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Sulla conservazione dei Dipluri



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 17/05/2019, 15:51 
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Iscritto il: 14/10/2016, 16:39
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Località: Settimo Torinese (TO)
Nome: Federico Rosso
Buongiorno a tutti :to:
Ultimamente ho deciso di provare ad adottare questo bellissimo quanto complicato gruppo di esapodi come secondo gruppo di studio, il problema è che i dipluri del sottordine Rhabdura (Campodeidi & co) sono davvero inconservabili, basta pochissimo per danneggiare antenne e cerci, essenziali per la determinazione. Non credo che questo problema si presenti con il sottordine Dicellurata (Japygidi e simili), ma onestamente non saprei dato che non ne ho mai trovati purtroppo. Tutte le pubblicazioni indicano che i Dipluri trattati in esse sono conservati in etanolo al 70%, ma i campodeidi si danneggiano anche solo tirandoli fuori dalla provetta, è una cosa incredibile... allora ho pensato di includerli su vetrino, ma non so quanto possa funzionare... pertanto chiedo a chiunque abbia qualsiasi tipo di informazione circa la conservazione dei Dipluri di comunicarmela, davvero non so come trattarli.
Grazie in anticipo :hi:

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Federico Rosso

... venite pure con le ragioni e con le dimostrazioni, vostre o di Aristotile, e non con testi e nude autorità, perché i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta. (Galileo Galilei)


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 17/05/2019, 16:48 
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Iscritto il: 22/12/2009, 13:31
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Località: Napoli
Nome: Francesco Izzillo
Cambia gruppo! :msic Altrimenti fai la fine che ha fatto Julodis con le coccinelle!!! :gh:

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Francesco Izzillo


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 17/05/2019, 16:59 
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Iscritto il: 14/10/2016, 16:39
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Località: Settimo Torinese (TO)
Nome: Federico Rosso
f.izzillo ha scritto:
Cambia gruppo! :msic Altrimenti fai la fine che ha fatto Julodis con le coccinelle!!! :gh:

Ricordo ancora la tua frase quando ti chiesi, se ti fossero capitati, di raccogliermeli :gh: :gh:
Ora sto valutando se collezionare e studiare solo gli Japygidi, resistenti e più semplici da determinare o tutti i Dipluri, ma questo secondo caso lo prenderò in considerazione solo se riuscirò a trovare un metodo efficace per conservare i Campodeidi.
E comunque il mio primo gruppo restano sempre i Buprestidi, non come qualcuno che (le voci da corridoio sono queste) passa il tempo ad allineare i pallini delle coccinelle :to:
:hi:

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Federico Rosso

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 18/05/2019, 20:11 
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Iscritto il: 23/06/2010, 19:05
Messaggi: 2566
Località: Pescara
Nome: Alessio Morelli
Ciao Federico,
il mio consiglio, per quanto concerne lo studio degli esapodi (ecto- o entognati che siano :mrgreen: ) di piccole o piccolissime dimensioni, è quello di allestire dei preparati microscopici, perché penso che la raccolta in alcohol, da sola, non è il massimo della praticità.
Il rischio è quello di danneggiare gli esemplari ogni volta che si va ad estrarli dal contenitore per analizzarli.

Ci sono vari metodi per "prendere" o sollevare questi esserini (parlo principalmente di micro insetti, perché di collemboli, dipluri e simili non ho esperienza diretta :dead: ). Si possono utilizzare pinzette a presa morbida per le specie più resistenti, basta anche solo una leggera pressione, grazie all'attrito o alla tensione superficiale del liquido tra le due punte. Se gli insetti sono molto piccoli delle pipette, oppure pennellini e aghetti immanicati curvi per sollevarli.
Io per "i miei" (anche loro altrettanto delicati) non ho ancora trovato il metodo ottimale :lol: , utilizzo l'ultimo, poiché mi permette di non inquinare i bagni di preparazione, trascinandomi il liquido da un passaggio all'altro.

Questi metodi ovviamente vanno bene per le specie che si riescono a vedere, e quindi a gestire, ad occhio nudo. Per quelle microscopiche penso che la faccenda si complica.

Questo è quello che scrivono a proposito dei metodi di preparazione alcuni autori di handbook:

"Diplura
These small, fragile, slender insects are found in similar habitats to Collembola and Protura, and they can be collected by the same methods. Store the specimens in alcohol or mount them directly on slides from 95% alcohol into Faure's or Royer's media, and ring them with a sealing compound."

