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Raccogliere in Turchia: norme & permessi



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MessaggioInviato: 25/03/2010, 15:36 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28
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Nome: Marco Uliana
Ciao a tutti, sto cercando di organizzare un breve viaggio di raccolta in Turchia.
Ricoro di aver letto, in un vecchio notiziario dell'società romagnola di scienze naturali, che in questo paese vige formalmente il divieto di raccogliere animali, insetti compresi.
So poi che molti entomologi italiani, anche fra quelli presenti in questo forum, hanno fatto numerosi viaggi laggiù, ma non ho mai saputo di nessuno che abbia chiesto/avuto permessi o simili.

Mi farebbe piacere avere qualche consiglio... in particolare tenendo presente l'opportunità di raccogliere anche con mezzi "vistosi", tipo trappole luminose oppure, semplicemente, retini da falcio che sventolano in bella vista.

Grazie, Marco


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MessaggioInviato: 25/03/2010, 20:29 
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31
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Nome: Maurizio Bollino
Anche io sarei interessato ad avere notizie, soprattutto se "ufficiali", ovvero con riferimento a specifiche normative e modalità di richiesta dei permessi. Per quel che mi hanno raccontato diversi amici, ogni mezzo di cattura che sia più visibile di un retino da falcio verde prato è meglio lasciarlo in auto, o meglio ancora a casa. A sentire loro, non è più la Turchia che ho conosciuto negli anni '80!!!!
La posizione di molti Paesi e Governi (Turchia compresa) verso il prelievo di materiali biologici spesso sfiora da un lato la paranoia, per l'accanimento verso i raccoglitori, e dall'altro il ridicolo, per il contrasto tra ciò che non fanno prelevare (poche centinaia o migliaia di esemplari) e ciò che permettono di distruggere impunemente incentivando colture intensive, disboscamento, abbattimento di intere colline per aprire nuove strade, ecc. ecc.

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Maurizio Bollino


Ultima modifica di Maurizio Bollino il 25/03/2010, 20:49, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/03/2010, 20:44 
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Nome: Marco Uliana
Accidenti, questo è molto preoccupante... e diverso da quello che mi hanno raccontato... :dead:


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MessaggioInviato: 25/03/2010, 20:53 
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31
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Nome: Maurizio Bollino
Glaphyrus ha scritto:
Accidenti, questo è molto preoccupante... e diverso da quello che mi hanno raccontato... :dead:


Perdonami, Marco, ma cosa ti avrebbero raccontato? Io mi sono fatto fare una descrizione accurata della situazione locale attuale da almeno tre amici che in tempi e modi diversi sono stati recentemente in Turchia, e ti assicuro che il concetto base di tutti i loro racconti è: basso profilo, visibilità nulla, stare defilati, e scegliere vallette laterali poco visibili dai rilievi circostanti.....

_________________
Maurizio Bollino


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MessaggioInviato: 25/03/2010, 21:57 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28
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Nome: Marco Uliana
Beh, io conosco tanta di gente che è stata in Turchia a raccogliere negi ultimi 4-5 anni... conosco chi ha avuto qualche guaio (tipo un giro in caserma, senza conseguenze) perchè è stato beccato in aree protette, ma per il resto ho l'impressione che tutti raccolgano senza problemi.


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MessaggioInviato: 26/03/2010, 0:04 
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Nome: Maurizio Gigli
Caro Marco, uno di quelli che sono stati in Turchia negli ultimi anni sono io. Ti conviene seguire i consigli del mio omonimo (Maurizio Bollino). Cerca di farti notare il meno possibile e probabilmente non avrai problemi. Negli ultimi anni ci sono stato tre volte: una da solo e due con Daniele Baiocchi.

Quando ci sono stato da solo non ho avuto problemi di alcun tipo con forestali o altre forze dell'ordine. Semmai il problema è stato che mi sono fratturato un alluce il pomeriggio del primo giorno (la solita fortuna!) rivoltando un pietrone in cerca di chissà quale carabo che non c'era. Pietrone che mi è caduto appunto sul piede. Per il resto della settimana sono dovuto andare in giro saltellando su un piede solo e senza potermi allontanare troppo dalla strada (però ho trovato lo stesso diverse cose interessanti), e malgrado questo nessuno mi ha creato problemi. Solo l'ultimo giorno due contadini locali hanno cominciato a farmi domande, vedendomi col retino in mano e parlando chissà quale dialetto turco. Sono riuscito a fargli capire, un po' in inglese e molto a gesti, che stavo facendo studi per una fantomatica università, e mi hanno lasciato in pace.

