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Pterostichus (Oreophilus) bicolor bicolor Aragona, 1830 - Carabidae

20.VIII.2010 - ITALY - Emilia-Romagna - FE, Mesola


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PostPosted: 21/10/2012, 22:36 
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Nome: Augusto Degiovanni
Alpi Occidentali e Appennino settentrionale, montano silvicolo.

Alpi Marittime Francesi, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana.

La ssp amorei dalle Marche alla Calabria, se mpre App. Centr. e Merid.

Ti ho riportato quello che dice il Magistretti.

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CIAO :hi: Augusto Degiovanni

http://anthicidaeecarabidae.altervista.org


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PostPosted: 21/10/2012, 22:39 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Se è solo del settore alpino occidentale ed Appennino, la mia ipotetica ipotesi non regge. Mistero a questo punto!
Daniele, o lo ritrovi o taci per sempre :mrgreen: !

Roberto :to:


PS: ma non è che scende lungo il Ticino o qualche altro fiume?

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PostPosted: 21/10/2012, 22:42 
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Nome: maurizio pavesi
ciao roberto

la forma tipica dalle alpi occidentali (a nord fino al monviso) all'appennino tosco-romagnolo (campigna, vallombrosa, alpi apuane, appennino pistoiese), con distribuzione praticamente continua

la ssp. amorei nell'appennino centro-meridionale, dai sibillini alla sila... ma indipendentemente dalla località, l'amorei ha generalmente elitre + o - verdastre, questo direi proprio che è il tipico

p.s.
lungo il ticino no di certo... dovrebbe essere un affluente di dx del po, e perché lo Pterostichus possa essere fluitato fin lì, dovrebbe essere un fiume senza dighe fra il tratto montano e la confluenza con il po

una popolazione stabile in pianura, anche in bosco, non me la vedo, il bicolor si trova in faggeta, oppure sopra il limite degli alberi

io continuo a pensare a un certo numero di individui svernanti all'interno di tronchi trasportati dalle foreste appenniniche agli abitati della pianura

p.s. ma la tua ipotesi qual era?

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PostPosted: 21/10/2012, 22:47 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Monviso? Allora come arriva in Lombardia?
Scusate l'interrogatorio, ma sono curioso.
Roberto :to:

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PostPosted: 21/10/2012, 22:55 
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Nome: Augusto Degiovanni
Hemerobius wrote:
Monviso? Allora come arriva in Lombardia?
Scusate l'interrogatorio, ma sono curioso.
Roberto :to:


Ci arrivano perchè sono citati del M.te Lesima e M.te colletta dell'alto appennino Piacentino, ma in territorio Lombardo ;)

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PostPosted: 21/10/2012, 23:01 
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Nome: maurizio pavesi
preceduto :D

in pratica, la provincia di pavia a sud del po si incunea verso il crinale appenninico fino a raggiungerlo in un paio di località, appunto m.te lesima e m.te colletta, uniche località (amministrativamente) lombarde dove trovi specie come Scotodipnus glaber... e anche Carabus solieri

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PostPosted: 22/10/2012, 0:35 
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:oops:... e chi si aspettava una faccenda così misteriosa dietro quest'esemplare?!
Come ho detto sono convinto di averlo visto almeno in un secondo caso; dirò di più: anche se non ci scommetterei, questo secondo esemplare mi pare di averlo visto in ambiente dunale al Lido di Volano :? Comunque questo non l'avevo raccolto (ero ancora agli inizi e la mia raccolta di insetti non era concettualmente diversa da una di figurine, così il mio pensiero è stato: "tanto ce l'ho già!" :no1:), quindi non posso essere certo che si trattasse della stessa specie, pertanto non possiamo tenere conto di questo dato :(.
In questo periodo dovrebbe essere ancora attiva la specie? Nell'ipotesi in cui vi sia effettivamente una popolazione stabile, come mi consigliate di procedere per trovare altri esemplari?

