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Osmoderma eremita (Scopoli, 1763) - Cetoniidae

11.VI.2017 - ITALIA - Lombardia - BS, Colle Monte Netto


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MessaggioInviato: 11/06/2017, 15:02 
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Beh, che dire? E' sempre un'emozione incontrarla :D
Il colle Monte Netto, ormai, lo conosco quasi nella sua totale intimità: ho raccolto tanto di quel materiale che ... porei fare pettegolezzi al bar senza timore di essere smentito (o querelato!).
Lo "bazzico" da anni, memorizzando tutto il memorizzabile ... compreso lo sconosciuto anche agli indigeni.
Lo scorso anno avevo "scovato" un albero cavo in cui, ad inizio luglio, avevo raccolto un interessante tenebrionide, resti di C. cerdo in una ragnatela e ... una femmina di Elater ferrugineus.
Mi chiesi: "dato che parrebbe una giornatina tosta, vuoi mai vedere che sotto 'ste fogliette c'è la bestiona che cerco da anni?"
C'era!
:hp: :hp: :hp: :hp:
Ho osservato 3 femmine ed un maschio.
Maurizio ricorderà il mio post in cui raccontavo di aver annusato il maschio: un profumo gradevolissimo di pesca bianca.
Indimenticabile!
Ad agosto avevo raccolto i resti ed osservate alcune larvone, ripromettendomi di tornarci quest'anno.
Fortunatamente, l'albero è ancora lì e questa mattina gli ho fatto una visitina: splendida sorpresa!
... La vita continua! :hp: :hp: :hp:
eremita1.jpg


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L'oca è ritenuto l'animale simbolo della stupidità, a causa delle sciocchezze che gli uomini hanno scritto con le sue penne.


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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 11/06/2017, 17:06 
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Sempre un bell'incontro. Ma lassù da voi già stanno fuori? E' una mia impressione o diverse specie negli ultimi anni escono prima al Nord che qui?

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 11/06/2017, 17:24 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Nome: Marco Villani
Julodis ha scritto:
Sempre un bell'incontro. Ma lassù da voi già stanno fuori? E' una mia impressione o diverse specie negli ultimi anni escono prima al Nord che qui?


Quest'anno, se si escludono le zone montuose, al centro-sud è venuta giù più neve che al nord, e potrebbe aver rallentato un po' il ciclo degli insetti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 11/06/2017, 19:55 
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Iscritto il: 09/11/2010, 19:52
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Nome: Luca Bodei
Bene,vuol dire che la zona è ancora sana...fossi in te Livio ora mi ''batterei'' per una sua conservazione...il biotipo giusto per certe specie,protette pure con convenzione europea,c'è...salvaguardiamolo! Perchè ritorno a dire,per l'ennesima volta,si proteggono e vietano specie a priori,ma non si fa praticamente nulla per salvaguardarne l'habitat... ;) :hi:

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Tc70


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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 11/06/2017, 22:19 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:01
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Nome: Livio Mola
Tc70 ha scritto:
Bene,vuol dire che la zona è ancora sana...fossi in te Livio ora mi ''batterei'' per una sua conservazione...

Ciao Luca :lov2:
Tutta la superficie del colle rientra nel parco regionale del Monte Netto ed è sufficientemente tutelata, l'ho constatato più volte di persona.
Inoltre, affinché vi siano azioni mirate, è indispensabile produrre documentazione a sostegno (= pubblicazioni scientifiche!) che ... attualmente manca: ci sto lavorando con diversi amici entomologi di "spessore", ma ci vuole tempo.
Comunque, ti posso assicurare che gli ottimi rapporti personali con le varie proprietà - maturati nel corso degli anni - hanno fatto sì che, in diverse zone del colle, venisse rispettata e conservata gran parte della necromassa, soprattutto nel bosco di Capriano. Qui, la cubatura/ha stimata della necromassa è decisamente molto elevata (verrà ridotta pian piano).
E mi pare che non sia proprio cosetta da nulla!
Ovviamente è una lama a doppio taglio: da una parte si fornisce habitat indispensabile ai saproxilici (e non solo), ma dall'altra aumenta decisamente e pericolosamente il valore pirologico del sito.

