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Sulcophanaeus dall'Argentina (comprende discussioni su ecologia, etologia e biogeografia dei Phanaeini, nonché collegamenti per scaricare bibliografia sul gruppo)

I.2010 - ARGENTINA - EE, Catamarca and Cordoba Prov.


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MessaggioInviato: 20/08/2011, 19:20 
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Nome: Giorgio Garzaniti
Posto le foto di due cassette relative a Sulcophanaeus menelas (Laporte, 1840) e Sulcophanaeus imperator (Chevrolat, 1844). Sono ordinate secondo il periodo e le aree geografiche (argentine) di studio. In questi ultimi anni, questi splendidi scarabeidi si stanno rarefacendo soprattutto per la riduzione drastica dell'attività zootecnica (a favore della ben più remunerativa coltivazione della soia :x :x :x ), ma anche per i cambi climatici che nel sudcontinente americano si sentono con molta accentuazione.
Le foto non rendono giustizia alla loro bellezza!!!
Menelas box 1.JPG



Imperator box 1.JPG



Maschio di Sulcophanaeus imperator
imperator.JPG


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Giorgio Garzaniti


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 19:28 
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31
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Nome: Maurizio Bollino
Che spettacolo!!!!! E complimenti anche per l'ordine! Le mie cassette di studio sono MOLTO più incasinate, tanto che non oso farvele vedere :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Giorgarz ha scritto:
In questi ultimi anni, questi splendidi scarabeidi si stanno rarefacendo soprattutto per la riduzione drastica dell'attività zootecnica (a favore della ben più remunerativa coltivazione della soia :x :x :x ), ma anche per i cambi climatici che nel sudcontinente americano si sentono con molta accentuazione.


Riflettevo sulla prima delle due ipotesi di rarefazione. Se così fosse, vorrebbe dire che si sono differenziati in epoca storica, cioè in contemporanea con il diffondersi della zootecnia. Ovviamente la cosa non è credibile. Al limite, quindi, si potrebbe dire che la zootecnia è andata a vantaggio delle popolazioni di coprofagi che, scarsi e rarefatti perchè specializzati a utilizzare come pabulum solo lo sterco di animali selvatici, hanno trovato nelle fatte vaccine un'opportunità per un boom demografico. Ora, con la riduzione degli allevamenti, le popolazioni stanno tornando "alla foresta" e a fare quello che hanno sempre fatto per decine di migliaia di anni: utilizzare sterco di giaguaro, tapiro, pecari, ecc. ecc.

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Maurizio Bollino


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 19:30 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
Maurizio Bollino ha scritto:
Che spettacolo!!!!! E complimenti anche per l'ordine! Le mie cassette di studio sono MOLTO più incasinate, tanto che non oso farvele vedere :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Perchè non hai mai visto le mie! Una volta o l'altra mando qualche foto, così vi consolate.

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 22:04 
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Nome: Giorgio Garzaniti
Maurizio Bollino ha scritto:
Ora, con la riduzione degli allevamenti, le popolazioni stanno tornando "alla foresta" e a fare quello che hanno sempre fatto per decine di migliaia di anni: utilizzare sterco di giaguaro, tapiro, pecari, ecc. ecc.


Certamente prima dell'introduzione massiva dei bovini europei, nelle pianure argentine, come ricorda G. Burmeister nel suo "Viaje por los Estados del Plata" (1860), (che consiglio di leggere...affascinante...), vagavano moltitudini di cervidi e di cavalli selvatici (introdotti a loro volta dagli spagnoli tre secoli prima...), e i "nostri" coprofagi avevano possibilità illimitate di procurarsi il cibo. Che siano aumentati di numero o diffusisi maggiormente in ampie zone e per molto tempo è ormai assodato. Ma oggi non tornano "alla foresta" :cry: . Semplicemente perché non c'è più o non c'è mai stata. Gli imperator e i menelas (grandi sotterratori e divoratori di pabulum...) hanno bisogno di notevoli quantità di "materiale", sia per cibarsi sia per la creazione dei nidi larvali. Non trovandone quasi più, si stanno riducendo in molte zone. Restano presenti, anche in numero elevatissmo, ma circoscritti a piccole aree.
Per quanto riguarda poi lo sterco di giaguaro (ne restano veramente pochi in Argentina... :gun: ), non è molto appetito dai Sulcophanaeus. I carnivori attirano di più i Coprophanaeus, ma in altre zone. Posterò presto un diario di viaggio in cui vi racconterò qualcosa di più... :hi:

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Giorgio Garzaniti


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 22:11 
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E i camelidi ed i grossi roditori sudamericani hanno una loro fauna coprofaga associata, per quanto ne sai?