PS:
Hemerobius wrote:
PS: belle foto Daniele ;)!
Roberto :to:

:D
Sicuramente potrei fare di meglio con un po' più di pratica, ma è decisamente tutt'altra cosa rispetto allo scanner! :birra:

:hi:

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PostPosted: 22/10/2012, 19:55 
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Nome: Luca Bodei
Daniele Maccapani wrote:
:oops:... e chi si aspettava una faccenda così misteriosa dietro quest'esemplare?!
Come ho detto sono convinto di averlo visto almeno in un secondo caso; dirò di più: anche se non ci scommetterei, questo secondo esemplare mi pare di averlo visto in ambiente dunale al Lido di Volano :? Comunque questo non l'avevo raccolto (ero ancora agli inizi e la mia raccolta di insetti non era concettualmente diversa da una di figurine, così il mio pensiero è stato: "tanto ce l'ho già!" :no1:), quindi non posso essere certo che si trattasse della stessa specie, pertanto non possiamo tenere conto di questo dato :(.
In questo periodo dovrebbe essere ancora attiva la specie? Nell'ipotesi in cui vi sia effettivamente una popolazione stabile, come mi consigliate di procedere per trovare altri esemplari?

PS:
Hemerobius wrote:
PS: belle foto Daniele ;)!
Roberto :to:

:D
Sicuramente potrei fare di meglio con un po' più di pratica, ma è decisamente tutt'altra cosa rispetto allo scanner! :birra:

:hi:


Daniele ,questa Primavera sia nel tuo giardino che nella zona citata 2 bicchierini ad aceto ce li metterei,tanto per vedere se c'è una reale acclimatizzazione della specie a basse quote,oppure se è del tutto occasionale per le ragioni già citate... ;) :hi:

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PostPosted: 22/10/2012, 20:43 
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Quindi ora è già tardi? Peccato, mi ero molto incuriosito per questa vicenda... Vorrà dire che aspetterò questa primavera per eventuali conferme :D

Nell'attesa cerco di togliermi qualche dubbio... La ragione per cui ritenete improbabile una sua acclimatazione in questa zona (al di là del problema di come ci è arrivato) è il clima più caldo, l'ambiente (parlavate di faggete, ma non riesco a capire cosa cambi ad un predatore vivere in faggeta o in pioppeto, pineta, etc. :roll:), o entrambi? (o altre cose ancora a cui non ho pensato :?:)...
NB: non vorrei dare l'impressione di avere un tono critico verso le vostre opinioni... Sto chiedendo per imparare, niente di più ;)

Grazie mille, :hi:

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PostPosted: 22/10/2012, 21:19 
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Nome: Andrea Petrioli
Daniele Maccapani wrote:
Quindi ora è già tardi? Peccato, mi ero molto incuriosito per questa vicenda... Vorrà dire che aspetterò questa primavera per eventuali conferme :D


Grazie mille, :hi:



...non necessariamente, visto il caldo di questo periodo. :D

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Andrea


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PostPosted: 22/10/2012, 21:24 
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Nome: Daniele Maccapani
:hp: Di recente ho già piazzato qualche trappola ad aceto, ma a questo punto credo che le decuplerò! :sma: (chissà se esiste questa parola :roll: :mrgreen:)

:hi:

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PostPosted: 22/10/2012, 21:55 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
gomphus wrote:
p.s. ma la tua ipotesi qual era?

Scusa mi era sfuggita la domanda.

Lacuna nordadriatica!
Ma non c'entra nulla con specie di faggeta praticamente appenninica, anche se i boschi freschi del Delta ospitano a volte bestiole che possono trovarsi anche in faggeta. Nel Delta viveva il marasso, in minuscole aree sopravvive la Lacerta vivipara (o come diavolo si chiama adesso), si trovano insomma elementi di climi freschi "non mediterranei".