Con Daniele, nel primo viaggio ci hanno fermato dalle parti dell'Avlanbeli, ma era il secondo giorno che andavamo nello stesso posto e ci scatenavamo con retino, aspiratore al collo e seghetto. Qualche locale deve averci visto e segnalato la nostra presenza su quella stradina tra i boschi che, abbiamo scoperto poi, portava giusto a dei bei campetti di canapa indiana. Ci hanno bloccato la strada con la loro camionetta e ci hanno fatto scendere con tanto di mitra spianati. Ma poi quando hanno capito che stavamo cercando insetti e non "piante" hanno confabulato un po' tra loro con espressioni del tipo: "ma questi sono scemi" e ci hanno lasciato andare, pur avendo visto i sacchi di legname che avevamo in macchina.

L'ultima volta, sempre con Daniele, ci hanno fermato varie volte in macchina (eravamo in zona di indipendentisti curdi, con forte controllo militare), ma dopo qualche minuto ci lasciavano andare senza problemi, salvo le volte in cui, non vedendo nessuno per chissà quanto tempo, ne approfittavano per scambiare quattro chiacchiere, e magari ci offrivano pure un thè. L'unica volta che ci hanno beccato mentre stavamo raccogliendo insetti ci hanno lasciato andare dopo una breve spiegazione (non eravamo in un parco o zona protetta, per fortuna).

Comunque, non credo valga la pena chiedere permessi (dovresti farlo dall'Italia con largo anticipo) perchè dubito li rilascino con facilità. Io avevo anche provato a chiedere a un paio di ricercatori turchi che conosco, ma l'unica cosa che ho ottenuto sono state catastrofiche previsioni (terrorismo entomologico?).
In linea di massima, se non ti fai notare molto sventolando retini tipo "Vispa Teresa", montando teloni bianchi, segando alberi o altre cose simili in posti in vista, ed eviti i parchi ed altre zone protette, non dovresti avere alcun problema (nella maggior parte del territorio turco nessuno ti si fila, anche perchè la popolazione è tutta concentrata nelle città e nei paesi). Se proprio vuoi girare nei parchi, allora fallo senza portarti appresso attrezzature appariscenti (magari un barattolo in tasca, un paio di pinzette ed un aspiratore nascosto da qualche parte nessuno li nota) e non farti assolutamente vedere mentre raccogli qualche insetto.
Un buon sistema è quello di portarsi sempre appresso una macchina fotografica (tanto molti di noi lo fanno comunque) e se si è osservati fare (o fingere di fare) foto naturalistiche. Di solito così viene soddisfatta la curiosità di chi ci osserva (come motivazione sembra molto più valida di quella reale!)

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 26/03/2010, 0:53 
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Nome: Marco Uliana
Grazie Maurizio, mi hai un poco rincuorato: i controlli e i piccoli contrattempi che descrivi non mi preoccupano più di tanto (certo, adesso che ne so l'esito :mrgreen: ).
Il punto è che mi piacerebbe almeno sapere cosa è legale fare e/o cosa sto rischiando.

L'anno scorso ho agito allo stesso modo (profilo defilato) in Siria al seguito di Guido Sabatinelli, anche se una caccetta notturna presso una famigliola di contadini siamo riusciti a farla e non ricordo di aver mai dovuto rinunciare al retino da falcio. Qualcuno (non ricordo neanche chi...) mi aveva consigliato di portarmi dietro una lettera su carta intestata, timbrata, firmata - pomposa, insomma - da qualche ente di ricerca disponibile, da esibire in caso di guai nella speranza che intimidisse gli interlocutori. Me ne sono fatto fare una dal museo dove lavoro e una dall'università cui afferivo. Fecero ridere molto Guido e comunque non sono mai servite.