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 22:28 
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Nelle aree dove i camelidi ancora vivono allo stato brado (vigogna e alpaca in Argentina nelle regioni andine, ma molto rari) vive l'imperator in coabitazione con il batesi (dipende dall'altitudine...). Negli allevamenti, molto diffusi, si trova un po' di tutto. I coprofagi sono veramente di bocca buona e si sanno adattare! Mentre i capibara (i più grandi roditori) "forniscono" cibo, in alcuni casi, ad altre specie di Phanaeini (Coprophanaeus molto specializzati in particolare), essendo diffusi negli "esteros" più vicino al confine con Paraguay e Brasile.

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Giorgio Garzaniti


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 22:50 
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:lov3: :p :o Bellissimi, riesci a fare una foto più ravvicinata di un esemplare di ognuna delle due specie?

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 22:54 
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Nome: Giorgio Garzaniti
Caro Michele, domani posto... :hi:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 23:10 
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:hp: :hp: :lov1: :lov2: :birra:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 23:15 
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Nome: Maurizio Gigli
Grazie delle informazioni Giorgio.
Una delle cose che mi lasciano perplesso della fauna di coprofagi neotropicali, oltre alla colorazione sgargiante di molte specie (cosa che da noi si verifica molto meno, e che in parte riguarda pure la fauna della zona calda della regione neartica) è la presenza di specie molto grandi a cui però non corrisponde una presenza di grandi mammiferi, come accade invece in Africa e nel Sud Est asiatico. In Australia, con una fauna originaria di mammiferi erbivori circa delle stesse dimensioni di quelli autoctoni neotropicali, non mi pare che vi siano grossi coprofagi. E' possibile che le grandi specie sudamericane si siano evolute grazie alla presenza dei grandi mammiferi estinti tipici della fauna di questo continente fino a diverse migliaia di anni fa (tipo i grandi bradipi terrestri, i litopterni e roba simile)? E che poi alcune specie siano sopravvissute adattandosi prima alla superstite fauna autoctona e poi al bestiame introdotto dall'uomo?

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 23:39 
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Maurizio, è proprio uno degli argomenti che presso il Museo de La Plata (Buenos Aires) stanno investigando. Gli enormi Coprophanaeus bonariensis, ensifer e lancifer hanno sicuramente dovuto cambiare dieta diverse volte nel corso dell'evoluzione. Oggi i primi due (rari ma ben presenti nel territorio argentino) sono quasi esclusivamente necrofagi. In una carcassa di cane :sick: ho trovato 22 esemplari di C. bonariensis!!! Sono divoratori ed interratori infaticabili. Il lancifer si diletta di sterco bovino nelle pianure brasiliane, ma ha avuto un passato in cui sicuramente Toxodonti e Glypodonti gli fornivano un menù continuo (non è poi passato molto tempo...).
Per quanto riguarda la colorazione metallica di quasi tutti i Phanaeini riporto quanto affermato da Kevina Vulinec (Florida University): "En los escarabajos de estiércol (Phanaeine), la cabeza y la coraza protorácica reflejan una luz visible y una iridiscencia ultravioleta que se observa mejor desde una posición de frente al insecto. El cuerno de los machos, un poco menos iridiscente, forma una silueta contra la coraza protorácica. Si consideramos que el tamaño del cuerno del macho refleja el tamaño corporal, este mecanismo pudiera ser dirigido a competidores sexuales en interacciones agonistas. Las superficies protorácicas anchas y reflejantes presentes en los machos, pudieran también ser preferidas por hembras eligiendo su pareja sexual, quienes cooperarán en el cuidado futuro de su progenie..." - Florida Entomologist 80(2) 1997 June - :
è una ipotesi sicuramente da verificare ma molto interessante.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 23:39 
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Bella collezione Giorgio, complimenti. ;)
Grazie anche per le preziose informazioni che ci stai dando :)
Julodis ha scritto:
Grazie delle informazioni Giorgio.
Una delle cose che mi lasciano perplesso della fauna di coprofagi neotropicali, oltre alla colorazione sgargiante di molte specie (cosa che da noi si verifica molto meno, e che in parte riguarda pure la fauna della zona calda della regione neartica) è la presenza di specie molto grandi a cui però non corrisponde una presenza di grandi mammiferi, come accade invece in Africa e nel Sud Est asiatico. In Australia, con una fauna originaria di mammiferi erbivori circa delle stesse dimensioni di quelli autoctoni neotropicali, non mi pare che vi siano grossi coprofagi. E' possibile che le grandi specie sudamericane si siano evolute grazie alla presenza dei grandi mammiferi estinti tipici della fauna di questo continente fino a diverse migliaia di anni fa (tipo i grandi bradipi terrestri, i litopterni e roba simile)? E che poi alcune specie siano sopravvissute adattandosi prima alla superstite fauna autoctona e poi al bestiame introdotto dall'uomo?