Roberto :to:

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PostPosted: 22/10/2012, 21:58 
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Nome: maurizio pavesi
lo Pt. bicolor è attivo anche con temperature piuttosto fresche, il fattore limitante è l'umidità

quindi se arriva, come prevedono, una perturbazione con piogge intense, chissà che nei giorni successivi :hp: ...

p.s. che differenza fa per un insetto vivere in una faggeta o una pineta? beh, fra l'altro è l'umidità offerta dall'ambiente, a fare la differenza... oltre alle temperature massime raggiunte, e ad altri dettagli :to: ...

p.p.s. vedo ora la risposta di roberto, arrivata mentre scrivevo... è un argomento mooooolto interessante, che merita una discussione più approfondita... un po' di pazienza ;) !

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PostPosted: 22/10/2012, 22:25 
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Nome: Daniele Maccapani
gomphus wrote:
p.s. che differenza fa per un insetto vivere in una faggeta o una pineta? beh, fra l'altro è l'umidità offerta dall'ambiente, a fare la differenza... oltre alle temperature massime raggiunte, e ad altri dettagli :to: ...

Ok, quindi i fattori limitanti sono di tipo fisico, come umidità e temperatura... Che non dipendono dall'essenza arborea che caratterizza il bosco, giusto? (nel senso che non sono le condizioni fisiche a essere determinate dall'essenza arborea, ma viceversa; cioè lo Pterosticus vive in faggeta perchè sia lui che il faggio necessitano delle stesse condizioni di temperatura ed umidità, ma all'insetto non interessa di vivere proprio in mezzo ai faggi...) E' giusto o sbaglio da qualche parte :oops:?
(capisco che dal punto di vista pratico è probabilmente una pignoleria poco significativa, è solo per capire bene...)
gomphus wrote:
p.p.s. vedo ora la risposta di roberto, arrivata mentre scrivevo... è un argomento mooooolto interessante, che merita una discussione più approfondita... un po' di pazienza ;) !

Già, ad Entomodena Roberto mi ha accennato qualcosa su questo argomento e l'ho trovato veramente molto interessante! ("forse" "anche" perchè riguarda in modo specifico le zone di mio interesse :mrgreen:) Quindi se interpreto bene questa parte del messaggio... Ho già l'acquolina in bocca per quando ne discuterete in modo approfondito :p

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PostPosted: 22/10/2012, 22:48 
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Nome: maurizio pavesi
Daniele Maccapani wrote:
gomphus wrote:
p.s. che differenza fa per un insetto vivere in una faggeta o una pineta? beh, fra l'altro è l'umidità offerta dall'ambiente, a fare la differenza... oltre alle temperature massime raggiunte, e ad altri dettagli :to: ...

Ok, quindi i fattori limitanti sono di tipo fisico, come umidità e temperatura... Che non dipendono dall'essenza arborea che caratterizza il bosco, giusto? (nel senso che non sono le condizioni fisiche a essere determinate dall'essenza arborea, ma viceversa; cioè lo Pterosticus vive in faggeta perchè sia lui che il faggio necessitano delle stesse condizioni di temperatura ed umidità, ma all'insetto non interessa di vivere proprio in mezzo ai faggi...) E' giusto o sbaglio da qualche parte :oops:?...

non è del tutto giusto... il faggio piuttosto che il pino concorrono a modificare le condizioni a livello del suolo, con l'ombreggiatura + o - intensa, con le caratteristiche (quantitative e qualitative) della lettiera accumulata, con la modifica della chimica del suolo... influenzando pesantemente, in ultima analisi, l'evoluzione stessa delle caratteristiche del suolo

praticamente, sembrerebbe che le piante stesse tendano a modificare le caratteristiche del suolo nel senso ad esse più favorevole

e queste caratteristiche, cioè quelle collegate alla faggeta piuttosto che, che so, al querceto xerofillo, sono quelle a cui una quantità di specie viventi nel suolo si sono adattate, talvolta con una tolleranza ai cambiamenti estremamente ridotta

il resto alla prossima puntata :to: ...

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