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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 12/06/2017, 10:00 
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Iscritto il: 21/05/2009, 14:59
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Complimenti Livio, stai facendo uno splendido lavoro, quel colle sono sicuro che è in ottime mani :lov2:

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Riccardo Poloni
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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 12/06/2017, 22:49 
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Nome: Livio Mola
Grazie Riccardo :lov2:
Devo ai preziosi consigli della dott.ssa Francesca Della Rocca, dell'Università di Pavia, il fatto di aver potuto identificare i possibili siti di riproduzione.
Rivelatisi ... esatti!
Fino ad allora, non avevo la più pallida idea di dove cercare l'eremita, nonostante innumerevoli "cacce" diurne e notturne.
Nulla.
Mi rivolsi a lei.
Lei mi aiutò, fornendomi consigli e fidandosi di un "tipo sconosciuto": sarei potuto essere un "depredatore collezionista", no?
Si fidò.
A lei la mia gratitudine.

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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 12/06/2017, 23:34 
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Complimenti Livio, è davvero bellissimo!


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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 13/06/2017, 0:58 
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Complimenti Livio :birra:
Per quest'anno non ce la faccio proprio :dead: , ma l'anno prossimo spero di poter tornare a trovarti nel periodo giusto per vedere (e annusare :D ) dal vivo questa meraviglia :lov3:

:birra:

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"Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell)
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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 13/06/2017, 6:26 
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Osmo-Livio: meglio del cane Teseo!

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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 13/06/2017, 7:10 
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Località: Castel Mella (Brescia)
Nome: Livio Mola
Julodis ha scritto:
Osmo-Livio: meglio del cane Teseo!

:lol: :lol: :lol:
Caro Maurizio, le condizioni che ci fosse l'osmoderma c'erano tutte ma, nonostante i tanti tentativi, lei non si faceva vedere :no1:
Frustrante ... :cry:
Stavo pensando persino di chiedere Teseo, con l'aiuto di Leonardo (Latella): doveva esserci!
Poi Francesca mi diede le giuste "dritte" ... et voilà!
Ho poi capito che sbagliavo tutto, ma proprio tutto :devil:

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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 13/06/2017, 9:50 
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Livio, mi fa piacere che tu l'abbia trovato!

Julodis ha scritto:
Ma lassù da voi già stanno fuori? E' una mia impressione o diverse specie negli ultimi anni escono prima al Nord che qui?


Per la mia esperienza nella bassa pianura veneta l'attività degli adulti comincia abitualmente in questo periodo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 13/06/2017, 22:45 
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Nome: Claudio Deiaco
Complimenti Livio. Una bestiola davvero speciale.
Il mio primo e unico ritrovamento risale ormai a 40 anni fa, in un tronco cavo di castano vicino al lago di Varna a Bressanone.

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Claudio Deiaco
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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 17/06/2017, 3:23 
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Messaggi: 460
Località: Cagliari
Nome: cesare ancona
Cita:
Livio
Ovviamente è una lama a doppio taglio: da una parte si fornisce habitat indispensabile ai saproxilici (e non solo), ma dall'altra aumenta decisamente e pericolosamente il valore pirologico del sito


Per una lunga serie di ragioni non mi sento di concordare in toto con questa affermazione, cercherò di sintetizzarle e di fare una rapidissima disamina del perché certe idee siano dure a morire e continuino anzi a condizionare (alterare) il nostro approccio (soprattutto “istituzionale”) con gli ambienti boscati.

