )

come "predatori" veri e propri, direi che si possono definire quelli, come i vespidi sociali e alcuni crabronidi (oltre ovviamente alle formiche), che uccidono le prede, magari facendole a pezzetti, e le portano alle larve man mano che queste si sviluppano

poi ci sono i "parassitoidi", in effetti predatori anche loro, le cui larve si sviluppano nutrendosi di vittime ancora vive; come è stato osservato, fra un icneumonide che depone l'uovo all'interno del corpo dell'ospite dopo averlo paralizzato, uno scoliide che paralizza una larva di scarabeide e la lascia dov'è dopo avervi deposto sopra un uovo, e uno sfecide o un pompilide che fanno lo stesso con un ragno (o più di uno), solo che prima di deporvi l'uovo lo/li trasportano in un nido allestito all'uopo... la differenza è più di apparenza che altro, in sostanza sono tutti parassitoidi

e qui possiamo fare (ed è stata fatta) una distinzione

ci sono i parassitoidi "cenobionti" (il termine usato per primo è "koinobionti", sgrammaticato e in completo contrasto con tutti i termini derivati dal greco koinòs, "comune", come cenosi), cioè "che vivono in comune" con l'ospite; quest'ultimo, dopo l'attacco del parassitoide, per un certo tempo continua a vivere e comportarsi come se nulla fosse, dato che la larva del parassitoide, di solito all'interno del corpo dell'ospite, fino a che non ha terminato lo sviluppo, sta bene attenta a non comprometterne la vitalità, dato che ne dipende il suo destino futuro

e ci sono i parassitoidi "idiobionti" (dal greco idios, "proprio"), cioè "che vivono per conto proprio", in questi casi l'attacco del parassitoide segna la fine della vita attiva dell'ospite, che viene paralizzato con la puntura; questo indipendentemente dal fatto che l'ospite venga poi trasportato in un nido o lasciato dov'è, e indipendentemente dal fatto che nel primo caso l'ospite sia uno solo, abbastanza grosso da bastare da solo per una larva (es. pompilidi) o che invece per una singola larva ce ne vogliano tanti (es. Sceliphron); incidentalmente, le mutille sono generalmente considerate "parassite", dato che molte (non tutte) si sviluppano da nidi di altri imenotteri... ma in realtà la mutilla femmina scava fino a raggiungere la celletta dove si trova la larva dell'ospite, già in prepupa, la paralizza e vi depone sopra l'uovo, quindi si tratta a tutti gli effetti di parassitoidi idiobionti

infine ci sono i "cleptoparassiti" (dal greco, "parassiti ladri"), che si sviluppano non tanto a spese dell'ospite, quanto delle provviste accumulate da quest'ultimo, ad es. le api cleptoparassite del genere Nomada, le cui larve in I età hanno grandi mandibole falcate, inutili per nutrirsi di miele e polline, ma perfette per eliminare la larvetta neonata del legittimo proprietario del nido; compiuto il misfatto, la larva della Nomada compie la muta, perde le mandibole a falce e inizia a godersi le provviste

in questa categoria rientrano anche i cleptoparassiti opportunisti, come molti sfecidi (tra cui, sono sicuro, Sceliphron caementarium), che cioè sono perfettamente in grado di costruirsi un nido e approvvigionarlo da soli, ma se gli capita l'occasione di usurparne uno già pronto scacciando in malo modo o eliminando il proprietario, così da risparmiare fatica, non se la lasciano scappare

concludo dicendo che a quanto si sa, i crisidi sono in parte cleptoparassiti; ad es. in Trichrysis lusca, "parassita" degli Sceliphron, è stato osservato che la larva del criside, schiusa prima di quella dell'ospite, attende la schiusa di quest'ultima, la assale, e la vincitrice avrà le provviste tutte per sé, ma se l'uovo dello Sceliphron non si schiude, la larva del criside attende senza toccare cibo, fino a morire di fame;

e in parte parassitoidi cenobionti, questo vale in particolare per le specie che parassitizzano imenotteri melliferi come apoidei o masaridi, dato che le larve dei crisidi sono zoofaghe, delle provviste di miele e polline non se ne fanno niente, devono attendere che la larva dell'ospite le abbia trasformate in bistecche

è però stato osservato in nordamerica un caso interessante, di una specie che depone le uova (anche più di uno per celletta) in nidi di Ammophila, e le larve di criside e quelle di sfecide iniziano fianco a fianco a nutrirsi delle provviste immagazzinate; se queste sono sufficienti per tutti, alla fine da ogni singola celletta del nido schiuderanno sia un criside, o anche più di uno, che un'ammofila, in caso contrario, a provviste finite anzitempo si arriva alla resa dei conti, sia fra crisidi e sfecide, sia fra un criside e l'altro

concludo dicendo che quanto sopra vale per i crisidini (cioè i crisidi "veri" :to: ), i cleptini sono a quanto si sa parassitoidi di larve di sinfiti, e se siano (e quali siano) cenobionti piuttosto che idiobionti credo sia sostanzialmente ignoto; quello che si sa è che l'unico genere di crisidini noto per attaccare prepupe di lepidotteri (precisamente limacodidi) invece che imenotteri aculeati, cioè Praestochrysis, comprende parassitoidi idiobionti, che forano con le mandibole il bozzolo contenente la prepupa dell'ospite, la paralizzano con la puntura (le Praestochrysis hanno un aculeo ben sviluppato), vi depongono l'uovo e chiudono il buco nel bozzolo con frammenti del bozzolo stesso masticati e impastati con saliva, se non lo fanno tutto il contenuto del bozzolo viene distrutto dalle muffe

_________________
*****************
Immagine maurizio


Top
profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
nuovo argomento
rispondi
Pagina 1 di 1 [ 5 messaggi ]

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a: