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Carabus (Eucarabus) italicus italicus Dejean, 1826 Dettagli della specie

12.VI.2016 - ITALIA - Emilia-Romagna - RA, Bassura del Bardello (sud), zona San Vitale, Ravenna


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MessaggioInviato: 04/09/2016, 19:39 
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marco villa ha scritto:
Come ha giustamente detto Giorgio, mettere trappole senza autorizzazione non si potrebbe. Però dovete ammettere di non essere tutti santi. Penso che almeno metà delle specie che ognuno di voi ha in collezione sia stata raccolta all'interno di un'area soggetta a qualche tipo di tutela, e magari neanche lo sapevate.

Non direi proprio. Io raccolgo quasi tutto in aree non sottoposte a protezione, anche perché ci trovo spesso più cose. E quel che prendo in aree protette (in genere, aree sottoposte a tutela di tipo generale, come lungo i corsi d'acqua o la fascia costiera, non biotopi particolari con protezioni specifiche) lo prendo normalmente con ricerca diretta, senza trappole, e così non si incide sulla popolazione se non in misura insignificante.

marco villa ha scritto:
Ma del resto se bisogna "conoscere per proteggere", almeno in fatto di buonsenso, non c'è nulla di sbagliato. Poi legalmente è un'altro discorso.

Non nascondiamoci dietro un dito. Probabilmente non sarà questo il caso, ma so di "campagne di ricerca", non solo parlando di insetti, in cui sono stati fatti prelievi ripetuti ed indiscriminati, in biotopi di piccole dimensioni, tanto da poter dire di conoscere perfettamente l'entità della popolazione della specie x che ci viveva!
Diciamo che, con un po' di buon senso, come hai detto, si può prendere un limitato numero di esemplari senza incidere pesantemente sulla popolazione di una certa specie, ma con quelle già in forte calo numerico, legate ad ambienti particolari e poco diffusi, bisogna andarci cauti. Questo, a prescindere da zone protette o meno.

marco villa ha scritto:
Diciamo la verità. Se un'area è protetta o meno, agli entomologi importa poco. Se non è recintata o pattugliata in modo severo da delle guardie, ci entrano lo stesso, o al massimo ci vanno in "punta di piedi". Anzi, un'area protetta attira decisamente di più gli entomologi rispetto ad una priva di tutela.
Come ho detto prima, non generalizziamo, ed in ogni caso, anche se qualcuno lo fa, sarebbe meglio che se lo tenesse per se, ed in ogni caso, non è una cosa da dire in un forum pubblico.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 04/09/2016, 19:47 
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Nome: Luca Bodei
Julodis ha scritto:
Come ho detto prima, non generalizziamo, ed in ogni caso, anche se qualcuno lo fa, sarebbe meglio che se lo tenesse per se, ed in ogni caso, non è una cosa da dire in un forum pubblico.



ESATTO!!!! E visto la 'piega' direi di chiuderla qui... ;) :hi:

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Tc70


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MessaggioInviato: 04/09/2016, 20:12 
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Nome: Marco Villani
Julodis ha scritto:
Come ho detto prima, non generalizziamo, ed in ogni caso, anche se qualcuno lo fa, sarebbe meglio che se lo tenesse per se, ed in ogni caso, non è una cosa da dire in un forum pubblico.


Non ho fatto nomi, e non ho mai detto di aver fatto così anch'io. Però conosco molti che cacciano in aree protette, e non per questo li considero dei pessimi entomologi o dei distruttori dell'ambiente.


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MessaggioInviato: 04/09/2016, 20:14 
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Nome: Ferdinando Giovine
Io dubito che gran parte degli invertebrati si possa estinguere per overcollecting a meno che la specie non abbia una corografia puntiforme. La capacità riproduttiva degli invertebrati è molto alta. Ciò che non si deve distruggere è il loro habitat ed è per questo che vengono create le aree protette affinchè siano preservate delle biocenosi che altrimenti potrebbero subire delle alterazioni gravi. Ambienti come quelli ripariali o foreste naturali con alberi che nascono e che muoiono sono delle grandi fucine di biodiversità finchè qualcuno non decide di introdurvi specie alloctone come il gambero americano nei fiumi, la vongola delle Filippine a mare nell'Adriatico o il cinghiale nelle boscaglie ad uso venatorio senza immettere i rispettivi predatori. Quello che resta in genere è il deserto. E sto parlando di specie introdotte volontariamente e non di specie alloctone introdottesi casualmente.
Da tutto quanto sopra sarebbe opportuno in certi ambienti entrare sempre in punta di piedi.
Una volta ebbi uno scontro verbale da ambientalista con altri ambientalisti (monovedenti) e cercavo di spiegare loro quanti inventerbrati schiacciassero inconsapevolmente quando in gruppo invadevano un'area protetta per il gusto di guardare uccelli col binocolo :x

