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Oecanthus
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Inviato: 21/01/2014, 17:46 |
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Iscritto il: 04/11/2013, 15:22 Messaggi: 9
Nome: Alfredo Rossi
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Salve, spero di non commettere alcuna infrazione nel domandare, oltre ai metodi di conservazione, anche consigli sulle trappole in questa sezione (volevo evitare di infestare tutte le sottosezioni del forum sullo stesso argomento). Vorrei sapere se qualcuno di voi sa dirmi quanto sia soddisfacente la conservazione morfologica e l'integrità dei colori negli acari Trombidiidae e Erythraeidae in etanolo/acqua al 75/25 o se è preferibile usare altre soluzioni. Inoltre sapete dirmi come orientarmi nella cattaru tramite trappole o altri metodi non "a vista"? Qual è la più grande specie di Trombidiidae che posso trovare sul territorio nazionale? Grazie mille a tutti 
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Guido Sabatinelli
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Inviato: 22/01/2014, 17:31 |
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Iscritto il: 28/08/2009, 13:45 Messaggi: 1946 Località: Ginevra, Svizzera
Nome: Guido Sabatinelli
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Oecanthus ha scritto: Qual è la più grande specie di Trombidae  che posso trovare sul territorio nazionale? Credo sia Creedence  ma se la batte con qualche altro... OK cancellate questo messaggio 
_________________ Guido SabatinelliMuseo di storia naturale, Ginevra, Svizzerahttp://www.glaphyridae.comhttp://www.scarabeidi.it
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Oecanthus
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Inviato: 22/01/2014, 17:48 |
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Iscritto il: 04/11/2013, 15:22 Messaggi: 9
Nome: Alfredo Rossi
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Guido Sabatinelli ha scritto: Oecanthus ha scritto: Qual è la più grande specie di Trombidae  che posso trovare sul territorio nazionale? Credo sia Creedence  ma se la batte con qualche altro... OK cancellate questo messaggio  Va bene il gioco di parole e lo scherzo, ma le mie sono domande serie e sono davvero ben accetti consigli seri. Grazie
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Guido Sabatinelli
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Inviato: 22/01/2014, 17:55 |
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Iscritto il: 28/08/2009, 13:45 Messaggi: 1946 Località: Ginevra, Svizzera
Nome: Guido Sabatinelli
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Hi ragione, allora alla soluzione conservante che proponi sostituisci l'acqua con aceto bianco. Se si gonfiano troppo diminuisci la proporzione di aceto.
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Julodis
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Inviato: 22/01/2014, 18:49 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Prima di utilizzare altre miscele strane per conservare gli acari, se fossi in te farei qualche prova su soggetti che ti interessano poco. La soluzione aceto/acetone io la uso regolarmente ormai da un paio d'anni, e per ora non ho avuto problemi, ma la uso con Coleotteri, spesso molto sclerificati, non so se gli acari possano presentare problemi diversi. Inoltre, un paio di anni non sono, per me, un tempo sufficiente a capire se questa soluzione va bene per una conservazione su tempi molto lunghi (dell'ordine di decenni). Dal momento che la soluzione aceto/acetone credo di essere stato il primo in assoluto a utilizzarla (sperimentata con resoconto "in diretta" in una discussione sul Forum), credo che nessuno sia ancora in grado di dire quale siano i risultati a lungo termine. Quel che è certo è che si è rivelata ottima per ammorbidire velocemente gli insetti già secchi, e discreta per pulirli.
La soluzione di etanolo al 70 o 75 % è invece più che collaudata da decenni di utilizzazione da parte di migliaia di persone nel mondo. Ovviamente devi usare SOLO etanolo incolore, non l'alcool denaturato che si trova normalmente in commercio, perchè il denaturante tende ad impregnare i tessuti, per cui insetti ed altri artropodi depigmentati e/o poco sclerificati tendono a diventare rosa carico. Se vuoi usare il denaturato, devi prima decolorarlo (c'è chi lo fa con il carbone attivo, chi lasciando il recipiente trasparente al sole, ecc. Io preferisco distillare l'alcool denaturato per ottenere alcool al 95% - probabilmente assieme all'etanolo ci sarà anche un po' di metanolo, ma tanto non devo berlo - mi sono comprato apposta un piccolo alambicco distillatore da 750 ml).
Un'altra soluzione usata per i Coleotteri, che potrebbe andar bene anche per gli acari, è acetone + acqua. La proporzione te la devi trovare sperimentando un po', per evitare che si gonfino troppo (troppa acqua), o il contrario. Con i Coleotteri funziona bene, anche per diversi anni.
Quando facevo la tesi in idrobiologia (una vita fa), mettevamo larve di insetti, altri piccoli artropodi, rotiferi, acari (Hydracarina), ecc. in una soluzione al 4-5% di formaldeide (insomma, da 1 litro di formalina, che è al 37%, facevamo 8-10 litri di soluzione). Si conservavano bene anche organismi minutissimi come i Rotiferi o Nematodi, ecc., pur sbiancando, per cui anche quella potrebbe essere una possibilità. Però così i tessuti si induriscono molto.
Altre possibilità ora non mi vengono in mente.
Per i metodi di cattura, ti consiglierei di mettere una richiesta a parte in Domande e Risposte.
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Oecanthus
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Inviato: 22/01/2014, 19:16 |
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Iscritto il: 04/11/2013, 15:22 Messaggi: 9
Nome: Alfredo Rossi
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Grazie a entrambi per le risposte. Per gli Hydracarina sono andato sul sicuro e ho usato la miscela Koenike (acido acetico, glicerolo, acqua 10/50/40). Anche se il tempo trascorso è breve devo dire che i risultati su morfologia e colore sono più che soddisfacenti (cosa che invece non accadeva con le miscele di etanolo, ove il colore veniva degradato sensibilmente in pochissimo tempo). Ovviamente per non darmi la zappa sui piedi a fronte di qualche euro in più di spesa, uso solo acido acetico all'80% ed etanolo per uso alimentare al 95%. Avrei preferito saltare i passaggi intermedi della sperimentazione (e gli ovvi ma necessari fallimenti) puntando su qualcosa di testato (data anche la sporadicità stagionale di molte specie/famiglie) purtroppo le mie conoscenze chimiche riguardo acari ed idracari non aiutano dato che non ho minimamente idea sulle differenze epiteliali e quindi la compatibilità dei Trombidiidae con il fluido di Koenike. Sposto la domanda riguardo alla cattura come suggeritomi 
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Anillus
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Inviato: 22/01/2014, 19:29 |
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Iscritto il: 18/02/2009, 0:24 Messaggi: 3906 Località: Asciano (Siena)
Nome: Andrea Petrioli
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Ciao Alfredo, amici che studiano acari oribatei conservano gli stessi semplicemente in alcol al 75%. In alternativa, per consulto al microscopio biologico, praticano con una punta di trapano una piccola concavità in un vetrino, mettono una goccia di acido lattico nella quale vengono inseriti alcuni acari (a seconda delle dimensioni) e il tutto viene coperto con un vetrino coprioggetto. Terminata questa fase il vetrino viene posto in un forno elettrico (non ricordo la temperatura) al fine di permettere all'acido lattico di diafanizzare l'acaro per poter avere una migliore lettura della chetotassi e della altre strutture successivamente al microscopio. Non so se con gli altri acari si pratica la stessa cosa 
_________________ ______ Andrea
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