eremicus ha scritto:
...Gli adulti si muovono eseguendo un tipico dondolìo che sembra una danza.
Infatti è proprio questo dondolio che me lo ha fatto notare, mentre cercavo, lungo un sentiero sabbioso, le mie care mutille.
Quando si fermava "spariva alla vista" mimetizzandosi totalmente con l'ambiente circostante.
eremicus ha scritto:
... La ricca dotazione di spine serve a proteggere le uova che la femmina, subito dopo l'accoppiamento, depone sul dorso del maschio -definito "ostetrico"- che continua a portarle addosso sino alla schiusa...
Non vorrei sbagliarmi, ma nella bella "Galerie der Wanzen" di H. Guenther & F. Koehler è presente una foto che mostra quello che ha tutta l'aria di essere proprio un esemplare "ostetrico".
Potete vedere l'immagine
qui.
eremicus ha scritto:
... Un ultimo punto riguarda il nome della specie; in un mio intervento precedente avevo spiegato perché il nome valido continua ad essere quello storico, cioè Phyllomorpha laciniata (Villers, 1789). Scriverò ad Aukema chiedendogli di rettificare la forma erronea presente in faunaeur....
Hai ragione Attilio, ne avevi già diffusamente parlato nel gennaio scorso sul vecchio forum e a porti il quesito ero stato proprio io
Nel "trasloco" sul format attuale, questo tuo intervento, nato in risposta ad un'immagine della stessa specie trovata in Marocco da Daniele Sechi (vedi
qui la foto) non è stato ancora spostato.
Provvedo inserendolo qui di seguito la mia domanda di allora e la tua esauriente risposta
Interventi originali del 06.01.2009Velvet Ant:
Prima di taxare, nel titolo, questa specie, ho una domanda da rivolgere agli eterotterologi del forum.
Trovo in
faunaeur.org che il Genere
Phyllomorpha Laporte De Castelnau, 1832 è divenuto sinonimo di
Phyllophya Stål 1873 (evidentemente non per ragioni di priorità, ma per altre che ignoro) e così è riportato da Dolling R. (2004) nel suo "Catalogue of the Heteroptera of the Palaearctic Region 5".
Adotterei pertanto tale sinonimia nel taxare la specie, sempre che non ci siano ulteriori e successive novità

In ogni caso, perchè il nome Phyllomorpha è caduto in sinonimia ?
eremicus:
In questo caso, ma non è il solo, gli estensori di Fauna europea hanno preso un colossale abbaglio accumulando una serie di errori. Il più sostanziale è che Dolling non si è mai sognato di porre il genere
Phyllomorpha Laporte De Castelnau, 1832 in sinonimia con
Phyllophya Stål 1873. Fra l'altro, se la validità di Phyllomorpha fosse decaduta (ad es. a seguito dell'eventuale scoperta che quel nome era stato utilizzato per designare un altro genere di animali precedentemente al 1832) il nome da utilizzare sarebbe stato Craspedum Rambur, 1839.
Il 5° volume del "Catalogue of the Heteroptera of the Palaearctic Region 5", di cui Dolling ha curato soltanto la parte relativa ai Coreoidea (è quindi improprio parlare del
suo "Catalogue") è stato pubblicato nel 2006 e non nel 2004. Nel volume la specie, a pag. 99, è chiaramente indicata come
Phyllomorpha laciniata (Villers, 1789).
Dolling, in una nota, richiama un problema nomenclatoriale che nel frattempo è stato definitivamente risolto. L'autore del genere, Laporte (1833), nella sua descrizione cita due volte il nome del genere, a pag. 41 come
Phyllomorphus e a pag. 47 come
Phyllomorpha. In questi casi spetta al primo revisore fissare la forma corretta; il primo revisore è stato Burmeister (1835) che ha preferito il maschile
Phyllomorphus, che risulta quindi la forma valida del nome. Nei 170 anni successivi la maggior parte degli autori, però, non tenendone conto, ha adottato la forma al femminile,
Phyllomorpha.
Nel 2006 il compianto Izya Kerzhner ha sottoposto il caso alla Commissione Internazionale per la Nomenclatura Zoologica, caldeggiando, nell'interesse della stabilità nomenclatoriale, l'accantonamento della validità della forma
Phyllomorphus e la conservazione del nome generico scorretto, ma di uso comune
Phyllomorpha.
La commissione, nell'adunanza del 30 giugno 2008, con l'opinione 2198, pubblicata nel Volume 65, 2, del Bulletin of Zoological Nomenclature, ha deliberato di accogliere la raccomandazione di Kerzhner decretando la conservazione di
Phyllomorpha.
Per concludere, non c'è alcun dubbio che è erroneo riferirsi a questa specie con un binomio diverso da
Phyllomorpha laciniata (Villers, 1789).