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Come si riammorbidiscono gli insetti?



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 04/11/2009, 19:25 
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Iscritto il: 02/09/2009, 20:57
Messaggi: 8692
Località: Cagliari
Nome: Roberto Rattu
alberto ha scritto:
Per i peli o le squame a volte riesco ad ottenere qualche successo accarezzando il "soggetto" con uno di quei pennellini da trucco (femminile) che frego a mia figlia, mobidissimi e delicatissimi, andando "contropelo"... il tutto prima che si irrigidisca di nuovo, ovviamente.
Ciao
Alberto


Speriamo allora che tua figlia non legga questo forum :lol1: :lol1: .....


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MessaggioInviato: 06/01/2010, 15:05 
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Iscritto il: 15/11/2009, 23:48
Messaggi: 105
Località: Loreggia (PD)
Nome: Pietro Visentini
Personalmente uso da tempo una tecnica molto semplice se devo reidratare esemplari piccoli o molto piccoli (tra gli stafilinidi sono la maggioranza).
Strumenti base: una siringa da 5 o 10 cc, un ago ipodermico, un tappo di gomma, soluzione idratante (acqua distillata e acido acetico:due/tre gocce per cc d'acqua).
Modus operandi: introduco uno o pochi esemplari da reidratare nel corpo della siringa facendoli passare dal foro dorsale del corpo privato della stantuffo; inserisco delicatamente lo stantuffo che porto sin quasi a fine corsa, ovviamente senza comprimere il materiale introdotto; montato l'ago ipodermico suziono 1/2 o 1 cc della soluzione idratante e pianto la punta dell'ago in un tappo di gomma, in modo da impedire che attraverso il canalino contenuto nell'ago possa passare l'aria.
A quel punto estraggo il più possibile lo stantuffo in modo da generare nel corpo della siringa un vuoto pneumatico e mantengo lo stantuffo in tensione da 30" fino a 1' in relazione alle dimensioni degli esemplari contenuti dalla siringa (ho ammorbidito in questo modo anche piccoli Quedius e Philonthus).
Poi, dopo aver estratto delicatamente la punta dell'ago dal tappo di gomma, tolgo lo stantuffo e faccio uscire in una petri gli esemplari assieme alla soluzione residua... generalmente la cosa funziona molto bene e gli esemplari sono idratati in modo adeguato sia per procedere ad eventuali dissezioni per l'estrazione che per provvedere a una buona preparazione su cartellino.
Buon pranzo a tutti :)
Pierone


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MessaggioInviato: 07/01/2010, 11:40 
 
Ho letto con interesse la discussione sull'argomento e così vorrei aggiungere il mio contributo.
Personalmente, da molti anni uso una tecnica insegnatami da Piet Kanaar, grande isteridologo olandese con ottima conoscenza della chimica (è medico dermatologo). Si tratta di immergere gli insetti in aceto di alcol bianco in soluzione fisiologica, cioè addizionato di 9 grammi di comune sale di cucina (cloruro di sodio) per ogni litro di aceto.
Il sale serve a far sì che gli insetti non si gonfino per via della pressione osmotica; attenzione però a non ottenere il risultato contrario mettendone troppo. Inoltre, l'aceto deve essere assolutamente incolore, trasparente come acqua. Il migliore per i nostri scopi è appunto quello di alcol bianco, di cui però in Italia è vietato il commercio (lo si trova in Francia). Al suo posto può essere usato l'aceto bianco (= trasparente) che si trova nei nostri supermercati (almeno i più grossi) e che serve per preparare le verdure sottaceto (una marca produttrice è la Ponti).
Questa soluzione, che a me piace chiamare "soluzione di Kanaar", presenta molti vantaggi.
1. Può essere utilizzata con tutti gli insetti (ad eccezione dei Lepidotteri ovviamente e di quelle specie con scaglie sulle ali); questo posso affermarlo con certezza, perchè da due anni al Museo di Genova usiamo questa tecnica senza alcun inconveniente con Emitteri, Ortotteri, Imenotteri, ecc.. Recentemente, Davide Badano l'ha provata con dei Neurotteri e si è trovato benissimo. Insetti coperti di fitta pelosità (es. alcuni Apoidei) andrebbero sottoposti a un test, ma credo che una volta asciutti tornino come "vivi".
2. La soluzione, oltre che ad ammorbidire, funziona come ottimo conservante, per cui si possono mettere a mollo gli esemplari e lasciarveli anche per mesi, fino a quando non si ha tempo o voglia di prepararli. Io lo faccio regolarmente con gli Histeridae, usando delle provette per analisi del sangue oppure i contenitori dei rullini fotografici.
3. Non occorre una grande quantità di soluzione, basta che gli esemplari ne siano coperti (funziona anche se galleggiano).
4. Da ottimi risultati in tempi più o meno brevi, a seconda delle dimensioni, delle condizioni e della modalità con cui è stato ucciso l'esemplare. In certi casi, bastano poche ore, mentre in altri occorrono alcuni giorni. La comodità sta proprio nel fatto che si possono mettere a bagno gli esemplari anche con grande anticipo ed averne così alcuni sempre "pronti" per essere preparati in ogni momento.
5. Il costo dell'aceto e del sale è risibile; inoltre, la stessa soluzione può essere riutilizzata quasi all'infinito. Io la butto solo quando è diventata marrone per i grassi disciolti.
6. Ha un effetto collaterale sgrassante e pulente.
7. Non è pericolosa nè per noi nè per l'ambiente e può essere "smaltita" versandola semplicemente nel lavandino di casa.

