Caro Loris,
approfitto delle tue immagini per tornare ancora una volta su questo argomento, ma, dato che ho l’impressione che questo sito persegua la correttezza delle proposte di inquadramento sistematico per gli esemplari raffigurati dalle foto pubblicate dagli associati, voglio ribadire un concetto che ho già precedentemente proposto e che mi piacerebbe ponesse la parola “fine” sul tema “
Paederus riparius”.
Checché ne dica e scriva il collega Jan, sicuramente un ottimo entomologo europeo, ma altrettanto sicuramente non un profondo conoscitore della fauna italiana (
nemmeno io lo sono e vorrei che sia ben chiaro che questo concetto mi è ben presente), la “vexata quaestio” relativa alla specie “
riparius” si può inquadrare in questo modo:
1)
riparius è estraneo alla fauna italiana, ha una distribuzione sibirico-europea e probabilmente è una specie che in questo momento richiede una profonda rialnalisi, dato che potrebbe includere anche l’italianissimo (ma, non endemico) “
melanurus” e il “
diamesus” che popola le zone umide dell’Asia centrale.
2) In Italia “
riparius” è vicariato da “
balcanicus”, presente nel nord in pianura padana dove raggiunge al più i fondo valle delle vallate alpine, mentre è largamente diffuso e comune nel centro e sud dell’Italia (sicuramente in Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna); le differenze fra le due specie risultano abbastanza evidenti solo a livello dell’endofallo, data l’elevata variabilità sempre presente in specie con diffusione tanto ampia.
3) Questi dati non sono desunti solo dalla bibliografia più recente, ma mi sono stati confermati, anche di recente, di persona da Adriano Zanetti, sicuramente il maggior esperto di stafilinidi italiani vivente, certamente molto noto per i suoi studi sugli
Omaliinae, dove è il maggiore esperto mondiale sugli
Eusphalerum, ma, dato forse meno noto, lo studioso che negli ultimi trent’anni ha visto pressoché tutti gli stafilinidi raccolti nel corso dei numerosi studi sui biotopi umidi del nord Italia. Anche se in un articolo pubblicato con Tagliapietra, un giovane studioso di stafilinidi di Verona, ha dubitativamente citato il “
riparius” come forse presente in un biotopo del veronese, Adriano, vecchio collega di studi all’università di Padova, resta fermamente convinto che in Italia “
riparius” non c’é. E’ chiaro che nessuno di noi possiede la verità, ma, forse, chi ha visto migliaia di esemplari di un certo territorio può avere le idee un po’ più chiare di chi ne ha raccolto o ne possiede solo qualcuno.
Infine, in merito alla classificazione degli esemplari appartenenti a questo genere, temo che tranne per pochi casi, il solo esame dei caratteri esterni (rilevabili in foto) non consenta una certa determinazione della maggir parte dei
Paederus; è necessaria l’estrazione dell' edeago, possibilmente da studiare in trasparenza, data l’importanza degli elementi costituenti l’endofallo, e, per le femmine, l’esame del segmento genitale, caratterizzato da una ben definita morfologia nelle specie italiane del sbg.
Paederus sensu stricto.
Al di là della polemica,
non rivolta a te, ovviamente, e che con questa mia comunicazione considero conclusa, il tuo esemplare potrebbe essere un
“
classico”
Paederus cf. balcanicus Koch, 1938.
Quando riuscirò a esaminare il tuo materiale, spero di dirimere definitivamente la questione, in modo che le tue belle foto possano restare come documento certo a disposizione di questa comunità.
Mandi mandi
Pierone