Maurizio, vedo la tua ipotesi molto probabile. Specie come i Mastodonti e i Toxodon, oltre alle già elencate Macrauchenia e Megaterium, possono sicuramente aver favorito lo sviluppo in dimensione di questi coleotteri. Pensando a questi dati, mi è venuta in mente una riflessione in proposito. Forse, poichè la megafauna americana preistorica si è estinta in tempi relativamente recenti, può esserci solo stato un adattamento tempoaneo ai mammiferi attuali, per cui queste specie di coprofagi "giganti" sarebbero destinate a estiguersi nel futuro. Voi che ne pensate?

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Sir Robert Baden Powell

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Ultima modifica di Lucanus tetraodon il 20/08/2011, 23:42, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 20/08/2011, 23:41 
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Vedo che la risposta si conosce già: si sono semplicemente adattati alle carogne.
Grazie Giorgio per l' informazione :birra:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 21/08/2011, 9:07 
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Grazie Giorgio per le interessanti spiegazioni.
La teoria sulla colorazione e sulla sua funzione sessuale è interessante, ma questo vuol dire quindi che queste specie sono prevalentemente ad attività diurna? Quindi un po' come i nostri Scarabaeus, Gymnopleurus, Sysiphus, e non come in nostri Copris, a cui istintivamente li accostavo (probabilmente solo per una superficiale somiglianza morfologica). A pensarci bene in Africa ci sono Scarabaeini a colori vivaci (blu o verde, soprattutto), e da noi qualche Geotrupidae (guarda caso il pyrenaeus splendens, che è probabilmente il più "splendente" tra i nostri coprofagi, è anche quello forse più diurno tra i nostri Geotrupidae).

Lucanus tetraodon ha scritto:
Forse, poichè la megafauna americana preistorica si è estinta in tempi relativamente recenti, può esserci solo stato un adattamento tempoaneo ai mammiferi attuali, per cui queste specie di coprofagi "giganti" sarebbero destinate a estiguersi nel futuro. Voi che ne pensate?

Cosa avverrà in futuro nessuno lo sa. Le vie dell'evoluzione sono imprevedibili. Qualche milione di anni fa chi avrebbe potuto immaginare il successo che avrebbe poi avuto un rappresentante di un gruppo di specie di Primati sull'orlo dell'estinzione in un ambiente che diventava sempre meno adatto alle loro caratteristiche?
Certo che le specie "estreme" difficilmente vanno avanti a lungo.

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Sulcophanaeus dall'Argentina
MessaggioInviato: 21/08/2011, 10:46 
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Nome: Giorgio Garzaniti
Maurizio, in effetti la gran parte dei Phanaeini sono ad attività diurna e quelle notturne sono proprio le specie che presentano colorazioni non iridescenti :ok: .
La difficoltà nella loro cattura sta nel fatto che sono straordinari volatori! Utilizzano una tecnica di volo a pochi centimetri dal suolo procedendo a zig zag e secondo linee di avvicinamento precise, fino a lasciarsi cadere a pochi centrimentri dal "bersaglio" dove poi si interrano in pochi secondi. E' per questo che le trappole a caduta (usando come esca il famigerato "autoprodotto") e quelle ad intercettazione sono fondamentali per le specie che vivono nella foresta. Per i Sulcophanaeus imperator è più semplice: se si trova la sede della popolazione, è solo questione di muscoli...scavare, scavare, scavare!!!
Per quanto riguarda la possibile estinzione dei grandi Coprophanaeus, al momento nessuno di loro ne è minacciato. Il lancifer in Brasile e Paraguay è dominante! Quelli che subiscono i maggiori pericoli sono gli iperspecializzati o quelli legati a microhabitat che stanno scomparendo!!!

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Giorgio Garzaniti


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