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Pterostichus (Cheporus) burmeisteri Heer, 1838 (s.l.) - Carabidae
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Autore:  marco paglialunga [ 13/12/2009, 10:47 ]
Oggetto del messaggio:  Pterostichus (Cheporus) burmeisteri Heer, 1838 (s.l.) - Carabidae

...potrebbe essere la fase di transizione tra il burmeisteri e il baldensis citata dal Magistretti?
15 mm Veneto-Enego loc. Stoner mt 1000 VII-73(VI)

Allegati:
P1000656.JPG

P1000655..JPG


Autore:  aug [ 13/12/2009, 12:16 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Cheporus burmeisteri/baldensis

Anche io ho trovato a Foza (Altop. dei Sette Comuni) la stessa forma di questo Pterostichus burmeisteri: laccati, grossi e quasi verde-violaceo. Evidentemente in quella zona sono fatti così. Dirimere fra sottospecie non è cosa semplice...

Autore:  marco paglialunga [ 13/12/2009, 20:42 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Cheporus burmeisteri/baldensis

Grazie, eggià io mi sono lanciato e ho :gun: perche dagli esemplari che ho sembrerebbe proprio una via di mezzo,quasi un passaggio tra le due forme, a partire dalla scultura elitrale ;)

Allegati:
P1000687..JPG


Autore:  gomphus [ 13/12/2009, 23:34 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Cheporus burmeisteri/baldensis

ciao ragazzi

dopo aver precisato che Cheporus non è genere distinto, ma sottogenere di Pterostichus, e quindi Pterostichus (Cheporus) burmeisteri Heer, 1838

devo rilevare che i nostri cosiddetti burmeisteri tipici, dell'alto adige, sono in realtà già in qualche modo una forma di transizione, in quanto come si vede dalla foto di marco, hanno strie elitrali leggere, ma chiaramente visibili, mentre gli esemplari centroeuropei (a nord delle alpi) hanno elitre rameiche ancora più brillanti e del tutto prive di strie visibili

a questo punto non sono molto convinto che il baldensis sia realmente una ssp. distinta, dato che in realtà sembra esserci una variazione clinale senza reali discontinuità; procedendo verso il limite occidentale della specie nel territorio a sud delle alpi, le strie elitrali diventano via via più nette e profonde, e i tegumenti più scuri

sarebbe necessario, per dirimere la questione, uno studio della conformazione edeagica delle varie popolazioni, che a tutt'oggi non credo sia stato fatto

pertanto, in attesa di ulteriori dati, propongo Pterostichus (Cheporus) burmeisteri Heer, 1838 (s.l.)

Autore:  Hemerobius [ 14/12/2009, 8:07 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Pterostichus (Cheporus) burmeisteri Heer, 1838 (s.l.)

Un altro bel esempio utilizzabile nelle future discussioni sul rango di "sottospecie". Voi carabidologi avete sotto mano una quantità di dati invidiabile! Chissà se La Greca fosse stato carabidologo ... od ancora meglio Ernst Mayr a suo tempo :roll:

Ciao Roberto :to:

Autore:  Andrea Pergine [ 26/07/2011, 16:11 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Pterostichus (Cheporus) burmeisteri Heer, 1838 (s.l.) - Carabidae

:hi: Ciao a tutti!
Riprendo questa discussione per proporre alcune immagini che, se non a risolvere l'enigma, possono almeno contribuire ad innescare ulteriori opinioni e punti di vista.
Personalmente, anche se l'analisi DOVREBBE essere fatta su molti esemplari, credo che delle differenze importanti si possano notare nei parameri (soprattutto in quello destro, quello più stretto per intenderci) e nella curvatura sia dell'apice del lobo mediano (forse non molto visibile dalle foto) che del lobo mediano stesso.
Appena pronte inserirò anche le foto degli esemplari in questione.

Nota per le immagini: ssp baldensis sempre a sinistra, typ. a destra.

edeagi baldensis e typ a confronto rid.jpg

edeagi a confronto in visione laterale rid.jpg

tavola edeagi 2 ssp a confronto rid.jpg



P.S: la posizione dei lobi mediani non è proprio quella "usuale e tradizionale" ma visto che si trattava di un confronto "faccia a faccia" ho lasciato le immagini così come fotografate!


:hi: :hi: :hi: :hi: :hi:

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