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Carabus (Macrothorax) morbillosus constantinus Lapouge, 1899 - Carabidae

VI.2011 - ITALIA - Sardegna - CA, S. Margherita di Pula


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 16/06/2011, 5:15 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
carabus ha scritto:
...se non ho capito male cari Maurizio e Vinicio in Sardegna è presente il Carabus (Macrothorax) morbillosus constantinus specie diffusa oltre che in Sardegna anche in Algeria. Ma le forme sarde sono simili a quelle nord africane o presentano comunque delle differenze morfologiche (dai Fenici, 2.300 anni fa circa, ad ora non credo si siano accumulate differenze evidenti)?
E la forma o natio che dir si voglia arborensis è chiaramente distinguibile dalla costantinus


allora, tanto per capirci, le popolazioni nordafricane della Tunisia e di alcune zone dell'Algeria sono abbastanza simili a quelle del nord della sardegna (visto che sono constantinus), quelle di Oran sono assimilabili all'oranicus e ricordano la stazza e l'habitus di quelli di Lampedusa; gli esemplari di Nador, che sono pur sempre degli oranicus, differiscono dai precedenti in virtù della spettacolare colorazione verde laccato, col bordo elitrale bronzeo, e per la forma cicrizzante, che tradisce probabili incroci (molto antichi) con aumonti maroccanus...ho qualche esemplare del sud della Sardegna simile, per forma e colore, a questi ultimi.
cito da Fauna d'Italia (A.casale).
constantinus Lap.: designa esemplari di grandi dimensioni, robusti, a catenulazioni primarie salienti e quarta costola secondaria indistinta, appianata.
arborensis Krausse: forma propria della Sardegna centro-meridionale designante esemplari di medie dimensioni, ad intervalli primari moderatamente salienti e terziari per lo più distintamente conformati.

karia ha scritto:
Maybe this will help .....


secondo me si sono dimenticati delle forme più caratteristiche e più facilmente distinguibili a occhiometro:
oranicus Csiki, 1927 e macilentus Lapouge, 1899=balearicus Lapouge, 1913...per quanto mi riguarda anche la forma di Lampedusa, lampedusae Born, 1925, si distingue molto bene al primo impatto e la si può confondere quasi solo con gli oranicus tipici di Oran.

@ Stéphane

concordo con tutto quello che hai scritto.

elleelle ha scritto:
Una curiosità: qual'è lo scopo di catturarne così tanti?
:hi: luigi


con pochi esemplari in collezione non è possibile a rendersi conto della variabilità di una specie, anche nell'ambito di una determinata popolazione.

Hemerobius ha scritto:
...questi nomi servono solo per capirsi, anche se io non so ben dire su cosa (capirsi) !!!


ti faccio un esempio: invece di citare quella varietà di Chrysocarabus solieri liguranus, caratterizzato da intenso colore rosso-ciliegia o prugna con riflessi viola o bluastri, di grandi dimensioni, cito la forma sturanii Raynaud, 1970 e ci siamo capiti subito (almeno tra carabari).

:to: :to:

ciao a tutti. :birra: :birra:


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 10:12 
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Iscritto il: 28/05/2009, 16:38
Messaggi: 4931
Nome: luigi lenzini
Immaginavo che la raccolta di decine di esemplari servisse a verificare la variabilità della specie. Non vedevo altra motivazione, se non quella di usarli come merce di scambio tra entomologi.
Però, credo che se tutti gli entomologi facessero così con tutte le specie (perché - immagino - non è che uno si incarica di fare questo studio per tutti), si rischia di arrivare a conclusioni scientificamente valide su quel'era la variabilità della specie. :dead: :gh:
:hi: luigi


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 12:20 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:47
Messaggi: 7252
Località: Cagliari
Nome: Piero Leo
Leggendo questo lungo argomento mi viene da fare due osservazioni:

1 - Sono comunque da evitare foto come quella all'inizio dell'argomento
ruzzpa ha scritto:
Credo che per l'identificazione basti la fotografia di un individuo... un soggetto ingrandito è sicuramente più efficace :hi:
Certo! Che significato può avere una foto così? "Guarda come sono bravo, guarda quanti ne ho raccolto!".
Sono d'accordo che uno studio serio richiede il sacrificio e l'esame di materiali importanti, e sono il primo a tenere nelle mie scatole serie numerose delle specie che studio. Però sono anche del parere che non c'è nessun motivo di inserire una foto di questo tipo che, ovviamente, può urtare la sensibilità di una parte degli utenti del forum.
Personalmente la trovo anch'io di cattivo gusto.