Un bosco sano (con conseguente abbondanza di necromassa) è di gran lunga più umido di un bosco in cui la stessa venga asportata ed in cui si pratichi (le due cose sono quasi sempre legate) il diradamento da taglio selettivo. Nel secondo caso vi sarà una perdita (depauperamento o alterazione) delle biocenosi originarie tra cui proprio quelle legate al ciclo del legno e alla sua decomposizione, il suolo si impoverisce, perde grosse quantità di sostanze organiche, perde in capacità di trattenere umidità, ciò lascierà maggiori porzioni di suolo esposto con conseguente maggiore riscaldamento (e quindi perdita di umidità del suolo, dell’aria e degli ambienti e microambienti limitrofi), sostituzione/alterazione del sottobosco originario (maggiormente in grado di termoregolare e trattenere grandi quantità di umidità) con altro (erbacee, graminacee, rovi e sterpaglie) a carattere stagionale, non in grado di immagazzinare, trattenere e cedere gradualmente le necessarie quantità di umidità e quindi molto più secco.
Spessissimo a queste problematiche si aggiungono, sommandosi, quelle relative ai fenomeni antropici correlati, ad esempio la Frammentazione.
Questa progressiva “secchezza” del manto boschivo (e dello strato di suolo) porterà (insieme ad un innalzamento delle temperature) ad una drastica diminuzione generale della quantità di umidità trattenuta e ceduta in falda come in atmosfera con conseguenti minori apporti ai corsi idrici e minore capacità di contribuire alla nefogenesi (quindi meno copertura nuvolosa e meno piogge) come pure viene ridotta la capacità di “attrarre” precipitazioni dalle perturbazioni di passaggio (che non trovano le condizioni idonee per innescare il fenomeno) che transitano senza però rilasciare granché.
In Sardegna purtroppo ne sappiamo ben più di qualcosa… e quando le perturbazioni sono (per loro conto) particolarmente imponenti e scaricano comunque ingenti precipitazioni lo fanno su un territorio che non è più in grado di imbrigliarle, trattenerle e regolarle come in origine e come dovrebbe con ulteriori, ingenti, danni all’ambiente, alle cose e all’uomo… per poi disperdersi rapidamente e lasciare poco a disposizione per i mesi più caldi.

Non parliamo poi del fatto che l’origine degli incendi è sempre di natura antropica e spesso dolosa, quindi se vuoi contrastarli sarebbe senza dubbio maggiormente idoneo investire in (seria) prevenzione (educazione ambientale in primis) e controllo.

Ciononostante nel nostro paese un certo tipo di mentalità e di approccio trova ancora (purtroppo) largo credito a livello istituzionale (in barba non solo alle risultanze scientifiche ma anche alle varie direttive in materia), è ancora solidissima l’interpretazione “storica” (e obsoleta) che vede le aree boscate (anche foresta primaria) solo come masse di legno da mettere a reddito (quindi confondendo, colpevolmente quando non criminalmente, il bosco sano con la “piantagione arborea”) o al più come “paesaggio” (vedasi alla voce “cartolina”). Mai che parlino di ambiente/i (nella sua reale accezione) o di biocenosi...
Provate a chiedere alla Forestale (ma non solo a loro) cosa è, com’è fatto e come si gestisce un “bosco sano”… vi faranno la descrizione di una piantagione arborea e vi diranno come si gestisce una piantagione arborea… nulla più di questo e nulla che abbia a che vedere con il concetto stesso di bosco sano (anzi, i due concetti sono largamente antitetici).
Fine della digressione… splendida bestia che è sempre un gran piacere incontrare, io non la vedo da quando vivo in Sardegna (25 anni).
ciao
Cesare

_________________
sono l'asociale più socievole che conosca...


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 Oggetto del messaggio: Re: Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)
MessaggioInviato: 17/06/2017, 7:56 
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Località: Castel Mella (Brescia)
Nome: Livio Mola
Caro Cesare, ora tocca a me non essere completamente d'accordo con te.
Parlo, ovviamente, dell'argomento di queasta discussione: il bosco di Capriano.
Ovviamente per sana discussione e scambio di opinioni, assolutamente non per polemica.
Ci mancherebbe ...
cesare RBO ha scritto:
Cita:
Un bosco sano (con conseguente abbondanza di necromassa) è di gran lunga più umido di un bosco in cui la stessa venga asportata ed in cui si pratichi (le due cose sono quasi sempre legate) il diradamento da taglio selettivo. Nel secondo caso vi sarà una perdita (depauperamento o alterazione) delle biocenosi originarie tra cui proprio quelle legate al ciclo del legno e alla sua decomposizione

