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Scydmoraphes sp. - Staphylinidae Scydmaeninae

29.III.2013 - ITALIA - Lazio - FR, Serrone, Monte Scalambra, versante SW, 1100 m


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MessaggioInviato: 01/04/2013, 15:42 
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Nome: Maurizio Gigli
Le vategorie tassonomiche non possono essere altro che categorie soggettive. Ad eccezione dell'unica categoria naturale, la specie, tutte le altre sono solo categorie "di comodo", che usiamo per sistemare le diverse specie in gruppi più o meno affini. Ma una differenza che per qualcuno può essere di livello generico, per altri più bastare a differenziare a livello di tribù, per altri solo a livello sottogenerico. E lo stesso vale per tutte le altre categorie. Per cui ci si trova di fronte a due generi di problemi:
1 - differenze che in alcuni gruppi sistematici vengono utilizzate per divisioni ad un certo livello, in altri gruppi vengono utilizzate a livello diverso
2 - gli stessi raggruppamenti, nello stesso gruppo sistematico, possono subire nel tempo variazioni di livello

In generale, col migliorare delle conoscenze si tende anche a modificare la sistematica del gruppo, quindi non lo ritengo tanto un difetto, quanto un indice del progredire delle conoscenze (anche se ci può essere quello che potremmo chiamare "effetto specialista", ovvero un singolo studioso che stravolge completamente la sistematica del gruppo, sia per giustificati motivi che non).

Eccoti un esempio evidente di come cambi la sistematica di un gruppo.
I Buprestidae all'inizio erano tutti compresi in un'unico genere Buprestis (1758). Poi sono stati via via creati altri generi, a partire da Trachys (1801), Agrilus (1825), Julodis, Anthaxia, Chrysobothris, Aphanistichus e molti altri nel 1829, e poi tutti gli altri.
La famiglia Buprestidae, creata nel 1815, comprendeva quindi inizialmente due generi (Buprestis e Trachys, separato pochi anni prima), in seguito tutti gli altri. Con l'aumento dei generi, la famiglia ha cominciato ad essere suddivisa in sottofamiglie, in seguito in tribù, ecc., fino alla situazione attuale, in cui ci troviamo in una situazione del tipo (da Bellamy):
Superfamily BUPRESTOIDEA Leach, 1815
- Family BUPRESTIDAE Leach, 1815
-- Subfamily Buprestinae Lacordaire, 1857
--- Anthaxiinioid branch
---- Tribe ANTHAXIINI Gory et Laporte, 1839
----- Subtribe Anthaxiina Gory et Laporte, 1839
------ Genus Anthaxia Eschscholtz, 1829
------- subgenus HAPLANTHAXIA Reitter 1911
-------- Anthaxia (Haplanthaxia) cichorii (Olivier 1790)

Senza contare i cosiddetti "species group", sempre di rango inferiore al genere. Ed i "Genus" generic group, più o meno gruppi di specie di rango inferiore alle tribù.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 01/04/2013, 15:51 
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Nome: luigi lenzini
Infatti!
Tutto il resto, sarà scientificamente correttissimo, ma fa perdere significato al "contenitore".
Avere insieme rettili e uccelli, unendo animali volanti e striscianti, significa che l'insieme dei due diventa una parola senza alcuna utilità; un puro formalismo scientifico.
Un "contenitore", sia classe, ordine, famiglia o genere, ha senso se raggruppa specie con caratteristiche riconoscibili, in modo che, sapendo che una specie appartiene a "xy" se ne può prevedere a grandi linee la biologia.
Altrimenti, diventa una semplice testimonianza storica svincolata dalla realtà attuale. Per esempio, uccelli e rettili, oltre che fare le uova, non hanno quasi più niente in comune. E il DNA non si vede.
Comunque, so che la questione è dibattuta a livelli molto più alti e mi rendo conto che le mie osservazioni non sono una novità.
Scusate la parentesi ..... :oops: :oooner:
:hi: luigi


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MessaggioInviato: 01/04/2013, 15:59 
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Nome: Maurizio Gigli
Glaphyrus ha scritto:
Non conosco l'albero filogenetico più accreditato per questo gruppo di coleotteri, comunque dubito che questa ipotesi sia filogeneticamente difendibile: o questi gruppi sono inclusi negli stafilinidi, o ne sono esclusi. Se ne sono inclusi, non possiamo elevarli a livello di famiglia e chiamare "Staphylinidae" ciò che resta: gli Staphylinidae sarebbero un gruppo parafiletico, e quindi da rigettare.

Per lo stesso motivo gli Aves (uccelli), ormai da tempo, non sono più una classe, ma sono inclusi nei Reptilia (rettili), i quali - senza gli uccelli - non sarebbero un gruppo naturale.

Concordo che i Rettili senza gli Uccelli non sarebbero un gruppo naturale (anche se ci se ne è accorti con parecchio ritardo). Anche perchè gli uccelli stessi sono più vicini ad alcuni rettili di quanto alcuni gruppi di questi (intesi nel concetto tradizionale) lo siano tra loro.