Collembola and Protura
These insects are found in soil, debris, humus, bark fungi, and on foliage. They may be picked up with an aspirator or a moistened brush, or extracted from samples put in a Berlese funnel. Preserve the insects in 70% or 95% alcohol. Collect these specimens in groups of 10 or more specimens of each species, if possible, because some of the specimens are destroyed during the preparations of the slides for study (that is, in some species the eyes have to be depigmented with 10% KOH; in
others certain appendages have to be dissected for high-power examination). One of the best methods for examining Collembola is in a temporary mount in 2% KOH.
Collembola are difficult to preserve on permanent slide mounts. A method that gives good, relatively permanent slides consists of warming specimens until they clear in a drop of lactophenol on a slide. A cover slip is then applied and ringed with a rapidly drying sealant after the excess lactophenol has been wiped away with a piece of facial tissue. Other media such as Royer's, Faure's, or Berlese's may also be used for mounting, but they are not entirely satisfactory.
''

(Martin J.E.H., 1977)


"All Apterygota should be collected and preserved similarly. They may be collected with a Berlese funnel, aspirator, or small brush dipped in alcohol. To collect the species of Collembola that are often found on the surface of water, use a small dipper (see ref. 97). Specimens should be killed and preserved in 80 percent alcohol. All Apterygota are delicate. To minimize risk of breakage, fill their vials full with fluid. Microscope slide preparations are necessary for critical work with all Apterygota."

(Steyskal G.C., Murphy W.L.Jr & Hoover E.M., 1986)


In Walker & Crosby, 1988 puoi trovare qualche altra informazione utile. Queste erano la prime che avevo sotto mano, ma ci sono tantissimi handbook e lavori di questo tipo in rete.
Io comunque sbircerei nelle pubblicazioni, tra i metodi di preparazione adottati dagli specialisti di Dipluri (se esistono :gh: ), o chiederei, perché no, direttamente a loro ;) .

Spero di esserti stato utile :D


Bibliografia:

Martin J.E.H., 1977. The Insects and Arachnids of Canada. Part 1. Collecting, Preparing, and Preserving Insects, Mites, and Spiders. Agriculture Canada (ed.)

Steyskal G.C., Murphy W.L.Jr & Hoover E.M., 1986. Insects and Mites. techniques for collection and preservation. United States Departiment of Agricolture (ed.)

Walker A.K. & Crosby T.K., 1988. The Preparation and Curation of Insects. Science Information Publishing Centre (SIPC), DSIR INFORMATION SERIES 163, Wellington.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 26/05/2019, 15:15 
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Località: Settimo Torinese (TO)
Nome: Federico Rosso
Ciao Alessio, e scusa se ti rispondo con così tanto ritardo :no1:
Grazie mille per le dritte che mi hai dato, mi saranno sicuramente utilissime. Per ora però ho deciso di iniziare a guardare gli Japygidi, molto più resistenti e semplici da studiare, che terrò in provette con alcool a 70%. Ne approfitto per chiedere se qualcuno ne ha e potrebbe prestarmeli in studio per avere quanto più materiale possibile con il quale iniziare.
:hi:
P.S. un fantasioso quanto spero funzionale metodo per tenere i più grossi Japygidi potrebbe essere quello di metterli nelle microfiale per genitali, che poi spillo e al di sotto delle quali tengo i dati, come se fossero tenuti a secco nelle cassette.

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Federico Rosso

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 Oggetto del messaggio: Re: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 11/08/2019, 8:15 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
Hai provato a conservarli in formalina, come si fa con molti Vertebrati? Tende ad indurire i tessuti, e magari potrebbe rendere un pò meno delicati anche i tuoi esemplari. Si usa normalmente come soluzione acquosa intorno al 4% di formaldeide.

Fossi in te farei qualche prova per vedere che succede.

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Sulla conservazione dei Dipluri
MessaggioInviato: 13/08/2019, 14:53 
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Iscritto il: 14/10/2016, 16:39
Messaggi: 437
Località: Settimo Torinese (TO)
Nome: Federico Rosso
Julodis ha scritto:
Hai provato a conservarli in formalina, come si fa con molti Vertebrati? Tende ad indurire i tessuti, e magari potrebbe rendere un pò meno delicati anche i tuoi esemplari. Si usa normalmente come soluzione acquosa intorno al 4% di formaldeide.

Fossi in te farei qualche prova per vedere che succede.


Per ora ho praticamente smesso con loro, vuoi per i problemi nel reperire materiale e conservarlo, vuoi per le notevoli difficoltà nel determinarli (servono talora attrezzature che vanno oltre il solito stereomicroscopio) e nel reperire pubblicazioni su di essi. Continuo a tenere gli Japygidae, più grossi e resistenti, vedremo se in futuro continuerò.

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