Assolutamente d'accordo!
Pensa a quelle specie che depongono nella necromassa recente: tagli l'albero -> la specie è attratta e depone -> asporti.
Non è difficile capire che quella specie andrà velocemente incontro all'estinzione della locale popolazione.
Geniale, non è vero?
Cita:
il suolo si impoverisce, perde grosse quantità di sostanze organiche, perde in capacità di trattenere umidità,

Qui sarei un po' meno in accordo: l'humus del suolo (la frazione organica che trattiene la maggior quantità d'acqua) proviene in minima parte da branche e fusti.
Cita:
ciò lascierà maggiori porzioni di suolo esposto con conseguente maggiore riscaldamento (e quindi perdita di umidità del suolo, dell’aria e degli ambienti e microambienti limitrofi), sostituzione/alterazione del sottobosco originario (maggiormente in grado di termoregolare e trattenere grandi quantità di umidità) con altro (erbacee, graminacee, rovi e sterpaglie) a carattere stagionale, non in grado di immagazzinare, trattenere e cedere gradualmente le necessarie quantità di umidità e quindi molto più secco.

Assolutamente no: non stiamo parlando di disboscamento ma di rimozione di necromassa.
Sono due azioni completamente diverse.
Cita:
Questa progressiva “secchezza” del manto boschivo (e dello strato di suolo) porterà (insieme ad un innalzamento delle temperature) ad una drastica diminuzione generale della quantità di umidità trattenuta e ceduta in falda come in atmosfera con conseguenti minori apporti ai corsi idrici e minore capacità di contribuire alla nefogenesi (quindi meno copertura nuvolosa e meno piogge) come pure viene ridotta la capacità di “attrarre” precipitazioni dalle perturbazioni di passaggio (che non trovano le condizioni idonee per innescare il fenomeno) che transitano senza però rilasciare granché.
In Sardegna purtroppo ne sappiamo ben più di qualcosa… e quando le perturbazioni sono (per loro conto) particolarmente imponenti e scaricano comunque ingenti precipitazioni lo fanno su un territorio che non è più in grado di imbrigliarle, trattenerle e regolarle come in origine e come dovrebbe con ulteriori, ingenti, danni all’ambiente, alle cose e all’uomo… per poi disperdersi rapidamente e lasciare poco a disposizione per i mesi più caldi.

Vedi sopra.
Cita:
Non parliamo poi del fatto che l’origine degli incendi è sempre di natura antropica e spesso dolosa, quindi se vuoi contrastarli sarebbe senza dubbio maggiormente idoneo investire in (seria) prevenzione (educazione ambientale in primis) e controllo.

Assolutamente d'accordo sull'origine dolosa degli incendi,
Però, dato che non viviamo in un convento di suore di clausura, le azioni da porre in essere sono sempre due:
- Medio e lungo periodo: educazione, educazione ed ancora educazione
- Breve periodo: prevenzione
Cita:
Provate a chiedere alla Forestale (ma non solo a loro) cosa è, com’è fatto e come si gestisce un “bosco sano”… vi faranno la descrizione di una piantagione arborea e vi diranno come si gestisce una piantagione arborea… nulla più di questo e nulla che abbia a che vedere con il concetto stesso di bosco sano (anzi, i due concetti sono largamente antitetici).

Anche qui sono assolutamente d'accordo.
Sentendo i commenti degli "indigeni" cica la tenuta del bosco, quasi tutti dicono che è disordinato.
Fortunatamente è privato ed è tenuto in piena naturalità.
Rispondo sempre che, nei vicini comuni, ci sono dei bellissimi parchi e che non ci sono i Carabinieri ad obbligare ad andare (ripeto:PROPRIETA' PRIVATA!) in quel bosco: e la cosa non può farmi che immenso piacere.
Ciao Cesare
:lov2:

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