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MessaggioInviato: 04/09/2016, 20:48 
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D'accordo con te che le capacità riproduttive degli insetti siano stupefacenti, e che sia difficile che la raccolta per collezione e/o scopi scientifici possa portare una specie all'estinzione, ma il problema si ha quando una specie è già in condizioni precarie, per la distruzione/alterazione/riduzione dell'habitat idoneo, introduzione di specie aliene, inquinamento, cambiamenti climatici, ecc. In questa situazione, qualunque fattore, anche la raccolta incontrollata, può essere determinante, almeno a livello locale. Lo stesso per specie naturalmente limitate ad ambienti ridotti, con popolazioni esigue.

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MessaggioInviato: 05/09/2016, 9:30 
 

Iscritto il: 23/02/2011, 15:57
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Nome: fabrizio fabbriciani
Acquarius ha scritto:
Io dubito che gran parte degli invertebrati si possa estinguere per overcollecting a meno che la specie non abbia una corografia puntiforme. La capacità riproduttiva degli invertebrati è molto alta. Ciò che non si deve distruggere è il loro habitat ed è per questo che vengono create le aree protette affinchè siano preservate delle biocenosi che altrimenti potrebbero subire delle alterazioni gravi. Ambienti come quelli ripariali o foreste naturali con alberi che nascono e che muoiono sono delle grandi fucine di biodiversità finchè qualcuno non decide di introdurvi specie alloctone come il gambero americano nei fiumi, la vongola delle Filippine a mare nell'Adriatico o il cinghiale nelle boscaglie ad uso venatorio senza immettere i rispettivi predatori. Quello che resta in genere è il deserto. E sto parlando di specie introdotte volontariamente e non di specie alloctone introdottesi casualmente.
Da tutto quanto sopra sarebbe opportuno in certi ambienti entrare sempre in punta di piedi.
Una volta ebbi uno scontro verbale da ambientalista con altri ambientalisti (monovedenti) e cercavo di spiegare loro quanti inventerbrati schiacciassero inconsapevolmente quando in gruppo invadevano un'area protetta per il gusto di guardare uccelli col binocolo :x


Ciao a tutti.Sono anche io pienamente d'accordo che gli ambienti integri e/o senza specie alloctone ( vedi il caso del carabus chlatratus con il gambero americano ) siano il primo step da controllare e salvaguardare ma nel caso dei carabus, come di molte altre specie , spesso una raccolta continuativa ed esagerata come numero di trappole porta tranquillamente nel giro di pochissimi anni all'annullamento della specie in una determinata area, a volte molto ristretta.
Se nel Padule di Fucecchio non fosse arrivato il gambero americano ,nel giro di 10/15 anni il carabus chlatratus antonellii si sarebbe estinto o quasi per le raccolte indiscriminate ed esagerate che " noi " collezionisti abbiamo fatto negli anni portando via centinaia di esemplari ( e mi tengo basso come numero ) e sfasciando i tronchi a terra dove questo coleottero svernava.


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MessaggioInviato: 05/09/2016, 11:55 
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Se gli amministratori sono d'accordo, e se la discussione si mantiene ai livelli di dibattito come ha fatto finora, sposterei la discussione in entomochiacchiere.

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MessaggioInviato: 05/09/2016, 12:06 
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Plagionotus ha scritto:
Se gli amministratori sono d'accordo, e se la discussione si mantiene ai livelli di dibattito come ha fatto finora, sposterei la discussione in entomochiacchiere.