2 - La carabologia è una scienza a parte ;)

:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 14:31 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
Messaggi: 5907
Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
Tenebrio ha scritto:
...La carabologia è una scienza a parte ;)


hai ragione :to: :to: :to: :to:


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 14:57 
 

Iscritto il: 28/11/2010, 22:47
Messaggi: 75
Nome: Michal B.
Unfortunately, the systematics is not uniform.

Each author systematics (Deuve, Lassalle, etc.) has a different opinion.

Therefore, it is chaos.

Therefore we can not agree !!!!!


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 15:21 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
eurinomio ha scritto:
...

Hemerobius ha scritto:
...questi nomi servono solo per capirsi, anche se io non so ben dire su cosa (capirsi) !!!


ti faccio un esempio: invece di citare quella varietà di Chrysocarabus solieri liguranus, caratterizzato da intenso colore rosso-ciliegia o prugna con riflessi viola o bluastri, di grandi dimensioni, cito la forma sturanii Raynaud, 1970 e ci siamo capiti subito (almeno tra carabari).


Fate vobis, a me interessa l'entomologia :twisted: !

Roberto :to:

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MessaggioInviato: 16/06/2011, 15:45 
 

Iscritto il: 28/11/2010, 22:47
Messaggi: 75
Nome: Michal B.
Dr.Stephan Breuning
Monographie der Gattung Carabus L.


Dr.S.Breuning.pdf [964.6 KiB]
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MessaggioInviato: 17/06/2011, 10:04 
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Iscritto il: 21/05/2009, 14:59
Messaggi: 6986
Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
I'm in the same opinion of Roberto (Hemerobius). The heart of the question is that the genus Carabus is so much studied that the specialists now are studying each singular exemplar, and each singular population, and each singular chromatic variation. If they want to study and subdivide so much I haven't any problems, already in my opinion after a done number of subdividions they became meaningless.

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 17/06/2011, 11:46 
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Iscritto il: 05/02/2010, 19:48
Messaggi: 349
Nome: andrea bramanti
sono dell'avviso anch'io che non si tratta più di "scienza carabidologica" ma puro e semplice collezionismo. E comunque neanche un filatelico avrebbe in collezione decine di esemplari della stessa varietà di francobollo, solo e soltanto perchè con colore più o meno chiaro, ecc.ecc.. Ribadisco perciò la mia posizione sulla inutilità di raccolte così invadenti, tra l'altro di una specie ormai ben conosciuta e non del tutto banale. Niente di simile accade con altri gruppi. Poi magari, se raccolti in trappolamenti, si butta tutto il resto, tanto degli stafilinidi o altro, cosa ce ne importa delle razze.... Poveri Carabus...

p.s. non crediamo che in determinati momenti di concentrazione (sfarfallamenti, accoppiamenti) la raccolta sistematica di una stessa entità non incida sulla popolazione locale. Non sono un pessimista (oh, ovviamente "caccio anch'io"), si riformerà negli anni, ma non esageriamo con la scusa della nuova "presunta" entità.


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MessaggioInviato: 17/06/2011, 14:09 
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Iscritto il: 06/06/2011, 16:12
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Nome: Fabio Aste
....dalla foto dei "mille esemplari" (protagonista del topic) comunque...si capisce benissimo...anche ad un profano come me....che sono..esattamente tutti la stessa specie!...certo, c'è tra individuo e individuo...un leggerissima (auspicabile e doverosa e naturale!!) differenza di sfumatura di colore...più o meno verso il "bronzeo"....però è altrettanto bene intuibile che i colori dei più sbiaditi...sono la perfetta "base di colore" di quelli più coloriti....se in micologia valessero tutte queste "pseudo-micro-differenze" passerei tutti i giorni a descrivere decine di specie, o varietà, o subspecie, nuove!! :lol1:

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MessaggioInviato: 17/06/2011, 15:10 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
fabio.aste ha scritto:
...si capisce benissimo...anche ad un profano come me....che sono..esattamente tutti la stessa specie!...

