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Typhloreicheia henroti Jeannel, 1957 - Carabidae

20.III.2001 - ITALIA - Sardegna - NU, Dorgali, Gr. Gurennoro


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 17/12/2009, 18:32 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:47
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Nome: Piero Leo
Ciao :)
Provo a rispondere alle domande di Loris (sempre che, dopo quello che ha scritto Maurizio, abbia ancora voglia di tentare queste esperienze).
Loriscola ha scritto:
Secondo voi, che capacità di dispersione hanno, queste bestiole endogee ? ...ovvero se oggi alziamo un bel sassone interrato e preleviamo il terreno....fra qualche mese, possiamo trovare altro ??

Secondo me sì, probabilmente bastano un paio di settimane, meglio se nel frattempo ha piovuto.

Loriscola ha scritto:
una zona riparia di bassa collina fortemente xerica e dal substrato sabbioso-ciottoloso ha qualche speranza di fornire bestiole endogee ??

Non so cosa intendi per "zona riparia fortemente xerica dal substrato sabbioso-ciottoloso": se è il letto asciutto di un corso d'acqua non ho esperienze. Comunque alcune delle cacce più ricche (sia come numero di specie che di esemplari) le ho fatte proprio in località piuttosto xeriche, come versanti collinari esposti a sud o macchia degradata costiera, anche a pochi metri dal mare. In questi ambienti forse è più facile azzeccare il punto giusto (il cepuglio più grosso, l'albero isolato) in cui fare il prelievo, dove si suppone che ci sia un concentramento della fauna endoga; naturalmente sono da evitare i periodi più caldi e asciutti dell'anno.

:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 17/12/2009, 18:51 
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Iscritto il: 21/05/2009, 14:59
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
ok Maurizio, quindi può rivelarsi un successo o anche un buco nell'acqua :mrgreen: , in partica è una fregatura se non trovi niente :mrgreen:

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 17/12/2009, 19:12 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
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Località: milano
Nome: maurizio pavesi
ciao ragazzi, 2a puntata

rispondo alla domanda di loris

anzitutto, le bestiole in questione vivono in profondità (occasionalmente, durante o subito dopo le forti piogge, in superficie o quasi) nel suolo, più che nel MSS (dal francese, milieu souterrain superficiel, ambiente sotterraneo superficiale) che è il reticolo di microfessure che si trova nel livello sottostante al suolo vero e proprio

non so quale sia in particolare il posto di cui parla loris (che magari una volta o l'altra mi ci porterà :lov3: ), ma credo di aver capito il tipo di ambiente

il fatto che sia (apparentemente) xerico non è di per sé un ostacolo, mentre lo è il tipo di suolo; i piccoli coleotteri endogei sono fortemente igrofili, in pratica necessitano di umidità prossima alla saturazione, quella che si ritrova nelle fessurazioni dei suoli scarsamente drenati, come quelli argillosi; ora, i suoli sabbiosi o ghiaiosi mantengono pochissimo l'umidità al difuori dei periodi di precipitazioni, e sono quindi inadatti a un insediamento di endogei

in effetti, ho più volte osservato ad es. in autunno, da metà novembre in poi, che su versanti esposti, spogli e con vegetazione xerofila, quindi apparentemente aridi, già scavando :ses :ses :ses pochi centimetri nel terreno argilloso questo era umido più che a sufficienza, e con fauna abbondante (principalmente carabidi "epigei", ma anche Anillus); anzi su questi versanti, rispetto a quelli esposti a nord, gli sbalzi di umidità fra stagione umida e secca, con il conseguente ritiro delle argille quando si asciugano, sembra determinino una molto maggiore abbondanza ed estensione delle fessurazioni

ovviamente, nei periodi secchi non si trova niente, perché le bestie :gh: si ritirano in profondità dove l'umidità rimane elevata

all'interno degli strati di suolo idonei, questi insetti hanno sicuramente una discreta mobilità, in effetti il sasso è semplicemente un microambiente che trattiene l'umidità (con la formazione di veli d'acqua) e ripara dal calore esterno, e quindi favorisce la concentrazione di individui, per di più a profondità minore di quella dove starebbero in assenza di sassi

dopo che un grosso sasso è stato smosso, per non dover aspettare troppo prima di sfruttarlo di nuovo può essere utile, prima di rimetterlo a posto, smuovere con la zappetta le porzioni compatte di terreno al di sotto, e dopo rimesso a posto riempire di terra la fassura tutt'intorno, cosicché il sasso si rifà rapidamente una sede alla quale aderisce bene, e che si trova praticamente isolata dalla circolazione di aria esterna

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Immagine maurizio


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MessaggioInviato: 17/12/2009, 21:05 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:03
Messaggi: 6359
Località: Bubano di Mordano (Bologna)
Nome: Augusto Degiovanni
A questo punto dico anche io la mia :D .