Pe il resto, la macchina fotografica con obiettivo macro è la compagna di ogni mio viaggio - non mi servirà come alibi fasullo.

Che mi dici dell'areoporto? L'anno scorso all'uscita dalla Giordania mi sono preso un coccolone: mi hanno fatto aprire la valigia (stracolma), nella quale metà del volume era piena di retini, coltello, sega a serramanico, flaconi a iosa, cetonie vive. Mi hanno chiesto che lavoro faccio ("zoologist") e mi hanno mandato via.
Me la sono fatta abbastanza sotto, onestamente...


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MessaggioInviato: 26/03/2010, 8:43 
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Nome: Maurizio Gigli
Glaphyrus ha scritto:
Che mi dici dell'areoporto? L'anno scorso all'uscita dalla Giordania mi sono preso un coccolone: mi hanno fatto aprire la valigia (stracolma), nella quale metà del volume era piena di retini, coltello, sega a serramanico, flaconi a iosa, cetonie vive. Mi hanno chiesto che lavoro faccio ("zoologist") e mi hanno mandato via.
Me la sono fatta abbastanza sotto, onestamente...

Anche a me hanno fatto aprire la valigia, una volta, quando ero andato da solo. Al primo controllo, all'igresso in aeroporto, ancora prima del check-in, mi hanno chiesto di aprire i bagagli, e "mi sono lievemente preoccupato", perchè di regola io metto tutte cose innocue nel bagaglio a mano, e tutta l'attrezzatura entomologica (tra cui ciò che mi serve per tagliare la legna dei prelievi non ha un aspetto da cose che possano passare in aereo!) e le raccolte nella valigia che andrà nella stiva, che in genere controllano solo ai raggi x. hanno visto, tra l'altro, i sacchetti piemi di rami e pezzi di legno (che ho giustificato con un'improbabile attività di incisione di oggetti in legno), i barattoli con gli insetti (che fortunatamente non hano aperto) e tutto il resto. Hanno fatto la solita faccia compassionevole che si ha nei confronti dei poveri mentecatti e mi hanno lasciato passare. Stessa cosa mi è successa in Marocco un anno con Domenico Gianasso, ma lì non se ne interessano pi di tanto.

Il vero problema degli aerei in Turchia è un altro: evitare assolutamente scali intermedi! Ogni volta che ho dovuto fare scalo da qualche parte ho avuto problemi. Qualche esempio: un anno, con mio padre, quando ancora riusciva ad accompagnarmi nei miei viaggi, dovevamo fare Roma - Istanbul - Ankara. Noi siamo arrivati ad Ankara, i bagagli sono rimasti a Istanbul. Siamo riusciti a riaverli dopo unn giorno e mezzo, che su una settimana è una bella perdita di tempo. Al ritorno può andare pure peggio. Nello stesso viaggio, memore di quel che era successo all'andata, ho raccomandato in mille modi agli addetti di non farmi uno scherzo simile, e mi hanno consigliato di controllare a Istanbul l'arrivo dei bagagli e farli trasferire sul secondo aereo. Peccato che quegli stessi addetti di Ankara abbiano messo i bagagli non sul mio aereo, ma sul successivo, cha arrivava a Istanbul dopo la mia partenza per Roma. Ho spiegato tutta la situazione a Istanbul, e mi hanno garantito che li avrebbero imbarcati sul primo aereo per Roma. Risultato: li hanno spediti un paio di giorni dopo, sono arrivati a Fiumicino, li hanno rispediti a Istanbul, li hanno rispeti ancora a Fiumicino, sono tornati a Istanbul, di nuovo a Roma, e per l'ultima volta ancora a Istambul e ancora a Roma, dove sono riuscito a bloccarli solo perchè mi sono fatto avvertire da un amico di Istambul che avevo spedito in aeroporto a chiedere esattamente su quale volo li avrebbero messi. Mi sono dovuto prendere un permesso di due ore da scuola e precipitarmi a Fiumicino da Tivoli (dove insegnavo allora) prima che li rispedissero indietro (cosa che stavano per fare). Aeroporti turchi ed italiani: bella combinazione!
Comunque, se eviti scali intermedi, di solito va tutto liscio.

Ciao

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Maurizio Gigli
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