....se in micologia valessero tutte queste "pseudo-micro-differenze" passerei tutti i giorni a descrivere decine di specie, o varietà, o subspecie, nuove!! :lol1:

La prima frase non risponde al vero in entomologia. Purtroppo (o per fortuna, secondo i punti di vista) esistono specie, in moltissimi gruppi di insetti, talmente simili che nemmeno mettendoli accanto sotto al binoculare si è certi che siano o meno della stessa specie. Però tra loro di solito si riconoscono benissimo.

Concordo con te sulla seconda parte. Se in micologia, o anche in botanica, dovessimo seguire lo stesso criterio, non finiremmo mai di descrivere nuove forme (magari non specie o sottospecie).

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MessaggioInviato: 17/06/2011, 16:19 
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Iscritto il: 06/06/2011, 16:12
Messaggi: 414
Nome: Fabio Aste
Cita:
La prima frase non risponde al vero in entomologia. Purtroppo (o per fortuna, secondo i punti di vista) esistono specie, in moltissimi gruppi di insetti, talmente simili che nemmeno mettendoli accanto sotto al binoculare si è certi che siano o meno della stessa specie. Però tra loro di solito si riconoscono benissimo.


Non posso certo inoltrarmi più di tanto in un campo dove sono assolutamente ignorante, come lo è per me l'entomologia; ma in questi casi di "somiglianza estrema" (anche allo stereomicroscopio!) come si fa a discernere la specie? Si ricorre all'indagine biomolecolare?




:birra:

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MessaggioInviato: 17/06/2011, 17:59 
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
fabio.aste ha scritto:
Cita:
La prima frase non risponde al vero in entomologia. Purtroppo (o per fortuna, secondo i punti di vista) esistono specie, in moltissimi gruppi di insetti, talmente simili che nemmeno mettendoli accanto sotto al binoculare si è certi che siano o meno della stessa specie. Però tra loro di solito si riconoscono benissimo.

Non posso certo inoltrarmi più di tanto in un campo dove sono assolutamente ignorante, come lo è per me l'entomologia; ma in questi casi di "somiglianza estrema" (anche allo stereomicroscopio!) come si fa a discernere la specie? Si ricorre all'indagine biomolecolare?

Distinguere le specie "partendo" da una base biomolecolare è un vezzo dei "boh ???" (con tutto il rispetto). Gli entomologi si accorgono che specie assolutamente* identiche sono diverse sulla base di comportamenti eco-etologici: un parassitoide con ospiti diversi, popolazioni separate spazialmente o temporalmente, canti o feromoni distinti, &c &c &c. In questi casi l'analisi biomolecolare è uno strumento potente ed utilissimo.

Roberto :to:

* quanto sia relativo questo avverbio sarebbe però tutto da discutere !!!

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Nome: marco bastianini
fabio.aste ha scritto:
ma in questi casi di "somiglianza estrema" (anche allo stereomicroscopio!) come si fa a discernere la specie?

Almeno in alcune famiglie un grosso contributo viene dall'esame dei caratteri morfologici delle strutture copulatrici.

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:to: Marco
"Le foreste a precedere le civiltà, i deserti a seguire."
François-René de Chateaubriand


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MessaggioInviato: 17/06/2011, 19:46 
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
andrea bramanti ha scritto:
...Ribadisco perciò la mia posizione sulla inutilità di raccolte così invadenti, tra l'altro di una specie ormai ben conosciuta e non del tutto banale...


la raccolta di 40 esemplari non può essere considerata invadente, specialmente per una specie "relativamente comune" (anche se tu hai scritto che non è del tutto banale).

fabio.aste ha scritto:
....dalla foto dei "mille esemplari" (protagonista del topic) comunque...


da 40 siamo passati a 1.000...non esiste una collezione scientifica costituita da 2/3 esemplari per specie; quella si che è paragonabile ad una raccolta di francobolli!


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