Non se se sia possibile dire lo stesso per gli Staphylinidae. Ovvero, tutti gli Pselaphinae sono più vicini tra loro di quanto lo siano agli Staphylininae o ai Paederinae o Scydmaeninae. Bisognerebbe però sapere se qualche sottofamiglia di Staphylinidae "tradizionali" non sia più vicina agli Pselaphinae che alle altre sottofamiglie tradizionalmente comprese in Staphylinidae. Nel caso, la riunione attuale sarebbe pienamente giustificata. In caso contrario, sarebbe indifferente. Non so se sono riuscito a spiegare il mio punto di vista.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 01/04/2013, 16:03 
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Nome: Maurizio Gigli
elleelle ha scritto:
Avere insieme rettili e uccelli, unendo animali volanti e striscianti, significa che l'insieme dei due diventa una parola senza alcuna utilità; un puro formalismo scientifico.
Un "contenitore", sia classe, ordine, famiglia o genere, ha senso se raggruppa specie con caratteristiche riconoscibili, in modo che, sapendo che una specie appartiene a "xy" se ne può prevedere a grandi linee la biologia.

Su questo non sono molto d'accordo.
La sistematica, se vogliamo che sia qualcosa di più di un semplice metodo per sistemare le specie in gruppi di comodo, deve seguire un criterio filogenetico. Altrimenti dovremmo mettere insieme tonni, pinguini e delfini! Per lo scopo che hai espresso nella tua osservazione, esistono altri tipi di categorie, come quelle ecologiche.

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MessaggioInviato: 01/04/2013, 17:34 
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elleelle ha scritto:
Per esempio, uccelli e rettili, oltre che fare le uova, non hanno quasi più niente in comune.

Un'affermazione quantomeno bizzarra, sarei curioso di verificare qualche fonte che la discutesse
Per quanto ne so, tutti gli zoologi che se ne occupano professionalmente sarebbero pronti a sostenere, a ragion veduta, che i coccodrilli siano molto più parenti di un pollo che non di una lucertola.

elleelle ha scritto:
E il DNA non si vede.

Allo stesso modo in cui non si vedono i globuli rossi, gli atomi, il virus dell'influenza e l'edeago del succitato Scydmoraphes. Esisteranno oppure no? :roll:

Julodis ha scritto:
Non so se sono riuscito a spiegare il mio punto di vista.

Credo di sì: in pratica stai ipotizzando che tutti questi gruppi potrebbero essere "basali" alla filogenesi degli Staphylinidae (s.str.).
Possibile, certo, ma questo caso dubito che si sarebbe affermato l'attuale trattamento sistematico: gli specialisti mi paiono mediamente (e giustamente) restii ad accettare cambiamenti non necessari, così come ad accettare il "downgrade" della "loro" famiglia (vedi per esempio il lavoro di Castellini in difesa dello status di famiglia degli Pselaphidae).


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MessaggioInviato: 02/04/2013, 0:06 
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Nome: luigi lenzini
Mi rendo conto che questa non è una questione su cui posso discutere, con le conoscenze che ho.
Credo che la maggiore somiglianza di un coccodrillo con un pollo piuttosto che con una lucertola la possano apprezzare, appunto, solo
Glaphyrus ha scritto:
tutti gli zoologi che se ne occupano professionalmente
, nel senso che si tratta di categorie prettamente scientifiche che non aiutano a capire uno al mio livello. :oops:
:hi: luigi


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MessaggioInviato: 02/04/2013, 8:44 
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Nome: Marco Uliana
Luigi, forse si può dire che "capire" sia una categoria forte, che ciascuno di noi può applicare veramente solo a un numero molto ristretto di fenomeni, tecniche e teorie.
Per il resto ci si deve fidare del parere e dei risultati di specialisti e ricercatori, di cui non capiamo (o non capiamo fino in fondo) il lavoro, ma che sappiamo basarsi sul metodo scientifico - una specie di "garanzia" nei confronti della collettività.

Quello che volevo trasmetterti è che - contrariamente a quanto accadeva una volta e a quanto può sembrare ancora adesso - la classificazione moderna non è fondata su scelte soggettive che privilegiano un carattere piuttosto che un altro a seconda dello specialista che si interroga, ma su tecniche di analisi molto più obiettive. I risultati possono anche sembrare poco ovvi, talvolta scomodi, ma corrispondono a una migliore comprensione della realtà.
Risultati che poi, non essendo frutto di una scienza esatta, possono essere (anzi: sono) continuamente rivisitati e aggiustati. Anche perchè le tecniche analitiche si basano comunque su dati raccolti e codificati da esseri umani, con tutte le possibilità di errore, di miglioramento e implementazione che ne conseguono. Ma sono comunque un enorme passo avanti rispetto alle classificazioni di un tempo.

:hi:


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MessaggioInviato: 02/04/2013, 17:14 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
Glaphyrus ha scritto:
Ma sono comunque un enorme passo avanti rispetto alle classificazioni di un tempo

Chissà che penseranno delle nostre classificazioni nel 2113?

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Maurizio Gigli
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