Credo di aver detto tutto, a parte che viene regolarmente usata per "reidratare ed ammorbidire" senza danni i tipi.
Se qualcosa non è chiaro, ditemelo.
Ciao


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MessaggioInviato: 07/01/2010, 11:58 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:16
Messaggi: 6860
Località: Portici (Napoli)
Nome: Claudio Labriola
Fabio Penati ha scritto:
... Inoltre, l'aceto deve essere assolutamente incolore, trasparente come acqua. Il migliore per i nostri scopi è appunto quello di alcol bianco, di cui però in Italia è vietato il commercio (lo si trova in Francia). Al suo posto può essere usato l'aceto bianco (= trasparente) che si trova nei nostri supermercati (almeno i più grossi) e che serve per preparare le verdure sottaceto (una marca produttrice è la Ponti)....


Ciao Fabio,
molto molto interessante, grazie. Mi chidevo se l'aceto della marca che hai citato, per essere più espliciti e chiari è:

1) Aceto di vino di aspetto limpido e colore paglierino

2) Aceto di vino di aspetto limpido, incolore...

Mi spiego meglio, perchè sei stato chiarissimo lo hai definito "trasparente" quindi credo sia il 2), si può anche usare l'altro 1)? quali possono essere i danni?

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Buona Vita!!!!


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MessaggioInviato: 07/01/2010, 12:05 
 
Caro Claudio,
ti confesso che nella mia enorme pigrizia "conservativa" non ho mai nemmeno pensato di usare un aceto non trasparente (per esempio, quello paglierino), preferendo seguire pedissequamente le indicazioni di Kanaar. In assoluto, sarebbe meglio quello di alcol bianco per via di una acidità leggermente diversa, ma quello in commercio in Italia non ha mai dato problemi.
Se vuoi provare tu ad usare l'aceto "paglierino" con qualche coleottero, potrebbe essere interessante conoscere il risutato.

Ciao


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MessaggioInviato: 07/01/2010, 12:14 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:16
Messaggi: 6860
Località: Portici (Napoli)
Nome: Claudio Labriola
Fabio Penati ha scritto:
...
Se vuoi provare tu ad usare l'aceto "paglierino" con qualche coleottero, potrebbe essere interessante conoscere il risutato....


Diciamo che non sono un grande preparatore, solo ultimamente mi stò cimentando nella raccolta di qualche insetto e trovo un po' di difficoltà nella preparazione per svariati motivi che vanno dalla non conoscenza delle tecniche alle posizioni che devono assumere gli esemplari, comunque ci sto provando :D

La tua tecnica mi sembra di semplice applicazione dato che la soluzione può essere usata anche come conservante ed infatti non sempre mi riesce la pareparazione in tempi brevi. Credo di metterla in pratica e se non trovo l'aceto trasparente prendo quello paglierino, faccio alcune prove e ti/vi faccio sapere :D ;)

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MessaggioInviato: 07/01/2010, 12:32 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Tanto per non fare pubblicità l'aceto trasparente per sottaceti è l'Aceto di vino Decolorato Ponti, B1000. Non trovandolo (e non avendo voglia di cercarlo) spacciandomi per un ricercatore del CNR ( :gh: ) ho chiesto direttamente alla Ponti (info@ponti.com) chi lo vendeva a Sassari. Ci hanno messo un po' di tempo ma mi hanno risposto (dal 19 novembre al 3 dicembre). Adesso lo stiamo usando. Secondo me ha un solo problema, addio analisi genetiche! Noi adesso, tendenzialmente, mettiamo tutto in alcool etilico a 95° (confermo che va benissimo se la biomassa da conservare non è eccessiva rispetto all'alcool, nel qual caso l'alcool va rinnovato), poi caso mai reidratiamo con aceto.