Cita:
Secondo voi, che capacità di dispersione hanno, queste bestiole endogee ? ...ovvero se oggi alziamo un bel sassone interrato e preleviamo il terreno....fra qualche mese, possiamo trovare altro ??
La domanda nasce dalla mia curiosità circa alcuni ambienti del bolognese secondo me "interessanti" ma abbastanza frequentati (dall'uomo)...quindi non credo di trovare sassi "fermi" da secoli, ma molto più "recenti".


Per prima cosa bisogna vedere anzi meglio sapere se il sasso in questione ha dato es.: in Sardegna molte specie delle quali ci siamo segnati i sassi quando ci si ritorna di solito rendono ;) (sempre con le condizioni ideali) tipo, quando abbiamo trovato la Dimorphoreicheia relicta, abbiamo segnato il posto (ne erano uscite 3 e guarda caso una per uno :p ), era un sasso medio 30x30cm ma abbastanza fondo 40cm, dopo aver prelevato terra lo abbiamo richiuso.
Nei 3-4 anni sucessivi siamo sempre ritornati in loco, e abbiamo tutte le volte di nuovo vuotato il buco e prelevato altra terra, conclusione, ne uscivano 1-2 ogni anno (eravamo sempre in 3) una volta a mè un'altra volta gli altri, tenete presente che abbiamo indagato il posto centimetro per centimetro e a ogni prelievo era un sacco diverso (così per vedere da che punto uscivano), risultato solo quel sasso dava il resto nulla :shock: :shock: .
Per cui Loris non ti resta altro che provare, ma tieni presente che i sassi devono essere almeno per la metà interrati ;)

Cita:
Altra domanda (credo inutile): una zona riparia di bassa collina fortemente xerica e dal substrato sabbioso-ciottoloso ha qualche speranza di fornire bestiole endogee ?? No, vero ?


Tieni presente che a noi sono già uscite bestie in terreno sabbioso, che però era molto alberato.
Una recente nuova specie la Typhloreicheia abbazzii, Magrini & Fancello, 2007 è stata trovata adirittura in una pineta artificiale, anche se su suolo granitico non apparentemente fessurato, ma anche qui il terreno era umido.
Ma il tipo di ambiente che dici tu non mi sembra per nulla interessante.

_________________
CIAO :hi: Augusto Degiovanni

http://anthicidaeecarabidae.altervista.org


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MessaggioInviato: 17/12/2009, 21:56 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:25
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Località: Zola Predosa (BO)
Nome: Loris Colacurcio
Sul tipo di ambinete credo di aver capito....
Sul fatto che le bestiole si ripresentino sotto lo stesso sasso, onestamente non credevo....

Come sempre grazie per le spiegazioni....questo forum sta assolvendo per davvero alla funzione che l'aveva promosso.

Saluti, Loris

_________________
Loris


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MessaggioInviato: 17/12/2009, 22:35 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:47
Messaggi: 7252
Località: Cagliari
Nome: Piero Leo
Sì, concordo con Augusto che un sasso che si è rivelato buono in passato può continuare ad esserlo nel corso degli anni, se stiamo attenti a non rovinare in modo irreversibile il microambiente (lo stesso discorso vale anche nel caso di uno scavo libero alla base di un tale albero o di un tale arbusto).
In quanto al tipo di terreno è vero che i coleotteri endogei sono più accessibili nei terreni argillosi (perchè quando si allagano sono costretti a risalire in superficie: sono igrofili ma fino a un certo punto), però confermo che si trovano anche su suoli più o meno sabbiosi, così come mi è capitato in una località dell'Iglesiente: una nuova specie di Entomoculia (Staphilinidae) e poi Langelandia (Zopheridae), Raymondiellus e Alaocyba (Curculionidae).

:) Ciao
Piero


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