Se mi posso permettere, servirebbe un forum su entomoriflessioni, e non entomochiacchiere, sarebbe più appropriato dati gli argomenti trattati

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MessaggioInviato: 05/09/2016, 18:46 
 

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Località: Bagnacavallo (RA)
Nome: Giorgio Pezzi
Mi permetto una breve replica poi mi taccio per spiegare che io e Nicola ci conosciamo ed ho visto il suo "sacro furore" che pervade i giovani entomologi; per questo, coi suoi 13 anni, mi sono permesso di intervenire, ma (martellate a parte, che peraltro non uso mai) volevo solo indurlo alla riflessione sui metodi (il metodo di cattura proposto ha poco a che vedere con un'indagine) e sulla non opportunità di parlarne pubblicamente e relativamente ad un'area alle spalle di casa sua, molto controllata. Quanto a me, ho sempre agito in tali siti (ed in altri) con molta discrezione nei prelievi, e quando ho prelevato per caccie mirate disponevo dei regolari permessi (anche Marco lo sa, visto che siamo impegnati in una ricerca autorizzata in un parco) e con pubblicazione dei risultati delle ricerche; quindi, a mio avviso, non è questione di santi o non santi ma di "misura" come ben hanno detto gli interventi precedenti. Non chiedetemi scambi: non ho materiale da scambiare. :)
Giorgio. :hi:


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MessaggioInviato: 07/09/2016, 22:07 
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Nome: Daniele Maccapani
Intervengo, anche se in ritardo, perché mi ero ripromesso di farlo (poi fra un impedimento e l'altro ho sempre rimandato).

Sulla vicenda etico-conservazionistica-legale :to: non dico nulla, è già stato detto tutto ;)

Per il resto:

Cita:
Per la pianura romagnola deve essere l'unica stazione dove ancora sopravvive, mentre nelle altre zone per cui era segnalato (Pineta San Vitale) sembra non sia più stato preso.

Non lo so per esperienza diretta, ma pare sia relativamente comune alla pineta di Classe; se non lo conosci già ti segnalo un lavoro:
Boscolo, Corazza, Pesarini & Fabbri, 2013 - Monitoraggio dei Coleotteri Carabidi in due siti del parco regionale del Delta del Po nell'ambito del progetto Climaparks, Quad. Mus. Civ. St. nat. Ferrara, 1; 45-55. Si può scaricare dal sito del museo di storia naturale di Ferrara.

Cita:
E' noto anche del Po (Golena Bianca mi pare) e del Bosco della Mesola.

Lungo il Po è presente nel Ferrarese nel tratto fra Pontelagoscuro e Porporana; personalmente però non sono mai riuscito a trovarlo, nelle mie uscite a Porporana :sick: Solo dei gran granulatus; non credo sia presente con popolazioni molto dense...

Cita:
Domanda: al contrario di altri Carabus ha sviluppo larvale nei mesi freddi con comparsa degli adulti in primavera e successiva estivazione e ricomparsa in autunno? :?

Su questo non so rispondere in modo molto sicuro, ma hai già avuto riposte esaurienti in merito ;)
Ti posso dire solo che in base alla mia esperienza al Bosco della Mesola l'attività si concentra soprattutto fra aprile e giugno; prosegue in misura minore in luglio e agosto; e in seguito (per quello che ho visto nella mia breve esperienza!) non ritornano più in attività fino alla primavera seguente...

Cita:
Da noi granulatus e italicus sono gli unici che possono cadere in trappola. Forse a San Vitale prendi pure C. (Tachypus) cancellatus emarginatus.

Ma ti risultano segnalazioni in merito? :roll: Non ho riguardato i lavori che ho (sostanzialmente quelli di Contarini), ma a memoria ero convinto che quella di Mesola fosse l'unica popolazione di pianura, oltre a quella di... Mantova? :? (vado a memoria e potrei dire boiate!)

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"Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell)
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MessaggioInviato: 07/09/2016, 22:37 
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Nome: Marco Villani
Daniele Maccapani ha scritto:
Non lo so per esperienza diretta, ma pare sia relativamente comune alla pineta di Classe; se non lo conosci già ti segnalo un lavoro:
Boscolo, Corazza, Pesarini & Fabbri, 2013 - Monitoraggio dei Coleotteri Carabidi in due siti del parco regionale del Delta del Po nell'ambito del progetto Climaparks, Quad. Mus. Civ. St. nat. Ferrara, 1; 45-55. Si può scaricare dal sito del museo di storia naturale di Ferrara.


