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Pterostichus (Cheporus) burmeisteri burmeisteri Heer, 1838 - Carabidae
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Autore:  Julodis [ 12/02/2017, 20:26 ]
Oggetto del messaggio:  Pterostichus (Cheporus) burmeisteri burmeisteri Heer, 1838 - Carabidae

Ecco il primo Pterostichus della serie. Gli esemplari di questa specie comune li avevo determinati, tanti anni fa, come Pterostichus metallicus, di cui oggi ho trovato le immagini sul Web, che mi sembrano corrispondere, ma che non trovo nè sul Forum, nè sulla checklist della Fauna d'Italia.
Sono giunto alla conclusione che ora si chiami Pterostichus burmeisteri. E' così oppure ho preso una cantonata?

Veneto, Belluno, Santo Stefano di Cadore, 1000 m, 12.VII.1984, M. gigli legit
15 mm
Pterostichus_metallicus_S_Stefano_Cadore_1000m_12-VII-1984_15mm_grey.jpg


Autore:  Tenebrio [ 12/02/2017, 20:50 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Pterostichus burmeisteri?

Sì, è corretto

:) Ciao
Piero

Autore:  Julodis [ 12/02/2017, 22:32 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Pterostichus burmeisteri?

Grazie Piero. Una bestia maledetta da fotografare, per quanto riflette!

Autore:  Julodis [ 13/02/2017, 8:29 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Pterostichus burmeisteri?

Una domanda: ho qualche esemplare in tutto e per tutto uguale, ma con le eltre evidentemente striate (ma meno che in P. dissimilis) mentre in questo esemplare sono praticamente lisce. Vedo che in Italia non ci sono altre specie di questo sottogenere, a parte, appunto, dissimilis. Immagino che sia normale variabilità intraspecifica di burmeisteri?

Autore:  Julodis [ 13/02/2017, 8:39 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Pterostichus (Cheporus) burmeisteri burmeisteri Heer, 1838 - Carabidae

Ho trovato qui la risposta alla mia domanda:
gomphus, il 13.XII.2009 ha scritto:
.... devo rilevare che i nostri cosiddetti burmeisteri tipici, dell'alto adige, sono in realtà già in qualche modo una forma di transizione, in quanto come si vede dalla foto di marco, hanno strie elitrali leggere, ma chiaramente visibili, mentre gli esemplari centroeuropei (a nord delle alpi) hanno elitre rameiche ancora più brillanti e del tutto prive di strie visibili
... in realtà sembra esserci una variazione clinale senza reali discontinuità; procedendo verso il limite occidentale della specie nel territorio a sud delle alpi, le strie elitrali diventano via via più nette e profonde, e i tegumenti più scuri

Da notare che a S. Stefano di Cadore convivevano esemplari come questo, molto colorati e ad elitre lisce (di tipo centroeuropeo?), con altri ad elitre più o meno striate, sia colorati come questo che più scuri.

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