Ciao a tutti; la discussione mi era sfuggita. Mi ero perso in due lavori che sto completando, rispettivamente il Cataloghi dei Cerambycidae del Libano e quelli di Israele. Algeria. Splendidi ricordi. In effetti durante un paio di viaggi in Algeria (1980-1982) raccolsi alcune centinaia di individui (il biotopo, "radi pascoli sabbiosi, costellati di numerose pozze d'acqua salmastra" era letteralmente infestato. Non mi ricordo più chi ha avuto questa lunga serie e tutti i Carabidi di quegli anni, forse il Museo di Verona o, già allora, Paolo Magrini ?. Io, purtroppo, non ne ho più - Ad ogni modo, ho recuperato il lavoro e posso riportare quello che scrissi allora. "Il valore della forma Dejeani Buquet viene diversamente interpretato: descritta come varietà di heros, è stata accettata come specie vicariante orientale da Antoine (1959: 324, nota). Sciaky (1979), pur avendone visti solo due esemplari, la considera semplice sinonimo. Jeanne (in litt.), non notando nella forma del pene le differenze osservate da Antoine, arriva a concederle un valore sub specifico per la maggiore estensione della colorazione melanica sulle elitre. Da parte mia, avendone potuto esaminare alcune centinaia di individui, ritengo che dejeani possa essere mantenuto al massimo come razza, differenziabile, a livello statistico, oltre che per la colorazione più scura di elitre, pronoto e testa, anche per la forma più tozza". Quelli erano bei tempi. Le mie spedizioni entomologiche in un'Algeria che non da molto era uscita dalla guerra di liberazione (tre settimane a zonzo in camper per deserti, pre-deserti, zone salmastre, foreste di caducifolie, cedraie, ecc.) mi hanno marcato indelebilmente in senso positivo ed incrementato, se possibile, il mio "incosciente" spirito di avventura. Il resoconto di cui si parla, riguardante i Carabidi, fu pubblicato sul Bollettino dell'ARDE (la gloriosa Associazione Romana di Entomologia tuttora, seppure "a stento" "esistente"), vol. 39 (1984), 1-4: 25-54. Pur con qualche inesattezza lo ritengo un lavoro di un certo interesse. Non sarebbe male che fosse passato in PDF (io non ne ho la possibilità) e inserito nella biblioteca del Forum. Vi si trova, fra l'altro, una discussione sul genere Anthracus con disegni dell'habitus di Anthracus fonticola della Foresta di Akfadou e di A. flavipennis di Ben Azouz (stessa località di raccolta di Anisodactylus heros dejeani) con nota su quelli di Sardegna. A proposito del mio passato di "Carabidaro" ricordo anche un lavoro sui Brachynus psophia e ganglbaueri (non so neppure se si chiamino ancora così) con descrizione di un nuovo carattere per dividerli senza ricorrere all'estrazione dell'edeago. Brachynus o Brachinus ? SAMA G., 1976 - Un nuovo carattere per la discriminazione dei Brachinus (s.str.) psophia Serv. e ganglbaueri Apf. I contributo alla conoscenza dei Coleoptera Carabidae - Boll. Soc. ent. Ital., 108, 3-4: 92-94
_________________ Gianfranco Sama
"Benedetto colui che ti aiuta a correggere i tuoi errori invece di scagliarteli contro" ___________________________________ Gershom Sholem
|