Ciao Luciano. Quelle sono sicuramente gallerie di Phoracantha. La mia impressione è che siano di P. recurva, ma potrebbe anche essere la semipunctata, visto che spesso convivono (da quel che ho visto qui nel Lazio, la recurva tende col tempo a sostituire la semipunctata).
Le larve rinsecchite con i bozzoletti immagino fossero nelle gallerie tra corteccia e legno, e non erano altro che larve di Phoracantha uccise da parassitoidi sfarfallati poi dai bozzoletti. I tappi di segatura dovrebbero portare alla celletta ninfale, poco sotto la superficie. Potresti togliere il legno esterno con un coltello, procedendo un pezzetto per volta e con cautela, seguendo il senso delle fibre, per vedere se dentro c'è l'adulto, in attesa di sfarfallare ai primi caldi del prossimo anno, oppure morto (la mortalità in questa fase è piuttosto alta, forse anche perchè il clima non è proprio identico al loro originario), ed in genere recuperabile, o la larva, viva o morta che sia. Oppure potresti tenere i legni in una cassetta in attesa che sfarfalli qualcosa. Visto il tipo di legno e le sue condizioni (scortecciato), tolto ciò che ha scavato i fori tappati con la segatura non dovrebbe esserci altro. Quindi ti conviene tagliare il ramo in pezzi comprendenti i fori, circa 10 cm prima e 10 cm dopo ciascuno di essi, ed eliminare il resto. Facendo questi tagli, potresti trovare delle gallerie all'interno del legno. Per scrupolo potresti spaccare longitudinalmente le parti scartate prima di buttarle. Non si sa mai. Come contenitori io uso cassette di legno con almeno un lato in reticella metallica (tipo zanzariera), oppure scatole di plastica a cui faccio dei forellini con una punta di trapano molto piccola, e li tengo sul balcone, in modo che prendano un po' di luce (per ridurre le formazioni di muffe) e risentano delle variazioni stagionali. C'è anche chi usa sacchi di juta con un barattolo trasparente attaccato da una parte, in cui di solito vanno gli insetti, o tanti altri tipi di contenitori più o meno rimediati. L'importante è che ci sia un po' di passaggio d'aria, anche se minimo, e che il legno venga inumidito ogni tanto, ma solo quando è veramente secco (dopo mesi), per evitare marciumi e ristagno d'acqua. Se invece usi cassette in legno con pareti in rete, puoi bagnarli molto più spesso senza problemi.
In quanto all'Acacia, sicuramente non viene attaccata dalle stesse specie che attaccano l'eucalipto, con l'eccezione di alcune specie molto polifaghe occasionalmente adattatecisi, come Chrysobothris affinis. Per quanto ricordo, non ci sono specie importate di Coleotteri di origine australiana legati all'Acacia. Ci sono però specie nostrane che ci si sono adattate, come ad esempio l'Acmaeoderella adspersula, che fa dei piccoli fori d'uscita rotondi, che sembrano quelli fatti dai pallini di un fucile da caccia, la Chrysobothris di cui parlavo prima, l'Anthaxia umbellatarum e qualche altra specie di altre famiglie xilofaghe. C'è comunque una remota possibilità. In Sicilia è stata trovata anni fa una specie di Chrysobothris legata alle leguminose arboree, che io sapevo essere (da come mi è stato riferito da chi ha visto l'esemplare) Chrysobothris dorsata, specie africana appunto legata all'Acacia, a larghissima distribuzione, ma che sul catalogo di Loebl & Smetana è citata come Chrysobothris chalcophana mediterranea, descritta, se ricordo bene, di Grecia (dintorni di Salonicco?). Non è detto che, se questa specie non possa vivere pure in Calabria e possa attaccare piante di Acacia di origine esotica. Sarebbe il caso di prendere degli spezzoni di rami di diversa sezione, di lunghezza di 30-40 cm, e metterli in una cassetta per vedere che ne esce. Preferisci rami morti da poco o con parti nella zona di contatto tra il vivo e il morto. Quelli morti da troppo tempo, con tanti fori d'uscita, legno sotto corteccia e corteccia stessa completamente mangiati, di solito danno solo resti e frammenti di ciò che c'era, qualche individuo morto e più o meno recuperabile, poche specie che vivono nel legno vecchio (di solito molto polifaghe) specie che si nutrono di detriti o di micelio, o che predano queste ultime, e altre che ci si rifugiano per l'inverno, ma generlamente non legate ad una specifica essenza vegetale.
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