Grazie Daniele, non conoscevo quel lavoro. In effetti è un po' strano, dal momento che a Classe ci sono andato quasi una dozzina di volte negli ultimi tempi (da luglio 2015 a maggio 2016) e non li ho mai trovati (forse ho preso alcuni granulatus, ma meno del solito). Però credo sia colpa mia, dal momento che il posizionamento delle trappole e gli scortecciamenti sono avvenuti più che altro nelle "basse" naturali nella parte interna del bosco, che negli ultimi decenni sono diventate sempre più salmastre. Piuttosto la specie potrebbe sopravvivere lungo i canali artificiali che costeggiano il bosco, che però non ho mai indagato nel periodo buono (intendo la zona dove hai messo le trappole te questa primavera). Il prossimo anno ci metto un paio di trappole e vediamo se lo becco!

Ma ti risultano segnalazioni in merito? :roll: Non ho riguardato i lavori che ho (sostanzialmente quelli di Contarini), ma a memoria ero convinto che quella di Mesola fosse l'unica popolazione di pianura, oltre a quella di... Mantova? :? (vado a memoria e potrei dire boiate!)

A parte la datata segnalazione di Pirazzoli (1871) per Ravenna, nel libro di Contarini sui coleotteri romagnoli (pagina 50) leggo "Fenomeno molto curioso, e non facilmente spiegabile, è la recente comparsa (anni Novanta) di questo carabo lungo la costa adriatica ravennato-ferrarese, dai boschi/pineta a nord di Ravenna al Bosco della Mesola.". Io personalmente non l'ho mai preso, ma non l'ho nemmeno cercato più di tanto. Chiederò a Ettore dove l'ha raccolto di preciso.

:hi:


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MessaggioInviato: 07/09/2016, 23:36 
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57
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Nome: Daniele Maccapani
marco villa ha scritto:
nel libro di Contarini sui coleotteri romagnoli (pagina 50) leggo "Fenomeno molto curioso, e non facilmente spiegabile, è la recente comparsa (anni Novanta) di questo carabo lungo la costa adriatica ravennato-ferrarese, dai boschi/pineta a nord di Ravenna al Bosco della Mesola.". Io personalmente non l'ho mai preso, ma non l'ho nemmeno cercato più di tanto. Chiederò a Ettore dove l'ha raccolto di preciso.


Ah, caspita, eppure quel libro l'ho sfogliato e riletto più volte, ma a questa cosa non devo averci fatto molto caso :oops:
Se glielo chiedi sarei curioso di sapere anche io cosa ti dice, la cosa mi interessa molto :)

Grazie :birra:

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MessaggioInviato: 08/10/2017, 15:58 
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Quest'autunno ho voluto provare a mettere qualche trappola in una differente zona del Bardello con l'intenzione di verificare eventuali cambiamenti nel tipo di fauna di Carabidi e Stafilinidi.
Su 5 trappole, lasciate attive per quasi 3 settimane, ci sono andati 3 esemplari (2 dei quali in una sola trappola), maschi. Il punto dove li ho presi è a circa un chilometro da dove li ho già raccolti l'anno scorso e questa primavera. Evidentemente si tratta di esemplari che normalmente avrebbero svernato, risvegliati dalle recenti piogge.
foto ottobre 001.JPG



Nelle stesse trappole ho preso altre cose interessanti. Tra i Carabidi c'era anche il mio primo Poecilus (Poecilus) cursorius :hp: .

Marco :hi: .


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MessaggioInviato: 08/10/2017, 18:39 
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Località: Marina Romea (RA)
Nome: Nicola Cuffiani
Mmm... Non è che hai guardato anche nelle mie trappole? :twisted:

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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita... (Inferno canto I)


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MessaggioInviato: 09/10/2017, 16:22 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Nicola ha scritto:
Mmm... Non è che hai guardato anche nelle mie trappole? :twisted:


No, Nicola. In verità non mi avevi nemmeno detto di aver messo delle trappole :? .
Marco.


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