Ciao Roberto :to:

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verum stabile cetera fumus


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MessaggioInviato: 09/01/2010, 22:02 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
Fabio Penati ha scritto:
...Se vuoi provare tu ad usare l'aceto "paglierino" con qualche coleottero, potrebbe essere interessante conoscere il risutato.

Ciao



ieri ho fatto una prova con delle Cetonischema secche; le ho tenute a mollo in aceto di vino bianco, di colore paglierino (le ho anche siringate per facilitare l'operazione), e questa mattina erano perfettamente pronte per essere preparate.

:ok: :ok:


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MessaggioInviato: 10/01/2010, 22:28 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
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Nome: Davide Badano
"La soluzione di Kanaar", che ho personalmente esportato in Sardegna :mrgreen: dopo che Fabio me l'ha insegnata, possiede un'interessante applicazione che devo ancora terminare di sperimentare: la reidratazione di esemplari conservati in alcool con conseguente possibilità di prepararli a secco. Al momento ho provato con esito positivo solo su alcuni formicaleoni, ma se funziona con loro penso che vada bene per altri gruppi di insetti, come i coleotteri o gli eterotteri.
Che dire? Sperimentate!

Al peggio ci si condisce l'insalata! :lol1:


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MessaggioInviato: 10/01/2010, 22:42 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
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Località: W-Mediterraneo
Nome: Davide Badano
Infine un'ulteriore elemento positivo rispetto alla camera umida è che grazie a questo metodo si evitano completamente le muffe.


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MessaggioInviato: 10/01/2010, 23:11 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
Dilar ha scritto:
Infine un'ulteriore elemento positivo rispetto alla camera umida è che grazie a questo metodo si evitano completamente le muffe.


giusto. :ok:


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MessaggioInviato: 10/01/2010, 23:14 
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Iscritto il: 14/03/2009, 15:34
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Località: Belluno
Nome: Andrea Fabbri
Io uso il liquido di Barber che compro da Entomopraxis, è perfetto per tutto e i peli non rimangono appiccicosi

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Andrea


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MessaggioInviato: 11/01/2010, 0:59 
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Iscritto il: 18/02/2009, 0:24
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Località: Asciano (Siena)
Nome: Andrea Petrioli
Dilar ha scritto:
"La soluzione di Kanaar", che ho personalmente esportato in Sardegna :mrgreen: dopo che Fabio me l'ha insegnata, possiede un'interessante applicazione che devo ancora terminare di sperimentare: la reidratazione di esemplari conservati in alcool con conseguente possibilità di prepararli a secco. Al momento ho provato con esito positivo solo su alcuni formicaleoni, ma se funziona con loro penso che vada bene per altri gruppi di insetti, come i coleotteri o gli eterotteri.



Molto interessante!!!!! :ok: :ok: :ok:

Da provare.

:hi:

_________________
:hi:
______
Andrea


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MessaggioInviato: 11/01/2010, 2:58 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
eurinomio ha scritto:
...ieri ho fatto una prova con delle Cetonischema secche; le ho tenute a mollo in aceto di vino bianco, di colore paglierino (le ho anche siringate per facilitare l'operazione), e questa mattina erano perfettamente pronte per essere preparate.

:ok: :ok:


solo un piccolo neo...stentano ad essiccare; normalmente gli insetti, dopo poche ore sul calorifero bollente, rimangono secchi come dei baccalà...invece queste Cetonischema, che ho preparato, si "muovono" ancora.
vedremo domani.

:birra:


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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
non è colpa dell'aceto, le Cetonischema restano anche per un mese o due molli, se lasciate a temperatura ambiente, ma se sul calorifero ci vorrà solo qualche giorno :D :)

_________________
Riccardo Poloni
La dignità degli elementi
la libertà della poesia,
al di là dei tradimenti degli uomini
è magia, è magia, è magia...
Negrita, Rotolando verso sud


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