Una premessa: sarò lungo e noioso 

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Forse si è capito, tuttavia ribadisco che sulle 
Pimelia di Sardegna attualmente regna il caos 

 . Non esistono lavori con cui si possano determinare i vari taxa che popolano la mia Isola. Le Bestimmungs-Tabellen del Reitter risalgono a quasi cento anni fa (1915) e, sulle specie che ci interessano, presentano vari errori e contraddizioni. Il Porta (1934) non fa altro che tradurre quei punti delle tabelle del Reitter che riguardano i taxa della fauna italiana (quindi interpretazioni errate e contraddizioni varie sono le stesse). 
Un lavoro più moderno è certamente quello di Ardoin (1973, Annales de la Société entomologique de France, (n. s.),  9 (2): 257-307), che propone una sistematica delle 
Pimelia di Sardegna che è ancora quella generalmente seguita dagli autori attuali. Purtroppo in questo lavoro non ci sono chiavi di determinazione dei vari taxa; inoltre, a mio modo di vedere, probabilmente ingannato da un insufficiente materiale a disposizione, l’Autore francese giunge ad alcune conclusioni che, attualmente, non mi sento di condividere pienamente.
Il recente CD di Piccole Faune purtroppo non contribuisce certo a chiarire meglio la questione delle 
Pimelia di Sardegna; infatti, così come per altri generi critici di Tenebrionidi, ci sono degli errori evidenti: la foto che dovrebbe rappresentare 
P. angusticollis punctatorugosa è invece da riferire a 
P. goryi cassolai; quella indicata 
P. payraudi payraudi  è invece da riferire a 
P. goryi goryi; quella che viene data per 
P. payraudi subalpina è una 
P. undulata; infine quella che dovrebbe raffigurare 
P. goryi cassolai è da attribuire a 
P. angusticollis punctatorugosa.
Negli ultimi trent’anni, esaminando più materiale possibile, ho cercato di chiarirmi le idee su questi insetti che sono uno degli elementi più caratteristici e frequenti del popolamento di Tenebrionidae della Sardegna. Ho studiato non meno di 9.000 esemplari di Pimelia, provenienti da oltre 500 stazioni, in 180 comuni della Sardegna 

 . Penso di essere al termine e probabilmente da qui a qualche mese riesco a mandare in stampa un lavoro di revisione di questo gruppo. Pazientare quindi...
Premessa lunga e noiosa come avevo detto. Vengo al dunque, cercando di rispondere ai quesiti legittimi di Mauro avanzati anche qui:
http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=178&t=2904&start=0La 
Pimelia payraudi payraudi è la sottospecie diffusa  praticamente in tutta la Gallura (oltre che in parte della Corsica)fin dentro i confini di Logudoro, Anglona e Montacuto. Le numerose popolazioni comprese in questo areale non sono omogenee, ma presentano un certo grado di differenziazione, andando a costituire un insieme di “sottorazze o natio” che, comunque, non meritano di essere distinte con un nome, in quanto, appunto, di ordine infrasubspecifico. Così abbiamo le popolazioni costiere e sub costiere della zona compresa tra Olbia e San Teodoro che presentano la carena omerale e, in minor misura, le due dorsali, relativamente più visibili rispetto a popolazioni di altre zone (si tratta degli esemplari di Olbia-Li Cuncheddi, Olbia-Lido del Sole, Porto San Paolo e San Teodoro, postati da Mauro nell'argomento citato). Altre popolazioni della Gallura più interna (Tempio, M. Limbara, Aggius, Calangianus, Luras, ecc) presentano per lo più le coste elitrali più interrotte e gli intervalli con una scultura più robusta (è il caso dell’esemplare di Tempio postato da Mauro qui, nella prima foto).
Quanto all’esemplare indicato di Oschiri sempre qui sopra, direi che è sicuramente riferibile a 
Pimelia angusticollis punctatorugosa Reitter, 1915. Questo taxon è esclusivamente costiero, ampiamente distribuito lungo i litorali della Sardegna occidentale, prevalentemente in biotopi sabbiosi. In particolare direi che l’esemplare fotografato da Mauro è riconducibile, come aspetto,  alle popolazioni della Penisola del Sinis (Oristano). Non so cosa ci facesse ad Oschiri (confini meridionali della Gallura interna, nella Sardegna nord-orientale): del territorio di questo comune ho visto solo tipici esemplari di 
P. payraudi payraudi (con una facies, per intenderci, simile a quella dell’esemplare di Tempio). 
Tu Mauro sei sicuro della provenienza? 
In tal caso non resterebbe altra spiegazione che un caso di trasporto passivo.
Se avete bisogno di chiarimenti chiedete e forse vi sarà dato.
Bye 
